Premessa / Foreword

Author di Marco Marino

Premessa

Questo numero monografico su transmedialità e transumanizzazione in Pier Paolo Pasolini esce in coincidenza con le celebrazioni del centesimo anniversario della nascita del grande intellettuale bolognese. Tuttavia, l’idea di dare corpo organico ad una serie di saggi ‒ a cura di specialisti nell’ambito degli studi pasoliniani ‒ va ricondotta a una serie di conversazioni che fecero seguito ad una proficua e apprezzata sessione, organizzata nel corso dell’annuale Conferenza della NeMLA (Northeast Modern Language Association), tenuta a Pittsburgh nell’aprile 2018.

La sessione, recante il titolo Il teatro e il cinema di Pier Paolo Pasolini: interpretazioni e analisi, era stata organizzata dall’amico Ugo Perolino dell’Università degli Studi “G. d’Annunzio”. Chi scrive ebbe il privilegio di fungere da assistant chair nel corso della sessione.

Tra i panelist figuravano Dagmar Reichardt della Latvian Academy of Culture di Riga, con un intervento dal titolo Tutto Pasolini: la sceneggiatura del San Paolo (1977) e Andrew Korn (University of Rochester), con una relazione su Pasolini’s Ambivalent Love-hate Poetry in “Affabulazione”, “Orgia” and “Porcile”, che dà il titolo ad uno dei saggi contenuti in questo numero.

Fu proprio da uno scambio di riflessioni con Ugo e Dagmar che derivò l’idea di dar vita a una raccolta bilingue di saggi, come prolungamento e ampliamento della sessione, anche in considerazione del gradimento e dell’interesse che questa aveva suscitato nel pubblico presente, come nei panelist stessi.

Più specificamente, fu Dagmar a farsi promotrice del focus su cui concentrare la raccolta dei saggi e modulare il call for proposals che, pochi mesi dopo, riuscimmo a lanciare. L’idea suggerita da Dagmar, che accogliemmo con convinzione ed entusiasmo, si basava su uno degli ambiti oggetto della sua lunga e produttiva ricerca, vale a dire la transculturalità; la sua proposta era, infatti, incentrata su una rilettura degli aspetti transmediali in Pasolini, declinata, appunto, secondo il paradigma della transculturalità, così come definita dal filosofo tedesco Wolfgang Welsch negli anni ’90 del secolo scorso, a sua volta ispirato dal lavoro del sociologo, antropologo, saggista e politologo cubano Fernando Ortiz.

Il tema suscitò molto interesse, e non poche proposte, inviate da colleghi dai più svariati interessi pasoliniani, giunsero, in breve tempo, alla nostra attenzione.

La raccolta di saggi contenuti in questo numero monografico rappresenta il frutto di un lungo lavoro di selezione di tali proposte.

In essa il filo conduttore dell’analisi dell’opera di Pasolini fa, dunque, riferimento al concetto, fondamentale nella sua produzione, di transumanizzazione (cfr. Trasumanar e organizzar, 1971) e alla sua natura di intellettuale “transmediale” per antonomasia, in grado di “attraversare” tutti i mezzi espressivi a lui contemporanei (dalla letteratura al cinema, dalla radio alla TV, dal giornalismo alla pittura etc.), come vero e proprio autore transculturale ante litteram.

Foreword

This monographic issue on transmediality and transhumanization in Pier Paolo Pasolini comes out to coincide with the celebrations of the hundredth anniversary of the birth of the famous intellectual from Bologna. However, the idea of ​​collecting some essays – authored by experts in the field of Pasolini’s studies – can be traced back to a series of conversations that followed a fruitful and appreciated session, organized during the annual Conference of the Northeast Modern Language Association (NeMLA), held in Pittsburgh in April 2018.

The session, entitled The theater and cinema of Pier Paolo Pasolini: interpretations and analyses, was organized by Ugo Perolino (“G. d’Annunzio” University). The author of this preface had the privilege of serving as an assistant chair during the session.

Panelists included Dagmar Reichardt (from the Latvian Academy of Culture in Riga), with a communication entitled Tutto Pasolini: the screenplay of the San Paolo (1977) and Andrew Korn (University of Rochester), presenting a paper on Pasolini’s Ambivalent Love-hate Poetry in “Fabulation”, “Orgia” and “Porcile”, which gives the title to one of the essays contained in this issue.

It was precisely from an exchange of opinions with Ugo and Dagmar that the idea of ​​creating a bilingual volume of essays arose, as an extension and expansion of the session, also in consideration of the satisfaction and interest that this had aroused in the audience as in the panelists themselves.

More specifically, it was Dagmar who proposed the topic on which to focus the volume and develop the call for proposals which, a few months later, we managed to launch. The idea suggested by Dagmar, which we  enthusiastically welcomed, was based on one of the areas covered by her long and productive research, namely transculturality; her proposal was, in fact, focused on a reinterpretation of the transmedial aspects in Pasolini, declined, precisely, according to the paradigm of transculturality, as defined by the German philosopher Wolfgang Welsch in the 90s of the last century, inspired by the work of the Cuban sociologist, anthropologist, essayist and political scientist Fernando Ortiz.

The topic aroused a lot of interest, and not a few proposals, sent by colleagues from the most varied Pasolini interests, came to our attention in a short time.

The collection of essays contained in this monographic issue is the result of a long process of selecting these proposals.

In it, the Leitmotif of the analysis of Pasolini’s work therefore refers to the concept, crucial in his production, of transhumanization (please see Trasumanar e Organizzar, 1971) and to his nature as a “trans media” intellectual par excellence, able to “cross” all the expressive means of his time (from literature to cinema, from radio to TV, from journalism to painting etc.), as a true ante litteram transcultural author.

(fasc. 44, 25 maggio 2022, vol. I)