Anticipazione del fascicolo n. 53

Si propongono alcuni saggi del monografico dedicato a Italo Calvino, in pubblicazione:

Letture critiche

Fabio Baccelliere, Le città invisibili e il desiderio

Abstract: The dialogues between Khan and Marco Polo that punctuate Le città invisibili show Khan’s desperate attempt to possess his endless and decaying empire through knowledge: a totalizing knowledge, not only consisting of numbers and data, but also of secrets, gists, emblems of the individual cities visited, or imagined, by the Venetian traveller; a knowledge which, in turn, seems to be seen by Khan as tool to bring happiness back where unhappiness rules. If on the one hand Khan therefore seeks essences, compositional laws and models, on the other Marco instead pursues exceptions, singularities, unpredictability. Cities are born as answers to questions, they are built around desires and ghosts: it is impossible to trace them back to an original and predefined scheme. Taking inspiration from Lacanian teaching, we defined “enjoyment” the attempt to bring the multiplicity of every single city back to the One, and “desire” as the attempt to preserve the multiplicity, the latencies of meaning, the ghosts. This epistemological disposition has its own political translation, which in our opinion is evident in Le città invisibili: Khan aspires to a unblemished city, while Marco believes that the ideal is always after, never before; an ideal, therefore, outside of Utopia, which does not precede but follows the one and only remedy for unhappiness: the establishment of human relationship. In turn always elusive, unpredictable, untranslatable.

Abstract: I dialoghi tra Khan e Marco Polo che scandiscono Le città invisibili mostrano il tentativo disperato del Khan di possedere il proprio impero sterminato e in disfacimento attraverso la conoscenza: una conoscenza totalizzante, costituita non solo dai numeri e dai dati, ma dai segreti, dalle essenze, dagli emblemi delle singole città visitate, o immaginate, dal viaggiatore veneziano; una conoscenza che, a sua volta, sembra essere concepita da Khan come strumento per riportare la felicità dove governa l’infelicità. Se da un lato Khan cerca dunque essenze, leggi compositive e modelli, dall’altro Marco insegue invece eccezioni, singolarità, imprevedibilità. Le città nascono come risposte a delle domande, si costruiscono intorno a desideri e fantasmi: impossibile ricondurle a uno schema predefinito originario. Prendendo spunto dall’insegnamento lacaniano, abbiamo definito “godimento” il tentativo di riportare all’Uno la molteplicità di ogni singola città e “desiderio” il tentativo di conservare il molteplice, le latenze di senso, i fantasmi. Questa disposizione “gnoseologica” ha una sua traduzione politica, a nostro avviso evidente nelle Città invisibili: Khan ambisce a una città ideale senza macchia, mentre Marco crede che l’ideale arrivi sempre dopo, mai prima; un’ideale, quindi, fuori dall’Utopia, che non precede ma segue l’unico e solo rimedio all’infelicità: il costituirsi delle relazioni umane. A loro volta sempre sfuggenti, imprevedibili, intraducibili.

Giovanni Barracco, Forme del picaresco, del Bildungsroman, della fiaba nel Sentiero dei nidi di ragno

Abstract: The essay starts from the question of the contradictory nature of Calvino’s first novel which, affecting the form and content of the text, conceals an intimate problematic at the origin of its writing. In the novel, the fairy-tale and picaresque modules contribute to the construction of a coming-of-age novel of the crisis. In this novel, the final resolution reveals not a conciliation between the Person and World, but, on the contrary, the recognition of the disharmony between self and reality, the individual and the community, Ego and nature. The novel reveals, at its end, the impossibility of reconciling the level of reality with that of ideology, testimony to the historical disillusionment that followed time of the Resistance, the real crux from which the novel arises, and its problematic nature.

Abstract: Il saggio muove dalla questione della contraddittorietà del primo romanzo di Calvino che, investendo la forma e il contenuto del testo, cela un’intima problematicità all’origine della sua stesura. Nell’opera i moduli del fiabesco e del picaresco concorrono, intersecandosi, alla costruzione di un romanzo di formazione della crisi, in cui lo scioglimento finale rivela non una conciliazione tra Io e Mondo bensì, al contrario, l’agnizione dell’irriducibile disarmonia tra il sé e la realtà, l’individuo e la comunità, l’io e la natura – e, in un senso più ampio, l’impossibilità di una conciliazione del piano della realtà con quello dell’ideologia, testimonianza della disillusione storica che seguì il tempo della Resistenza, vero nodo da cui scaturiscono il romanzo e la sua problematicità.

Roberta Colombi, Calvino lettore di Nievo. Avventura e comica leggerezza

Abstract: The contribution, following the personal testimonies of Calvino, who does not hide the important influence of the Confessioni d’un italianoon his novelistic writing, highlights the affinities that unite the two authors, through the reading in particular of Il sentiero dei nidi di ragno and Il Barone rampante. The long-distance dialogue that is established between Calvino and Nievo, shows how the adventurous and comic traits, some thematic constants, and the choice of the narrative point of view, in addition to betraying a common ancestry of “Ariosto flavor”, as Pavese noted, are part of a vision of literature, typical of a certain modern humor that, between affinities and differences, resists in two writers differently committed to making writing an instrument of critical knowledge.

Abstract: Il contributo, seguendo le testimonianze personali di Calvino, che non nasconde l’importante influenza delle Confessioni d’un italiano sulla sua scrittura romanzesca,mette in luce le affinità che uniscono i due autori, attraverso la lettura in particolare del Sentiero dei nidi di ragno e del Barone rampante. Il dialogo a distanza che si instaura tra Calvino e Nievo mostra come i tratti avventurosi e comici, alcune costanti tematiche e la scelta del punto di vista della narrazione, oltre a tradire un’ascendenza comune di “sapore ariostesco”, come ebbe a notare Pavese, facciano parte di una visione della letteratura tipica di un certo umorismo moderno che, tra affinità e differenze, resiste in due scrittori diversamente impegnati a fare della scrittura uno strumento di conoscenza critica.

Paola Culicelli, Calvino e la pena «per la propria incompletezza». Attualità del Visconte dimezzato

Abstract: This contribution delves into the theme of being incomplete and diminished in The Cloven Viscount, in the light of the Resistance experience and, in general, of the war in Calvino. The cannonade that tears Medardo apart echoes other shots present in the writer’s memory, which run through the stories in a karst manner, at times surfacing on the surface but more often sinking. The conflict is something that halves and Calvino’s contemporary hero, embodied by the Viscount, is ichistically halved. A deficit which, however, turns out to be a resource, because «the good of being halved» consists in «understanding of every person and thing in the world the pain that each and every one has for their own incompleteness and in achieving «a brotherhood […] with all the mutilations and shortcomings of the world».

Abstract: Il contributo approfondisce il tema dell’essere incompleti e dimidiati nel Visconte dimezzato, alla luce dell’esperienza resistenziale e, in genere, della guerra in Calvino. La cannonata che dilania Medardo fa eco ad altri spari presenti nella memoria dello scrittore, che percorrono i racconti in maniera carsica, a tratti affiorando in superficie ma più spesso inabissandosi. Il conflitto è qualcosa che dimezza e l’eroe contemporaneo di Calvino, incarnato dal Visconte, risulta icasticamente dimidiato. Un deficit che, però, si rivela una risorsa, perché «il bene dell’essere dimezzato» consiste nel «capire d’ogni persona e cosa al mondo la pena che ognuno e ognuna ha per la propria incompletezza» e nel raggiungere «una fraternità […] con tutte le mutilazioni e le mancanze del mondo».

Luca Marcozzi, Il privilegio della leggerezza: per una lettura di Le città invisibili

Abstract: The paper investigates the theme of lightness in Italo Calvino’s Le città invisibili, analysing its structure and the conflict between order and disorder. First, the compositional history of the text and its relationship to Marco Polo’s Il Milione is traced. Secondly, emphasis is placed on the imaginary nature of the work, beginning with the profession of faith in fantasy proposed by the author in the preface. Then, the paper analyses the historical and political dimension in which Le città invisibili is placed, contextualizing the text in relation to Calvino’s positions and highlighting how, in some respects, the author foresaw the contemporary urban crisis. Finally, an outline of an ideal city built on a human scale arises from the reflections in the text.

Abstract: L’intervento si propone di indagare il tema della leggerezza nelle Città invisibili di Italo Calvino, analizzandone la struttura e il conflitto tra ordine e disordine che da essa sorge. Ripercorre la storia compositiva del testo e il suo rapporto con Il Milione di Marco Polo, insistendo sulla natura immaginaria dell’opera, a partire dalla professione di fede nella fantasia proposta dall’autore nella prefazione. Riflette quindi sulla dimensione storico-politica in cui si inserisce Le città invisibili, contestualizzando il testo rispetto alle posizioni di Calvino e ponendo in evidenza come per certi aspetti l’autore avesse previsto la crisi urbanistica contemporanea. Estrae infine, dalle riflessioni contenute nel testo, il profilo di una città ideale costruita a misura d’uomo.

Bruno Mellarini, Calvino e il mito, tra presa di distanza e attualizzazione

Abstract: The contribution aims to examine the connection between Calvin and the classical myth. Framed as a story with a particular continuity and persistence through time (S. Avalle), the myth offers to Calvino not only a repertoire of images and stories already codified and tested, but also the ideal tool for producing metanarratives (W. Krysinski) capable of generating new meanings starting from traditional models. This happens in particular in two Cosmicomiche, Lo zio acquatico and, above all, L’altra Euridice, a text in which Calvino demonstrates his extraordinary ability to rewrite the mythical tale and update it in the contemporary world.

Abstract: Il contributo intende esaminare il rapporto che intercorre tra Calvino e il mythos classico. Inquadrato come racconto dotato di una particolare continuità e persistenza attraverso il tempo (cfr. S. Avalle), il mito offre a Calvino non solo un repertorio di immagini e di storie già codificate e sperimentate, ma anche lo strumento ideale per produrre delle vere e proprie metanarrazioni (cfr. W. Krysinski) capaci di generare nuovi significati a partire dai modelli della tradizione. Ciò avviene in particolare in due Cosmicomiche, Lo zio acquatico e, soprattutto, L’altra Euridice, testo in cui Calvino dimostra la propria straordinaria capacità di riscrivere il racconto mitico e di attualizzarlo nel mondo contemporaneo.

Pamela Parenti, Su alcune scritture “paraletterarie” di Italo Calvino: canzoni e interviste impossibili

Abstract: In this paper are described and analyzed some of Calvino’s writing experiences, which are on the margins of his actual literary production but share with it the peculiar characteristics of his poetics, style, and way of narrating and perceiving the world, typical of the Italian author: the songs, closer to the writer’s militant phase, interpret, with a typically fable-like narrative, his “light”, “quick”, and estranged gaze; the impossible interviews, instead, exhibit a humor and an almost paradoxical comedy. Both experiences reflect Calvino’s attention to communicative mode, which necessarily shifts from the visual sensory path, favored by the author in his narrative, to one based on listening.

Abstract: In questo saggio vengono descritte e analizzate alcune esperienze scrittorie di Calvino, che si situano ai margini della sua produzione letteraria vera e propria, ma che con questa hanno in comune le caratteristiche peculiari della poetica, dello stile e del modo di raccontare e di percepire il mondo propri dell’autore sanremese: le canzoni, più vicine alla fase militante dello scrittore, interpretano, con una narrazione tipicamente favolistica, il suo sguardo “leggero”, “veloce” e straniato; le interviste impossibili, invece, l’umorismo e la comicità quasi paradossale. Entrambe le esperienze riflettono un’attenzione di Calvino alla modalità comunicativa, che si sposta necessariamente dal percorso sensoriale visivo, privilegiato dall’autore nella sua narrativa, a quello basato sull’ascolto.

Daniel Raffini, Italo Calvino e l’estetica dell’intelligenza artificiale: giochi linguistici, morte dell’autore e teoria della ricezione

Abstract: The essay presents a discussion of some issues central to the definition of an aesthetics of AI-generated artistic products, focusing on aspects such as authorship, processes of fruition and meaning-creation, and the definition of the idea of originality and artificial creativity. The discussion moves from Calvin’s essay Cybernetics and Ghosts, examined through comparison with coeval theoretical reflections such as Wittgenstein’s theory of language game, Barthes’ concept of the death of the author, and the Constance School of reception theory.

Abstract: Il saggio propone una riflessione su alcune questioni centrali per la definizione di un’estetica dei prodotti artistici generati tramite intelligenza artificiale, concentrandosi su aspetti come l’autorialità, i processi di fruizione e creazione del significato e l’idea di originalità e creatività artificiale. L’argomentazione si sviluppa a partire dal saggio Cibernetica e fantasmi di Calvino, esaminato attraverso il confronto con riflessioni teoriche coeve, quali la teoria dei giochi linguistici di Wittgenstein, il concetto barthesiano di morte dell’autore e l’estetica della ricezione della Scuola di Costanza.

Alessia Russo, «Guardare le cose dal di fuori»: Calvino in dialogo con Pirandello

Abstract: The contribution proposes a new reading of Palomar in dialogue with Pirandello. The name of the protagonist, Palomar, brings to mind a famous astronomical observatory. The function of the telescope not only describes the observational activity of Mr. Palomar, but also serves as an echo for a definition dear to Pirandello: the “cannocchiale ribaltato” represents, in fact, the instrument through which Pirandello’s Dr. Fileno observes reality. The author, therefore, intends to build a dialogue between two classics of the twentieth century, comparing, among other passages, the chapter of PalomarCome imparare a essere morto and the attitude of the “forestiere della vita” in the kaleidoscopic agglomeration of human types that emerge from Pirandello’s short stories.

Abstract: Nel contributo si propone una nuova lettura di Palomar in dialogo con Pirandello. Il nome del protagonista, Palomar, richiama alla mente un famoso osservatorio astronomico. La funzione del telescopio non descrive soltanto l’attività osservatrice del signor Palomar, ma funge da eco per una definizione cara a Pirandello: il «cannocchiale ribaltato» rappresenta, infatti, lo strumento attraverso cui il pirandelliano dottor Fileno osserva la realtà. L’autrice, pertanto, intende costruire un dialogo tra due classici del Novecento, mettendo a confronto, fra gli altri passi, il capitolo di Palomar Come imparare a essere morto e l’atteggiamento del «forestiere della vita» nel caleidoscopico agglomerato di tipi umani che emergono dalle novelle di Pirandello.

Cecilia Spaziani, Calvino e il paesaggio sanremese. La lettura anarchica di Piero Ferrua

Abstract: Anarchist intellectual, friend of the Calvino-Mameli family and frequenter of the Experimental Floriculture Station of Villa Meridiana directed by Mario Calvino, Piero Ferrua provides an unpublished story of Italo Calvino in Sanremo. Based on this reconstruction, this essay reflects on the centrality of the agronomic inheritance in the literary production of the author of the Sentiero, despite the distances often taken by the writer. The comparison with the studies on landscape and the environment of internationally renowned intellectuals such as Gilles Clément – biologist and landscape architect –, Alvaro Standardi – professor of special Arboriculture – and Luigi Zangheri – professor of Restoration of historic greenery and History of landscape and garden –, allow us to enhance Italo Calvino’s environmental skills while also clarifying his moral, civil and intellectual proximity to the microcosm of Villa Meridiana.

Abstract: Intellettuale anarchico, amico della famiglia Calvino-Mameli e frequentatore della Stazione Sperimentale di Floricultura di Villa Meridiana diretta da Mario Calvino, Piero Ferrua propone un racconto inedito di Italo Calvino a Sanremo. Sulla base di tale ricostruzione, il presente saggio riflette sulla centralità dell’eredità agronomica nella produzione letteraria dell’autore del Sentiero, nonostante le distanze spesso prese dallo scrittore. Il confronto con gli studi sul paesaggio e sull’ambiente di intellettuali di fama internazionale come Gilles Clément – biologo e paesaggista –, Alvaro Standardi – docente di Arboricoltura speciale – e Luigi Zangheri – docente di Restauro del verde storico e di Storia del paesaggio e del giardino –, permettono di valorizzare le competenze ambientali di Italo Calvino, chiarendo inoltre la sua prossimità morale, civile e intellettuale al microcosmo di Villa Meridiana.

Storia dell’editoria

Edoardo Barghini, «La guerra dietro le spalle»: Calvino editore e la letteratura di memoria

Abstract: The paper looks at Calvino’s work as a publishing consultant for Einaudi, particularly concerning books about the memory of World War II – in particular I coetanei (1955) by Elsa de’ Giorgi and I lunghi fucili (1956) by Cristoforo Moscioni Negri — whose publication was promoted by Calvino himself, disagreeing with Elio Vittorini and the policy of his book series «I gettoni».

Abstract: Il contributo prende in esame alcuni aspetti dell’attività di Calvino come consulente editoriale per Einaudi, soprattutto riguardo alla pubblicazione di volumi legati alla memoria del secondo conflitto mondiale, con particolare attenzione a I coetanei (1955) di Elsa de’ Giorgi e ai Lunghi fucili (1956) di Cristoforo Moscioni Negri, promossi da Calvino stesso in aperta polemica con Elio Vittorini e con la linea dei suoi «Gettoni».

Strumenti

Angelo Favaro, Insegnare Calvino nel XXI secolo: complessità e interdisciplinarità

Abstract: The contribution addresses the rather problematic issue of teaching the work and poetics of Italo Calvino in secondary schools and universities. In current teaching practice, also in consideration of the indications of Agenda 2030, according to the author it would be a challenging intellectual, cultural, formative operation to be able to resort to reading, understanding of messages, compositional and critical elucidation of texts such as La giornata di uno scrutatore, Il Cavaliere inesistente, Le città invisibili, Cosmicomiche vecchie e nuove, or the essays included in Una pietra sopra and Collezione di sabbia, or the observations of Palomar etc., in an educational perspective aimed at complexity and interdisciplinary practice, contemplated within a teaching project capable of effectively combining knowledge and skills, but also seriously projected into the 21st century.

Abstract: Il contributo intende affrontare il tema, alquanto problematico, dell’insegnamento dell’opera e della poetica di Italo Calvino nella scuola superiore di secondo grado e nell’università. Nella prassi didattica attuale, anche in considerazione delle indicazioni dell’Agenda 2030, secondo l’autore sarebbe una sfidante operazione intellettuale, culturale, formativa poter ricorrere alla lettura, comprensione dei messaggi, elucidazione compositiva e critica di testi quali La giornata di uno scrutatore, Il cavaliere inesistente, Le città invisibili, Cosmicomiche vecchie e nuove, o dei saggi compresi in Una pietra sopra e in Collezione di sabbia, o delle osservazioni di Palomar etc., in una prospettiva educativa volta alla complessità e alla prassi interdisciplinare, contemplate all’interno di una progettualità didattica capace di coniugare efficacemente conoscenze e competenze, ma anche seriamente proiettata nel XXI secolo.

N. 52, volume II