Nota
I precari di Carmen Leonor Ferro sono i nipotini, un secolo dopo, degli «uomini impagliati» di T. S. Eliot. Di coloro a cui è destinata «mezza sigaretta ogni due uomini» e «mezza pinta di birra amara» per due donne. In un’epoca che non cerca più risposte alle domande fondamentali ma lascia dietro di sé come monumenti nastri di strade asfaltate e migliaia di palline da golf perdute ˗ come previde e presoffrì il grande poeta americano e inglese, che andando controcorrente ha subito poi per tutto il secolo la “guerra” di coloro che invece quella corrente seguirono e alimentarono, dalla Woolf a Larkin ˗ i versi limpidi e struggenti della Ferro sono il diario ontologico di una generazione erede di quel vuoto. Un vuoto, un deserto che «pressato nel treno della metropolitana» ci viene mostrato dalla poeta introiettato tra intenzione e atto, aspirazione e desiderio reale, sogno e impegno. Insomma una precarietà “lavorativa” ma che riguarda innanzitutto la vita stessa intesa come lavoro, come impegno a cercarne il significato e quel che Luzi chiamava «durare oltre quell’attimo». Sono precari lavorativi, affettivi, nell’ethos, nell’eros, nell’agape. Ferro ci lascia poesie brevi, senza forzature teatrali né facile pathos. Una lingua asciutta ma capace di arrivare di taglio. Sono scritte sul vetro, incise da un’energia profonda e dolente che sale a graffiare. Sia dunque benvenuta una voce poetica che coglie uno degli aspetti fondamentali dell’esistenza contemporanea. E che ne parla perché ne patisce la condizione. Nella misura di tale dolore che prende voce sta anche il segno di una possibile ˗ per quanto ardua se confidente solo nelle proprie precarie forze ˗ uscita da questa condizione di sterilità. La poesia, che per natura non sopporta la sterilità né la precarietà (essendo forma e forma affettiva), si assume ancora una volta il compito di dare voce al suo contrario, svelando qualcosa di noi.
Davide Rondoni
PRECARIOS/PRECARI
(traduzione di Flavia Zibellini)
Dal latino precarius, che definisce tutto ciò che si ottiene sulla base di preghiere e suppliche.
Dal neutro plurale dell’aggettivo, precaria, viene storicamente la nostra parola preghiera.
Los precarios no tenemos historia ni pasado ni futuro nos movemos en un presente ciego amenazados por un final que no hemos tejido y que hace despreciable nuestra partida | Noi precari non abbiamo storia né passato né futuro ci muoviamo in un presente cieco minacciati da un finale che non abbiamo tessuto e che rende miserabile la nostra dipartita |
La muerte del que está de paso no dice nada a nadie no cuenta su existencia analógica sus rastros no esclarecen cómo llegó de qué huía y por qué se ha ido | La morte di chi è di passaggio non dice niente a nessuno non racconta la sua esistenza analogica le sue tracce non chiariscono come è arrivato da cosa fuggiva e perché se n’è andato |
Se paseaba por la sensación de que se quedaría sin empleo pero era algo más que eso pertenecía al grupo de los que no tienen porvenir lo cual hacía aún mas ilegible su presente imperfecto | Passava per la sensazione che sarebbe rimasto senza impiego ma era qualcosa di più di questo apparteneva al gruppo di quelli che non hanno un avvenire il quale rendeva ancora più illeggibile il suo presente imperfetto |
No ser nadie a veces era cómodo como ser invisible podías caminar entre la gente los maestros de escuela los trabajadores que iban hacia sus oficinas sin ser advertido ni acechado | Non essere nessuno a volte era comodo come essere invisibile potevi camminare tra la gente i maestri di scuola i lavoratori che andavano verso i loro uffici senza essere notato o spiato |
Todos recibían el llamado a volver las tintoreras los oficinistas los hijos de los padres felices ser un empleado provisorio era una invitación a pasearse por el buzón infructuosamente una incitación a desaparecer | Tutti ricevevano l’avvertimento a rientrare quelle delle tintorie quelli degli uffici i figli dei genitori felici essere un impiegato provvisorio era un invito a passare alla buca delle lettere inutilmente un’incitazione a sparire |
Agosto en Romaun viento discreto exalta los árboles y los coloca en su lugar exactoaprende a reposar su idea de futuro la brisa silencia el fragor de su cabeza ve los anhelos alejarse | Agosto a Romaun vento discreto esalta gli alberi e li pone nel loro luogo esattoimpara a riposare la sua idea di futuro la brezza zittisce il caos della sua testa vede le ansie allontanarsi |
La ciudad se despierta es septiembre el tranvía pasa a las 6 los vidrios de los autos están empañados las madres se han levantado felices de deshacerse de los pequeños los enamorados saben que volverán con sus amantes todo parece formar parte de un circo los relojes son útiles como nunca los quioscos brillan sólo pensionados y precarios se abotonan las largas batas de casa y van lentos a la cocina a montar el café | La città si sveglia è settembre il tram passa alle 6 i vetri delle macchine sono appannati le madri si sono alzate felici di sbarazzarsi dei piccoli gli innamorati sanno che torneranno con i loro amanti tutto sembra far parte di un circo gli orologi sono utili come non mai le edicole brillano solo pensionati e precari si abbottonano le lunghe vestaglie e vanno lentamente in cucina a fare il caffè |
La tercera parada es el hospital a la derecha se suspende en el aire la mano de una mujer de piedra incólume el tiempo no la roza tampoco las estaciones duras ni el hampa ni los perros con sarcasmo el azar sigue moviendo fichas que se agregan a la travesía | La terza fermata è l’ospedale a destra sta sospesa nell’aria la mano di una donna di pietra incolume il tempo non la logora nemmeno le dure stagioni né i vandali né i cani con sarcasmo il caso continua a muovere tessere che si aggiungono al tragitto |
Le pide que aprecie su libertad sirve su copa de vino y la coloca sobre la mesa es mediodía aún no se ha duchado lo intentó todo se sentó en las iglesias a meditar quién era leyó montones de páginas de periódicos vacíos quizás eran las consecuencias de ser libre preguntarse cosas que no tienen respuesta mejor sería poner la atención en el nudo del zapato que se ha desatado | Le chiede che apprezzi la sua libertà serve il bicchiere di vino e lo mette sulla tavola è mezzogiorno ancora non si è fatto la doccia le ha provate tutte si è seduto in chiesa a meditare su chi fosse ha letto parecchie pagine di giornali vuoti forse erano le conseguenze dell’essere libero del chiedersi cose che non hanno risposta meglio sarebbe concentrarsi sul nodo della scarpa che si è slacciato |
La invisibilidad la toma no se reconoce al espejo no sabe llenar planillas un error en su cédula se arrepiente de haberle apostado todo al juego sin fichas queda sólo un exiguo e inconfesable triunfo su única salida ser un fantasma pasar a través de los vivos que salen ausentes de bufetes y oficinas | L’invisibilità la prende non si riconosce allo specchio non sa riempire moduli un errore nel suo documento si pente di aver scommesso tutto al gioco senza fiches resta solo un modesto e inconfessabile trionfo la sua unica uscita essere un fantasma passare attraverso i vivi che escono assenti da studi e uffici |
Los dilemas también son lugares de espera buenas excusas para dilatarse disfrutar el privilegio de no ser nadie de no tener la obligación de decidir por momentos alza la cabeza se asegura de que todo prosiga como siempre y regresa al letargo ausculta el pulso de las calles repasa su partitura intacta Ha llegado a la última parada los edificios no tienen nada que darle el conductor fuma un cigarrillo sin voltear hacia atrás no estorba ni tiene prisa el reloj sigue su curso y el autobús aguarda como una casa fiel el próximo turno | I dilemmi sono anche luoghi di attesa buone scuse per rimandare sfruttare il privilegio di non essere nessuno di non avere l’obbligo di decidere a volte alza la testa si assicura che tutto continui come sempre e torna al letargo ascolta il pulsare delle strade ripassa il suo spartito intatto è arrivato all’ultima fermata gli edifici non hanno nulla da dargli il conducente fuma una sigaretta senza voltarsi indietro non disturba né ha fretta l’orologio prosegue il suo corso e l’autobus attende come una casa fedele il prossimo turno |
De alguna forma el precario es como un muerto se asemeja a los otros porque también compra café y pan pero una paciencia para mirar alrededor lo diferencia una contracción recurrente que a menudo lo hace mirar el suelo ha roto vínculos con lo ilusorio salvo una frase que por momentos le viene a la cabeza algo tiene que pasar pero es cada vez menos frecuente | In qualche modo il precario è come un morto assomiglia agli altri perché compra anche lui caffè e pane ma una pazienza nel guardarsi attorno lo rende diverso una contrazione ricorrente che spesso gli fa guardare il pavimento ha rotto vincoli con l’illusorio eccetto per una frase che a volte gli viene in testa qualcosa deve succedere ma è ogni volta meno frequente |
Ve a través de la ventana un beodo cabecea en el asiento de atrás no hay peatones esperando en los semáforos se siente afortunada los minutos no la acosan nadie la espera para cenar cada uno aprovecha la dádiva a su manera se disipa en un sopor humeante sube a la ola del minuto que escanea en detalle la ciudad | Vede attraverso la finestra un ubriaco si assopisce sul sedile posteriore non ci sono pedoni che attendono ai semafori si sente fortunata i minuti non la incalzano nessuno l’aspetta per cenare ognuno sfrutta il privilegio a suo modo si dissolve in un sopore fumante sale sull’onda del minuto che scansiona dettagliatamente la città |
Aunque – no nos engañemos – la precariedad siempre marcó su vida había hecho elecciones ligeras pasó años extasiada con la interioridad de los muros tratando de esquivar los antojos del clima no había invertido en propiedades ni en matrimonios duraderos ¿qué podía esperarse ahora? el final que aguarda a los que no tienen rostro un final sin hilo aparente | Sebbene – non ci prendiamo in giro – la precarietà avesse sempre segnato la sua vita aveva fatto scelte leggere passato anni estasiata dall’interiorità dei muri provando a schivare i capricci del clima non aveva investito in proprietà né in matrimoni duraturi che poteva aspettarsi adesso? il finale che riguarda quelli che non hanno volto un finale senza filo apparente |
Dónde están los hombres que trabajan dónde están los hombres que aparecen en las nóminas de los ministerios dónde puede hallárselos contar con ellos hacerles preguntas saber de sus repulsiones dónde están si en el espacio vacío del día que transcurre no pueden verse | Dove sono gli uomini che lavorano dove sono gli uomini che compaiono nelle liste dei ministeri dove si può trovarli contare su di loro fargli domande conoscere le loro repulsioni dove sono se nello spazio vuoto del giorno che trascorre non si possono vedere |
A decir verdad sólo tenía un discreto deseo quedarse mirando fijamente el paso de la araña sobre su tela en el vértice de la ventana desentenderse del tiempo y que se prolongara hasta la cena sin tener que bajar a la calle esbozar una frase hacer reclamos | A dire la verità aveva solo un discreto desiderio restarsene a fissare il passaggio del ragno sulla sua tela in cima alla finestra trascurare il tempo e che questo si dilatasse fino alla cena senza dover scendere in strada abbozzare una frase fare reclami |
Tampoco hay mucho que decir sobre una vida provisoria no hay episodios contundentes ni argumentos que valga la pena narrar pequeños actos cotidianos sin testigos míseras rutinas que a nadie importan gestos y preferencias irrelevantes uno que otro tic que podrían obviarse porque nada aportan ya a la trama de una historia sin porvenir | Non c’è molto da dire su una vita provvisoria non ci sono episodi convincenti né argomenti che valga la pena narrare piccole azioni quotidiane senza testimoni misere abitudini che a nessuno importano gesti e preferenze irrilevanti alcuni tic che si potrebbero ignorare perché nulla più apportano alla trama di una storia senza avvenire |
Descarnada |
Scarna |
Los trabajadores reciben encargos como segmentos de vida pasajera el tiempo digital anuncia horas segundos en línea el precario se dirige a su iglesia da la misa aunque no haya feligreses y es que si los hubiera no sería capaz de persuadirlos lo habita un presente infinito una muerte sin tratamiento sin pasado ni memoria le recuerda que es nadie | I lavoratori ricevono incarichi come segmenti di vita passeggera il tempo digitale annuncia ore secondi in linea il precario si dirige alla sua chiesa dice messa sebbene non ci siano fedeli è che se ci fossero non sarebbe capace di persuaderli lo abita un presente infinito una morte senza cura senza passato né memoria gli ricorda che non è nessuno |
La discontinuidad de la historia de los que no existimos de los que aparecemos un día como un punto en una nada sin consecuencia ni contexto el paso abrupto que no deja amigos ni documentos ni herederos la existencia espectral que no consta en plantilla o pensión | La discontinuità della storia di noi che non esistiamo di noi che appariamo un giorno come un punto in un nulla senza conseguenza né contesto il passaggio scosceso che non lascia amici né documenti né eredi l’esistenza spettrale che non risulta in ruolo o in pensione1
Carmen Leonor Ferro |
- Carmen Leonor Ferro è nata a Caracas (Venezuela) e vive a Roma dal 2004. Dopo essersi laureata in Chimica presso l’Università “Simón Bolívar”, ha iniziato a coltivare l’attività editoriale e letteraria. Oltre a collaborare con varie riviste, ha pubblicato fino a oggi tre libri di poesia: El viaje (Premio Monte Avila Editores per inediti, 2004); Acróbata (Raffaelli, 2011); En subjuntivo (Raffaelli, 2016). Ha tradotto in spagnolo diversi poeti italiani, tra cui Giuseppe Ungaretti, Antonia Pozzi, Sandro Penna, Claudio Damiani e Annalisa Mastretta, e ha curato per il mercato ispanico l’antologia di narratori italiani contemporanei Fronteras permeables (Bid&Co editor, 2013). In Venezuela ha fondato la casa editrice Luna Nueva, legata all’Universidad Metropolitana, istituzione per la quale si è occupata di didattica e direzione culturale. Ha inoltre diretto diverse collane di poesia ispanica contemporanea per vari editori italiani (Raffaelli, Ponte Sisto etc.). Attualmente, oltre che alla scrittura poetica e alla traduzione, si dedica all’insegnamento della lingua spagnola in varie scuole e università romane (N. d. R.: siamo molto lieti e orgogliosi di pubblicare questi versi inediti di Carmen Leonor Ferro sia per l’indubbio valore poetico delle sue composizioni sia per le importanti tematiche che trattano, essendo il precariato uno dei drammi della società attuale. «Diacritica» è nata anche con l’obiettivo di sostenere alcuni giovani nella loro strenua lotta per uscire dalla dura condizione del precario e si avvale anche della collaborazione di studiosi e saggisti che conoscono bene le difficoltà del vivere per chi è immerso per anni, come in una paralizzante palude, nel limbo del precariato. Con la speranza che la legislazione italiana ed europea evolva rapidamente nella direzione di un urgente risanamento di tale piaga sociale, accogliamo gli icastici versi di Carmen Leonor Ferro, sperando che siano utili anche a richiamare attenzione su questo terribile fenomeno, non solo giovanile, cui ancora non si è trovata adeguata soluzione. La ringraziamo di cuore per aver sentito la necessità di mettere la propria sensibilità poetica al servizio di un tema di così scottante attualità e per aver scelto «Diacritica» per la pubblicazione dei suoi inediti). ↵
(fasc. 16, 25 agosto 2017)