I sistemi sociali, giuridici, politici esistenti procedono nel loro cammino verso il futuro, evidenziando, al contempo, innegabili fattori di crescita e limiti scientifici, tecnologici e nel comunicare. Sono, comunque, molti quanti credono che in relativamente poco tempo si potranno acquistare spazi ultraterrestri per soddisfare la fame di terra e di risorse di quanti abitano la Terra, ampliando notevolmente le possibilità del genere umano.
Le ultime conquiste scientifiche non si dovrebbero, infatti, limitare ad accrescere la produttività delle aree oggi occupate da insediamenti umani, ma dovrebbero spingersi oltre, ipotizzando sviluppi capaci di andare incontro al futuro. Che non si tratti solamente di ipotesi da sognatori lo dimostrano i progressi che, nel passato, hanno potuto sconfiggere e debellare malattie radicate soprattutto nelle zone più povere del mondo conosciuto, le immense nuove opportunità che si presentano oggi a ricercatori e studiosi, la relativa “facilità” con cui ci si può muovere nello spazio, i nuovi mezzi per favorire la circolazione di idee, beni e persone, e per produrre.
Il 26 novembre scorso, dopo un viaggio di oltre sei mesi, la missione della Nasa Insight (Interior Exploration using Seismic Investigations, Geodesy and Heat Transport) è arrivata su Marte: com’è noto, Insight mira a studiare l’interno del Pianeta rosso, anche per comprendere meglio i processi di formazione dei pianeti interni del Sistema solare, Terra inclusa. L’obiettivo è quello di mappare la struttura profonda del pianeta, perché attualmente disponiamo di molte informazioni sulla superficie di Marte, sulla sua atmosfera e sulla ionosfera, ma non sappiamo cosa avviene sotto la sua superficie. L’attenzione della Nasa, al di là di altre importanti missioni, in questi ultimi tempi si è particolarmente focalizzata su Marte sia al fine di ipotizzare delle parziali colonizzazioni future del Pianeta rosso sia allo scopo di studiarne l’evoluzione e la desertificazione per poter meglio prevedere cosa attende il pianeta Terra. In ogni caso, la missione in corso è unica nel proprio genere, perché il lander atterrato su Marte è dotato di un sismografo, che traccerà l’attività sismica del pianeta, e di una sonda che ne misurerà la temperatura fino alla profondità di cinque metri e potrà rivelare se al suo interno esista una forma di calore: se così fosse, l’acqua scoperta a luglio scorso sotto i ghiacci del Polo Sud marziano potrebbe essere più calda di quanto immaginiamo. A bordo di Insight – dato che ovviamente ci inorgoglisce ˗ sono presenti anche strumenti italiani, grazie alla partecipazione alla missione dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), dell’Istituto di Astrofisica (Inaf) e del Leonardo.
In un mondo in cui tutto cambia in continuazione, anche se con incertezze e ripensamenti, assistere alle conquiste più recenti ha del miracoloso. Occorre, però, saper partecipare alle rivoluzioni cui assistiamo, saper aggiungere componenti culturali e di partecipazione civile agli innegabili passi in avanti che si vanno compiendo in vari campi del sapere. Il limite che le attuali generazioni incontrano è, infatti, soprattutto di natura culturale, nella definizione dei valori civili e sociali di riferimento: è solo procedendo su questa strada che si può assicurare un reale progresso, al di là delle importanti conquiste scientifiche e tecnologiche ora in atto.
(fasc. 24, 25 dicembre 2018)