Per un’educazione bilingue LIS/italiano: il doppio binario della Cooperativa Il Treno onlus

Author di Maria Anna Cingolo

L’acquisizione del linguaggio assume una rilevanza considerevole nella vita di ogni bambino per il suo sviluppo cognitivo, linguistico-comunicativo e sociale1. Quanto detto è, ovviamente, valido anche per il bambino sordo, che deve poter raggiungere gli stessi obiettivi dei coetanei udenti attraverso un’educazione bilingue che includa la lingua dei segni e la lingua orale, soprattutto nella forma scritta e possibilmente in quella parlata. Ogni bambino diviene bilingue in grado diverso perché differente è la sordità che lo caratterizza; pertanto, il livello di acquisizione della lingua orale, specialmente nella sua forma parlata, è variabile e il risultato ottenuto è solitamente frutto di anni di lavoro e di grande fatica. La lingua dei segni rappresenta per i sordi, soprattutto gravi, la lingua naturale e permette loro di comunicare in modo completo e articolato e di sviluppare appieno le abilità cognitive personali. Infatti, non solo l’assenza del linguaggio ma anche la costrizione ad adottare una lingua non naturale o troppo difficoltosa, nel caso del bambino sordo la lingua orale, compromettono le abilità di astrazione, di memorizzazione e di ragionamento. Pertanto, la prima lingua del bambino sordo deve essere quella dei segni, la cui naturale acquisizione favorisce l’apprendimento di una seconda lingua, anche orale. Il bambino sordo deve poter comunicare con i propri genitori e instaurare con loro un legame affettivo che trova grande espressione nel linguaggio; deve poter conoscere il mondo che lo circonda e tale apprendimento avviene attraverso il linguaggio, così come anche ogni forma di comunicazione e partecipazione sociale. Per raggiungere questi obiettivi, il bambino deve potersi relazionare culturalmente con il mondo dei sordi, a cui egli appartiene, e con quello degli udenti, a cui appartengono nella maggior parte dei casi i suoi genitori, gli altri familiari, gli amici e tutte le altre persone udenti che avrà modo di incontrare per ragioni di lavoro o di svago.

Riassumendo, è essenziale che il bambino sordo impari per prima la lingua dei segni e in contemporanea, ma come seconda acquisizione, la lingua orale. L’apprendimento di quest’ultima può risultare estremamente faticoso per il bambino, ma è determinante per una vera integrazione nella società e per comunicare con chi non conosce la lingua dei segni. La modalità scritta assume un’enorme importanza perché è attraverso la scrittura che la società trasmette la conoscenza; pertanto, l’educazione formale non può prescindere da essa e i traguardi accademici e lavorativi del bambino dipendono da quanta padronanza ha della pratica della scrittura. Un’educazione bilingue offre al bambino sordo le stesse possibilità dei coetanei udenti. Infatti,

Nessuno si pente di conoscere varie lingue ma ci si può certamente pentire di non saperne abbastanza, specialmente quando è in gioco lo sviluppo personale. Ogni bambino sordo dovrebbe avere il diritto di crescere bilingue ed è nostra responsabilità aiutarlo in questo senso2.

L’oggetto libro nella forma di albo illustrato ricopre un ruolo fondamentale per l’acquisizione del linguaggio e delle abilità comunicative e sociali e, alla luce di quanto detto sopra, può essere uno strumento funzionale per facilitare un’educazione bilingue. L’albo illustrato garantisce al bambino sordo un momento ludico, piacevole e di condivisione, mantenendo le sue funzionalità di testo letterario aldilà del fine pratico di formare il bambino. Spesso i libri sono, infatti, utilizzati a scopo terapeutico e divengono strumenti di lavoro atti alla nominazione di cose e oggetti e al riconoscimento di strutture morfo-sintattiche. Invece, se il bambino è immerso fin dalla prima infanzia in un mondo bilingue costruito attraverso ambienti motivanti come il racconto di una favola, la sua educazione avrà modo di svilupparsi mediante processi più naturali, ricevendo una quantità di input bilanciata, un contatto precoce con la lingua orale scritta e la dattilologia della LS. Nell’elaborazione di un libro bilingue per sordi, il problema che si pone non è di poca entità in quanto la LIS, come le altre lingue dei segni, non possiede una notazione scritta e si avvale esclusivamente di una comunicazione visivo-gestuale in presenza. Ovviamente, questa mancanza compromette la facilità di traduzione e rende davvero esigua l’offerta editoriale specifica.

La trascrizione della lingua dei segni deve tenere conto di aspetti visuo-spaziali, rappresentare parametri gestuali e non gestuali in modo chiaro e tutelare le regole morfo-sintattiche. Nel corso del tempo sono stati studiati diversi tipi di notazioni e se ne distinguono principalmente tre.

Il primo è costituito da una descrizione a parole ed è stato utilizzato sia nella descrizione di singoli segni sia in quella di sequenze discorsive; nel caso dei segni decontestualizzati, come accade nei dizionari, vengono descritti verbalmente i parametri impiegati nell’esecuzione del segno stesso, mentre nella rappresentazione di veri e propri discorsi vengono associate a ogni segno delle glosse verbali che traducono parzialmente il suo significato nella lingua orale corrispondente (es. «BAMBINO PIZZA MANGIARE» in luogo dell’italiano «il bambino mangia la pizza»). Questo tipo di notazione può contenere l’aggiunta di segnalazioni in merito al movimento o alla direzione del segno, specialmente per indicare agenti e pazienti dell’azione. Appare evidente che questa tipologia di notazione non può essere adatta alla realizzazione di albi illustrati, perché non è immediata né trasparente ma, anzi, rende ancora più complessa la comprensione.

La descrizione lineare in simboli è un secondo metodo di notazione che permette la rappresentazione di tutte le componenti del segno nel dettaglio più accurato, indicando attraverso un diverso simbolo le configurazioni, i precisi movimenti, la posizione esatta delle dita e del palmo della mano, ma anche i movimenti della bocca e la visione dei denti, le sopracciglia, la posizione di collo, mento e capo. Tra questi sistemi simbolici ci sono, ad esempio, la notazione di Stokoe, l’HamNoSys e il Sign Font, la cui memorizzazione dei componenti è difficoltosa, non rende la dinamicità del segno e risulta ovviamente inadeguata a favorire l’apprendimento della lingua da parte dei bambini. Questi sistemi, infatti, presuppongono una pregressa conoscenza della lingua dei segni e comporterebbero l’onere da parte del bambino di dover apprendere, assieme alla lingua orale in modalità scritta, anche le regole di una complessa trascrizione della lingua dei segni, tra l’altro non facilmente riutilizzabile.

 

Esempio di frase in HamNoSys («Goodreads»: cfr. la URL https://www.goodreads.com/review/show/1613765199):
hamnosys1

 

Un terzo tentativo di notazione è il Sign Writing (SW) «un sistema, considerato alfabetico, basato su un insieme di “glifi” che, combinati tra di loro in uno spazio bidimensionale, consentono di mettere su carta le forme di ogni tipo di segno»3. Il SW nasce da un’idea di Valerie Sutton, una ex coreografa che aveva creato un sistema per descrivere in modo preciso e corretto i movimenti della danza e nel 2009 è stato incluso da un gruppo di ricercatori (Gianfreda, Petitta, Bianchini, Di Renzo) nella sperimentazione di una trascrizione della LIS. Durante la ricerca è emerso che i sordi che hanno già una buona competenza della LIS riescono a imparare a scrivere e a leggere testi in SW-LIS in fretta, grazie all’iconicità dei glifi e alla possibilità di scrivere i parametri gestuali e non gestuali.

 

Esempio di frase in SignWriting-Lis («Sign Writing Italy»: cfr. la URL http://www.signwriting.org/italy/):
hamnosys2

 

Un’ultima modalità di notazione è data dalla descrizione bidimensionale attraverso disegni e risulta sicuramente la più idonea per immediatezza e trasparenza a essere utilizzata negli albi illustrati per bambini ma anche nei dizionari di LS per adulti. Infatti, nel 1853, l’educatore Frère Louis, della congregazione dei Frères de S’ Gabriel, «scriveva in modo colorito “Sarebbe più facile salire in groppa ad un mulo e balzare sopra la cattedrale di Nantes che (…) fare un dizionario (…) dei segni senza usare i disegni”»4.

Nonostante non rendano in toto le peculiarità della LS, i disegni sono il mezzo che garantisce la maggiore comprensione intuitiva del bambino e vengono impiegati in tutte le tipologie di libri bilingue che il presente lavoro ha individuato nel davvero modesto panorama editoriale italiano, spagnolo e francese che se ne occupa. La definizione di «tipologie» è più legata a una questione di comodità espositiva che all’individuazione di una reale classificazione, perché la definizione stessa della parola presuppone una molteplicità di oggetti similari caratterizzati da elementi conformi ma, nel caso in esame, la produzione di questi libri è minima e non permette un vero confronto.

La tipologia di libro bilingue più diffusa consiste nella raccolta di parole e segni. Solitamente divisi in ambiti tematici corrispondenti agli ambienti più frequentati dal bambino (casa, scuola, parco, mare etc.), questi libri non contengono una storia e sono più uno strumento stimolante di conoscenza del mondo. All’interno sono simili a dei dizionari: in una pagina un’illustrazione rappresenta l’oggetto scelto, al di sotto del quale viene posta la stringa verbale della parola utilizzata nella lingua orale per indicare l’oggetto stesso. Nella pagina successiva la parola viene disegnata nel linguaggio dei segni, mediante la raffigurazione, con un tratto dalle linee morbide, di un bambino o di una bambina in un’inquadratura a busto o a mezzo busto. Il personaggio riproduce il segno corrispondente, del quale viene indicato il movimento attraverso apposite freccette nere. Questo tipo di testo è molto lontano da un albo illustrato e non permette la condivisione di un momento ludico perché il libro diventa un espediente per educare il bambino, interrogarlo per testarne la comprensione, formarlo all’educazione bilingue. Si noti che quanto detto non vuole sminuire il valore di questi strumenti, ma evidenziare che la straordinarietà del libro illustrato è connessa alle potenzialità e agli stimoli che esso offre dilettando il bambino, senza fini didattici. In Italia questi libri-raccolta bilingue sono prodotti dalla Cooperativa Il Treno onlus.

La tipologia di libro bilingue LIS-lingua orale che si prefigge scopi narrativi è generalmente meno diffusa per l’ovvia complessità che lo caratterizza. Illustrare un segno decontestualizzato è compito ben diverso dal rappresentare la costruzione di periodi completi e raffigurare i legami morfosintattici senza poter sfruttare lo spazio e indicando poco efficacemente i parametri non gestuali; priva la LS dei suoi caratteri peculiari, dandone una visione parzialmente manchevole e distorta. In Italia, soltanto Sinnos editrice ha sperimentato la creazione e la produzione di libri in LIS, includendoli giustamente nel suo progetto multiculturale e plurilinguistico e Il regalo del nonno (2000) di Simonetta Anniballi è l’unico tentativo da poter analizzare. Nella pagina di sinistra del libro sono posti i disegni nella LIS che rappresentano la protagonista della storia in poche gradazioni di marrone, ottima soluzione per non creare distrazioni legate a un’eventuale policromia. In ogni pagina sono contenuti un minimo di cinque e un massimo di undici disegni, al di sotto dei quali viene posto, in stampatello maiuscolo, l’elemento verbale corrispondente al segno raffigurato. La protagonista segnante, i cui morbidi tratti sono stilizzati ma piacevoli, è raffigurata a mezzo busto e il disegno chiarifica la configurazione della mano, il luogo di esecuzione del segno e, nonostante la complessità dello scopo, anche l’orientamento e il movimento delle mani. Quest’ultimo viene indicato sempre da freccette nere e, quando il segno lo necessita, il dislocamento di braccio e mani viene raffigurato nello stesso disegno; lo stesso avviene nel caso in cui venga modificata la configurazione della mano nel corso del gesto. La direzione dello sguardo e le espressioni del viso non sono chiarissime. I disegni si trovano all’interno di uno sfondo celeste chiaro che li raggruppa insieme in modo poco invadente.

Al di sotto di questo riquadro e scritta in stampatello maiuscolo, c’è la trascrizione della frase rappresentata dai gesti, che segue le regole sintattiche e morfologiche dell’italiano scritto; in questa proposizione vengono colorati in blu proprio quegli elementi che non possono essere raffigurati in LIS. Ad es., la frase in LIS «IO MAMMA PAPÀ ANDARE LONTANO PAESE NONNO» viene sotto trascritta «IO, MAMMA E PAPÀ SIAMO ANDATI LONTANO AL PAESE DI NONNO»5. Questa frase consiste nella semplificazione, più idonea a una traduzione in LIS, del testo riportato nella pagina di destra, la versione completa della storia in italiano scritto.  La pagina di destra è organizzata allo stesso modo di quella di fianco, perché, in due terzi e sempre all’interno di un riquadro, è inserito l’elemento visivo, che in questo caso è dato dall’illustrazione del racconto; alla fine della pagina, è riprodotto l’elemento verbale.

Gli esempi offerti dall’editoria spagnola e francese sono di natura ancora diversa. Le Editions Monica Companysproducono libri bilingue LSF-francese sia nella tipologia di raccolta di segni per i più piccoli sia di testi narrativi. Questi ultimi, però, diversamente dal titolo appena analizzato, riportano nella stessa pagina una frase semplice in francese scritta in corsivo, al di sotto della quale è raffigurato a mezzo busto un bambino nell’atto di segnare. Il personaggio è colorato come se fosse un’illustrazione descrittiva ed è poco stilizzato; questa minore schematizzazione del disegno garantisce maggiore potenza alle espressioni facciali, ma i colori possono divenire un’eventuale fonte di distrazione per il bambino sordo. I segni raffigurati sono in numero ridotto e semplificano ulteriormente la frase narrativa; al di sopra di essi viene posta la traduzione francese del segno, mentre al di sotto viene fornita la spiegazione corretta della sua articolazione. La stessa casa editrice produce anche altri testi bilingue in cui la suddetta notazione didascalica non compare in favore della semplice narrazione e in questa tipologia i disegni del personaggio segnante sono più stilizzati e compaiono all’interno di un riquadro identificativo6.

Carambuco cuentos è una casa editrice spagnola di libri bilingue in LSE (Lengua de Signos Española)-spagnolo, fondata nel 2010 da Cesca Mestres Orriols. La redazione cerca di pubblicare storie e autori diversi perché è importante riconoscere la peculiarità di ogni bambino, la cui sordità si manifesta in modi differenti a seconda del caso: in tal modo l’offerta è più accessibile.

Nei libri di Carambuco cuentos ogni parola viene trascritta nel segno corrispettivo, non seguendo la struttura della LSE ma attuando un adattamento bimodale. La copertina di questi volumi riporta sempre il titolo sia in spagnolo sia nella LSE e all’interno si alternano illustrazioni a tutta pagina e pagine in cui viene scritta la storia in spagnolo e sotto, o sopra a seconda dei casi, il suo adattamento bimodale. I disegni dei bambini segnanti sono stilizzati e semplici, ma non estremamente chiari. Infatti, i movimenti non sono evidenziati da frecce e i personaggi variano, nel sesso e/o nella fisionomia, a seconda del segno, creando un effetto un po’ confusivo in chi legge, come se il relatore si modificasse per ogni parola.

In realtà, gran parte del materiale narrativo a disposizione per i bambini sordi non è cartaceo ma digitale. I dvd da un lato e gli e-book dall’altro permettono di raccontare favole e storie visivamente, tutelando la struttura e le regole della LS e, dunque, il suo carattere peculiare di lingua visuo-spaziale. I dvd contengono video in cui persone raccontano narrazioni in LS: in alcune versioni la storia ha uno sfondo bianco o colorato di background; in altre risulta più interattivo e piacevole, presentando man mano i personaggi attraverso illustrazioni, spesso animate.

Nella maggior parte dei casi, i dvd contengono anche quiz di comprensione e giochi. Questi dvd possono essere allegati a un albo illustrato in cui la storia viene raccontata nella modalità scritta della lingua orale, ma per il bambino sordo diviene complicato dividere la propria attenzione visiva tra il video, le figure, le parole del testo ed eventualmente l’intervento orale o segnato del genitore.

Invece, gli e-book sono una via di mezzo tra il dvd e il libro cartaceo. Infatti, ogni parte si integra con le altre (testo scritto, video in LS, illustrazioni animate) e non viene in nessun modo danneggiata o mutilata nella sua struttura o nelle sue regole. La storia, dunque, è presente nella modalità scritta della lingua orale, ma allo stesso tempo la multimedialità consente l’inserimento di un video in cui i segnanti raccontano la stessa storia in LS, preservando le sue peculiarità visuo-spaziali. Inoltre, contrariamente al dvd, l’e-book ha delle pagine che possono essere sfogliate in modo tale da permettere al bambino di ricoprire un ruolo attivo, controllando la narrazione, tornando indietro o proseguendo il racconto a suo piacimento, indicando le figure.

Anche se digitale, l’e-book rimane un oggetto-libro e tutela la lettura condivisa di un albo illustrato, fondamentale, come si è visto, per lo sviluppo personale di ogni bambino. L’unico limite di questa tipologia di libro, che la tecnologia probabilmente non tarderà a migliorare, consiste nell’impossibilità di confrontare in contemporanea le due lingue, in quanto, anche quando sono inseriti nella stessa pagina, video e stringhe verbali si separano nel momento della visione del racconto in LS. Equiparazione che, invece, l’adattamento bimodale consente nell’immediato, con il corrispettivo suo limite di non rappresentare completamente e correttamente la LS. Alla luce di queste osservazioni, l’e-book sembra concedere al bambino sordo molte più possibilità del suo “collega” cartaceo e del formato dvd.

Infine, un’altra tipologia di libri pensata per i sordi, ma utile anche a bambini dislessici, è quella che include marcatori visivi, ovvero frecce, grassetto, font di colore diverso, sottolineature. Queste strategie servono a evidenziare gli elementi che risultano ardui da comprendere per un bambino sordo, soprattutto legati alla morfologia della lingua orale, come la declinazione dei sostantivi, la coniugazione dei verbi, le preposizioni e le congiunzioni.

Le frasi sono molto semplici, così come risulta limpida e coerente l’articolazione della trama, con l’inserimento di pochi personaggi e uno sviluppo cronologico lineare. La produzione di questi libri è artigianale ed è ampiamente impiegata dai logopedisti a contatto con bambini sordi come strumento funzionale all’apprendimento della lingua orale. Pertanto, questa tipologia per le sue stesse caratteristiche è più idonea a scopi formativo-didattici che ad avere una destinazione ludica e piacevole, come un testo letterario dovrebbe.

La Cooperativa Il Treno

La cooperativa Il Treno onlus è nata tredici anni fa a Roma, dove si trova la sua sede, in via Georges Sorel 7. Il suo staff si fonda sulla collaborazione di persone sorde e persone udenti, tra cui Alessio Di Renzo, che è presidente e capo redattore del Treno, collabora con l’ISTC del CNR di Roma ed è docente di LIS; Susanna Ricci Bitti, che si occupa della redazione del Treno ed è docente di LIS; Tiziana Gulli e Giusi Cataldo.

Gli inizi

Il Treno nasce nel settembre 2005 ed è il risultato di una precedente esperienza che ha avuto inizio nel 2003 grazie al lavoro e alla passione di un gruppo di persone all’interno di una ludoteca romana. Gioco, diversità ed educazione sono il cuore pulsante di questa cooperativa che prende il nome di Treno in quanto viaggia su due binari paralleli e distinti: la lingua dei segni italiana (LIS) e l’italiano orale e scritto.

La redazione è fortemente convinta che il metodo più giusto di crescere un bambino sordo sia quello bilingue, perché il bambino sappia esprimersi nella lingua che per lui è naturale ma possa anche relazionarsi con tutti gli altri bambini in favore di un’integrazione concreta. Per queste stesse ragioni l’attività del Treno si rivolge anche a bambini udenti, perché imparare la LIS significa conoscere un’altra lingua e avere la possibilità di comunicare con i sordi, garantendo la vera partecipazione di tutti. La Cooperativa si ispira a due articoli della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (New York 1989):

Art. 30: Negli Stati in cui esistono minoranze etniche, religiose o linguistiche oppure persone di origine autoctona, un fanciullo autoctono o che appartiene a una di tali minoranze non può essere privato del diritto di avere una propria vita culturale, di professare e di praticare la propria religione o di far uso della propria lingua insieme agli altri membri del suo gruppo.

Art. 31: (Comma 1) Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica. (Comma 2) Gli Stati parti rispettano e favoriscono il diritto del fanciullo di partecipare pienamente alla vita culturale e artistica e incoraggiano l’organizzazione, in condizioni di uguaglianza, di mezzi appropriati di divertimento e di attività ricreative, artistiche e culturali7.

Le collane

Nel catalogo della Cooperativa Il Treno Onlus ci sono tre collane.

«I Libri Bilingue» comprende testi che contengono elementi verbali in italiano scritto e la loro rappresentazione visiva nei segni della LIS. Gran parte di questa collana è costituita dalla sottocollana «Primi Segni», otto “librottini” monotematici dedicati a bambini dagli zero ai quattro anni, perché imparino fin dalla tenera età a usare entrambe queste due lingue. La collana nasce dalla proposta di una mamma per avvicinare i figli sordi alla LIS ma anche all’italiano scritto, attraverso una raccolta di oggetti la cui nomenclatura è utile durante la vita quotidiana. Il progetto di questa collana ha goduto della collaborazione del Laboratorio di Ricerca Language and Communication Across Modalities (LaCam) dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione (ISTC) del CNR, soprattutto nella scelta dei vocaboli più utili e significativi.

I libri hanno un formato quadrato (10,2×10,2cm) e sono in cartonato, per garantirne una più facile manipolazione al bambino. Sulla pagina di sinistra viene collocato il disegno di un referente (ad es., sedia), al di sotto del quale viene scritto il nome corrispondente in italiano, mentre nella pagina di destra i quattro bambini protagonisti, di diversa nazionalità, si alternano traducendo in LIS quella stessa parola. La rappresentazione del segno ne illustra il luogo di articolazione, la configurazione delle mani, il loro movimento, che è indicato mediante una freccetta nera; l’orientamento sia delle mani sia delle dita, mentre la stessa attenzione viene garantita anche ai parametri non gestuali come le espressioni facciali.

Nella prima pagina il titolo del libretto viene tradotto in LIS, nell’ultima viene riportata una breve e semplice frase che riassume la tematica del testo. Dunque, nel complesso questi librottini non raccontano una storia ma assumono una funzione simile a quella di un dizionario bilingue che, procedendo per ambiti, si offre come strumento di conoscenza e di supporto nelle prime scoperte.

I titoli di questa collana sono I giochi, I vestiti, A tavola, A casa, In città, In campagna, Al mare e In montagna, a cura di Serena Rosaria Conte, Grace Giacubbo, Tiziana Gulli, Susanna Ricci Bitti e illustrati da Valentina Bani, Manuela Mieli, Fiorinda Pino, Luisella Zuccotti, tutte quante autrici sorde e segnanti, la cui esperienza personale diviene centrale nella scelta dei metodi rappresentativi della LIS e nell’elaborazione di ciascun librottino. Va, però, sottolineato che le illustrazioni sono semplici, decontestualizzate e non di elevata qualità, proprio perché le autrici non sono professioniste.

Sempre tra i «Libri bilingue»troviamo un titolo particolare, Alice nel paese delle mani (2016, di L. Donati, ill. di A. Di Domenico), all’interno del quale la LIS viene rappresentata in modo del tutto originale. Sfruttando la fantasia allucinatoria e psichedelica dell’originale di Carroll, i referenti assumono la configurazione dei segni che li rappresentano: ad esempio, gli alberi non sono disegnati nella loro forma reale, ma attraverso due mani che riproducono il segno corrispettivo in LIS della parola «albero». Questo libro è quasi totalmente privo di elementi verbali, a eccezione dell’inizio e della fine, e sicuramente in modo originale riesce a sfruttare la forza visuo-spaziale della lingua dei segni, sebbene le illustrazioni siano amatoriali.

Un altro titolo di questa collana bilingue è Le favole di Esopo, in cui sono raccolte quindici favole scelte sia per il valore educativo della loro morale sia per l’importanza che esse hanno assunto nel patrimonio culturale occidentale. Questo titolo individua un libro e un dvd. Nel primo un tradizionale testo a stampa, sintatticamente molto semplice, racconta ciascuna favola ed è illustrato mediante immagini in sequenza che ne facilitino la comprensione; nello stesso libro sono inseriti un gioco, sempre di natura visiva, e un test linguistico. Invece, nel dvd le favole vengono tradotte in LIS da otto narratori sordi ed esso contiene un gioco quiz al termine di ciascuna favola, rigorosamente in lingua dei segni.

Sono libri bilingue anche le versioni e-book di due albi illustrati: Fortunatamente, edito da Orecchio Acerbo editore e “Premio Andersen” 2011 (miglior libro dai sei ai nove anni) e Il Signor G (2011) edito dalla Nuova Frontiera Junior. Questi due e-book sono interattivi e, oltre alle illustrazioni e al testo originali, contengono un video in cui Giusi Cataldo, che ha avuto l’idea e coordina il progetto, legge la storia in italiano, mentre Alessio Di Renzo la racconta in LIS proprio accanto a lei. La versione e-book di Fortunatamente è stata rilasciata nel 2015 e il formatè stato migliorato sensibilmente nell’adattamento e-book del Signor G che, infatti, si è aggiudicato il “Premio Andersen” 2017, nella recentissima sezione dedicata alla “Miglior Creazione Digitale”. In esso, illustrazioni animate, video e parole sono integrati al meglio senza interferire gli uni con gli altri.

«Sordi: ieri ed oggi» è, invece, una collana di fumetti pensata per lettori più grandi, tra gli undici e i quattordici anni. I due volumi editi finora raccontano la storia dell’educazione dei sordi e sono la traduzione italiana di due fumetti francesi.

           Jean il sordo (2016, di Yann Cantin e Céline Rames, ill. di Dano) racconta la storia di un orfano con disabilità uditiva, le difficoltà e le discriminazioni che subisce a causa di essa e di una società chiusa. Attraverso la sua vita vengono delineate le tappe principali del percorso della comunità sorda verso una maggiore inclusione e, in particolare, la storia del metodo dell’Abate De l’Èpée e del suo adoperarsi per creare una lingua dei segni francese e alfabetizzare i giovani sordi, salvaguardando le loro capacità comunicative e cognitive.

           La figlia di Jean (2016) è il secondo capitolo della storia ed è ambientato durante la Rivoluzione francese, seguendo il destino della scuola dei sordi e le preoccupazioni in seguito alla morte dell’Abate De l’Èpée.

Infine, «MateriaLis» è una terza collana dedicata alla produzione di articoli sempre inerenti a un’educazione bilingue, come Il poster della Geografia, che mira a rendere accessibili nozioni base di geografia, cartografia e orientamento riguardo alla penisola italiana. Altri materiali sono un busta-sacchetto a forma di mela sulla cui superficie è disegnata in LIS una filastrocca sulle mele; una cartolina che riproduce la dattilologia della LIS attraverso linee morbide adatte ai bambini, rappresentata dal punto di vista dell’osservatore; una cartolina che spiega in LIS il gioco del nascondino per divertirsi tutti insieme.

Iniziative e progetti

La Cooperativa Il Treno onlus si dedica con passione alla diffusione del bilinguismo, attraverso incontri di sensibilizzazione e attività soprattutto nelle scuole. Infatti, i bambini sono il primo pubblico scelto dal Treno, perché imparare la LIS da piccoli è più semplice e comporta un arricchimento linguistico, cognitivo e comunicativo per ogni bambino, udente e non udente. Il Treno organizza nelle scuole dei laboratori linguistici settimanali che prevedono anche letture animate e attività ludiche da condividere come gruppo classe. I due progetti più importanti e durevoli sono LISSIAMO, che dal 2008 promuove laboratori nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole di primaria e secondaria di primo grado, presso il 173° Circolo Didattico T. Silvestri ISISS, in Via Nomentana a Roma, e il progetto che organizza laboratori di LIS di primo e secondo livello per gli alunni della Scuola Media Statale Sperimentale “G. Mazzini” di Roma, durante l’orario extrascolastico.

  1. Questo contributo è un estratto della Tesi di Laurea Magistrale in “Editoria e scrittura” dal titolo L’editoria accessibile per l’infanzia. Tipologie di libri, case editrici inclusive e biblioteche, discussa nel gennaio 2018 presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”: relatrice la Prof.ssa Maria Panetta e correlatore il Prof. Giulio Perrone.
  2. Grosjean F., The right of the deaf child to grow up bilingual (Il bambino sordo e il suo diritto a crescere bilingue), in «Deaf worlds», 15 (2), University of Neuchâtel, Switzerland, 1999, p. 4.
  3. G. Gianfreda e collaboratori, Dalla modalità faccia-a-faccia ad una lingua scritta emergente. Nuove prospettive su trascrizione e scrittura della Lingua dei Segni Italiana (LIS), in «Oralità/Scrittura», Atti del 9° Congresso dell’Associazione Italiana di Linguistica Applicata (Pescara, 19-20 febbraio 2009), a cura di C. Consani, C. Furiassi, F. Guazzelli, C. Perta, Perugia, Guerra Edizioni, 2009, pp. 415-16.
  4. Ivi, p. 415.
  5. S. Anniballi, Il regalo del nonno, Roma, Sinnos, 2000, p. 10. Gli elementi che nel libro sono in blu vengono qui riportati in grassetto.
  6. Ad es., B. Fabert, Dans le bois, Villevêque, Editions Monica Companys, 2009.
  7. Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, New York 1989.

(fasc. 22, 25 agosto 2018)