Angelo Maria Ripellino poeta e traduttore

Author di Evgenij M. Solonovič

Desidero iniziare questo mio breve intervento ricordando uno scrittore che purtroppo non è più con noi, Andrea Camilleri, che oggi avrebbe potuto raccontare della sua amicizia con Angelo Maria Ripellino, quando entrambi collaboravano alla redazione dell’Enciclopedia dello spettacolo. Anni importanti, perché per Angelo il teatro era la vita, baroccamente intesa come “gran teatro del mondo”.

Ero un giovane traduttore ai primi passi quando conobbi nel 1957 Angelo Maria Ripellino, venuto a Mosca su invito dell’Unione degli scrittori per preparare due incontri fra poeti sovietici e italiani, il primo dei quali, sul tema “La poesia e la contemporaneità”, si svolse in Italia nel 1957 e il secondo a Mosca nel 1958. Continua a leggere Angelo Maria Ripellino poeta e traduttore

(fasc. 50, 31 dicembre 2023)

Per un ritratto di Max Jacob degli anni Venti secondo Emilio Cecchi: saggi dimenticati e lettere inedite

Author di Laura Giurdanella

L’“incontro” Jacob-Cecchi

Dopo poco più di dieci anni dall’ultima ricognizione sulla ricezione dell’opera di Max Jacob in Italia[1], un saggio sembra essere sfuggito all’analisi tanto dei critici jacobiani quanto degli studiosi italiani. Si tratta di un articolo apparso il 10 agosto 1923 sul quotidiano romano «La Tribuna», nella rubrica di critica letteraria Libri nuovi e usati a cura di Emilio Cecchi, e firmato con lo pseudonimo «Il tarlo»[2]. Continua a leggere Per un ritratto di Max Jacob degli anni Venti secondo Emilio Cecchi: saggi dimenticati e lettere inedite

(fasc. 44, 25 maggio 2022, vol. II)

Critica della critica degli scartafacci

Author di Giancristiano Desiderio

La scuola è per la letteratura e non per la poesia.

(B. Croce, La Poesia)

In una breve nota pubblicata sui «Quaderni della Critica» del novembre 1947, Benedetto Croce anticipava di fatto il destino della critica letteraria dei decenni a venire[1]. Il titolo del famoso scritto è: Illusione sulla genesi delle opere d’arte, documentata dagli scartafacci degli scrittori. Una critica che colpiva così bene nel segno che non casualmente Gianfranco Contini, che sarà il maestro riconosciuto della “critica delle varianti” ossia “critica degli errori”, vorrà intitolare il suo, a sua volta celebre testo, Critica degli scartafacci. Seguiamo Croce perché il suo giudizio è davvero esemplare e particolarmente istruttivo per noi oggi – oggi e proprio per noi –, visto che la “critica delle varianti”, soprattutto nella sua versione più forte o hard dello strutturalismo e della semiotica, ha di fatto dichiarato fallimento. Continua a leggere Critica della critica degli scartafacci

(fasc. 43, 25 febbraio 2022)

Casamicciola

Author di Paolo D'Angelo

Alla fine di luglio 1883 la famiglia di Benedetto Croce si trovava in villeggiatura a Casamicciola, sull’isola di Ischia[1]. La madre, Luisa Sipari, soffriva di dolori alle articolazioni e già in precedenza aveva tratto giovamento dai fanghi e dalle acque dell’isola. Così i familiari avevano deciso di accompagnarla per un nuovo soggiorno, e con lei c’erano il marito Pasquale Croce, all’epoca quarantaseienne, e la figlia Maria, di tredici anni, oltre appunto a Benedetto, all’epoca diciassettenne. L’altro figlio, Alfonso, di un anno più giovane, era invece rimasto in collegio. Avevano preso alloggio in un albergo nella parte alta del paese, la Villa Verde. Continua a leggere Casamicciola

(fasc. 43, 25 febbraio 2022)

«Vissimo tanto vicini». Lettere inedite di Italo Svevo ad Ario Tribel e Marino Szombathely

Author di Riccardo Cepach e Simone Ticciati

È raro che due persone che vivono nella medesima città si scrivano delle lettere, anche se si occupano di una medesima materia che necessita di comunicazioni ponderate e precise. Persino fra scrittori le lettere viaggiano – meglio: viaggiavano – soprattutto assieme ai libri che accompagnavano, per introdurli al destinatario con un breve messaggio di indirizzo e orientarne benevolmente la lettura. Andata e ritorno, naturalmente, perché poi c’erano i bigliettini di ringraziamento. Non fanno eccezione i documenti che qui pubblichiamo, comunicazioni inedite di Italo Svevo a due – come definirli? – compagni di strada, triestini appassionati di lettere e arti, dilettanti professionali della scrittura e di fede politica irredentista. Come nel caso di altri corrispondenti locali di Svevo (lettere inedite ai quali sono emerse recentemente)[1], anche Ario Tribel e Marino Szombathely sono, infatti, membri dell’élite liberal-nazionale di Trieste di sentimenti filo-italiani, pieno e celebrato il secondo, professore di lingua e letteratura latina all’Università locale, più modesto e forse moderato il primo, a lungo impiegato del colorificio Veneziani a fianco dello stesso Svevo[2]. Continua a leggere «Vissimo tanto vicini». Lettere inedite di Italo Svevo ad Ario Tribel e Marino Szombathely

(fasc. 39, 31 luglio 2021)

Vittorio Bodini e la traduzione “poetica” di un romanzo: il caso di “Fiestas” di Juan Goytisolo (Einaudi, 1959)

Author di Valentina Tomassini

Introduzione

Il presente contributo si propone di indagare un particolare aspetto della traduzione del romanzo Fiestas di Juan Goytisolo[1] realizzata da Vittorio Bodini al termine degli anni Cinquanta, un decennio di forte rinnovamento della pratica traduttiva e letteraria in Italia. Pur mantenendo l’assetto di un romanzo, di fatto, la versione bodiniana presenta degli elementi tipici del genere poetico: non si tratta soltanto della creatività “lirica” che emerge da alcune scelte traduttive, ma anche dell’inserzione, nell’italiano, di veri e propri stilemi della traduzione appartenenti alla lingua della poesia novecentesca, a cui, naturalmente, è possibile aggiungere anche, come ulteriore istanza, la produzione del poeta salentino. In effetti, alcune soluzioni sembrano riecheggiare i tratti distintivi di movimenti specifici, come il crepuscolarismo, assecondando quindi il meccanismo della memoria poetica; altre, invece, coincidono con la riproduzione di interi sintagmi estrapolati dai versi del Bodini poeta e collocati tra le righe del testo goytisoliano. In entrambi i casi, il traduttore è animato dallo stesso intento: soddisfare una serie di priorità estetiche, che vanno dalla questione stilistica al puro “capriccio”. È proprio quest’urgenza di connotare la forma, di plasmare il linguaggio attorno a sé, innalzando lievemente il registro, a rendere la voce del poeta immediatamente riconoscibile al suo lettore e a confermare il suo statuto di «transautore»[2] del testo. Continua a leggere Vittorio Bodini e la traduzione “poetica” di un romanzo: il caso di “Fiestas” di Juan Goytisolo (Einaudi, 1959)

(fasc. 32, 25 aprile 2020)

“Città di Cristallo”, un racconto di Carlos Yushimito del Valle

Author di Arianna Palagi

Carlos Yushimito del Valle (Lima, 1977) nasce in una famiglia di origine giapponese: suo nonno Eisuke Yoshimitsu[1] emigrò in Perù tra il 1920 e il 1930, dopo essere stato espulso dal Giappone per motivi politici oggi ancora ignoti. Carlos Yushimito è quindi un sansei, ovvero un discendente nipponico di terza generazione, per cui il legame con il paese dei suoi antenati è molto sottile. Nonostante ciò, anche un cittadino del mondo come Yushimito, che ha vissuto per molti anni negli Stati Uniti e adesso abita in Cile, non può fare a meno di riflettere sulla condizione nikkei, ovvero quella dei tanti cittadini di origine giapponese che risiedono ormai da molti decenni in terra peruviana. Continua a leggere “Città di Cristallo”, un racconto di Carlos Yushimito del Valle

(fasc. 28, 25 agosto 2019)

Storie di collezionismo di strada: Pincherle, Bazlen e Trieste

Author di Giuseppe Garrera

Tra le cose più magiche e capaci di sortilegio del collezionismo e di tali forme di cacce ci sono le mappe, e cioè la segnatura dei punti, e i luoghi, dove ritornare, dove ripassare, i tragitti obbligati, e la mappatura di una città, di un luogo di villeggiatura, di una città dove si capitò anche solo per un parente che si sposava, con segnati i negozi, le gallerie, le bancarelle, i mercati, i rivenditori, i possibili appuntamenti (in questo senso ci sono due Venezie, due Firenze, due Bologne, due Rome ecc.)1. Continua a leggere Storie di collezionismo di strada: Pincherle, Bazlen e Trieste

  1. Estratto dal saggio Storie di collezionismo di strada di Giuseppe Garrera, in uscita il 9 novembre 2018 ed edito dalla Casa di Goethe di Roma in occasione della mostra Costellazione 2. Si ringraziano l’autore e l’editore per l’anticipazione.

(fasc. 23, 25 ottobre 2018)

Juan Ramón Masoliver, un mediatore culturale tra Spagna e Italia

Author di Alina Navas e Chiara Sinatra

Masoliver: “Profili” e “ombre”

Grazie ai contributi di svariati studiosi che ne stanno riconsiderando il ruolo, a vent’anni dalla sua scomparsa si torna a parlare di Juan Ramón Masoliver. A causa del suo inquadramento nel primo Franchismo, per lungo tempo il suo nome è stato dimenticato in Spagna, mentre la sua produzione non è mai stata veramente studiata in Italia. Allo stesso modo, la sua permanenza in questo paese è stata raccontata più in chiave etnocentrica che in quella di mediazione culturale. Con questo lavoro desideriamo riportare alla luce una figura controversa che, seppure con le sue ombre, indubbiamente agì da mediatore tra i due paesi e le due culture. Un ruolo, questo, che Masoliver portò avanti ben oltre gli anni delle dittature e che, grazie alla sua attività di corrispondente per importanti testate spagnole, lo vide impegnato costantemente nella selezione e diffusione di autori e opere di entrambi i paesi, mentre come traduttore si dedicava alla ricerca dell’interpretazione profonda della cultura italiana. Continua a leggere Juan Ramón Masoliver, un mediatore culturale tra Spagna e Italia

(fasc. 16, 25 agosto 2017)