Leggere è uguale per tutti1.
La Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro ciechi, in seno alla quale è nata l’attività editoriale di produzione di libri tattili, è stata istituita il 24 febbraio 1921 al fine di riunire sotto un organismo centrale le varie realtà impegnate socialmente in favore dei non vedenti2. L’idea alla base della federazione trovò terreno fertile per svilupparsi durante il IV Congresso Tiflologico Nazionale che ebbe luogo a Bologna undici anni prima. In questa occasione, il punto principale della discussione riguardò la necessità di produrre materiali didattici espressamente pensati per consentire l’educazione di alunni non vedenti. Proprio per far fronte in modo sinergico a questa esigenza, venne istituita una federazione che unisse le istituzioni pro ciechi localmente sparse nella penisola. Grazie all’impegno dell’Unione Italiana Pro ciechi, il legislatore ha previsto la statalizzazione delle scuole primarie gestite dagli Istituti pro ciechi mediante la L. 26 ottobre 1952, n. 14633.
Gli inizi
Nel 1964 la Federazione iniziò un’attività editoriale, stampando testi trascritti in Braille all’interno di un Centro di Produzione del Materiale Didattico, dal quale venivano diffusi i sussidi per l’educazione dei non vedenti in tutta Italia e, in minor parte, anche all’estero. Conseguentemente alla L. 4 agosto 1977, n. 517, quest’attività editoriale ha dovuto far fronte a grandi cambiamenti, visto che i sussidi non erano più destinati a istituti specializzati ma a tutte quelle scuole frequentate da alunni non vedenti; inoltre, tale assistenza è scesa di livello parallelamente alla preparazione degli insegnanti di sostegno e alla rara presenza di strumentazione di supporto tiflologico negli istituti pubblici. Mediante la L. 28 agosto 1997, n. 284, il legislatore ha previsto che questo settore produttivo fosse finanziato dallo Stato e il Centro ha pertanto ripreso forza.
Dal 2003 in seno alla Federazione si comprese che la produzione editoriale del centro constava pochi titoli di letteratura e, partecipando al Concorso europeo Thyphlo & Tactus promosso su iniziativa francese, è iniziata la produzione di libri tattili illustrati per l’infanzia. Quest’attività è parallela a quella del Centro di Produzione di materiale didattico e ne dipende, senza costituire un vero e proprio Centro di produzione a sé stante. Oggi i responsabili di questo progetto sono i tecnici tiflologici Pietro Vecchiarelli, l’incontro col quale è stato fondamentale ai fini di questo lavoro; Stefano Alfano e Simona, laureata in giurisprudenza e cieca che, appassionatasi ai libri tattili, per un anno collaborerà grazie a un progetto inclusivo della Regione Lazio.
Il loro lavoro consiste in numerosi compiti come la trasformazione della veste dei libri prototipo in un prodotto seriale, la creazione dei libri, la partecipazione a convegni nazionali e internazionali, i concorsi, le mostre itineranti. La creazione del libro, dall’impaginazione all’assemblaggio delle parti, avviene sempre presso il Centro di produzione di materiale didattico, a esclusione della rilegatura, della stampa braille che viene realizzata in serigrafia e della stampa effettuata in tipografia, entrambe laboratori esterni al Centro.
Il libro tattile illustrato
Il Braille è il Sistema Internazionale di Scrittura per Ciechi e fu ideato nel 1825 da Louis Braille (1809-1852), educatore e musicista divenuto cieco per un incidente quando aveva tre anni. Nonostante oggi sia l’unico sistema di lettura e scrittura riconosciuto nel mondo e approvato dall’UNESCO, la sua diffusione fu lenta perché i direttori (vedenti) degli istituti per ciechi lo giudicavano troppo complesso e scomodo da imparare.
Il sistema Braille è l’insieme di 64 segni alfabetici costituiti da punti in alto rilievo, equidistanti tra loro. Ciascun segno è collocato all’interno di un rettangolo virtuale (4x7mm ca) formato da due colonne di tre punti, per un totale di sei, e la diversa combinazione di questi punti può rappresentare le lettere dell’alfabeto e la rispettiva interpunzione, il sistema numerico (detto Nemeth Braille) e la notazione musicale (Codice musicale Braille). Infatti, come appare chiaramente nella figura in alto, alcuni segni si ripetono nella forma ma possono cambiare di significato se preceduti da un segno distintivo (ad es., il segno “Segna numeri”). L’alfabeto viene insegnato al bambino non vedente partendo dalla lettera A, che è la più semplice, ed evitando di presentare insieme lettere i cui segni sono simili o speculari (come E, D, I, F), per non generare confusione. Solitamente, l’apprendimento del sistema viene proposto in forma di gioco e la fascia d’età compresa tra i sei e gli otto anni individua il periodo migliore perché il sistema possa essere imparato correttamente; nel 2006, uno studio di ricerca4 ha proposto un modello a sei stadi (0-5) in cui viene presentata una comparazione tra bambini vedenti e bambini non vedenti lettori di braille durante l’acquisizione della lettura:
- stadio 0. Si riferisce a una fase di pre-lettura, di riconoscimento della lettera per lettera (o bottom up) in cui i bambini vedenti sono esposti a simboli e scritte, mentre i bambini vedenti familiarizzano con i sensi sviluppati e concetti legati alla quotidianità;
- stadio 1. Comprende l’accesso all’istruzione formale e l’apprendimento delle regole di pronuncia e fusione fonemica;
- stadio 2. Vengono proposti contenuti familiari ai bambini che hanno per fine la pratica stessa della lettura, non l’accesso a nozioni. I bambini vedenti riescono a leggere più parole simultaneamente, ma questa pratica è ancora troppo difficile per i lettori braille il cui automatismo nella lettura non è sviluppato, come testimoniano lo scrubbing (il bambino rimane a lungo con il dito sul segno, per identificarlo) e il backtracking (il bambino torna indietro nel testo perché non è riuscito a connettere le informazioni tra loro);
- stadio 3. I contenuti assumono più importanza e il testo deve essere chiaro, con poche inferenze, considerando che il lettore braille ancora non possiede un grande bagaglio di rappresentazioni mentali;
- stadio 4. Il bambino integra più informazioni ed è in grado di costruirsi nuove rappresentazioni mentali;
- stadio 5. Il bambino è in grado fin dalla prima lettura di trovare le informazioni più importanti.
Molto interessanti sono anche le conclusioni di un’altra ricerca che ha mostrato come la natura plastica del cervello ricopra un ruolo importante nei soggetti con disabilità visiva. Infatti, nei soggetti non vedenti, «nei quali la via di elaborazione dei dati visivi è interrotta, l’elaborazione di forme attraverso il canale tattile si estende alla corteccia visiva. Questo spiegherebbe l’incremento dell’acuità tattile, in quanto la corteccia associativa visiva viene “reclutata” per integrare l’elaborazione della corteccia somatosensoriale. […] Si tratterebbe quindi di un livello “aggiuntivo” di elaborazione tattile, che i vedenti non posseggono»5. Inoltre, lo studio di Amedi e collaboratori (2003) ha dimostrato che durante compiti di lettura braille, di produzione verbale e di memoria verbale nei soggetti ciechi si attiva intensamente V1, la corteccia visiva primaria, mentre questa attivazione non avviene negli individui vedenti impiegati negli stessi compiti. Quanto detto significa che la lettura braille attiva, oltre all’area somatosensoriale anche V1, a differenza degli altri compiti di discriminazione tattile, evidenziando come «sarebbe allora qualcosa in più di un semplice compito di percezione tattile e richiederebbe pertanto l’intervento di altre aree funzionali»6.
La precomprensione e la capacità di riconoscere le lettere assumono una rilevanza concreta nel momento della lettura di un testo. Da alcune ricerche è emerso che la precomprensione non è pienamente sviluppata nel bambino con disabilità visiva, perché egli è privo di una raccolta di immagini e di concetti cui fare riferimento e che i suoi coetanei vedenti si costruiscono attraverso esperienze visive. Il bambino non vedente deve, pertanto, poter sperimentare, in modo tale da accostare sentimenti, concetti a schemi e a immagini simboliche, elaborandoli e interiorizzandoli, comprendendo la relazione tra interno/esterno e tra sé/altro7. I libri illustrati tattili costituiscono a tal proposito, ma non solo, uno strumento essenziale.
Il libro tattile illustrato è un libro in cui copertina, rilegatura, testo scritto e immagini presentano caratteristiche tecniche precise8:
- non è vero che il libro non si giudica dalla copertina e quella del libro tattile illustrato deve permettere l’integrazione e la somiglianza con gli altri albi illustrati, ma allo stesso tempo essere rigida, resistente a usi prolungati e facilmente manipolabile dal bambino. Inoltre, ogni copertina deve presentare in braille il titolo del libro e i nomi dell’autore e della casa editrice;
- la rilegatura è altresì importante, perché deve permettere un’apertura a 180° gradi che garantisca al bambino non vedente una comoda esplorazione a due mani, parallelamente del testo in braille e delle immagini. Inoltre, nella rilegatura va considerato che le pagine del libro tattile sono più spesse e contengono figure e materiali in rilievo; pertanto, è essenziale mantenere uno spazio maggiore tra le stesse perché la chiusura del libro riesca senza problemi e senza bombature. Per queste ragioni, si prediligono la rilegatura a spirale (di plastica o di metallo), la rilegatura a dorso mobile o a dorso rigido con pagine doppie;
- il testo nei libri tattili è sempre sia in nero, in una font ad alta leggibilità e con corpo grande per la lettura di bambini ipovedenti, sia in braille. Il testo in braille ha delle dimensioni standard che non possono essere variate; pertanto, condiziona il layout della pagina e l’inserimento di materiale aptico; inoltre, è importante che il punto braille sia in risalto e garantisca un uso sicuro e prolungato, senza staccarsi dalla pagina;
- le immagini sono in rilievo e devono rispettare numerosi criteri nel loro processo di ideazione e di creazione. Innanzitutto, la tessitura e il materiale impiegati devono essere diversi e resistenti, veicolare significati espressivi che rimandino a sensazioni percettive, piacevoli da toccare e generare curiosità nel piccolo lettore. Lo spessore di queste immagini deve essere almeno di mm 1, per poter essere ben discriminato dalle mani rispetto allo sfondo della pagina, e la loro forma deve essere semplice, chiara, priva di particolari inutili. Le immagini non devono sovrapporsi, perché ciò pregiudicherebbe la loro individuazione singola, che il bambino deve riuscire a compiere sia mediante l’aiuto dell’adulto guida sia autonomamente. Le proporzioni delle figure e il loro rapporto devono essere rispettati e le forme mantenersi intere, per una maggiore chiarezza e comprensione; per le stesse ragioni la raffigurazione bidimensionale appare molto più adeguata ai bisogni del bambino non vedente rispetto alla costruzione di prospettive non altrettanto d’immediato intendimento. Le figure e i materiali devono essere ben incollate e ovviamente non pericolose e, in particolar modo, bisogna prestare attenzione alle parti non fisse del libro. Infatti, molti libri tattili garantiscono una maggiore interazione ed esplorazione attraverso elementi mobili che possono essere spostati lungo la pagina, entrare e uscire da tasche, allungarsi rigidamente o elasticamente, sparire sotto un materiale e poi ricomparire, essere asportati da una pagina e attaccati in un’altra attraverso calamite, legatura, incastro o feltro. Il funzionamento di questi elementi di impronta munariana9 deve essere intuitivo e semplice, senza richiedere troppa fatica al bambino. Inoltre, risulta molto importante per la lettura del bambino anche mantenere un criterio di congruenza tra immagini e testo, che non devono contraddirsi ma rispettare uno stesso ordine di esposizione, tenendo presente che il piccolo legge parallelamente a due mani. Da ultimo, è essenziale non sottovalutare i colori del libro tattile illustrato solamente perché il destinatario principale ha una menomazione visiva. Infatti, colori primari con forti contrasti facilitano la lettura di bambini ipovedenti, anche in casi gravi, e appare sicuramente rilevante garantire al bambino cieco l’informazione cromatica per guidarlo nell’esplorazione aptica del libro e aiutarlo a costruirsi immagini mentali che rispecchino e rispettino la realtà, i cui colori sono necessari. Inoltre, va considerato che questi libri rappresentano un prezioso strumento anche per i bambini vedenti, pertanto, alla luce di quanto appena detto, la scelta dei colori non va affatto considerata secondariamente.
Di ciascun libro viene costruito un menabò, cioè il prototipo che costituisce il progetto finale e al quale bisogna cercare di attenersi per la produzione seriale e per rispettare le idee espressive dell’autore. Bisogna considerare che l’edizione di ogni libro tattile è diversa, perché sono differenti i materiali impiegati, la loro consegna e il loro prezzo, nonché le tecniche adoperate nella loro lavorazione.
La goffratura è una tecnica che prevede la pressione della carta (a secco oppure umida) tra due cilindri, uno metallico e l’altro non metallico, che imprimono una figura sulla superficie prima liscia; le matrici sono costose e, anche se consente molti particolari, il materiale è uno solo e le suggestioni minori. La tecnica del disegno puntinato prevede di usare un punteruolo per contrassegnare il contorno di una figura oppure direttamente una stampante braille con software del disegno; è facile da realizzare ma non sempre chiaramente comprensibile. La serigrafia utilizza un telaio per seta il cui schermo, suddiviso in zone impermeabili e zone permeabili a seconda del disegno, viene inchiostrato con inchiostri particolarmente viscosi che, finito il prodotto, risultano in rilievo rispetto alla carta; molto simile è la tecnica termografica in cui si fa uso di polveri che, con il calore di macchine a infrarossi, si gonfiano. Per battere i costi di produzione queste tecniche possono essere adoperate solo per alte tirature, ma sono ottime soluzioni per stampare in braille e anche con diversi colori. La termoformatura consente d’imprimere su plastica con una matrice la figura stabilita e permette, soprattutto se la superficie è sottile, una grande quantità di particolari; i costi delle matrici sono, però, alti e il materiale è sempre soltanto la plastica, non offrendo così la possibilità di toccare più texture. Il Sistema Minolta è una tecnica che utilizza una carta speciale detta “a microcapsule” su cui sono state depositate cellule termosensibili; quando la carta viene inserita in un “fornetto Minolta”, le linee in nero si gonfiano, reagendo al calore dei raggi infrarossi rilasciati. È una tecnica semplice da realizzare anche a casa e che permette l’uso di più colori, senza un costo esageratamente elevato. Un’altra tecnica prevede l’uso della stoffa e dà origine ai fabric books, diffusi soprattutto nei Paesi nordici; questi libri di stoffa sono piacevoli da manipolare, leggeri e colorati, ricchi di suggestioni tattili diverse, ma richiedono competenze artigianali molto elevate, tempi di lavorazione lunghi e, infatti, si costituiscono di poche pagine. Infine, un’ultima tecnica è quella del collage materico, nella quale vengono incollate sulla pagina figure di texture e materiali (piumaggi, gomma, gommapiuma, spugna, stoffa, plastica et similia) differenti. Il risultato offre possibilità di scoperta ed esperienze tattili molteplici ma, come il libro di stoffa, i costi di produzione sono elevati e i tempi molto lunghi.
Alla luce di quanto detto sopra, emerge chiaramente la complessità dell’ideazione, della creazione e della produzione di un libro tattile che necessita della cooperazione di più figure professionali (l’autore, il tecnico supervisore, il tiflologo, assemblatori con elevatissima manualità, il grafico). Inoltre, le scarse tirature si scontrano prepotentemente con gli alti costi di produzione e servirebbe un investimento più che consistente per garantire al libro tattile un futuro nell’editoria commerciale, alla pari con gli altri libri. Questo futuro, però, ora sembra molto lontano in Italia, mentre, ad esempio, in Francia la diffusione dei libri tattili viene garantita dalle politiche culturali del Paese.
Nello sviluppo del bambino con disabilità visiva, il libro tattile rappresenta uno strumento davvero prezioso. Infatti, garantisce un’educazione all’immagine attraverso un momento ludico e piacevole che consente di vivere esperienze, accrescere la curiosità e l’esplorazione tattile, importanti poi nella vita quotidiana del bambino. Il libro tattile permette di aumentare l’immaginario del bambino e di allenare la comprensione della realtà attraverso l’analisi seriale degli elementi e la loro sintesi percettiva. Questa raccolta sequenziale di indizi per ricostruire la figura rappresentata è utile all’esercizio di ricostruzione analitica dei fatti e al loro intendimento. Inoltre, il libro tattile si palesa come mezzo per la maturazione e il potenziamento della produzione verbale e, attraverso il braille, come strumento per apprendere il concetto di simbolismo connesso alla lingua scritta. Anche lo sviluppo psicomotorio, oltre a quello linguistico e cognitivo, beneficia di questa particolare tipologia di libro. Infatti, le mani del bambino si muovono sulle pagine e, a seconda delle tecniche adoperate, devono compiere movimenti diversi sia nella direzione (orizzontale, verticale) sia nell’orientamento (sopra, sotto) sia gesti che richiedono precisione e accuratezza (inserire un elemento nella tasca, attaccare una parte sul feltro). Ovviamente, i libri tattili tengono conto anche dell’età del lettore, poiché le capacità motorie ed esplorative del bambino variano in base a essa, in quanto i bambini di due-tre anni utilizzano solo il palmo della mano, per poi impiegare gradatamente anche le dita qualche anno dopo. Le prime esperienze tattili dovrebbero basarsi sui contrasti (freddo/caldo, liscio/ruvido, morbido/duro) che si possono realizzare con diversi materiali.
Anche i concetti di spazio, posizione e relazione sono esercitati durante l’uso di questi libri, che ne facilitano la comprensione. Infatti, bisogna tener presente che la credenza secondo la quale i bambini con disabilità visiva impiegano il senso del tatto istintivamente è sbagliata: senza una corretta e funzionale educazione all’immagine e tattile, il bambino cieco rimarrebbe fermo. Pertanto, stimolarlo attraverso contesti ludici e interessanti diviene estremamente importante per non lasciargli sviluppare un comportamento di schema autistico.
Da ultimo ma non per ultima, anche la sfera affettiva trae vantaggio da questa tipologia di libro, in primis perché il libro tattile si dimostra uno strumento funzionale alla socializzazione, perché può essere esplorato anche insieme ad altri bambini, favorendo l’integrazione del bambino cieco. In secundis, perché, come ogni altro libro, favorisce lo sviluppo dell’attenzione condivisa durante la lettura a cui il genitore e il bambino partecipano insieme, stando vicini e a contatto fisicamente, favorendo la costruzione di affettività, calore e attaccamento. Questo concede al genitore di sostituire la stanchezza e la preoccupazione con la sensazione di normalità e piacevolezza. Bisogna considerare, infatti, che il bambino cieco può sembrare apatico e anaffettivo perché non sorride quasi mai e la sua mimica facciale non è sviluppata come quella dei bambini vedenti, in quanto non può procedere per imitazione; spesso, quando gli si parla, rimane fermo e immobile come se fosse disinteressato, ma in realtà è una strategia adoperata per concentrarsi molto sul suono delle parole, soprattutto se la presenza di secondari rumori o stimoli sonori interferisce, rendendo l’ascolto difficile. Durante la lettura, il ruolo del genitore è quello di una guida all’esplorazione e, oltre all’importanza di un accompagnamento manuale (col muovere inizialmente le mani del bambino sulle figure), è decisiva la voce che descrive le figure stesse: «The use of verbal descriptions of tactile pictures is useful to guide the child in its haptique exploration. Besides, they would allow to the child to acquire certain autonomy in reading»10.
Il libro tattile illustrato è, dunque, un oggetto di grande valore, non solo perché spesso è simile a un’opera d’arte ma per le numerose e positive implicazioni cognitive, linguistiche, motorie e affettive che genera nel bambino con disabilità visiva. Sebbene questa tipologia di libro sia pensata innanzitutto per bambini ciechi, essa è uno strumento multisensoriale di grande stimolo anche per i bambini vedenti, non solo per chi ha difficoltà non legate alla vista (come disturbi dello spettro autistico, sordità, disabilità intellettiva e motoria), ma anche per coloro il cui sviluppo è normotipico. La loro natura di libri davvero accessibili a tutti permette il successo di iniziative come A spasso con le dita e Sensi Unici, promosse in Italia dalla Federazione Nazionale Pro Ciechi Onlus, importante soprattutto per l’attività editrice di libri tattili che caratterizza il Centro di tale Federazione, che hanno coinvolto con successo tantissimi bambini e famiglie. Stessa valutazione per i laboratori tattili: i primi realizzati da Bruno Munari, come quello di Milano del 1977, legato alla mostra parigina del Beaubourg Le mani guardano, e i successivi di Mantova e Trieste nel 1984, tutti finalizzati alla tutela della globalità sensoriale di ogni persona, soprattutto dei bambini. Proprio Bruno Munari diceva
NON TOCCARE! Quante volte i bambini si sentono ripetere questa imposizione. Nessuno direbbe mai: non guardare, non ascoltare, ma pare che per il tatto sia diverso, molti pensano che se ne possa fare a meno. Quando un bambino di qualche mese, gira per la casa a «quattro gambe» come un gatto e tocca le fredde piastrelle, il soffice tappeto, il tiepido legno, il muro ruvido, la pallina sferica che scappa da tutte le parti, il leggerissimo tessuto del suo vestito, la guancia della mamma…impara moltissime cose11.
Le sue parole assumono ancora più valore in riferimento a bambini che “vedono con le mani”.
Le collane
I libri tattili non riescono a entrare nel circuito dell’editoria commerciale soprattutto per gli elevati costi di realizzazione e, pertanto, le collane che si presenteranno di seguito constano di molti titoli non più disponibili perché terminati e fuori produzione, la cui ristampa è molto costosa perché ogni passaggio dell’iter di edizione va nuovamente ripetuto come se fosse la prima volta. I fondi finanziari che la Federazione riceve e che sono destinati a questo progetto editoriale non offrono sufficiente liquidità per produrre un alto numero di titoli; dunque, non è possibile impiegare una distribuzione commerciale, perché si rischierebbe di vendere più di quanto è possibile produrre. Soltanto nel 2009 e nel 2010 la produzione di libri tattili è stata di tal numero da giustificare la creazione di un vero e proprio catalogo, anche se si pensa che in tempi brevi si riesca a ricavarne un altro.
Pietro Vecchiarelli e i suoi colleghi vorrebbero stabilmente riuscire a realizzare l’edizione annuale di quattro o cinque libri tattili, per modo che ci siano sempre titoli disponibili per l’utenza. Allo stesso tempo auspicano una vera collaborazione con le biblioteche, che rappresentano quasi esclusivamente l’unica fonte di guadagno del Centro, in quanto i libri tattili vengono regalati agli istituti specializzati, agli ospedali e spesso alle biblioteche stesse, riconoscendo che il prezzo di copertina non è accessibile per le famiglie. Pietro Vecchiarelli in modo lungimirante considera le biblioteche necessarie per mantenere il libro tattile vivo con il passare degli anni, sempre pronto a essere toccato da nuove mani, senza correre il rischio d’impolverarsi nella libreria di bambini ciechi cresciuti.
«Sotto a chi tocca!» è la collana storica del Centro, il primo e riuscito progetto editoriale che la Federazione ha avviato nel 2000, forte dell’esperienza internazionale con Typhlo & Tactus. Il primo titolo di questa collana è Gaia e il mare (2007), un libro di 32x22cm pensato per bambini dai cinque anni in su, che racconta l’esperienza del mare, il timore che può suscitare nel bambino e, in generale, la scoperta dell’ambiente circostante che il bimbo non vedente mette in pratica ogni giorno. Nel finale del libro, il tatto e l’udito si uniscono in modo sinestetico grazie alla presenza di una vera conchiglia estraibile, che, portata all’orecchio, canta il suono del mare. L’autrice, Costanza Longo, è un’oculista pediatrica e ha realizzato questo volume scegliendo un formato cartonato con spirale metallica di rilegatura; all’interno è stata adoperata anche la tecnica del collage materico, mentre il testo è presente in nero e in traduzione Braille su una pagina di pvc trasparente che si sovrappone al cartonato, soluzione più economica rispetto alla doppia stampa braille.
Un altro titolo è Lino il bruchino (2009) ideato da Tiziana Mantacheti, insegnante per bambini non vedenti e consulente tiflologa. Come il precedente libro, anche questo ha un formato cartonato 32x22cm con rilegatura metallica e alcune pagine sono state create con il collage materico. Infatti, il viaggio di Lino, un bruchino diverso dagli altri perché di dimensioni molto più piccole, racconta la sua avventura nel mondo e permette al bambino d’impreziosire il corpo del bruco con pietre, piume e altri ornamenti che lo rendono più lungo e bello, affinando lo sviluppo della manualità. Il libro è adatto a bambini dai cinque anni ed è scritto in braille, sovrapposto alle parole in nero per i bambini ipovedenti, che sono facilitati anche dai colori brillanti del testo.
Soffio di vento (di Elisa Lodolo, 2009) è il primo libro di questa collezione a essere stato coedito insieme all’editrice francese Les Doigts Qui Rêvent e racconta il viaggio del vento nel mondo in diverse ambientazioni, come le colline, le case, le montagne. Questo volume è di un formato quadrato 23,5×23,5cm e annovera sette pagine in cartonato e in collage materico di stoffa, di plastica e di carta, in un’edizione eccellente. La poesia tattile di questo libro viene raccontata, come nei precedenti volumi, con un testo sia in nero sia in braille.
Un altro libro di questa collana e in coedizione con Les Doigts Qui Rêvent è il vincitore del concorso Premio internazionale Tactus nel 2000, Giorgetto, l’animale che cambia aspetto (di Claudette Kraemer, ristampato nel 2009). Questo volume è destinato a bambini molto piccoli e, in ogni pagina, presenta il protagonista, Giorgetto, con la stessa forma ma in materiali al tatto sempre diversi che permettono al bambino di conoscere ed esplorare. Giorgetto può essere anche staccato dal libro per giocare durante la giornata o per leggere insieme il libro.
Il volume ha il testo in nero e in braille e nella nuova ristampa è stato migliorato in robustezza e nella brillantezza dei colori per favorire la lettura degli ipovedenti; è in cartonato con collage materico, spirale metallica e formato 29x22cm.
«Tocca a te!» è una collana nata nel 2015 che pubblica i libri più interessanti, non per forza vincitori, del Concorso omonimo d’illustrazione tattile. Ad aprire la collana è stato il libro La mia coperta (di Silvia Sopranzi, 2013), che si è classificato secondo al concorso del 2013. In questo volume con rilegatura a spirale metallica e in cartonato, attraverso la tecnica di collage materico, vengono attaccati pezzi di stoffe e materiali diversi ma dello stesso formato, che rappresentano tipologie differenti di coperte ed evocano le sensazioni legate a esse e al loro impiego.
Tra i volumi della collana c’è Papu e il filo, classificatosi al terzo posto nell’edizione del 2015, creato dall’architetto, insegnante e illustratrice Roberta Bridda. Il libro racconta la storia di due protagonisti diversi tra loro, Papu, composto da morbidi pallini di lana, e un filo di tessuto, che, combinandosi insieme come due amici, riescono a unirsi in modo speciale, creando nuove forme. Il libro è di formato 20×23 cm, in cartonato con tecnica di collage materico e con rilegatura con spirale metallica. Le sue pagine contengono il testo in braille e in nero, entrambi sia in italiano sia in inglese per favorire la conoscenza di più di una lingua, oltre che l’esplorazione tattile. Esperimenti riusciti e originali sono due libri in cui lettori non vedenti e vedenti vengono appositamente resi visivamente uguali. Infatti, sia in Andiamo! (2013) sia in Io, tu e le mani (2015), entrambi opera di Marcella Basso, le illustrazioni tattili da esplorare sono contenute in tasche e non possono essere viste nemmeno dal bimbo vedente. Nel secondo dei volumi, realizzati entrambi in stoffa e in copie numerate e con testo in nero e in braille, la lettura è ancora più coinvolgente perché il libro può essere esplorato da due lettori in contemporanea, le cui mani nelle tasche si toccano e giocano insieme.
«Uku Pata» è una collana di beginner books dedicata ai piccolissimi e alle loro prime esplorazioni tattili. Il suo titolo in lingua zulu significa proprio ‘toccare’ ed è stata interamente ideata dalla sudafricana Lynette Rudman, tra l’altro fondatrice del progetto editoriale I read with my hands. Questa collana si costituisce di dodici librettini da sei pagine ciascuno e dal formato 20×18 cm, fatti tutti di stoffa (fabric books) e con materiali adatti a esperienze sensoriali di base. Infatti, ad esempio, tra questi libri c’è Posizioni, in cui un serpentello si sposta e colloca in punti diversi della piega della pagine per sviluppare le nozioni topologiche del bambino; Senti è un libro che contiene una pagina dura, una morbida, una liscia e una pelosa e la possibilità, alla fine del volumino, di toccare materiali veri e riconoscere, giocando, le tipologie sperimentate nelle pagine precedenti; analogamente strutturato con una sezione finale di gioco-verifica, è anche Forme, in cui vengono presentate ai bambini le principali figure geometriche e le loro caratteristiche di base; ABC e Conta sono due libretti che offrono una prima esperienza nel riconoscimento rispettivamente di lettere (dalla A alla E) e dei numeri interi attraverso delle perline mobili. Percorsi è un libro basato sull’importanza dei concetti di linea, di spazio e di corrispondenza, e propone percorsi fatti di materiali diversi e dei quali solo uno è giusto affinché, ad esempio, la farfalla si posi sul fiore o il pesce giunga nell’acqua. Contrari esplora le differenze attraverso il confronto sia riguardo a sentimenti sia a dimensioni (ad es., la faccia sorridente e la faccia triste, il bruco lungo e il bruco corto). Tutti i libri di questa collana sono editi in francese, in italiano e in zulu e frutto di una collaborazione internazionale. La richiesta di questi libri è alta e per questo il Centro ha deciso di appoggiarsi alla Cooperativa Lakruna di Roma per poter soddisfare la domanda; inizialmente il progetto editoriale avrebbe dovuto includere la Cooperativa Zajedno, ma la collaborazione è terminata prima del tempo.
Durante il recente Convegno sull’accessibilità alla lettura organizzato da «Liber – Libri per bambini e per ragazzi» (Campi Bisenzio, 10 novembre 2017), Pietro Vecchiarelli nel suo contributo ha evidenziato l’importanza e le difficoltà di adattare in libri accessibili quelle storie che fanno parte del patrimonio comune di ogni bambino «perché tutti i personaggi delle favole antiche e moderne che appartengono all’immaginario dei bambini non divengano per lui materia di esclusione sociale»12. L’editrice francese Les Doigts Qui Rêvent si è impegnata in questo senso attraverso la produzione di successi moderni come Petit Bleu, Petit Jaune (Piccolo blu, piccolo Giallo) di Leo Lionni e tradizionali come Le Petit Chaperon Rouge (Cappucetto Rosso). Il primo titolo si presta fin dall’originale a un adattamento aptico grazie al suo contenuto altamente simbolico; pertanto, il cambiamento dell’originale consiste nei protagonisti, la cui distinzione diviene principalmente tattile e non visiva in base al colore. Il formato nella versione accessibile diventa decisamente molto più grande perché la storia deve svilupparsi in orizzontale, visto che la rilegatura del libro, che deve contenere materiali tattili, non permette troppe pagine. Invece, nella sua versione tattile Cappuccetto rosso è stato ideato fin dall’inizio e in ogni particolare aptico da Warja Lavater, artista di fama internazionale, ed è un vero e proprio capolavoro. Anche gli adattamenti in braille, come quelli della Stamperia Braille di Firenze e della Biblioteca Nazionale per Ciechi di Monza, richiedono delle complesse modifiche testuali in quanto, come detto nel secondo capitolo di questo lavoro, il formato dei simboli Braille è standard e non può essere reso più piccolo.
La difficoltà di tutti gli operatori tiflodidattici è, quindi, quella di riuscire ad apportare quei necessari adattamenti a libri già editi, che non sono nati specificatamente per essere proposti a bambini ciechi, senza perdere i contenuti e le suggestioni narrative. Un lavoro altamente creativo, sia sul versante didattico sia su quello estetico, che comporta il coinvolgimento di professionalità trasversali, sulle quali a dire il vero ancora non s’investe sufficientemente in formazione e aggiornamento13.
Iniziative e progetti
La Federazione Nazionale Pro ciechi è coinvolta in progetti di respiro nazionale e internazionale.
Innanzitutto, la Federazione organizza e promuove dal 2011 il già citato concorso di illustrazione tattile per l’infanzia “Tocca a te!”, giunto alla sua quarta edizione. Questo concorso è di scadenza biennale ed è stato ideato dalla Federazione stessa in collaborazione con gli Istituti pro ciechi che ne fanno parte. “Tocca a te!” diviene un’occasione per realizzare prototipi di libri tattili per bambini non vedenti e i titoli più interessanti che partecipano alla gara vengono scelti da una commissione per essere stampati in serie e inseriti nella collana omonima del concorso.
Un’altra competizione, ma questa volta internazionale, è il concorso Typhlo & Tactus, ideato dalla pioniera casa editrice di libri tattili Les Doigts Qui Rêvent. Il Concorso si riferisce a un progetto nato nel 2000 grazie agli investimenti del Ministero Francese della Cultura e della Commissione Europea. Il grande investimento dell’Unione Europea ha permesso la creazione di libri tattili in ordine di migliaia e al prezzo di soli quindici euro, quello di un comune titolo per ragazzi, anziché di quaranta-cinquanta euro. Dal 2007, l’UE non finanzia più il progetto e il Gruppo Internazionale Tactus continua a esistere grazie alla partecipazione e all’autofinanziamento di numerosi paesi europei (Belgio, Finlandia, Francia, Italia, Olanda, Polonia, Regno Unito e Repubblica Ceca) e recentemente anche extraeuropei (Iran, Colombia, e Stati Uniti). Dal 2000 la casa editrice Les Doigts Qui Rêvent ristampa in otto lingue diverse i migliori libri tattili che partecipano al concorso, scelti da ogni Paese partner anche mediante i propri bandi nazionali.
La Federazione organizza eventi e attività in cui i bambini vedenti e non vedenti possono entrare direttamente in contatto con l’editoria tattile, conoscere a fondo il senso del tatto e partecipare tutti in modo inclusivo. Tra questi progetti spicca “A spasso con le dita”, una mostra di opere tattili accessibili a tutti, ideata nel 2010 in collaborazione con Enel Cuore Onlus, che ha permesso la creazione tra 2010 e 2012 di cinquemila libri tattili, poi distribuiti gratuitamente in 506 biblioteche pubbliche, 137 istituti pro ciechi, 11 associazioni, 76 ospedali pediatrici. La cinquina di libri scelti inizialmente era costituita da Soffio di vento di Elisa Lodolo (Italia), Giorgetto l’animale che cambia aspetto di Claudette Kraemer (Francia), Ho un po’ paura di Laure Constantin (Francia), Versi tra versi di Anette Diesen (Norvegia), Tutt’altro di Antje Sellig (Germania), ai quali si è successivamente aggiunto Settestella di Dario Moretti (Italia). Il successo di questa esperienza così importante è storico e determina la decisione di creare una mostra itinerante, per garantirne una promozione più capillare così da far conoscere i libri tattili. La prima esposizione è stata organizzata a Torino in occasione del Salone del libro del 2013 e ha ricevuto il premio “Nati per Leggere”; successivamente la mostra è stata ospitata in altre città della penisola: Genova, Narni, Firenze, Trieste, Verona, Roma, Bari, Napoli, Catania, Bologna, Lecce, Cagliari e Milano. Nel 2013 “A spasso con le dita” si è arricchito di tavole tattili create da celebri artisti, ai quali è stato chiesto d’interpretare alcune Parole della Solidarietà. Le tredici tavole polimateriche14 sono 80×80 cm e la loro esposizione è a misura di bambino, perché esse sono state create appositamente per essere esplorate, toccate, percepite dalle mani dei piccoli partecipanti, in un’esperienza che capovolge lo stereotipo dell’opera artistica protetta dal vetro e che Bruno Munari avrebbe approvato in toto.
In concerto con il Laboratorio d’Arte del Palazzo delle Esposizioni di Roma, la Federazione ha organizzato un’altra mostra, Sensi Unici, dal 12 novembre 2016 al 26 febbraio 2017, collocata al piano zero del Palazzo stesso. In essa sono state esposte alcune tavole di “A spasso con le dita” assieme a libri tattili di prestigiosi artisti, come Bruno Munari e Katsumi Komagata, autori importanti come Mauro L. Evangelista e Mauro Bellei, e artisti come Marcella Basso ed Elisa Lodolo, di recente affermazione grazie al concorso Typhlo & Tactus. Anche questa mostra prevedeva numerose occasioni di incontro, coinvolgendo scuole, genitori, enti; attività laboratoriali ludiche e inclusive di lettura di libri tattili, durante le quali i bambini vedenti venivano bendati, e di costruzione di immagini tattili con la tecnica del collage materico.
Un progetto che promuove la conoscenza e il contatto con i libri tattili, anche attraverso workshop, è la Magic Tactile Box. L’idea di base è stata proposta da Pietro Vecchiarelli e consisteva in una grande scatola mobile che, aprendosi, potesse contenere libri tattili in mostra e tutto il materiale necessario per la lettura e i laboratori tattili, in modo tale da condensare ogni esigenza nei confini della scatola, senza ogni volta dover trovare gli spazi per allestire la mostra. In concreto, questa scatola, anche se progettata architettonicamente, non è stata mai realizzata per motivi economici; nonostante questo, la promozione dei libri tattili è stata comunque effettuata trasportando tutto il materiale in un camioncino.
In occasione della Fiera Bookcity 2017 a Milano è stato presentato un nuovo progetto in collaborazione con la Fondazione Cariplo, che investe in idee d’innovazione culturale. Alla neonata Fiera del libro è stato organizzato un incontro i cui protagonisti sono stati due libri tattili vincitori rispettivamente del secondo e del terzo Concorso “Tocca a te!”: Foglie di F. Pirrone e Ombra di A. Veracchi e M. Tonelli. Grazie all’investimento della Fondazione Cariplo sono state prodotte 400 copie di entrambi i titoli: saranno distribuite gratuitamente nelle istituzioni che si occupano dell’integrazione di bambini ciechi e con difficoltà di lettura; altre cento copie sono, invece, state prodotte per essere vendute su richiesta.
- Cfr. «Centro Produzione Libri Tattili» alla seguente URL: www.libritattili.prociechi.it/news/cataloghi/ (ultima consultazione: 31 luglio 2018). ↵
- Questo contributo è un estratto della Tesi di laurea Magistrale in “Editoria e scrittura” dal titolo L’editoria accessibile per l’infanzia. Tipologie di libri, case editrici inclusive e biblioteche, discussa nel gennaio 2018 presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”: relatrice la Prof.ssa Maria Panetta e correlatore il Prof. Giulio Perrone. ↵
- Cfr. «Federazione Italiana delle Istituzioni Pro ciechi Onlus» alla URL www.prociechi.it/ (ultima consultazione: 31 luglio 2018). ↵
- Cfr. B. A. Steinman, B. J. Lejeune, B. T. Kimbrough (2006), Developmental stages of reading processes in children who are blind and sighted, in «Journal of visual impairment and blindness», January 2006, pp. 36-46; rielaborato in L. Polsoni, La lettura Braille. Aspetti cognitivi e neuropsicologici, implicazioni per la didattica e la valutazione, in «Tiflogia per l’integrazione», ottobre-dicembre, 2009, pp. 102-16. ↵
- L. Polsoni, La lettura Braille. Aspetti cognitivi e neuropsicologici, implicazioni per la didattica e la valutazione, in «Tiflogia per l’integrazione», ottobre-dicembre, 2009, pp. 102-16. ↵
- Ibidem. ↵
- Cfr. L. Secchi, Le metodologie dell’esplorazione tattile. Per una conoscenza delle forme della rappresentazione ed estensione di senso dell’aptica, Contributo in occasione della manifestazione «Libri che prendono forma», Roma, 17 marzo 2010, MiBAC – FNIPC in www.libritattili.prociechi.it/approfondimenti/secchi-le-metodologie-dellesplorazione-tattile/ (ultima consultazione: 31 luglio 2018). ↵
- Cfr. P. Vecchiarelli, Caratteristiche tecniche e produzione di un libro tattile illustrato, in «Libri tattili illustrati»: www.libritattili.prociechi.it/approfondimenti/1173 e S. Alfano, Come si realizza un libro tattile, in «Libri tattili illustrati»: www.libritattili.prociechi.it/approfondimenti/stefano-alfano-si-realizza-un-libro-tattile e F. Piccardi, I libri tattili illustrati nel processo di educazione all’immagine del bambino con deficit visivo, in «Libri tattili illustrati»: http://libritattili.prociechi.it/approfondimenti/francesca-piccardi (ultima consultazione: 31 luglio 2018). ↵
- Cfr. B. Munari, I prelibri, Mantova, Corraini, 2002. ↵
- A. Theurel, E. Polato, P. Caldironi et al., The effect of joint reading on the tactile comprehension of a tact-illustrated book by early blind children, in «Terra Haptica», 1° sept 2010, vol. 1, p. 11. ↵
- B. Munari, I laboratori tattili, Mantova, Corraini, 2009, p. 3. ↵
- P. Vecchiarelli, L’adattamento dei classici della letteratura per ragazzi e il diritto all’uguaglianza culturale, Convegno Liber a Campi di Bisenzio, novembre 2017, versione integrale non pubblicata dell’articolo in «Liber» n. 116. ↵
- Ibidem. ↵
- Le tredici tavole sono: Sentiero (di Arianna Papini); Cerchio (di Chiara Carrer); Legame (di Elisa Lodolo); Insieme (di Francesca Pirrone); Sorpresa (di Gabriela Rodriguez Cometta); Scambio (di Jek Tessaro); Respiro (di Giacomo Tringali); Dono (di Lorenzo Terranera); Mano (di Fanny Pageau); Coro (di Michela Grasselli e di Giuseppe Vitale); Confronto (di Sonia Maria Luce Possentini); Soglia (di Michele Fabbricatore); Calore (di Silvia Bonanni); Barriera (di Gioia Marchegiani); Lentezza (di Simona Mulazzani ed Eugenia Garavaglia); Abbraccio (di Mauro L. Evangelista). ↵
(fasc. 22, 25 agosto 2018)