Recensione del “Dizionario critico della poesia italiana 1945-2020”, a cura di Mario Fresa (2021)

Author di Maria Panetta

«Strumento di consultazione e di informazione, di memoria e di approfondimento» viene definito, nella quarta di copertina, questo volume edito dalla Società Editrice Fiorentina e curato da Mario Fresa, a propria volta poeta e critico letterario, che ha firmato svariati contributi usciti su numerose riviste culturali di spessore (come «Nuovi Argomenti», «il verri» o «Semicerchio») e ha pubblicato l’edizione critica del poema Il Tempo, ovvero Dio e l’Uomo di Gabriele Rossetti (2012) nonché quella commentata dell’epistola mediolatina De cura rei familiaris di Bernardo di Chiaravalle (2012).

Vincitore del Premio Cumani-Quasimodo e, ad honorem, del Premio Internazionale Prata per la critica letteraria, Fresa ha intelligentemente impostato questo Dizionario critico della poesia italiana dal secondo dopoguerra al 2020 come un lavoro collettivo di oltre cinquanta specialisti da lui coordinati, evitando di assumere solo su di sé l’onere di stendere circa duecentocinquanta agili schede relative alle «voci più rappresentative» (si cita sempre dalla quarta di copertina) della poesia italiana degli ultimi settantacinque anni, fino ai nati nel 1979.

Scorrendo la lista dei collaboratori e delle loro iniziali, cui segue la breve Premessa del curatore, si riconoscono, infatti, i nomi di svariati critici letterari, di numerosi studiosi (anche accademici) di poesia, ma anche di vari poeti (ad alcuni, come Davide Rondoni, Vincenzo Ostuni, Enzo Rega o Eugenio Lucrezi, sono dedicate pure delle schede del Dizionario), cui è stata affidata la stesura di questi densi “ritratti” sulla base di un interessante criterio delle “affinità elettive” per il quale a ogni artista corrisponde un «lettore ideale» (p. 7). Ogni lettore ha potuto scegliere, dunque, facendo riferimento a una comune visione del mondo, l’autore di cui occuparsi e il taglio da dare al proprio “profilo”, in genere evitando sia il tono accademico o enciclopedico sia talune «semplificazioni parafrastiche delle pubblicazioni scolastiche» (si veda l’intervista rilasciata da Fresa a «l’Estroverso» il 4 luglio 2021, consultabile all’URL: https://www.lestroverso.it/dizionario-critico-della-poesia-italiana-1945-2020-a-cura-di-mario-fresa-sef-2021/).

Nella Premessa il curatore illustra il motivo dell’esclusione di alcuni autori dalla scelta operata: l’esordio in volume di Bertolucci, Caproni, Penna, Pasolini, Roversi etc. è, infatti precedente al 1945, soglia cronologica individuata per far partire il secondo Novecento.

Nella già citata intervista a «l’Estroverso», Fresa dichiara di non credere nell’approccio storico alla letteratura, ma di preferirne uno critico, il che lo ha indotto, appunto, a concepire un Dizionario critico che tratta di «nomi e libri esemplari» (ibidem): un «mosaico, certo ampio e costellato di numerose presenze, che invita il lettore a entrare nel “mondo” di ciascuno dei poeti ritratti (le schede, d’altronde, andranno lette come studî autonomi e assoluti che hanno inteso esplorare, con rapsodica passione, la vivace e multiforme attività del nostro mondo poetico; esse sono state concepite, insomma, come analisi attente e puntigliose di alcune speciali e significative figure che hanno fruttuosamente segnato – e influenzato – il complesso itinerario del romanzo della poesia italiana degli ultimi decenni)» (ibidem).

Più che in relazione ad autori più noti e affermati nonché ormai inclusi da tempo nel nostro canone nazionale (come Raboni, Rosselli, Scotellaro, Volponi, Zanzotto etc.), il volume si rivela assai utile per il lettore appassionato soprattutto perché permette di intraprendere un affascinante viaggio alla scoperta di voci meno conosciute del panorama italiano oppure di imbattersi in opere neglette dal mercato editoriale o volutamente stigmatizzate dalla critica nonché in piccoli capolavori che poco hanno circolato, forse anche perché veicolati da insoliti supporti quali i ciclostilati, specie negli anni Settanta (al riguardo, sempre prezioso risulta il denso saggio Preliminari per una storia della poesia negli anni Settanta (e Ottanta) di Stefano Giovannuzzi, uscito in Avventure, itinerari e viaggi letterari. Studi per Roberto Fedi, a cura di G. Capecchi, T. Marino e F. Vitelli, Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2018, pp. 439-49).

Una scheda-tipo – faccio riferimento a quella a firma di Cecilia Bello Minciacchi, che illustra puntualmente l’attività dell’amico Marco Giovenale, a mo’ di esempio – fornisce alcuni cenni biografici funzionali alla caratterizzazione della personalità del poeta in esame, ne ripercorre gli studi e le frequentazioni poetiche, ne esamina le opere principali, delineando le caratteristiche salienti della poetica dell’autore e del suo stile nonché le figure retoriche più amate e ricorrenti.

Forse, sarebbe stato utile poter disporre di un indice finale dei poeti «di fama nazionale» (p. 7) trattati: magari anche solo per poter avere un’idea più precisa delle schede consultabili. Oppure dei titoli (e dei dati bibliografici) delle opere citate, sebbene oggi sia piuttosto agevole per chiunque risalire alla casa editrice e al curatore di un’edizione con gli strumenti online di cui possiamo disporre. Forse, questo volume cartaceo potrebbe, in effetti, inaugurare un progetto più ampio di “schedatura” online delle voci più significative della poesia italiana contemporanea (quasi sulla falsariga dell’Atlante dei poeti italiani contemporanei dell’Università di Bologna Ossigeno nascente, ma con un livello di approfondimento maggiore), magari implementabile anche dai lettori, con il sistema già collaudato di verifica e di controllo da parte di specialisti sui materiali inseriti, prima della loro pubblicazione sul Web. Certo è che, in una simile ipotesi, si perderebbe quantomeno la suggestione della bellissima copertina lucida del volume, che monopolizza lo sguardo del lettore e lo dirotta sulle tante tonalità di blu dell’opera Alla finestra (2019) di Nicola Caroppo: ottima scelta. Ma si perderebbe anche il senso dell’ardita operazione, orgogliosamente rivendicato in più occasioni da Fresa: quello di una consapevole selezione delle voci da includere, assumendosi tutte le responsabilità delle varie esclusioni.

Nonostante ciò (e senza polemica), constatando l’assenza, in questo bel volume, anche di nomi importanti del panorama contemporaneo come quelli di Carlo Bordini (1938-2020), Roberto Carifi (nato nel 1948) o Gino Scartaghiande (classe 1951), ci auguriamo che a questa prima fatica ne possa seguire un’altra di egual successo: lo stesso curatore dimostra di essere cosciente del fatto che tale campionatura è necessariamente «parziale e provvisoria» (p. 8) e speriamo che questa sua consapevolezza sia già preludio di ulteriori, preziosi approfondimenti.

(fasc. 45, 25 agosto 2022, vol. II)

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