Contrariamente a chi, spesso troppo frettolosamente, identifica la musica leggera o pop con brani di facile fruizione, spesso stagionali, ho sempre ritenuto, “in direzione ostinata e contraria”, che questi, invece, se ascoltati con la giusta attenzione, possano darci, spesso, brillanti sorprese e conseguenti spunti di riflessione. E non mi riferisco necessariamente ai cantautori – da De André a Guccini –, il cui pregio letterario è stato pienamente riconosciuto (un po’ come è successo a Bob Dylan, insignito nel 2016 del Premio Nobel). Mi riferisco anche a chi, lontano/a dai palchi più “impegnati”, è riuscito/a a cantare la realtà e la società a lui/lei contemporanea attraverso una tipologia di musica che può variare dal pop al rap, dal rock al punk, tutti, a mio parere, passibili di “dignità letteraria”.
Di fatto, possiamo considerare letterari i testi delle canzoni per diverse ragioni che riguardano sia le caratteristiche formali sia il contenuto. In alcuni casi, i testi delle canzoni utilizzano tecniche tipiche della poesia, come la rima, il ritmo, la metrica e le figure retoriche (metafore, similitudini, allitterazioni ecc.): si legga, a tale proposito, il bel saggio di Maria Panetta sul Modì di Vinicio Capossela.
Come nella letteratura, i testi delle canzoni possono trattare temi profondi e universali come l’amore, la morte, il dolore, la gioia, la nostalgia e la lotta per l’identità: nei saggi di Laura Neddu, Valentina Sorbera e Paolo Prato, ad esempio, attraverso un corpus musicale particolarmente efficace si riflette sull’evoluzione dell’identità italiana, un tema quanto mai attuale nei dibattiti socio-politici di oggi.
Alcuni testi di canzoni raccontano storie (narratività) o utilizzano simboli e immagini per comunicare significati più profondi, proprio come accade nei romanzi, nei racconti e nelle poesie: a questo proposito si legga il prezioso contributo di Giuliano Scala che ci fa conoscere i femminielli, figure radicate nella società e cultura napoletana da secoli.
Molti testi di canzoni fanno riferimento a opere letterarie, eventi storici, miti o altre forme di arte. Questo tipo di intertestualità arricchisce il testo e lo colloca in un contesto culturale più ampio, tipico della letteratura: ce ne offrono un perfetto saggio i pezzi di Ida De Michelis e Francesco Gualini.
I testi delle canzoni spesso riflettono il punto di vista personale dell’autore, esplorano l’interiorità dell’individuo e offrono una prospettiva soggettiva sulla realtà, proprio come molte opere letterarie: è il caso dell’insieme dei testi musicali degli anni ’80 delle cantanti – da Donatella Rettore a Patty Pravo – da me analizzati, come specchio dell’evoluzione/emancipazione della donna nella società italiana.
Non ci resta, allora, che ringraziare «Diacritica» per questa prestigiosa ospitalità e leggere questo numero così interessante, possibilmente cantando.
(fasc. 52, vol. II, 3 giugno 2024)