Recensione di Sara Bertrand, “Album di famiglia”

Author di Claudio Morandini

Capita di imbattersi in giovani autrici sudamericane (argentine, cilene…) che per raccontare lo strisciante trauma della dittatura nei loro paesi usano lo sguardo dei bambini o dei ragazzini – uno sguardo solo in apparenza trasognato, in realtà attentissimo a ciò che gli adulti, spaventati, delusi, minacciati, non vogliono più guardare. Così fa anche la cilena Sara Bertrand nel romanzo Album di famiglia del 2016, pubblicato da Albe Edizioni agli inizi del 2018 nella limpida traduzione di Manuela Galassi (pp. 160, eu 14,90).

Una voce narrante, prima bambina, poi ragazzina, e adulta nella breve cornice in cui fa i conti con la perdita di memoria della madre. Nel paese senza nome, incupito da un dittatore nel quale non è difficile riconoscere Pinochet (anche perché le illustrazioni in bianco e nero di Francesco Quadri assecondano l’identificazione), si muovono più generazioni di familiari e amici: si muovono, si rintanano, nascondono ciò che hanno di caro (bambini, libri), tentano di trovare passatempi e diversivi che diano requie all’inquietudine perenne e agli improvvisi momenti di paura. Sperduti appaiono soprattutto gli adulti, sia per consapevolezza della gravità del momento sia per privazione di quella facoltà di fantasticare che salva i più giovani dall’appannamento delle coscienze e preserva la loro curiosità sovversiva fino al momento della resa dei conti. La dittatura è cupa, come di prammatica, stupida, trionfalistica, stolidamente ottimistica, ama una tradizione congelata e le parate, coltiva un’esteriorità vuota, ambisce al controllo delle coscienze senza riuscirci – i bambini e i vecchi, fasce sfuggenti e ribelli della società, hanno coscienze ampie, piene di doppi fondi, e sanno rifugiarsi con naturalezza in mondi alternativi. Romanzo sulla memoria, affollato di amicizie, affetti, presenze e scomparse, Album di famiglia è vitale e divertente – nel senso di agile, lieve, allusivo – e fa trasparire l’esperienza di Sara Bertrand come narratrice per ragazzi.

(fasc. 21, 25 giugno 2018)

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