Recensione di Alfredo Giuliani, “Ebriedad de aplacamientos. Poetrix bazaar” (2022)

Author di Fabio Zarroli

La diffusione in lingua spagnola della poesia di Alfredo Giuliani dipende esclusivamente dall’opera di traduzione e divulgazione di José Muñoz Rivas, docente di Filología italiana all’Università d’Estremadura, Cáceres[1]. La sua recente edizione[2] di Ebrezza di placamenti e Poetrix Bazaar[3], gli ultimi due libri di poesia di Giuliani, ha portato infatti a compimento un’opera di traduzione che si vedeva iniziata già al principio degli anni Novanta. Allora veniva data alla luce presso il Secretariado de Publicaciones e Intercambio Científico de la Universidad de Murcia la versione al castigliano di Versi e nonversi, volume di raccolta di tutta l’opera poetica di Giuliani, dal suo primo e ormai introvabile libro Il cuore zoppo (1955)[4] al 1984.

L’edizione giunge a compimento a quindici anni dalla scomparsa del poeta, avvenuta a Roma nel 2007. Allora la morte inattesa di Giuliani fu causa di un decisivo prolungamento dei lavori, come sostenuto dallo stesso Muñoz Rivas nelle prime righe della sua Introducción al volume: «La desaparición tan inesperada de Alfredo Giuliani (Mombaroccio, 1924-Roma, 2007) hizo que el proyecto de traducir al español sus dos últimos libros […] se fuera aplazando una y otra vez, a lo largo de estos quince años»[5].

“Decisivo” perché la scomparsa del poeta provocò l’interruzione di una fitta corrispondenza epistolare[6] grazie alla quale i consigli forniti dall’autore al traduttore permisero il raggiungimento di felicissimi risultati nel tradurre al castigliano un così impervio e complesso tessuto testuale. Lo stesso Giuliani, consapevole del carattere sperimentale dei suoi testi, aveva definito come segue il proprio rapporto con il testo poetico:

Alla poesia non vale più dire, ma agire. Se non c’è conciliazione con la società, e neppure convivenza pacifica con le ideologie della realtà, la poesia deve porsi in rigore dell’anarchia, quale estremo tentativo di conferire un senso all’insensatezza quotidiana. Certo l’insensatezza è un mero «contenuto» del nostro mondo: qualcuno se ne servirà per manifestare la propria insensibilità o un comodo cinismo; per altri sarà l’unica possibile e sofferta soluzione stilistica[7].

L’epistolario citato, che contiene fra l’altro una ricca quantità di informazioni utili alla comprensione del pensiero, della poetica e dello stile di Giuliani, è stato poi pubblicato presso la casa editrice Peter Lang nel 2021 (solo le lettere destinate al traduttore e scritte per mano di Giuliani, mentre le restanti si trovano nell’archivio del poeta), fra le pagine di Poesía italiana contemporánea. Dal Crepuscolarismo al Neoexperimentalismo y la Neovanguardia.

Ad ogni modo il lungo lasso temporale trascorso fra le edizioni italiane di Ebbrezza di placamenti e Poetrix Bazaar e la loro versione spagnola ha aiutato il traduttore a mettere a fuoco l’importante svolta compiuta da Giuliani nella sua più tarda stagione poetica verso nuovi orizzonti compositivi. Muñoz Rivas infatti, sempre nella Introducción di cui sopra, parla di un «nuevo espacio editorial» che «anuncia la pérdida (si bien parcial) del armazón teórico metapoético de los poemas pertenecientes a la última etapa vital del poeta»; e ancora di un’apertura verso «situaciones poéticas nuevas, que conforman un panorama poético insospechado, y un ambiente de algún modo inédito»[8]. Tutto ciò dovuto forse anche al fatto che Giuliani si trovava, in quella fase, a ridosso dell’inizio del nuovo millennio, un terminus che non lo lasciava indifferente, bensì che provocava in lui un capovolgimento di fronte, un’inaspettata e sorprendente presa di coscienza dell’avanzare dell’età[9]. Ciò giustificherebbe il fatto che in quel periodo il poeta si trova a «dare del tu al mondo»[10], senza più niente da perdere e con il bisogno di, affermazioni dello stesso, «Godermi il piacere di soffrire e giocare con le parole. Divertirmi con le forme e le informalità della metrica»[11]. E saranno proprio queste contingenze, o per meglio dire queste esigenze, a costituire la più grande sfida per il traduttore. Muñoz Rivas è, infatti, consapevole della difficoltà e dei rischi che questa poesia comporta, come egli stesso ha avuto modo di asserire al Convegno pescarese dedicato proprio ad Alfredo Giuliani:

es posible plantear un ambiente narrativo novedoso y mágico, como quería el poeta, del todo inédito. Incluso si pensamos en los ejercicios y en las recreaciones literarias que el poeta nos regala ya en Ebbrezza di placamenti, a través de la recuperación del stilnovista Guido Cavalcanti, y de las tres excelentes odas de Ibn Hamdîs. Y no digamos en los oníricos poemas del queridísimo poeta-crítico William Empson, que Giuliani propone ahora en su dimensión eminentemente poética, y de clara tensión lírica[12].

Grazie a una grande lucidità di lettore Muñoz Rivas, piuttosto che soffermarsi sugli aspetti linguistici formali e correre così il rischio di impantanarsi in ineluttabili mancanze di corrispondenze tra l’una e l’altra lingua, mette in atto un processo di ricostruzione ideale del mondo contenuto nelle poesie di Giuliani, diciamo anche un’indagine gnoseologica della semantica giulianea, che gli permette di restituire in maniera efficace anche il più intraducibile dei significanti. Di seguito si riporta un passo illuminante del già citato El universo de Versi e nonversi de Alfredo Giuliani, in cui Muñoz Rivas spiega il proprio approccio alle poesie di Giuliani, che si ritiene essere una vera e propria lezione di traduzione poetica:

Una vez iniciado el trabajo fue importante constatar que el mundo al que remiten estos textos es un mundo que tanto al lector español como el italiano dominaban de igual modo, o podrían dominarlo, deformándolo con total naturalidad, dentro de su ambigüedad consustancial, y que esta era una clave de lectura que daba acceso a muchos contenidos de los poemas. El concepto de deformación con el lenguaje de un mundo deforme, o sea, nuestro mundo contemporáneo, inherente a la poética de Giuliani y de la mayoría de los autores neoavanguardistas italianos de su generación, es el primer pilar en el que se sustenta la traducción de un libro como el que nos ocupa. Y el que, en mi opinión, le ofrece el estatuto de traducible[13].

Definiti così, benché in maniera approssimativa e sintetica, gli aspetti principali dell’evoluzione poetica dell’autore e del suo rapporto con il traduttore, è ora opportuno addentrarci in medias res nei vicoli impervi del reticolato della traduzione.

Si ritiene che le sfide maggiori che il traduttore ha dovuto affrontare siano di quattro tipi, ognuno dei quali legato alle risorse stilistiche più peculiari della poesia di Giuliani:

1) utilizzo di verbi denominali o parasintetici (dal sapore vagamente montaliano) che perdono in spagnolo il loro effetto fortemente poeticizzante. In questo caso utilizziamo a titolo d’esempio il primo tempo della poesia eponima del primo libro. Nel v. 4 si legge, infatti: «La terra raggiunta si tranquilla»[14], dove il riflessivo che conferisce caratteri animati al soggetto-cosa cui si riferisce viene tradotto in castellano con un decisamente più comune «se tranquiliza» (per i parasintetici vedi al v. 27 di Caro padre il «si smemora» tradotto in «se olvida»);

2) presenza di neologismi, parole composte e/o alterate, tipiche del lessico neoavanguardista[15]. In questo caso il numero dei possibili esempi è decisamente troppo vasto per essere esaurito nel presente intervento, soprattutto per il largo uso degli alterati. Si vedano però, sempre in funzione di modello, i termini bizzarri in Stammi bene, topo!: «lui o lei topastra» (v. 1), tradotto in «él o ella ratoncita»; «ciò che destina rosicchia» (v. 5), che viene adattato in «lo que quiere roe»; «esiguo affarino» (v. 6), risolto in «exigua cosa»; «t’intopisci» (v. 9), magistralmente risolto in «te enratonas»; «t’inverni» (v. 10) adattato in «hibernas»; infine l’esclamazione «che topata la vita, eh, topo?» del verso finale, a cui corrisponde «¿Qué ratona la vida, eh, ratón?»; (interessante anche il caso di «veteronovissimi»-«veteranos novísimos» di Aneddoto di una trasferta in Giappone);

3) ricorso a termini peculiari di specifiche varietà linguistiche in senso diatopico e diacronico. Per quanto riguarda quelli del primo gruppo, si vedano il tipicamente romano «jella», tradotto in «desdicha», di Sei scherzi decasillabi, 6 e il toscano «Babbuccio mio» de Il badante di Eraclito in Poetrix Bazaar, tradotto in «Papaíto mío». Al secondo gruppo appartiene invece la poesia Accordi, dissonanze (esercizio su testi di Guido Cavalcanti), nella quale Giuliani utilizza uno stato di lingua ormai in disuso e non restituibile dalla traduzione. Si prendano a titolo di esempio solo il v. 2 «noia in loco di paura» tradotto in un contemporaneo «tedio en lugar de miedo», il v. 11 «I’ vo come colui ch’è fuor di vita» tradotto in «Voy como aquel que está fuera de la vida» e, per finire, l’«infra le membra» del verso finale tradotto in «bajo los miembros»;

4) vasto utilizzo di figure retoriche di suono, in particolar modo l’allitterazione. Possiamo senza dubbio affermare che la figura retorica utilizzata da Giuliani con maggiore frequenza è l’allitterazione. Come accennato più sopra, Giuliani presta particolare attenzione all’aspetto fonologico dei suoi componimenti, tanto da farne un motivo centrale della propria poetica. La ricerca esasperata dei giochi sonori, però, viene a costituire un serio ostacolo alla traduzione, dato che in ogni caso la versione in un’altra lingua, e dunque l’obbligo all’utilizzo di significanti specifici di un altro sistema linguistico, non può che alterare la particolare struttura fonica e ritmica del verso originale. In una poesia di Poetrix Bazaar intitolata Quando penso piove, il verso finale, «monumenti continenti sentimenti luminosità di stelle morte», contiene nella struttura da un lato una svolta ritmica provocata dalla distribuzione di accenti percussivi e martellanti nella prima parte e poi subito rilassanti nella seconda (soffermarsi sull’effetto conferito dalla parola tronca dopo tre piane dalla stessa estensione sillabica); dall’altro un’alternanza di nasali e dentali che riproducono l’opposizione di senso tra il primo emistichio, in cui il verbo allude a un imprigionamento («monumenti continenti sentimenti»), e il secondo emistichio, in cui invece le «stelle morte» e la «luminosità» evocano un’apertura in spazi addirittura cosmici.

In spagnolo, benché il verso sembri preservare la sua cadenza e la sua alternanza fonica di nasali e occlusive dentali («monumentos continentes sentimientos luminosidad de estrellas muertas»), la presenza delle consonanti finali di ogni parola (soprattutto la sibilante) tipica nello spagnolo, del tutto assente nell’italiano, osteggia la possibilità di figurazione fonica della contrapposizione spazio aperto/spazio chiuso. La struttura fonica del verso tradotto infatti, proprio in ragione della presenza delle consonanti finali, si vede scandita da un terzo fattore assente nella versione originale e che indebolisce la sua carica espressiva.

Per concludere, si può affermare che le traduzioni di Muñoz Rivas non solo segnano un passaggio fondamentale nel campo degli studi di italianistica nei dipartimenti spagnoli, ma gettano le basi per una diffusione di tipo eminentemente culturale di un’esperienza fondamentale della poesia italiana del secolo scorso. La diffusione dei testi di Giuliani e i saggi sulla di lui poesia, infatti, rappresentano un trampolino di lancio per l’approfondimento di una corrente poetica, quella neo-avanguardista, che con le sue determinate peculiarità normative riflette il temperamento di uno stato della storia sociale italiana di indiscutibile rilevanza. Il nome di Giuliani è, infatti, anche quello di un critico e teorico della poesia che, con la sua antologia di poeti I Novissimi, pose nel 1961 le basi per la costituzione di un movimento che coinvolse numerose figure di intellettuali essenziali per la cultura italiana di quel periodo, ovvero il «Gruppo 63». Un nome, perciò, legato a quelli di autori del calibro di Luciano Anceschi, Nanni Balestrini, Giorgio Manganelli, Antonio Porta, e di tanti altri ancora poco conosciuti nella penisola iberica.

  1. In una lettera del 1994 contenuta nell’epistolario tra Giuliani e Muñoz Rivas poi pubblicato nell’Apéndice di José Muñoz Rivas, Poesía italiana contemporánea. Del Crepuscolarismo al Neoexperimentalismo y la Neovanguardia, Berlin, Peter Lang GmbH, 2021, pp. 213-48.
  2. Cfr. A. Giuliani, Ebriedad de aplacamientos seguido de Poetrix Bazaar, edición y tradución de José Muñoz Rivas, Madrid, El sastre de Apollinaire, 2022.
  3. Cfr. A. Giuliani, Ebbrezza di placamenti, introduzione di Romano Luperini, Lecce, Manni editore, 1993; Id., Poetrix Bazaar, Napoli, Tullio Pironti, 2003.
  4. Cfr. A. Giuliani, Il cuore zoppo, Varese, Mantegna Editrice, 1955.
  5. A. Guliani, Ebriedad de aplacamientos. Poetriz Bazaar, op. cit., p. 7.
  6. La presenza dell’epistolario è sicuramente uno degli aspetti più interessanti delle traduzioni di Muñoz Rivas. Alcune notizie su esso sono riportate nel corpo del presente testo. Qui si vuole però almeno accennare alla lettera in cui Giuliani definisce lo scambio di missive «traduzionario», prendendo a prestito il termine dal lessico carcerario. Si riporta direttamente il testo della lettera: «con l’arrivo della primavera, da metà aprile circa, sarò un po’ più libero e potremo riprendere la nostra filologia traduzionaria (questa parola bruttissima contiene una forte allusione al carcere: nel gergo carcerario-giudiziario, la “traduzione” è lo spostamento di un detenuto da un carcere a un altro…). Non cerchi “traduzionario” nei dizionari, spero che non vi si troverà mai… ma per i nostri usi privati, per significare le sanguinose fatiche, può essere una parola chiave, essenzialmente liberatoria: le gioie dell’universo traduzionario, l’umore traduionario, ecc. ecc.». Cfr. J. Muñoz Rivas, Apéndice, Correspondencia de Alfredo Giuliani sobre la traducción española de Versi e nonversi (1986-2002), in Poesía italiana contemporánea. Del Crepuscolarismo al Neoexperimentalismo y la Neovanguardia, Berlin, Peter Lang GmbH, 2021, pp. 211-48: 231. Corsivo nel testo.
  7. A. Giuliani, Prefazione 1965, in I Novissimi. Poesie per gli anni ’60, Torino, Einaudi, 2003. I corsivi sono miei.
  8. J. Muñoz Rivas, Introducción, in A. Giuliani, Ebriedad de aplacamientos. Poetrix Bazaar, op. cit., p. 9.
  9. Cfr. A. Giuliani, Qualche notizia dell’autore su com’è nato questo libro, in Id., Poetrix Bazaar, op. cit., pp. 13-14: 14, tradotta in lingua spagnola da Muñoz Rivas in A. Giuliani, Ebriedad de aplacamientos seguido de Poerix Bazar, op. cit.: «Trovarmi nel 2001 mi ha fatto una curiosa impressione, mi sentivo da un’altra parte del tempo e per la prima volta ho contato i miei anni. Mi sembrava di essere diventato un giovane vecchio, era come una percezione di realtà capovolta. […] Non ho più niente da perdere, mi sono detto, posso chiamare a raccolta i pensieri e i sarcasmi prediletti». Corsivo nel testo.
  10. Ibidem.
  11. Ibidem.
  12. Gli Atti del Convegno pescarese sulla poesia di Alfredo Giuliani sono stati pubblicati in Spagna sulla rivista digitale «El cuaderno digital» con il titolo El diálogo con la literatura en el último Giuliani, rintracciabile al link: https://elcuadernodigital.com/2022/08/22/el-dialogo-con-la-literatura-en-el-ultimo-giuliani/. Tondi nel testo.
  13. J. Muñoz Rivas, El universo lingüistico de Versi e Nonversi de Alfredo Giuliani en español, in Poesía italiana contemporánea. Del Crepuscolarismo al Neoexperimentalismo y la Neovanguardia, Berlin, op. cit., pp. 191-210: 205.
  14. Il corsivo è mio.
  15. Cfr. A. Giuliani, Prefazione 1965, in I Novissimi, op. cit., pp. XIII-XIV: «stesure intrecciate del discorso, i giochi linguistici (neologismi, schizofasie), la similarità tra il linguaggio del sogno e l’espressione della psicosi, la giustapposizione degli elementi di logiche diverse, il linguaggio-sfida, il non-finito: tutto ciò coincide con un’attitudine antropologica che precise condizioni storiche hanno esaltato fino alla costituzione di un linguaggio letterario che fa epoca e da cui non si può tornare indietro».

(fasc. 47, 25 febbraio 2023)

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