Introduzione
Il presente contributo si propone di indagare un particolare aspetto della traduzione del romanzo Fiestas di Juan Goytisolo realizzata da Vittorio Bodini al termine degli anni Cinquanta, un decennio di forte rinnovamento della pratica traduttiva e letteraria in Italia. Pur mantenendo l’assetto di un romanzo, di fatto, la versione bodiniana presenta degli elementi tipici del genere poetico: non si tratta soltanto della creatività “lirica” che emerge da alcune scelte traduttive, ma anche dell’inserzione, nell’italiano, di veri e propri stilemi della traduzione appartenenti alla lingua della poesia novecentesca, a cui, naturalmente, è possibile aggiungere anche, come ulteriore istanza, la produzione del poeta salentino. In effetti, alcune soluzioni sembrano riecheggiare i tratti distintivi di movimenti specifici, come il crepuscolarismo, assecondando quindi il meccanismo della memoria poetica; altre, invece, coincidono con la riproduzione di interi sintagmi estrapolati dai versi del Bodini poeta e collocati tra le righe del testo goytisoliano. In entrambi i casi, il traduttore è animato dallo stesso intento: soddisfare una serie di priorità estetiche, che vanno dalla questione stilistica al puro “capriccio”. È proprio quest’urgenza di connotare la forma, di plasmare il linguaggio attorno a sé, innalzando lievemente il registro, a rendere la voce del poeta immediatamente riconoscibile al suo lettore e a confermare il suo statuto di «transautore» del testo. Continua a leggere Vittorio Bodini e la traduzione “poetica” di un romanzo: il caso di “Fiestas” di Juan Goytisolo (Einaudi, 1959)
(fasc. 32, 25 aprile 2020)