Ricordo di Roberto Valle

Author di Rita Giuliani

Con grande cordoglio e rimpianto abbiamo appreso che sabato 2 dicembre 2023 un attacco di cuore ha stroncato l’amico e collega Roberto Valle. Al suo funerale, sui volti di tutti si leggeva una sgomenta incredulità. Da ultimo, Roberto Valle era stato il “buon genio” del convegno “L’arte della fuga. Ripellino e gli itinerari nel meraviglioso tra letteratura e storia”, tenutosi alla Sapienza il 23 ottobre scorso. “Buon genio” perché era stato lui a idearlo e a farsene promotore presso la Fondazione Sapienza, il cui Presidente, il Professor Eugenio Gaudio, uomo di scienza sensibile al fascino delle scienze umane, gli aveva concesso la sede e un finanziamento.

Valle – per me, semplicemente Roberto – mi aveva coinvolto fin da subito nel progetto, in quanto allieva di Ripellino, russista e amica, affidandomi il coordinamento scientifico del convegno e cooptandomi nella sua organizzazione. Specialista di Storia dell’Europa orientale, studioso della storia delle idee del mondo slavo, lo si sarebbe potuto immaginare alquanto lontano dalla figura di Ripellino, poeta-slavista, storico e critico della letteratura. Lontano anche dal punto logistico e cronologico: Roberto − ancora in servizio presso la Facoltà di Scienze Politiche −, Ripellino – professore a Lettere e Filosofia in tempi lontani, fino al remoto 1978. Ma la sensibilità, la passione per la Russia e per la sua cultura, forse anche la profonda conoscenza dell’origine e dei meccanismi della russofobia − cui aveva dedicato il volume Genealogia della russofobia. Custine, Donoso Cortés e il dispotismo russo (Roma 2012) e il recentissimo Spettri della Russia. Genealogie della russofobia e la questione ucraina (Roma 2023) − lo avevano portato a coltivare una vera passione per la cultura russa e per lo scrittore che più di tutti aveva messo al centro della propria opera le idee, mirabilmente racchiuse in involucri di personaggi letterari: Fedor Dostoevskij, uno dei suoi temi di ricerca preferiti e ricorrenti.

Roberto si era definito così nel breve profilo stilato per il Convegno: «ordinario di Storia dell’Europa orientale presso la Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia, Comunicazione dell’Università di Roma, Sapienza. Storico delle idee e studioso del pensiero politico russo e delle sue fonti letterarie, in particolare del byronismo russo. Con la sua polifonica arte della fuga, Ripellino appartiene alla eletta schiera del byronismo russo che è la più significativa scoperta di Dostoevskij nell’ambito della storia delle idee. A questi argomenti ho dedicato i volumi Dostoevskij politico e i suoi interpreti. (L’esodo dall’Occidente) e Lo spleen di Pietroburgo. Dostoevskij e la doppia identità della Russia». Aveva pubblicato i due volumi rispettivamente nel 1990 e nel 2021, e presentato Lo spleen di Pietroburgo al Circolo Russistico Romano il 25 marzo 2022. Aveva sempre accolto con slancio i miei inviti a presenziare agli incontri del nostro Circolo di amanti della cultura russa e a presentarvi i suoi libri. Ha fatto in tempo a consegnare a «Diacritica» il testo della relazione letta al Convegno ripelliniano da lui organizzato, testo ora pubblicato in questo numero della rivista. Lui invece, per dirla con l’amato Ripellino, è nel luogo dove «l’aldilà soffia i suoi frigidi fiati», ma dove lo riscalderà il buon ricordo che ha lasciato in tutti noi.

(fasc. 50, 31 dicembre 2023)