Editoriale
Maria Panetta, Un numero doppio, a partire da Calvino
Letture critiche
Florinda Nardi e Pamela Parenti, Premessa
Fabio Baccelliere, Le città invisibili e il desiderio
Abstract: The dialogues between Khan and Marco Polo that punctuate Le città invisibili show Khan’s desperate attempt to possess his endless and decaying empire through knowledge: a totalizing knowledge, not only consisting of numbers and data, but also of secrets, gists, emblems of the individual cities visited, or imagined, by the Venetian traveller; a knowledge which, in turn, seems to be seen by Khan as tool to bring happiness back where unhappiness rules. If on the one hand Khan therefore seeks essences, compositional laws and models, on the other Marco instead pursues exceptions, singularities, unpredictability. Cities are born as answers to questions, they are built around desires and ghosts: it is impossible to trace them back to an original and predefined scheme. Taking inspiration from Lacanian teaching, we defined “enjoyment” the attempt to bring the multiplicity of every single city back to the One, and “desire” as the attempt to preserve the multiplicity, the latencies of meaning, the ghosts. This epistemological disposition has its own political translation, which in our opinion is evident in Le città invisibili: Khan aspires to a unblemished city, while Marco believes that the ideal is always after, never before; an ideal, therefore, outside of Utopia, which does not precede but follows the one and only remedy for unhappiness: the establishment of human relationship. In turn always elusive, unpredictable, untranslatable.
Abstract: I dialoghi tra Khan e Marco Polo che scandiscono Le città invisibili mostrano il tentativo disperato del Khan di possedere il proprio impero sterminato e in disfacimento attraverso la conoscenza: una conoscenza totalizzante, costituita non solo dai numeri e dai dati, ma dai segreti, dalle essenze, dagli emblemi delle singole città visitate, o immaginate, dal viaggiatore veneziano; una conoscenza che, a sua volta, sembra essere concepita da Khan come strumento per riportare la felicità dove governa l’infelicità. Se da un lato Khan cerca dunque essenze, leggi compositive e modelli, dall’altro Marco insegue invece eccezioni, singolarità, imprevedibilità. Le città nascono come risposte a delle domande, si costruiscono intorno a desideri e fantasmi: impossibile ricondurle a uno schema predefinito originario. Prendendo spunto dall’insegnamento lacaniano, abbiamo definito “godimento” il tentativo di riportare all’Uno la molteplicità di ogni singola città e “desiderio” il tentativo di conservare il molteplice, le latenze di senso, i fantasmi. Questa disposizione “gnoseologica” ha una sua traduzione politica, a nostro avviso evidente nelle Città invisibili: Khan ambisce a una città ideale senza macchia, mentre Marco crede che l’ideale arrivi sempre dopo, mai prima; un’ideale, quindi, fuori dall’Utopia, che non precede ma segue l’unico e solo rimedio all’infelicità: il costituirsi delle relazioni umane. A loro volta sempre sfuggenti, imprevedibili, intraducibili.
Giovanni Barracco, Forme del picaresco, del Bildungsroman, della fiaba nel Sentiero dei nidi di ragno
Abstract: The essay starts from the question of the contradictory nature of Calvino’s first novel which, affecting the form and content of the text, conceals an intimate problematic at the origin of its writing. In the novel, the fairy-tale and picaresque modules contribute to the construction of a coming-of-age novel of the crisis. In this novel, the final resolution reveals not a conciliation between the Person and World, but, on the contrary, the recognition of the disharmony between self and reality, the individual and the community, Ego and nature. The novel reveals, at its end, the impossibility of reconciling the level of reality with that of ideology, testimony to the historical disillusionment that followed time of the Resistance, the real crux from which the novel arises, and its problematic nature.
Abstract: Il saggio muove dalla questione della contraddittorietà del primo romanzo di Calvino che, investendo la forma e il contenuto del testo, cela un’intima problematicità all’origine della sua stesura. Nell’opera i moduli del fiabesco e del picaresco concorrono, intersecandosi, alla costruzione di un romanzo di formazione della crisi, in cui lo scioglimento finale rivela non una conciliazione tra Io e Mondo bensì, al contrario, l’agnizione dell’irriducibile disarmonia tra il sé e la realtà, l’individuo e la comunità, l’io e la natura – e, in un senso più ampio, l’impossibilità di una conciliazione del piano della realtà con quello dell’ideologia, testimonianza della disillusione storica che seguì il tempo della Resistenza, vero nodo da cui scaturiscono il romanzo e la sua problematicità.
Anna Sara Bucci, Calvino e l’industria della letteratura: per una lettura di alcune pagine del «Menabò»
Abstract: The essay proposes a reading of the critical articles about the report between literature and industry in the magazine «Menabò», both through a critical analysis of Italo Calvino’s articles, as well as through editorial choices of the magazine’s policy line.
Abstract: «Il Menabò» nasce nel pieno della temperie economica e culturale di metà secolo: la linea di ricerca stabilita da Vittorini, con la condirezione di Calvino, si pone l’obiettivo di decifrare l’apparato segnico del mondo contemporaneo e di rappresentarlo criticamente, al netto dell’atmosfera di denuncia della neonata società capitalista e della letteratura che ne deriva. Sin dal primo numero, la riflessione sulle questioni linguistiche è accompagnata dalla pubblicazione di versi e testi in prosa di autori rappresentativi di quegli anni, senza escludere la riflessione critica e storica sulle sofferte conseguenze della logica consumistica sulla materia letteraria. Nel Mare dell’oggettività Calvino critica il totale abbandono da parte della letteratura e dell’arte all’oggettività delle cose, frutto della società iper-industriale per effetto della quale l’individuo subisce una sorta di meccanizzazione. Attraverso le pagine del «Menabò» passeranno anche i testi relativi ai primi fermenti sperimentali del Gruppo ’63, con i quali prende avvio una prima riflessione sul fenomeno con la pubblicazione (sui numeri quattro e cinque) di autori come Sanguineti, Eco e Leonetti (e da cui Calvino prenderà momentaneamente le distanze), testi che molto hanno da dire sullo stato della letteratura di quegli stessi anni. L’intervento propone una lettura degli interventi critici che riguardano le questioni pregnanti del rapporto tra letteratura e industria, tanto attraverso un’analisi critica degli interventi di Italo Calvino quanto attraverso le scelte editoriali condotte sulla scia delle linee programmatiche della rivista stessa sino alla morte di Vittorini.
Roberta Colombi, Calvino lettore di Nievo. Avventura e comica leggerezza
Abstract: The contribution, following the personal testimonies of Calvino, who does not hide the important influence of the Confessioni d’un italianoon his novelistic writing, highlights the affinities that unite the two authors, through the reading in particular of Il sentiero dei nidi di ragno and Il Barone rampante. The long-distance dialogue that is established between Calvino and Nievo, shows how the adventurous and comic traits, some thematic constants, and the choice of the narrative point of view, in addition to betraying a common ancestry of “Ariosto flavor”, as Pavese noted, are part of a vision of literature, typical of a certain modern humor that, between affinities and differences, resists in two writers differently committed to making writing an instrument of critical knowledge.
Abstract: Il contributo, seguendo le testimonianze personali di Calvino, che non nasconde l’importante influenza delle Confessioni d’un italiano sulla sua scrittura romanzesca,mette in luce le affinità che uniscono i due autori, attraverso la lettura in particolare del Sentiero dei nidi di ragno e del Barone rampante. Il dialogo a distanza che si instaura tra Calvino e Nievo mostra come i tratti avventurosi e comici, alcune costanti tematiche e la scelta del punto di vista della narrazione, oltre a tradire un’ascendenza comune di “sapore ariostesco”, come ebbe a notare Pavese, facciano parte di una visione della letteratura tipica di un certo umorismo moderno che, tra affinità e differenze, resiste in due scrittori diversamente impegnati a fare della scrittura uno strumento di conoscenza critica.
Paola Culicelli, Calvino e la pena «per la propria incompletezza». Attualità del Visconte dimezzato
Abstract: This contribution delves into the theme of being incomplete and diminished in The Cloven Viscount, in the light of the Resistance experience and, in general, of the war in Calvino. The cannonade that tears Medardo apart echoes other shots present in the writer’s memory, which run through the stories in a karst manner, at times surfacing on the surface but more often sinking. The conflict is something that halves and Calvino’s contemporary hero, embodied by the Viscount, is ichistically halved. A deficit which, however, turns out to be a resource, because «the good of being halved» consists in «understanding of every person and thing in the world the pain that each and every one has for their own incompleteness and in achieving «a brotherhood […] with all the mutilations and shortcomings of the world».
Abstract: Il contributo approfondisce il tema dell’essere incompleti e dimidiati nel Visconte dimezzato, alla luce dell’esperienza resistenziale e, in genere, della guerra in Calvino. La cannonata che dilania Medardo fa eco ad altri spari presenti nella memoria dello scrittore, che percorrono i racconti in maniera carsica, a tratti affiorando in superficie ma più spesso inabissandosi. Il conflitto è qualcosa che dimezza e l’eroe contemporaneo di Calvino, incarnato dal Visconte, risulta icasticamente dimidiato. Un deficit che, però, si rivela una risorsa, perché «il bene dell’essere dimezzato» consiste nel «capire d’ogni persona e cosa al mondo la pena che ognuno e ognuna ha per la propria incompletezza» e nel raggiungere «una fraternità […] con tutte le mutilazioni e le mancanze del mondo».
Ida De Michelis, «Senza rive né confini»: cronotopi apocalittici in Calvino
Abstract: Italo Calvino’s textuality is a coherent work, despite the variety of formal solutions proposed. In all his books the narrative and metanarrative concept of beginning and end was investigated in terms of the apocalyptic model: a constant conception of narrative as a regenerative and revelatory possibility of meaning emerged, which seems to find in the “impossible” chronotope of the imagined interview with Montezuma a textual exemplary concretization of his poetics.
Abstract: All’interno di una considerazione dell’opera di Italo Calvino come scrittura fondamentalmente coerente, pur nella varietà delle soluzioni formali proposte, si è indagato sul concetto narrativo e metanarrativo di inizio e fine in termini di modello apocalittico. È emersa una concezione costante nel tempo della narrativa come possibilità rigeneratrice e rivelatrice di senso, che sembra trovare nel cronotopo “impossibile” dell’intervista immaginata a Montezuma una concretizzazione testuale particolarmente esemplare della sua poetica.
Samuela Di Schiavi, Calvino osservatore attento dei cambiamenti ambientali nell’Italia del boom economico
Abstract: Between the 1950s and 1960s, Italy experienced a period of strong growth and development following the transition from a purely agricultural economy to one based on industries, the tertiary sector and construction. It was during these years of change, not only economic but also social, that Italo Calvino published some ironic but very realistic stories, in which through the description of contemporary reality all his attention and sensitivity to the issue of the environment and ecology emerges. The talk aims to analyze the environmental transformations that have taken place in Italy described by Calvino in La speculazione edilizia and the theme of urban pollution in La nuvola di smog, including a reflection on social changes that are the result of an evolving world that is losing value and meaning.
Abstract: Fra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso l’Italia ha vissuto un periodo di forte crescita e sviluppo a seguito del passaggio da un’economia prettamente agricola a una basata sulle industrie, sul settore terziario e sull’edilizia. È in questi anni di cambiamenti, non solo economici ma anche sociali, che Italo Calvino pubblica alcune storie, ironiche ma molto realistiche, in cui attraverso la descrizione della realtà contemporanea emerge tutta la sua attenzione e sensibilità verso la tematica dell’ambiente e dell’ecologia. L’intervento si propone di analizzare le trasformazioni ambientali avvenute in Italia descritte da Calvino in La speculazione edilizia e il tema dell’inquinamento urbano presente in La nuvola di smog, includendo anche una riflessione sui cambiamenti sociali frutto di un mondo in evoluzione che sta perdendo valore e senso.
Miryam Grasso, «Anch’io, che passo per suo discepolo, come merito questo titolo?». Per Calvino e Pavese
Abstract: This contribution reconstructs the stages of Italo Calvino’s work on the works of Cesare Pavese, both as an editor and curator, and as a reader and critic. Italo Calvino dedicated several essays to Pavese’s production, also planning to compile them into a volume. From these essays emerges the portrait of a master not only for Calvino but for an entire generation of writers. For Calvino, Pavese was undoubtedly an author who played a crucial role in the literary landscape of his time, also for his pioneering choices.
Abstract: Il contributo ricostruisce le tappe del lavoro calviniano sulle opere di Cesare Pavese, sia in qualità di editore e curatore sia in qualità di lettore e critico. Calvino dedicò diversi saggi alla produzione pavesiana, progettando anche di realizzarne una raccolta in volume: ne emerge il ritratto di un maestro non soltanto per Calvino, ma per un’intera generazione di scrittori. Per Calvino, Pavese è stato indubbiamente un autore che ha giocato un ruolo cruciale nel panorama letterario del suo tempo, anche per le sue scelte pionieristiche.
Alan G. Hartmann, Calvino, Pugliese e il romanzo sperimentale. Alcune considerazioni su Napoli come prisma di trasformazione nel romanzo Malacqua di Nicola Pugliese
Abstract: In this article the author explores the connection between the Italian writer Italo Calvino and publication of Malacqua, an experimental 1977 novel and debut work of fiction by the Neapolitan journalist and writer Nicola Pugliese. This article examines how Calvino’s personal as well as ideological understanding of literature and cities as phenomena likely contributed to Calvino’s seeing Pugliese’s never-before-published work of fiction as worthy of immediate publication without substantial revision. This also shows how the personal and ideological persuasions of Calvino inspired his support for other writers who shared his narrative interests.
Abstract: In questo articolo l’autore esplora il legame tra lo scrittore italiano Italo Calvino e la pubblicazione di Malacqua, un romanzo sperimentale dal 1977, prima opera narrativa dello scrittore e giornalista napoletano Nicola Pugliese. Vi si sottolinea che la visione personale di Calvino sulla letteratura e sulle città come fenomeno presumibilmente ha contribuito a favorire la pubblicazione dell’opera di Pugliese (mai edita prima) senza importanti revisioni; il contributo mette in evidenza anche che le personali convinzioni di Calvino spesso hanno influito sul suo sostegno a scrittori che condividevano i suoi stessi interessi.
Silvia Manciati, «All’interno d’un occhio che guarda se stesso». La teatralità di Italo Calvino fra comico e introspezione
Abstract: This contribution aims to explore various aspects of the relationship between Calvino and the theater, particularly focusing on its presence in the author’s fiction, reflections, and imagination. It specifically examines elements found in Calvino’s work from the 1950s until the end of his career, analyzing how his fascination with the stage led him to recognize theater as a powerful means of introspection.
Abstract: Questo contributo vuole sondare alcuni aspetti del rapporto fra Calvino e il teatro, concentrandosi sulla sua presenza nella narrativa, nella riflessione e nell’immaginario dell’autore. Il saggio si focalizza, in particolare, su alcuni aspetti presenti nella produzione di Calvino a partire dagli anni Cinquanta fino alla fine della sua carriera, analizzando come l’attrazione per la scena abbia ricondotto l’autore a riconoscere nel teatro un potente mezzo d’introspezione.
Luca Marcozzi, Il privilegio della leggerezza: per una lettura di Le città invisibili
Abstract: The paper investigates the theme of lightness in Italo Calvino’s Le città invisibili, analysing its structure and the conflict between order and disorder. First, the compositional history of the text and its relationship to Marco Polo’s Il Milione is traced. Secondly, emphasis is placed on the imaginary nature of the work, beginning with the profession of faith in fantasy proposed by the author in the preface. Then, the paper analyses the historical and political dimension in which Le città invisibili is placed, contextualizing the text in relation to Calvino’s positions and highlighting how, in some respects, the author foresaw the contemporary urban crisis. Finally, an outline of an ideal city built on a human scale arises from the reflections in the text.
Abstract: L’intervento si propone di indagare il tema della leggerezza nelle Città invisibili di Italo Calvino, analizzandone la struttura e il conflitto tra ordine e disordine che da essa sorge. Ripercorre la storia compositiva del testo e il suo rapporto con Il Milione di Marco Polo, insistendo sulla natura immaginaria dell’opera, a partire dalla professione di fede nella fantasia proposta dall’autore nella prefazione. Riflette quindi sulla dimensione storico-politica in cui si inserisce Le città invisibili, contestualizzando il testo rispetto alle posizioni di Calvino e ponendo in evidenza come per certi aspetti l’autore avesse previsto la crisi urbanistica contemporanea. Estrae infine, dalle riflessioni contenute nel testo, il profilo di una città ideale costruita a misura d’uomo.
Bruno Mellarini, Calvino e il mito, tra presa di distanza e attualizzazione
Abstract: The contribution aims to examine the connection between Calvin and the classical myth. Framed as a story with a particular continuity and persistence through time (S. Avalle), the myth offers to Calvino not only a repertoire of images and stories already codified and tested, but also the ideal tool for producing metanarratives (W. Krysinski) capable of generating new meanings starting from traditional models. This happens in particular in two Cosmicomiche, Lo zio acquatico and, above all, L’altra Euridice, a text in which Calvino demonstrates his extraordinary ability to rewrite the mythical tale and update it in the contemporary world.
Abstract: Il contributo intende esaminare il rapporto che intercorre tra Calvino e il mythos classico. Inquadrato come racconto dotato di una particolare continuità e persistenza attraverso il tempo (cfr. S. Avalle), il mito offre a Calvino non solo un repertorio di immagini e di storie già codificate e sperimentate, ma anche lo strumento ideale per produrre delle vere e proprie metanarrazioni (cfr. W. Krysinski) capaci di generare nuovi significati a partire dai modelli della tradizione. Ciò avviene in particolare in due Cosmicomiche, Lo zio acquatico e, soprattutto, L’altra Euridice, testo in cui Calvino dimostra la propria straordinaria capacità di riscrivere il racconto mitico e di attualizzarlo nel mondo contemporaneo.
Martina Palese, Le «vittime della scure» nell’oikos di Calvino: (proto)ecologia tra distopia e relazioni disforiche da Ombrosa a Leonia
Abstract: The concept of Umwelt, as a relational system that permeates the symbiosis of environment and living space, is paired by Italo Calvino with a narrative response. Drawing on the threads of North American ecocriticism, Calvino rethinks the relationship between humans and nature, using literature as an interpretative tool. Through a methodological remodulation, he represents the complexity of his time, focusing more closely on the historical and socioeconomic fluctuations of industrialization processes. The evocative proposal, beginning with the immaginative Ligurian Ombrosa, becomes one of advancing an ecological critique through shake settings. This critique, oscillating between the human and the non-human, marks the rhythm of a genuine protest: verdant landscapes, mutilated by the «fury of the axe» fade into grayness, with a progression from Marcovaldo and Il barone rampante culminating in the Racconti, among the «dead fish, plastic bottles, broken clogs, syringes» of Palomar, down to Leonia.
Abstract: All’idea di Umwelt come sistema di relazione che permea la simbiosi di ambiente e spazio di esistenza Italo Calvino associa una reazione narrativa che, sulle fila del nordamericano ecocriticism, ripensa il rapporto tra uomo e natura ricorrendo alla letteratura come strumento interpretativo. Rappresentando cioè, fra le righe di una rimodulazione metodologica, la complessità del suo tempo e, più da vicino, le oscillazioni storiche e socioeconomiche dei processi di industrializzazione. La proposta suggestiva, a cominciare dalla fantasiosa e ligure Ombrosa, diviene allora quella di avanzare, tra le ambientazioni sagomate, la stessa critica ecologica che, mossa tra umano e non umano, scandisce i tempi di una protesta vera e propria: i paesaggi verdeggianti, mutilati dalla «furia della scure», si sfumano nel grigiore, con una progressione che da Marcovaldo e Il barone rampante culmina nei Racconti, tra i «pesci morti, bottiglie di plastica, zoccoli rotti, siringhe» di Palomar, giù fino a Leonia.
Pamela Parenti, Su alcune scritture “paraletterarie” di Italo Calvino: canzoni e interviste impossibili
Abstract: In this paper are described and analyzed some of Calvino’s writing experiences, which are on the margins of his actual literary production but share with it the peculiar characteristics of his poetics, style, and way of narrating and perceiving the world, typical of the Italian author: the songs, closer to the writer’s militant phase, interpret, with a typically fable-like narrative, his “light”, “quick”, and estranged gaze; the impossible interviews, instead, exhibit a humor and an almost paradoxical comedy. Both experiences reflect Calvino’s attention to communicative mode, which necessarily shifts from the visual sensory path, favored by the author in his narrative, to one based on listening.
Abstract: In questo saggio vengono descritte e analizzate alcune esperienze scrittorie di Calvino, che si situano ai margini della sua produzione letteraria vera e propria, ma che con questa hanno in comune le caratteristiche peculiari della poetica, dello stile e del modo di raccontare e di percepire il mondo propri dell’autore sanremese: le canzoni, più vicine alla fase militante dello scrittore, interpretano, con una narrazione tipicamente favolistica, il suo sguardo “leggero”, “veloce” e straniato; le interviste impossibili, invece, l’umorismo e la comicità quasi paradossale. Entrambe le esperienze riflettono un’attenzione di Calvino alla modalità comunicativa, che si sposta necessariamente dal percorso sensoriale visivo, privilegiato dall’autore nella sua narrativa, a quello basato sull’ascolto.
Daniela Privitera, A futura memoria: la lezione di Calvino su sostenibilità e globalizzazione
Abstract: The topic will be focused on some Calvinian themes inherent to the committed phase of his poetics. From Racconti to Marcovaldo, from Il Barone rampante to Le città invisibili and some Cosmicomiche, Calvino’s thoughts on ecological commitment anticipate the interpretations of American Ecocriticism born at the end of the 1980s. Imagining to rewrite the roots of a new humanism, Calvino’s lesson is very ancient and contemporary and indicates to 21st century man the direction to transform nature into culture without destroying it.
Abstract: Il saggio affronta alcune tematiche calviniane inerenti la fase engagé della poetica calviniana. Dai Racconti a Marcovaldo, dal Barone Rampante fino alle Città invisibili e ad alcune Cosmicomiche, la riflessione di Calvino sull’impegno ecologico anticipa, con la “leggerezza” che lo contraddistingue, le interpretazioni dell’Ecocritica americana nata alla fine degli anni ’80. Immaginando di riscrivere le radici di un nuovo Umanesimo legato a un imprescindibile senso morale, la lezione di Calvino risulta insieme antichissima e contemporanea, e indica all’uomo del XXI secolo la direzione per trasformare la natura in cultura senza distruggerla.
Daniel Raffini, Italo Calvino e l’estetica dell’intelligenza artificiale: giochi linguistici, morte dell’autore e teoria della ricezione
Abstract: The essay presents a discussion of some issues central to the definition of an aesthetics of AI-generated artistic products, focusing on aspects such as authorship, processes of fruition and meaning-creation, and the definition of the idea of originality and artificial creativity. The discussion moves from Calvin’s essay Cybernetics and Ghosts, examined through comparison with coeval theoretical reflections such as Wittgenstein’s theory of language game, Barthes’ concept of the death of the author, and the Constance School of reception theory.
Abstract: Il saggio propone una riflessione su alcune questioni centrali per la definizione di un’estetica dei prodotti artistici generati tramite intelligenza artificiale, concentrandosi su aspetti come l’autorialità, i processi di fruizione e creazione del significato e l’idea di originalità e creatività artificiale. L’argomentazione si sviluppa a partire dal saggio Cibernetica e fantasmi di Calvino, esaminato attraverso il confronto con riflessioni teoriche coeve, quali la teoria dei giochi linguistici di Wittgenstein, il concetto barthesiano di morte dell’autore e l’estetica della ricezione della Scuola di Costanza.
Cecilia Regni, Le promesse della letteratura. Riflessioni sul concetto di letterarietà nelle Lezioni americane
Abstract: In Lezioni americane, Italo Calvino reflects on the future of literature and proposes six values that he considers essential for its continuity: lightness, quickness, exactitude, visibility, multiplicity and consistency. The six deeply interconnected values lend themselves to a didactic reading and are analysed from the perspective of a renewed focus on literary education in the current debate. If through quickness, particularly in the genre of the fairy tale, the power of the narrative word is condensed, the lightness, exactitude and multiplicity of the literature proposed by Calvino prepare the human being to accept the nuances of language and the challenges of the contemporary world; but it is through consistency, the unfinished lecture, that new questions and new ways of reading are opened up.
Abstract: Nelle Lezioni americane Italo Calvino riflette sul futuro della letteratura e propone sei valori che ritiene essenziali per la sua continuità: leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità e coerenza. I sei valori, profondamente interconnessi, si prestano a una lettura (glotto)didattica e vengono analizzati dal punto di vista di una rinnovata attenzione all’educazione letteraria nel dibattito attuale. Se attraverso la rapidità, in particolare nel genere della fiaba, si condensa il potere della parola narrante, la leggerezza, l’esattezza e la molteplicità della letteratura proposta da Calvino preparano l’essere umano ad accogliere le sfumature del linguaggio e le sfide del mondo contemporaneo; ma è con la coerenza, la lezione incompiuta, che si aprono nuovi interrogativi.
Alessia Russo, «Guardare le cose dal di fuori»: Calvino in dialogo con Pirandello
Abstract: The contribution proposes a new reading of Palomar in dialogue with Pirandello. The name of the protagonist, Palomar, brings to mind a famous astronomical observatory. The function of the telescope not only describes the observational activity of Mr. Palomar, but also serves as an echo for a definition dear to Pirandello: the “cannocchiale ribaltato” represents, in fact, the instrument through which Pirandello’s Dr. Fileno observes reality. The author, therefore, intends to build a dialogue between two classics of the twentieth century, comparing, among other passages, the chapter of PalomarCome imparare a essere morto and the attitude of the “forestiere della vita” in the kaleidoscopic agglomeration of human types that emerge from Pirandello’s short stories.
Abstract: Nel contributo si propone una nuova lettura di Palomar in dialogo con Pirandello. Il nome del protagonista, Palomar, richiama alla mente un famoso osservatorio astronomico. La funzione del telescopio non descrive soltanto l’attività osservatrice del signor Palomar, ma funge da eco per una definizione cara a Pirandello: il «cannocchiale ribaltato» rappresenta, infatti, lo strumento attraverso cui il pirandelliano dottor Fileno osserva la realtà. L’autrice, pertanto, intende costruire un dialogo tra due classici del Novecento, mettendo a confronto, fra gli altri passi, il capitolo di Palomar Come imparare a essere morto e l’atteggiamento del «forestiere della vita» nel caleidoscopico agglomerato di tipi umani che emergono dalle novelle di Pirandello.
Cecilia Spaziani, Calvino e il paesaggio sanremese. La lettura anarchica di Piero Ferrua
Abstract: Anarchist intellectual, friend of the Calvino-Mameli family and frequenter of the Experimental Floriculture Station of Villa Meridiana directed by Mario Calvino, Piero Ferrua provides an unpublished story of Italo Calvino in Sanremo. Based on this reconstruction, this essay reflects on the centrality of the agronomic inheritance in the literary production of the author of the Sentiero, despite the distances often taken by the writer. The comparison with the studies on landscape and the environment of internationally renowned intellectuals such as Gilles Clément – biologist and landscape architect –, Alvaro Standardi – professor of special Arboriculture – and Luigi Zangheri – professor of Restoration of historic greenery and History of landscape and garden –, allow us to enhance Italo Calvino’s environmental skills while also clarifying his moral, civil and intellectual proximity to the microcosm of Villa Meridiana.
Abstract: Intellettuale anarchico, amico della famiglia Calvino-Mameli e frequentatore della Stazione Sperimentale di Floricultura di Villa Meridiana diretta da Mario Calvino, Piero Ferrua propone un racconto inedito di Italo Calvino a Sanremo. Sulla base di tale ricostruzione, il presente saggio riflette sulla centralità dell’eredità agronomica nella produzione letteraria dell’autore del Sentiero, nonostante le distanze spesso prese dallo scrittore. Il confronto con gli studi sul paesaggio e sull’ambiente di intellettuali di fama internazionale come Gilles Clément – biologo e paesaggista –, Alvaro Standardi – docente di Arboricoltura speciale – e Luigi Zangheri – docente di Restauro del verde storico e di Storia del paesaggio e del giardino –, permettono di valorizzare le competenze ambientali di Italo Calvino, chiarendo inoltre la sua prossimità morale, civile e intellettuale al microcosmo di Villa Meridiana.
Andrea Velardi, Un razionalismo illuminista, immaginifico e paradossale. Sulla peculiare epistemologia narrativa di Italo Calvino
Abstract: The contribution aims to be both an investigation into the work of Italo Calvino and an investigation into the possibilities of a philosophy of literature, through the study of a paradigmatic classic both with regard to the narrative dimension and with regard to the integration of this dimension with a vision of the world and with the creation of what, in relation to the Trilogia dei nostri antenati and in general to all of Calvino’s work in the succession of the various phases, can be considered a “world work”.
Abstract: Il contributo vuole essere al contempo un’indagine sull’opera di Italo Calvino e un’indagine sulle possibilità di una filosofia della letteratura, attraverso lo studio di un classico paradigmatico sia per quanto riguarda la dimensione narrativa sia per quanto riguarda l’integrazione di questa dimensione con una visione del mondo e con la creazione di quella che, in relazione alla Trilogia dei Nostri antenati e in generale di tutta l’opera di Calvino nel susseguirsi delle varie fasi, può essere considerata un’“opera mondo”.
Storia dell’editoria
Edoardo Barghini, «La guerra dietro le spalle»: Calvino editore e la letteratura di memoria
Abstract: The paper looks at Calvino’s work as a publishing consultant for Einaudi, particularly concerning books about the memory of World War II – in particular I coetanei (1955) by Elsa de’ Giorgi and I lunghi fucili (1956) by Cristoforo Moscioni Negri — whose publication was promoted by Calvino himself, disagreeing with Elio Vittorini and the policy of his book series «I gettoni».
Abstract: Il contributo prende in esame alcuni aspetti dell’attività di Calvino come consulente editoriale per Einaudi, soprattutto riguardo alla pubblicazione di volumi legati alla memoria del secondo conflitto mondiale, con particolare attenzione a I coetanei (1955) di Elsa de’ Giorgi e ai Lunghi fucili (1956) di Cristoforo Moscioni Negri, promossi da Calvino stesso in aperta polemica con Elio Vittorini e con la linea dei suoi «Gettoni».
Giorgia Mercenaro, Ridare lustro al romanzesco: Italo Calvino e la scelta del racconto lungo in «Centopagine»
Abstract: The aim of this paper is to investigate Calvino’s choice of the short novel and the long story as narrative form of the «Centopagine» series. After a brief introduction on its characteristics and the cultural context in which it is inserted, the contribution focuses on the recovery of the novelistic as a key motif of the series’ structure inserted in the debate on the novel. Then the author investigates the reasons that determined the choice of the long story starting from Calvino’s essayistic and narrative production.
Abstract: L’obiettivo che si pone il presente elaborato è quello di indagare la scelta calviniana del romanzo breve e racconto lungo come forma narrativa della collana «Centopagine». Dopo una breve introduzione sulle sue caratteristiche e sul contesto culturale nel quale si inserisce, il contributo si sofferma sul recupero del romanzesco come motivo chiave dell’impianto della collana inserito nel dibattito sul romanzo. In seguito indaga le ragioni che hanno determinato la scelta del racconto lungo a partire dalla produzione saggistica e narrativa di Calvino.
Strumenti
Angelo Favaro, Insegnare Calvino nel XXI secolo: complessità e interdisciplinarità
Abstract: The contribution addresses the rather problematic issue of teaching the work and poetics of Italo Calvino in secondary schools and universities. In current teaching practice, also in consideration of the indications of Agenda 2030, according to the author it would be a challenging intellectual, cultural, formative operation to be able to resort to reading, understanding of messages, compositional and critical elucidation of texts such as La giornata di uno scrutatore, Il Cavaliere inesistente, Le città invisibili, Cosmicomiche vecchie e nuove, or the essays included in Una pietra sopra and Collezione di sabbia, or the observations of Palomar etc., in an educational perspective aimed at complexity and interdisciplinary practice, contemplated within a teaching project capable of effectively combining knowledge and skills, but also seriously projected into the 21st century.
Abstract: Il contributo intende affrontare il tema, alquanto problematico, dell’insegnamento dell’opera e della poetica di Italo Calvino nella scuola superiore di secondo grado e nell’università. Nella prassi didattica attuale, anche in considerazione delle indicazioni dell’Agenda 2030, secondo l’autore sarebbe una sfidante operazione intellettuale, culturale, formativa poter ricorrere alla lettura, comprensione dei messaggi, elucidazione compositiva e critica di testi quali La giornata di uno scrutatore, Il cavaliere inesistente, Le città invisibili, Cosmicomiche vecchie e nuove, o dei saggi compresi in Una pietra sopra e in Collezione di sabbia, o delle osservazioni di Palomar etc., in una prospettiva educativa volta alla complessità e alla prassi interdisciplinare, contemplate all’interno di una progettualità didattica capace di coniugare efficacemente conoscenze e competenze, ma anche seriamente proiettata nel XXI secolo.