Un notaio rimatore
Nato a Firenze tra il 1390 e il 1391, Niccolò Tinucci dedicò gran parte della sua vita all’attività notarile (circa dal 1409 al 1422), e partecipò a importanti eventi del primo Quattrocento fiorentino, tra i quali spicca il ruolo svolto in occasione dell’esilio di Cosimo de’ Medici (settembre 1433). La sua attività politica appare tuttavia ambigua nei pochi documenti che la testimoniano: in particolare, alcune lettere inviate tra aprile e luglio del 1431 ad Averardo de’ Medici, cugino di Cosimo, in cui lo si vede «aizzare con subdole insinuazioni contro gli Albizzi Averardo e, per mezzo suo, anche Cosimo»; e l’Examina, del 1433, ossia la «Confessione […] quando fu esaminato dinanzi alla Signoria di Firenze ed al Magistrato degli Otto», in cui si trasforma in «accusatore aperto dei Medici, protestandosi sviscerato albizzesco». In seguito, sappiamo con certezza che dal 1442 al 1444 dimorò a Firenze, poiché nel 1442 e nel 1443 vi nacquero, dal secondo matrimonio con Itta, i figli Giovanni e Bartolomeo. Poco dopo, il 20 agosto 1444, Tinucci morì, sempre a Firenze. Continua a leggere Le rime su commissione di Niccolò Tinucci
(fasc. 30, 25 dicembre 2019)