Tra poesia e arte: rassegna di editori di libri d’artista italiani del Novecento

Author di Luigi Paglia

Il contributo compie una ricognizione (ovviamente non esaustiva, dato il panorama quasi sconfinato delle pubblicazioni, ma abbastanza rappresentativa) delle diverse realizzazioni di libri d’artista da parte di vari editori, a partire dagli anni Venti-Trenta del Novecento e limitata al territorio nazionale.

La definizione del libro d’artista[1. Una panoramica storica dell’illustrazione italiana e dei libri d’artista è presente in P. Pallottino, Storia dell’illustrazione italiana, Bologna, Zanichelli, 1988, in L. Dematteis, G. Maffei, Libri d’artista in Italia 1960-1998 – Books by artists in Italy 1960-1998, Torino, Regione Piemonte, 1998, e nell’articolo di V. Filacavai, Artisti e  libri  illustrati italiani del Novecento, in R. Jentsch,  I libri d’artista italiani del Novecento, Torino, Umberto Allemandi, 1993, pp. 9-20. Il libro registra, inoltre, un vastissimo repertorio di libri d’artista italiani del Novecento. Altri contributi riguardanti i libri d’artista (repertori, cataloghi di mostre, monografie ecc.) sono: A. Baglivo e V. Pinto, Ibridi fogli: archivio del libro d’artista, Cava dei Tirreni (SA), Area Blu, 2014;  B. Sghiavetta e M. G. Tavoni, Guida per bibliofili affamati, Bologna,  Editore Pendragon, 2014; La scrittura e l’immagine: tra arte e poesia, a cura di L. Paglia, Foggia, Fondazione Banca del Monte, 2012; Libri d’artista dalla collezione Consolandi 1919-2009, a cura di G. Maffei e A. Vettese, con la collaborazione di V. Bellavia, Catalogo della Mostra tenuta a Milano nel 2010, Milano, Editore Charta, 2010; Quasi pagine. Libro d’artista, libro oggetto, libro ambiente, Biblioteca San Giorgio, Pistoia, 23 aprile-16 giugno 2007, a cura di P. Tesi, Pistoia,  Editore Settegiorni, 2007; Parole disegnate, parole dipinte. La collezione Mingardi di libri d’artista, Catalogo della mostra tenutasi a Reggio Emilia, Palazzo Magnani dal 4 febbraio al 28 marzo 2005, a cura di S. Parmiggiani, C. Mingardi, Milano, Skira 2005; Preziose carte, un viaggio nei libri d’artista, Catalogo della Mostra nel Museo Civico di Montepulciano, dicembre 2003-marzo 2004, a cura di P. Tesi e R. Longi, Siena, Protagon Editori Toscani – Amm.ne Prov.le Siena, 2003; Le hasard. Libri d’artista italiani. Catalogo della mostra a Calimera 2003, a cura del Laboratorio 66 Archivio libri d’artista: G. Gini-F. Fedi, Lecce, Editore Piero Manni, 2003; Letteratura come vita. Libri d’artista e di poesia: dalla Collezione Manzitti, con uno scritto di Carlo Bo e una poesia inedita di Mario Luzi, Introduzione di S. Verdino, Catalogo pubblicato in occasione della Mostra tenuta a Genova nel 2001, Genova, Edizioni San Marco dei Giustiniani, 2001; Pagine e dintorni. Libri d’artista, testi di G. Gini, E. Zanella Manara, Testimonianze di C. Belloli, M. Bentivoglio, L. Caruso, Gio Ferri, A. Lora Torino, B. Munari, L. Pignotti, Catalogo della Mostra, Gallarate, Civica Galleria d’Arte Moderna Casa d’Europa, 22 settembre-26 ottobre 1991, Comune di Gallarate, 1991; Verba picta – Interrelazione tra testo e immagine nel patrimonio artistico e letterario della seconda metà del Novecento – Università degli studi di Firenze (www.verbapicta.it).], anche se correntemente usata, appare riduttiva, poiché più convenientemente si potrebbe parlare di libro di arte e poesia o letteratura, rappresentando esso un genere particolare di oggetto estetico, derivante dall’interrelazione (nella prospettiva di una particolare forma di intertestualità) di diverse espressioni artistiche alternative e/o congiunte: A) testi letterari: di solito poesie o aforismi o pensieri, ma anche testi più lunghi di narrativa, di teatro o di saggistica; B) opere originali, numerate e firmate, in edizione limitata (e talvolta unica), quasi sempre di grafica, ma talvolta di disegno, di pittura o di scultura.

Sono, pertanto, da escludere dal novero dei libri di artista le opere con riproduzioni fotomeccaniche, a cominciare da quelle dei Futuristi ai quali pure va il merito dell’affermazione delle istanze del collegamento e dell’interazione delle arti. Ai Futuristi si deve anche l’invenzione del libro-oggetto (anch’esso non rientrante nel novero dei libri di arte e letteratura) di cui sono famose due opere: il Depero futurista o Libro imbullonato di Fortunato Depero (edito nel 1927 dalla Dinamo-Azari di Milano), prodotto con carte di qualità e colore diversi e con inchiostri colorati e rilegato con due grossi bulloni con dadi e coppiglie, e la raccolta Parole in libertà futuriste olfattive tattili termiche di Marinetti, stampata con un procedimento litografico su latta ideato da Tullio d’Albisola, edita nel 1932 da Vincenzo Nosenzo[2. Sulle “invenzioni” librarie futuriste, cfr. Libri taglienti esplosivi e luminosi: il nuovo libro futurista. Avanguardie artistiche e libro tra futurismo e libro d’artista, Catalogo della Mostra,  Exhibition Catalogne, Trento, Biblioteca comunale, Bolzano, Museion: 8/11/2005-17/02/2006, Rovereto, Nicolodi Editore, 2005.].

Rientrano a pieno titolo tra i libri d’artista le opere uniche o a tiratura limitatissima (fino a 9 esemplari), con testi letterari e incisioni o piccole sculture, di solito prodotte non dagli editori, ma dai singoli artisti e poeti (come quelle di De Palma, Ruggero-Paglia, Loretti-Paglia) o da mecenati per dono agli amici (come il volume Fontana 1985, con una poesia di Rilke e un’incisione di Giò Pomodoro, realizzato da Franca e Walter Fontana in 99 copie).

Sono assimilabili ai libri d’artista i volumi miscellanei e le riviste, sia quelle con periodicità annuale (come «Istmi-tracce di vita letteraria») che quelle a ricorrenza più breve (come la trimestrale «Origini» delle Edizioni La scaletta) contenenti, ovviamente, incisioni numerate, firmate a mano e in tiratura limitata (di solito 100 o 150 copie), oltre ai testi letterari e poetici. Anche l’esemplare unico di Lea Bilanci Shakespeare può essere assimilato ai libri d’artista, perché, pur non contenendo alcuna grafica tradizionale, è, tuttavia, costituito da una raccolta di 152 fogli, ognuno dei quali è un pezzo unico, realizzato a mano, di carta griffata lavorata e impregnata con acqua, farina, cacao e spezie, paragonabile a un intervento grafico. Essi sono intervallati da 16 fogli in pergamino su cui sono stampati alcuni sonetti di Shakespeare.

Si possono, inoltre, apparentare ai libri d’artista i fogli singoli che presentano affiancati un’opera grafica originale e un testo letterario, come, ad es., la puntasecca di Michel Ciry, inglobante un sonetto del Petrarca (1969), e la xilografia senza inchiostratura di Andrea De Simeis raccordata al testo Molto mi piace la lieta stagione di primavera di Bertrans de Born (Martano, Ed. CubiArte, 2009).

Non rientrano tra i libri d’artista, ma sono, comunque, da segnalare ed evidenziare le opere grafiche ispirate, ma non affiancate nella pubblicazione, ai grandi libri della letteratura (cfr. le opere ispirate ai Promessi Sposi, alla Commedia di Dante, al Piccolo principe ecc.).

Per quanto riguarda gli operatori, si può parlare di una quadrangolazione editore-scrittore-artista-stampatore (senza dimenticare l’apporto, a volte rilevante, dei maestri cartai, dei tipografi, dei legatori, degli ebanisti)[3. Tale apporto è sottolineato da Sandro Parmiggiani: «è altresì evidente che alla riuscita di un libro d’artista non concorrono solo la qualità del testo e delle immagini che lo accompagnano, ma anche il “progetto” del libro adottato dall’editore assieme all’autore del testo e all’artista, e gli elementi materiali in cui esso si sostanzia: qualità e appropriatezza della carta; impaginazione, con speciale attenzione al frontespizio e al colophon; caratteri adottati per comporre il testo e colore dell’inchiostro, in rapporto alla carta, con cui viene stampato; legatura o contenitore – dunque, il libro d’artista non è opera di due soli protagonisti: non esisterebbe senza i maestri artigiani che sanno dargli vita, e ai quali sempre deve essere resa la lode che meritano, e che spesso viene dimenticata o oscurata»; S. Parmiggiani, Parole figurate. I libri d’artista dei Cento Amici del Libro, a cura di S. Parmiggiani, Catalogo della Mostra,Reggio Emilia, Palazzo Magnani (dal 22 novembre 2009 al 17 gennaio 2010), Milano, Skira, 2009, p. 5.], con la possibilità di coincidenza di due o tre di questi ruoli nella figura dell’editore, soprattutto se piccolo, il quale rappresenta il vertice propositivo dell’operazione, assieme allo scrittore: da essi deriva l’espressione congiunta della fantasia creatrice nella realizzazione dell’oggetto estetico.

Il libro d’artista ha origini abbastanza remote. Non tenendo conto delle miniature e delle xilografie dei libri religiosi nel periodo precedente l’invenzione della stampa, i precursori dei libri d’artista, con illustrazioni xilografiche o litografiche, si possono far risalire rispettivamente al 1467, quando viene pubblicato a Roma il libro Meditationes del Cardinale Giovanni De Torquemada (detto latinamente Turrecremata) con xilografie, eseguite da un artista anonimo, raffiguranti scene del Vecchio e del Nuovo Testamento, e alla fine del Settecento, quando l’inventore e commediografo austriaco Johann Alois Senefelder (Praga, 6 novembre 1771-Monaco di Baviera, 26 febbraio 1834), inventa a Monaco la tecnica litografica (prendendone nel 1799 il brevetto), volendo stampare da sé le proprie opere, dapprima riproducendo solo la scrittura e poi introducendo delle vignette, che appaiono come le prime realizzazioni litografiche[4. Per notizie più particolareggiate cfr. P. Pallottino, Storia dell’illustrazione italiana…, op. cit., pp. 22 e sgg., e la voce «Incisione» nell’Enciclopedia Universale dell’Arte, Venezia, Istituto per la collaborazione culturale, 1958, pp. 228 e sgg.].

Le pubblicazioni di tali libri d’arte appaiono nell’Ottocento numericamente abbastanza limitate (anche se realizzate con l’intervento di artisti illustri: Pinelli, Hayez, D’Azeglio); è solo nel XX secolo che il libro d’artista si afferma in modo considerevole e raggiunge vette altissime di diffusione nel secondo dopoguerra, con la proliferazione, soprattutto negli ultimi decenni del Novecento, di piccoli e micro editori che realizzano spesso le loro opere senza fine di lucro, con la collaborazione gratuita di artisti e letterati più o meno importanti, mentre gli editori di dimensioni aziendali più vaste sono spinti parzialmente o totalmente da interessi economici e commerciali alla produzione dei libri d’artista che rappresentano solo una parte della loro attività.

Per ciò che attiene alla fase creativa dell’operazione (tralasciando quella organizzativa dell’editore e quella esecutiva dello stampatore), il collegamento tra la scrittura e l’oggetto artistico si caratterizza per il rapporto tra gli operatori, lo scrittore-poeta e l’artista-incisore (che di solito sono entità diverse (A/B), ma, talvolta, sono la stessa persona: A=B), e in relazione alla modulazione dei tempi (di anteriorità, di posteriorità o di contemporaneità) della stesura o della produzione dei due testi.

Per il primo aspetto, si può dire che il testo letterario e il testo grafico (o l’oggetto artistico) correlativo, anche se derivano da percorsi diversi (esperienze, procedure, modalità, ecc.), sono originati spesso da una profonda affinità di ispirazione dei due diversi operatori, così come accade per le Stampe dell’Ottocento di Aldo Palazzeschi (Firenze, Edizione dei Cento amici del libro, 1942), illustrate dalle dieci litografie di Gianni Vagnetti, o per il Lamento per il sud di Salvatore Quasimodo (Milano, Franco Sciardelli, 1977) raffigurato nelle tre litografie di Francesco Messina.

Talvolta, però, tra i due testi (letterario e artistico) non c’è un rapporto di interdipendenza o affinità o commento; essi si presentano come due linee autonome di espressione, costituiscono una somma anziché uno sviluppo o correlazione, per cui l’intertestualità appare solo estrinseca. Sono esempi di questa modalità espressiva il disegno e gli acquerelli di Cosimo Budetta affiancati, rispettivamente, ai testi della Fontana malata di Palazzeschi e dell’Ode a Lucio Fontana di Leonardo Sinisgalli (Agromonte, Edizioni Ogopogo, 2004 e 2002).

Per quanto riguarda la scansione dei tempi di realizzazione dei due contributi creativi, si registrano le seguenti possibilità:

  1. il tempo della scrittura quasi sempre precede quello della grafica (o della creazione dell’oggetto artistico), poiché di solito è l’artista (incisore-pittore-scultore) che “commenta” o illustra un testo letterario, entrando in correlazione con esso per la produzione del libro. Meno frequentemente avviene il processo inverso. Secondo le indicazioni dell’intertestualità, si può dire che l’ipotesto può alternativamente essere costituito dalla scrittura o, anche se in misura minore, dall’opera artistica;
  2. nella dimensione contemporanea, le due operazioni della scrittura letteraria e della creazione artistica si realizzano, spesso, in tempi abbastanza (o molto) ravvicinati, sia nel caso, più frequente, dell’artista che illustra il testo letterario sia nel caso di scritti letterari che siano ispirati da opere d’arte, di cui sono un esempio le sei litografie a colori Le città di Tiné, “interpretate” dalle poesie inedite di Aldo Palazzeschi, Eugenio Montale, Raffaele Carrieri, Vittorio Sereni, Luciano Erba, Giovanni Raboni (Milano, Edizioni di Vanni Scheiwiller, 1972). Talvolta si verifica la coincidenza nello stesso soggetto delle due funzioni creative. In alcune occasioni, infatti, è lo scrittore che (quasi) contemporaneamente realizza le due operazioni della scrittura e dell’illustrazione dei propri testi letterari, come accade per Leonardo Sinisgalli (Più vicino ai morti, Padova, Ed. Panda, 1980), per Roberto Dossi (La geometria del suono, Milano, Ed. Il ragazzo innocuo, 2005) e per Luigi Paglia (La costellazione degli inchini, Ed. Il ragazzo innocuo, 2007). Meno frequentemente è l’artista (o l’operatore la cui attività, in alcuni casi non esclusiva, è quella artistica) che contestualmente illustra un proprio testo letterario, come avviene con Piero Pizzi Cannella nelle Storie di Bordo (Udine, Edizioni del tavolo rosso, 2003) e con Mario Raviele in Ambiguità (Milano, Il ragazzo innocuo, 2007). Luciano Ragozzino (Il ragazzo innocuo) sottolinea i due diversi percorsi creativi (dalla scrittura all’arte e viceversa) con la denominazione delle due collane editoriali: «Scripsit-sculpsit» e «Sculpsit-scripsit»;
  3. talora, sempre per quanto concerne la letteratura contemporanea, le due operazioni creative si realizzano a distanza di qualche anno, con una ripresa dei motivi poetici che vengono “tradotti” dagli artisti e raccordati nel libro, di cui sono esempi le 13 litografie di Parisella, nel volume Cinquante ans de Poésie di Eugenio Montale (Pollenza, Nuova Foglio, 1972), che illustrano anche le prime poesie del poeta, o l’acquaforte di Walter Piacesi (Ancona, Bucciarelli, 1968) per la Madre di Ungaretti (scritta nel 1930) o i quattro acquerelli di Cosimo Budetta (realizzati nel 2002, Edizioni Ogopogo) per l’Ode a Lucio Fontana di Leonardo Sinisgalli, scritta nel 1961. Il processo opposto, che presuppone l’intervento dello scrittore a distanza di qualche tempo da quello dell’artista, è esemplificato dal libro di Mario Luzi Primizie del deserto, pubblicato da Schwarz (Milano) nel 1952, in cui è inserito il ritratto del poeta eseguito nel 1941 da Ottone Rosai. Il collegamento ritardato tra la scrittura e la creazione artistica può realizzarsi, ma di rado, ad opera dello stesso soggetto nella sua doppia veste di scrittore e di artista (si pensi, ad esempio, al libro di Montale Botta e risposta – Lettera da Asolo delle Editiones dominicae di Verona (1976), nel quale vengono riunite la poesia ˗ già edita nel 1962 da Bodoni e poi nel 1971 da Mondadori ˗ e la grafica del poeta del 1976). Il percorso inverso dell’artista che illustra un proprio scritto letterario si verifica con De Chirico che pubblica nel 1929 in francese il romanzo-saggio Hebdomeros (Paris, Éditions du Carrefour) e poi lo ripubblica, nella traduzione italiana, e lo illustra dopo alcuni decenni (Roma, Editore Carlo Bestetti, 1972);
  4. abbastanza frequente è l’eventualità di grandi opere letterarie del passato che vengono “interpretate” dagli artisti, a distanza di molti anni o di secoli. Anche per la loro mole, le opere sono presupposte in absentia (per cui non si può parlare tecnicamente, ma solo molto estensivamente, di libri d’artista). Ne sono esempi Dalì e Matta, che si ispirano ai canti della Divina Commedia di Dante, o alcuni artisti (Treccani, Brindisi, Stefanelli, De Andreis, Tamburi) che raffigurano personaggi o episodi dei Promessi Sposi (Renzo, la fuga, Don Rodrigo e il Griso, Il castello dell’Innominato, Don Abbondio e Lucia, Milano, Ed. Brixia, s. i. d.). Altre volte, opere della classicità greca e romana o della letteratura italiana e straniera dal Duecento all’Ottocento sono riportate contestualmente con le grafiche, soprattutto quando si tratta di poesie, ma anche in alcuni casi di opere di narrativa o di teatro. Si va dalle acqueforti di Salvatore Fiume per le poesie, tradotte da Quasimodo, di cinque poeti greci, Alceo, Ibria, Archiloco, un poeta anonimo, Saffo (Pesaro, Ed. della Pergola, 1987), alle 29 xilografie di Bruno Colorio per l’Alcesti di Euripide (Vicenza, Ed. Neri Pozza, 1981), dall’acquaforte di Italo Valenti per i versi dei Paesaggi virgiliani (Verona, Officina Bodoni, 1981) alla litografia di Davide Benati per i sonetti di Luis de Gongora (Cernusco sul Naviglio, Edizioni Severgnini, 1989) e, inoltre, dalle acqueforti di Logli, Giò Pomodoro, Spallacci, Trebbiani e Valentini per cinque poesie di Leopardi, Le ricordanze, La ginestra, La sera del dì di festa, L’infinito, Alla luna (Pesaro, Edizioni della Pergola, 1987), alle otto litografie di Dante Panni per La Maison Tellier di Guy De Maupassant (Istituto statale d’Arte di Urbino, 1956).

Passando a esaminare le caratteristiche fisiche dei libri d’artista, è chiaro che le legature rivestono una notevole importanza in quanto rappresentano il primo aspetto dell’oggetto estetico: si va dalle legature in semplice brossura a quelle più raffinate o originali, come la rilegatura in tutta pelle (per il volume Cinquante ans de poesie di Eugenio Montale della Nuova Foglio, 1972) o in mezza pelle e tela, con cofanetto telato (per il libro The River di Paul Zweig delle edizioni Plain Wrapper Press di Verona, 1981) o in tutta tela (impiegata per tutti i volumi della GEMA di Foggia, 2000-2010, e per Il vicino di Mario Pomilio nelle Edizioni Ca’ Spinello di Urbino, 1971) o come la copertura con carta decorata a colla (usata per il volume Orfeo Euridice Hermes Alceste di Rainer Maria Rilke della Chimerea Officina di Milano, 1999) o la rilegatura del dorso in marocchino blu e piatti in quadranti in carta a mano azzurra (per i Paesaggi virgiliani dell’Officina Bodoni, 1981) fino alle copertine dei volumetti del Filo di Partenope di Napoli, per i quali vengono utilizzate carte materiche del tutto particolari, prodotte a mano dal Laboratorio di Lina Marigliano in collaborazione con la maestra cartaia Lea Bilanci, impastando fibre di cotone con sabbia di varie località (delle spiagge di Aphrodite, di Monterosso ecc.) o anche con mirra, ardesia, gesso ecc.

Le dimensioni dei volumi vanno dalle misure veramente ridottissime (come quelle dei microlibri Un sogno di Franz Kafka di cm 13×9, Palermo, Ed. dell’Angelo, 2007, e Riemerge in lontane chiarità di Luzi di cm 10×6, Rimini, Raffaelli Editore, 1997, che, però, essendo realizzati a fisarmonica, si estendono, quando sono completamente aperti, rispettivamente per 72 e per 98 centimetri di lunghezza e che, quindi, hanno la particolarità di essere contemporaneamente tra i più piccoli, quando sono chiusi, e i più lunghi, quando sono aperti) a quelle molto più ampie dei macrolibri Gabbiani (1984) delle Edizioni della Pergola di Pesaro, di cm 53×37; Le città di Tiné (1972) nelle Edizioni di Vanni Scheiwiller di Milano, di cm 50×35; e Madre. Omaggio a Ungaretti (1968) delle Edizioni Bucciarelli di Ancona, di cm 50×35, attraverso tutta una gamma di dimensioni intermedie, con una più numerosa presenza di libri di medie dimensioni (in quarto e in ottavo).

La varietà investe anche il rapporto lunghezza-larghezza. Si va dalle misure canoniche, assimilabili o vicine al rettangolo aureo (1,618×1), a quelle meno consuete riconducibili alla forma quadrata (come per i volumetti dell’Alma Charta di Toccalmatto, di cm 20×20, delle Edizioni di Luna e Gufo di Scandicci, di cm 16,5×16,5 o per Indizi di Zanzotto di Grafica Uno, Milano, 1995, di cm 31×31) e, inversamente, all’allungamento in altezza rispetto alla lunghezza (Nuove carte di Fano: cm 29×13,5 e Ogopogo: cm 30,2×11).

L’impaginazione appare, in genere, variata nei vari esemplari librari nel rapporto tra il testo grafico e quello scritto. Le grafiche possono essere inserite nel libro, o all’inizio (specie quando l’incisione è unica, come l’acquaforte di Primo Conti nei Salmi, Ed. Bucciarelli, 1970) o, in alternanza con le pagine scritte, all’interno del libro (come accade per le Sessanta xilografie per Guido Gozzano di Augusto Valenti, Torino, Ed. Marco Noire, 1970) o collocate alla fine del volume. Ma, in altri casi, le creazioni artistiche appaiono sciolte e separate dai testi letterari sia quando essi sono legati in un libro (come accade per le acqueforti di Viani nell’Omaggio a Petrarca, Torino,  Ed. Ruggero Aprile, 1974) sia quando gli scritti poetici sono egualmente redatti in fogli sciolti e raccolti in una cartella (cfr. le cinque acqueforti-acquetinte nel già citato Poesia e immagine; cinque artisti per Giacomo Leopardi).

Un caso del tutto particolare e originale è rappresentato dal microlibro Riemerge in lontane chiarità di Luzi di cm 10×6 (Raffaelli Ed.), in quanto esso si sviluppa, come si è detto, a fisarmonica e il testo luziano, che si prolunga per 98 centimetri, è circondato e attraversato dalla figurazione grafica con effetti molto suggestivi e di interrelazione tra parola e incisione.

Le tecniche utilizzate nelle opere artistiche presentano un ampio ventaglio di realizzazioni. Gli esemplari artistici di maggiore ricorrenza sono quelli su supporto cartaceo che riguardano tipologie diversificate. Nella maggior parte dei casi, esse si collocano sul piano delle litografie e delle acqueforti e acquetinte, ma sono presenti anche realizzazioni di xilografie (Sessanta xilografie per Guido Gozzano di Augusto Valenti, Ed. Marco Noire, e le 29 xilografie originali a colori di Bruno Colorio per l’Alcesti di Euripide, Neri Pozza Ed.) e di serigrafie (come quelle di Valerio Adami in Museo del mondo, 2005, di Bruno Caruso in Capitanata narrata, 2004, e di Ubaldo Urbano in Silenzi e Suoni, 2010, tutte nelle Ed. GEMA di Foggia). Si tratta di multipli in tiratura più o meno limitata (da 5 a 300 copie), ma, talvolta, le incisioni plurime diventano opere uniche poiché su di esse si realizzano interventi di colorazione a mano degli artisti.

Altre tecniche e altri supporti usati (oltre alla carta) sono quelli dell’acrilico su telina (Silvia Venuti, in Luciano Erba, Vivi e lascia vivere, Osnago, Edizioni Pulcinoelefante, 2008), del collage-puzzle (Nespolo, in Sanguineti, Petite phrase, Belluno, Ed. Colophon, 2007), della guache su cartoncino (Mario Sacchi, in Franco Loi, Frammento da Arbur, Edizioni Pulcinoelefante, 2006), dell’olio su telina (Sergio Besutti, in Vito Riviello, Essere non essere, cm 15×11,5, Osnago, Edizioni Pulcinoelefante, 2000), delle impressioni su titanio (Pietro Pedeferri, in Franco Loi, Se pensa, cm 8×8, Edizioni Pulcinoelefante, 2008), dei disegni (Cosimo Budetta, in  Giuseppe Ungaretti, Natale, 2009, e in Aldo Palazzeschi, La fontana malata, 2004, entrambi nelle edizioni Ogopogo di Magnano di Latronico-PZ) e degli acquerelli su cartoncino (Cosimo Budetta, in Leonardo Sinisgalli, Ode a Lucio Fontana, 2002, e in Giorgio Barberi Squarotti, L’alba e il sogno, nelle Ed. Ogopogo, 2004; Alessandro Nocentini, in Monterosso al mare – Omaggio poetico di Eugenio Montale, Napoli, Ed. Il filo di Partenope, 2011). Tutti questi procedimenti determinano l’unicità o la rarità dell’opera, nell’assidua ricerca dell’originalità creativa da parte degli artisti.

Inoltre, il testo letterario può essere accompagnato da sculture in metallo (come la fusione in bronzo a cera persa, in 50 esemplari, di Arnaldo Pomodoro di cm 69×52, in Pierre Boulez, Répons, 2010, o la scultura in ferro di Mauro Staccioli, in 60 esemplari, in Mario Luzi, Quella vivida sostanza, 2007, entrambi nelle Edizioni Colophon, Belluno), da oggetti-fermalibri in rame, anche con inserti di corallo (in  Adonis, In onore del vento e degli alberi, 2011, e in Katherine Mansfield, La figlia del mare, entrambi nelle Edizioni Il filo di Partenope, 2008), da piccole sculture in ceramica (in Eugenio Montale, Monterosso al mare, Il filo di Partenope, 2011) o da una medaglia di bronzo (come quella di Francesco Messina per il Lamento per il sud di Salvatore Quasimodo, Ed. Franco Sciardelli, 1977).

Molto importante nella realizzazione dei libri d’artista è la scelta della carta, che si deve prestare alle esigenze grafiche, per quanto riguarda lo spessore, la consistenza, la qualità, per essere impressa convenientemente. Generalmente viene usata la carta fabbricata a mano, detta al tino, con l’utilizzo di materie prime sceltissime: cotone, canapa, lino, stracci, coloranti speciali. Il catalogo delle carte usate è molto ampio: fra le carte italiane, le più apprezzate sono le carte al tino dei fratelli Magnani in Val di Pescia (Ventura, Revere) e quelle delle cartiere Miliani di Fabriano (Umbria, Perusia, Duca di Ferrara, Ingres, Miliaflex, Offset, Feltria, Urbinas, Murillo, Rosaspina, Tiepolo, Vasari). Altre carte di pregio sono quelle della cartiera Sicars di Catania (Alcantara, Graphia, Etna), della cartiera di Amalfi (Amatruda), delle Cartiere Burgo di Maslianico (carta Formosa, Edìtio). Tra le carte straniere, la più ricercata è quella della cartiera tedesca Hahnemühle (Ingres, Bugra), mentre sono utilizzate in misura minore le carte della francese Auvergne, della tedesca Zerkall, delle Papeteries de Rives, della Wookey Hole.

Per ciò che attiene all’impressione dei testi scritti, si va dalle consuete tecniche tipografiche, ma in misura abbastanza limitata, alla stampa effettuata coi torchi a mano con caratteri mobili in piombo (soprattutto realizzata da piccoli editori non commerciali), fino alla stesura manoscritta (De Palma) o a quella calligrafica redatta litograficamente (Boccaccio, Decameron, della Teodorani). I caratteri mobili più usati sono i Garamond, Bodoni e Bembo, seguiti, meno frequentemente, dai Baskerville, Paganini, Polifilo, Garaldus, Centauro e, solo episodicamente, dai Böcklin, Jenson, Elzevir, Araldus, Magister, Donatello, Griffo, Zen, Dante, Spectrum e Van Dijck.

La tiratura acquista una considerevole importanza per quanto concerne la particolarità e il valore dei prodotti librari, indirettamente proporzionali alla numerosità delle copie stampate. Il libro d’artista, come si è detto, è pubblicato in tiratura limitata e numerata (si va dalle 5 copie della CubiArte dalle 15 di Istmi e dalle 16 del Pulcinoelefante a un massimo di 300 dell’Istituto del libro di Urbino e delle Edizioni GEMA di Foggia) sia per le limitazioni imposte dalla tecnica grafica (il cui tratto è facilmente deteriorabile soprattutto per le acqueforti e acquetinte, meno per le litografie e serigrafie) sia per offrire ai fruitori un prodotto di pregio, non eccessivamente moltiplicato nei propri esemplari.

Al di fuori di queste modalità restano sia l’opera unica (un solo esemplare che appare come un libro d’artista particolarissimo) sia la tiratura di migliaia di copie, relativa alla tecnica della riproduzione tipografica come avviene per la tavole parolibere dei Futuristi la cui opzione, come si è già detto, non rientra nella configurazione del libro d’artista, anche se appare importante come documento storico della tipografia dell’arte d’avanguardia.

Volendo rappresentare la mappa della dislocazione territoriale degli editori, essi si collocano in massima parte nell’area centro-settentrionale della penisola, con una scarsa presenza nelle zone meridionali (Salerno, dove hanno la sede le Edizioni dell’Ombra di Bevilacqua; Napoli con Il filo di Penelope; Bellizzi (SA) con gli Ibridilibri di Baglivo; Agromonte (PZ) con le edizioni Ogopogo di Budetta; Foggia con le edizioni GEMA; Martano (LE) con Cubiarte; Palermo con Sellerio editore e le Edizioni dell’Angelo; Valverde (Catania) con Il Girasole.

Le aree di maggiore concentrazione editoriale, determinata di solito da una lunga tradizione, sono da individuarsi nella Lombardia, nel Veneto e nelle Marche. Per quanto riguarda il territorio lombardo, Milano è la capitale italiana dell’editoria artistica (come di quella commerciale) con i Cento Amici del libro (dopo il trasferimento da Firenze); Scheiwiller; Schwarz; Grafica Uno di Giorgio Upiglio; Raffaele Bandini Editore; Franco Sciardelli; Teodorani Editore; M’Arte Edizioni; le Edizioni Rizzardi; le Edizioni Il Buon Tempo di Lucio Passerini; le Edizioni Brixia; unaluna (prima del trasferimento a Gubbio); Il ragazzo innocuo di Luciano Ragozzino; i Quaderni di Orfeo di Roberto Dossi; le Edizioni Henry Beyle, mentre a Cernusco sul Naviglio, in provincia di Milano, hanno sede le Edizioni Severgnini; a Osnago, in provincia di Lecco, le Edizioni Pulcinoelefante di Alberto Casiraghi; a Brescia le Edizioni L’Obliquo di Giorgio Bertelli.

Nelle Marche gli editori di libri d’artista sono dislocati un po’ in tutta la regione: a Urbino, con il glorioso Istituto statale d’Arte e con Ca’ Spinello; a Pesaro, con le Edizioni La pergola di Piergiorgio Spallacci e con Arte Club; a Montellabate di Pesaro, con Raffaelli Editore, prima del suo trasferimento a Rimini; in provincia di Pesaro-Urbino, con le Edizioni Le nuove carte di Giordano Perelli a Fano, e con Istmi a Urbania; ad Ancona, con le Edizioni Brenno Bucciarelli; a Pallanza, provincia di Macerata, con La nuova Foglio; a Casette d’Ete, provincia di Ascoli Piceno, con l’Associazione Culturale La Luna e le Grafiche Fioroni.

Nel Veneto, il centro per eccellenza dell’editoria d’arte è Verona con le gloriose edizioni dell’Officina Bodoni di Giovanni e Martino Mardersteig; le Editiones dominicae di Franco Riva; Plain Wrapper Press di Richard-Gabriel Rummonds; la Chimerea officina di Alessandro Corubolo e Gino Castiglioni; Ampersand di Alessandro Zanella, Valeggio sul Mincio (Verona), mentre a Vicenza sono localizzate le edizioni Neri Pozza, a Padova quelle di Panda e in alcune città del Veneto (Casier, Cittadella, Padova, Treviso) le Edizioni della Biblioteca Cominiana. Altri editori hanno sede in località più o meno decentrate: Josef Weiss Edizioni, a Mendrisio (Canton Ticino) nella Svizzera italiana; Fogola, Marco Noire e Ruggero Aprile a Torino; All’insegna del Lanzello a Castigliole d’Asti; Liboà a Dogliani  (Cuneo); le Edizioni del Tavolo rosso di Albicocco a Udine; Colophon Arte a Belluno; le Edizioni S. Marco dei Giustiniani a Genova; Il Bisonte a Firenze; le Edizioni di Luna e Gufo a Scandicci (Firenze); Alma Charta di André Beuchat a Toccalmatto (Parma); le Edizioni La Scaletta S. Polo d’Enza (Reggio Emilia) 1972; e le Edizioni Scipione Castello 56 a Salsomaggiore (Parma); le Edizioni La Scaletta S. Polo d’Enza (Reggio Emilia); Mavida a Reggio Emilia; Raffaelli a Rimini (dopo il trasferimento); unaluna a Gubbio (dopo il trasferimento da Milano); EliografEdizioni; Urbinati, Carlo Bestetti Edizioni d’arte e Il Cigno Galileo Galilei Edizioni a Roma.

Riguardo ai tempi di fondazione delle edizioni o, più precisamente, a quelli in cui viene intrapresa la pubblicazione dei libri d’artista, che non sempre coincidono con quelli della nascita editoriale, l’arco temporale si diparte dalla fine degli anni Venti e Trenta del Novecento (Scuola statale d’Arte Urbino, 1927; Officina Bodoni di Giovanni Mardersteig, Verona, 1939; Cento amici del libro, Firenze-Milano, 1939) e si estende  in progressione, negli anni Quaranta (Urbinati, Roma, 1944; Carlo Bestetti Edizioni d’arte, Roma, 1947), negli anni Cinquanta (Schwarz editore, Milano, 1952; Scheiwiller, Milano, 1953; Editiones dominicae di Franco Riva, Verona, 1954), negli anni Sessanta (Edizioni Brenno Bucciarelli, Ancona, 1960; Chimerea officina di Alessandro Corubolo e Gino Castiglioni, Verona, 1960; Grafica Uno-Giorgio Upiglio, Milano, 1962; Fogola Editore, Torino, 1963; Plain Wrapper Press, Verona, 1966; Franco Sciardelli, Milano, 1966; Raffaele Bandini Editore, Milano, 1966; Neri Pozza, Vicenza, 1967; Teodorani Editore, Roma, 1968; EliografEdizioni Roma, 1969; Edizioni La pergola, Pesaro, 1969; Marco Noire, Torino, 1969), negli anni Settanta (Il Bisonte, Firenze, 1970; Sellerio, Palermo, 1970; Ca’ Spinello, Urbino, 1970; M’Arte Edizioni Milano, 1970; La nuova Foglio, Pallanza-Macerata, 1972;  le Edizioni La Scaletta S. Polo d’Enza (Reggio Emilia),  1972; Ruggero Aprile, Torino, 1973; le Edizioni Rizzardi, Milano, 1973; le Edizioni S. Marco dei Giustiniani, Genova, 1976), negli anni Ottanta (Panda edizioni, Padova, 1980; Edizioni Brixia, Milano, 1982; Edizioni Pulcinoelefante di Alberto Casiraghy, Osnago-Lecco, 1982; All’insegna del Lanzello, Castigliole d’Asti, 1982; Edizioni Le nuove carte di Giordano Perelli, Fano, 1983; Edizioni Severgnini, Cernusco sul Naviglio-Milano, 1983; Ampersand di Alessandro Zanella, Valeggio sul Mincio-Verona, 1984; Le Edizioni della Biblioteca Cominiana-Veneto, 1984; Edizioni L’Obliquo di Giorgio Bertelli, Brescia, 1985; Il Cigno Galileo Galilei Edizioni, Roma, 1985; Josef Weiss Edizioni, Mendrisio 1986; Colophon Arte, Belluno, 1988; Raffaelli Editore, Montellabate di Pesaro e poi Rimini, 1989; Mavida di Dall’Aglio e Manfredi, Reggio Emilia, 1989; Ogopogo di Cosimo Budetta, Agromonte-Potenza, 1989), negli anni Novanta (Edizioni Il Buon Tempo di Lucio Passerini, Milano, 1991; Edizioni dell’Ombra di Gaetano Bevilacqua, Salerno, 1992; Edizioni di Luna e Gufo, Scandicci, 1992; Edizioni del Tavolo rosso-Stamperia d’Arte Albicocco, Udine, 1994; Edizioni dell’Angelo di Alberto Randisi, Bassano del Grappa e poi Palermo 1995; Liboà-La Stamperia d’arte al pozzo, Dogliani Castello-Cuneo, 1996; unaluna, Milano-Gubbio, 1996; Istmi, Urbania-Pesaro-Urbino, 1997; Associazione Culturale La Luna-Grafiche Fioroni, Casette d’Ete, Fermo, 1997; Arte Club, Pesaro, 1998; Edizioni GEMA, Foggia, 1999) fino al nuovo secolo (le Edizioni Scipione Castello 56 a Salsomaggiore-Parma, 2000; Il filo di Partenope, Napoli, 2003; Il ragazzo innocuo di Luciano Ragozzino, Milano, 2003; i Quaderni di Orfeo di Roberto Dossi, Milano, 2003; Ibridilibri di Antonio Baglivo, Bellizzi-Salerno, 2004; Alma Charta di André Beuchat, Toccalmatto-Parma, 2007; Edizioni Henry Beyle, Milano, 2009; CubiArte Martano-Lecce, 2009; Il Girasole-Valverde-Catania, 2012).

La storia del libro d’artista del Novecento coincide, quindi, con la sequenza diacronica degli editori dei quali, di seguito, si presentano ˗ chiedendo venia per le inevitabili dimenticanze ˗ schede sintetiche sull’attività.

Istituto Statale d’Arte – Scuola del libro (Urbino)

Nato dalla trasformazione dell’Istituto di Belle Arti, attivo già dal 1864, prende vita nel 1923 a Urbino l’Istituto di Belle Arti per la decorazione e l’illustrazione del libro, che persegue il fine dell’insegnamento per la creazione di libri in cui si realizzi il connubio tra testo e illustrazione, l’interazione tra letteratura e grafica, e che si fa promotore già dal 1927 di edizioni molto qualificate, frutto dell’impegno degli insegnanti e degli alunni (tra cui sono da annoverare nomi prestigiosi come quelli di Leonardo Castellani, Salvatore Fiume, Arnoldo Ciarrocchi, Remo Brindisi, Dante Panni, Walter Piacesi), in tiratura limitata (dalle 25 alle 250 copie), impresse su carte pregiate (Umbria, Urbinas, Formosa) e corredate di grafiche originali (litografie, acqueforti, xilografie).

È molto difficile poter scegliere tra le circa duecentotrenta pubblicazioni (che spaziano dalla letteratura italiana alle straniere, dal classico al moderno, dalla poesia alla prosa) quelle più significative per la qualità dei testi e delle incisioni, di cui si dà, a titolo esemplificativo, un breve elenco: Sei dialoghi (dalle Operette morali) di Giacomo Leopardi, con 6 litografie di Hedda Celani (1931); La novella di Andreuccio da Perugia di Giovanni Boccaccio, con 5 xilografie di Anna Maraviglia (1944); La stazione di Pisa di Giovanni Giudici, con un disegno di Emilio Greco (1955); Paulo Uccello di Giovanni Pascoli, con 4 litografie di Franco Fiorucci (1955); La Maison Tellier e Histoire d’une fille de ferme di Guy de Maupassant, con 8 litografie di Dante Panni (1956); Racconti siciliani di Leonardo Sciascia, con un’acquaforte originale di Emilio Greco (1966); Pel di carota di Jules Renard, con 10 litografie originali di Paolo Paolucci (1973); Le mura di Urbino di Paolo Volponi, con 7 acqueforti originali di M. Logli (1973); Dopo verrà la morte e avrà i tuoi occhi di Cesare Pavese, con incisioni originali in litografia e calcografia di Lina Di Carlo (1984)[5. Sulla storia e sulle pubblicazioni dell’ISA, cfr. F. Carnevali, Cento anni di vita dell’Istituto d’arte di Urbino: appunti da servire a una storia, Urbino, Istituto statale d’arte, 1961; S. Cuppini, Una scuola fastosa negli ambienti, conventuale nei silenzi, in La Scuola del Libro di Urbino, catalogo, Copenaghen, Istituto Italiano di Cultura, 1984; P. Rotondi, Il Regio Istituto di Belle Arti delle Marche in Urbino, Firenze, Le Monnier, 1943.].

Officina Bodoni di Giovanni e Martino Mardersteig (Verona)

Hans Mardersteig, nato a Weimar l’8 gennaio 1892, dopo alcune esperienze nel campo editoriale in Germania, fonda l’Officina Bodoni a Montagnola di Lugano nel 1922 (da ricordare l’edizione nel 1923 delle Poesie di Michelangelo in 175 esemplari), trasferendola nel 1927 a Verona, con l’intento di realizzare un’editoria di alto livello, per la cura dei testi, l’impaginazione e la stampa al torchio su carte di grande pregio. Nel 1948, Mardersteig (che, assumendo la cittadinanza italiana, traduce il proprio nome in Giovanni) assieme ad alcuni amici e industriali fonda, in un piccolo edificio appositamente costruito, una tipografia dedicata alla stampa di libri di qualità nel quartiere Valdonega, nome assunto anche dall’azienda, Stamperia Valdonega, la cui attività, dopo la morte di Giovanni nel 1977, viene portata avanti fino a oggi, con la stessa abilità del padre, dal figlio Martino Mardersteig.

Dal 1939 al 1974 Giovanni Mardersteig con l’Officina Bodoni realizza per I cento amici del libro ventuno libri d’artista straordinari per la perfezione della stampa, per il pregio della carta al tino dei fratelli Magnani di Pescia e per l’eccellenza delle incisioni, tra i quali sono da segnalare: Aminta di Torquato Tasso (1939), con 7 acqueforti di Francesco Chiappelli; Liriche scelte da “I colloqui” di Guido Gozzano (1954), con 17 litografie a colori disegnate da Renato Cenni; Senilità di Italo Svevo (1964), con 10 litografie di Giacomo Porzano; Cineraccio di Leonardo Sinisgalli (1966), con 19 acqueforti di Orfeo Tamburi; Liriche tratte dall’Alcione. Il terzo libro delle laudi di Gabriele D’Annunzio (1974), con 6 acqueforti di Riccardo Tommasi.

La collaborazione dell’Officina Bodoni con I cento amici del libro continua con Martino Mardersteig e la realizzazione di  una decina di volumi (tra cui Un «concerto» di centoventi professori di Carlo Emilio Gadda, con 7 acqueforti (cm 32×21) di Mino Maccari, 1985,  e W.B. Yeats-Montale,con tre acqueforti di Fausto Melotti, 1986, in collaborazione con le Editiones Dominicae di Franco Riva) e s’instaura anche con l’editore Verba con la pubblicazione del volume Paesaggi virgiliani per le celebrazioni bimillenarie del grande poeta latino, ricorrendo i venti secoli dalla sua scomparsa, con un’acquaforte numerata e firmata, di Italo Valenti (1981)[6. Sulla continuità editoriale di Giovanni e Martino Mardersteig, cfr. H. Zapt, Giovanni and Martino Mardersteig. Book designers, typographers and printers in Verona, a cura di J. Kelly, New York city, The Glolier Club, 2008; C. Tavella, Stamperie private in Italia: tra tradizione e modernità (testo tratto dalla tesi di laurea, Politecnico di  Milano, Facoltà del Design, Corso di Laurea in Design della Comunicazione, Relatore Prof. James Clough, A. Acc. 2009/2010), Milano/Verona, stamperieprivate@claudialavella, 2011, pp. 16-18.].

Cento Amici del Libro (Firenze, poi Milano)

Nel 1939 nasce a Firenze l’associazione di bibliofilia Cento Amici del Libro per pubblicare libri, numerati e firmati, stampati nell’antica tradizione tipografica italiana e illustrati da artisti di grande fama. Nel 1979 la sede dell’associazione, con la presidenza di Alberto Falck, si trasferisce a Milano dove permane ancora oggi, sotto la guida di Paolo Tirelli.

Nei primi trentasette anni (1939-1976) di attività dell’associazione vengono prodotti ventuno libri di alta qualità tipografica e artistica, con grafiche tirate al torchio su carta al tino dei F.lli Magnani di Pescia o Fabriano, con tiratura di 120 esemplari di grande formato, a cura di Giovanni Mardersteig, nella sua Officina Bodoni a Verona, la cui storia, quindi, s’intreccia con quella dei Cento amici del libro. Dopo il primo volume, Aminta di Tasso, con 7 acqueforti di Francesco Chiappelli (1939), particolarmente pregevoli sono i volumi: Stampe dell’Ottocento diAldo Palazzeschi, con 11 litografie di Gianni Vagnetti (1942), e Cineraccio di Leonardo Sinisgalli, con 19 acqueforti di Orfeo Tamburi (1966).

Dal 1979 il compito grafico è affidato sia a Alessandro Zanella sia a Martino Mardersteig, subentrato alla guida dell’Officina Bodoni, sia ad altri stampatori che continuano la tradizione della produzione di libri di grande pregio, tra i quali sono da segnalare il Cantico dei Cantici illustrato con le litografie di Aldo Salvadori, realizzato dal Laboratorio dei Fratelli Manfredi di Reggio Emilia (1996) e, inoltre, tutti curati da Alessandro Zanella, i seguenti volumi: Stella variabile di Vittorio Sereni, con 7 litografie di Ruggero Savinio (1979); Preludio e canzonette di Umberto Saba, con 20 litografie e 15 incisioni di Sandro Martini, tirate da Giorgio Upiglio (1999); Canti anonimi di Clemente Rebora, con 8 incisioni di Enrico Della Torre (2000); Vetrinetta accidentale[7. Sul volume, che costituisce la quarantesima edizione dei Cento Amici del Libro, cfr. S. Verdino, Lavori in corso di Mario Luzi, in Presentazione. Vetrinetta accidentale di Mario Luzi e Walter Valentini, PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano 12 aprile 2006, Milano, Cento Amici del Libro 2006, pp. 5-11; S. Parmiggiani, I portolani dell’infinito di Walter Valentini, ivi, pp. 13-22.] di Mario Luzi, con 8 calcografie di Walter Valentini (2005); Canti barocchi di Lucio Piccolo, con 13 litografie a colori di Mimmo Paladino (2005)[8. Sull’attività e sulle pubblicazioni dell’Associazione, cfr. Parole figurate. I libri d’artista dei Cento Amici del Libro, a cura di Sandro Parmiggiani, Catalogo della Mostra, Reggio Emilia, Palazzo Magnani (dal 22 novembre 2009 al 17 gennaio 2010), Milano, Skira, 2009.].

Urbinati (Roma)  

L’attività editoriale di Urbinati di Roma, svolta soprattutto nel settore della pedagogia e della didattica, s’indirizza, nel 1944, alla pubblicazione di libri d’artista (in senso lato), concretizzandosi, in modo particolare, nella «Collana della Girandola», che presenta opere di scrittori e poeti (ma anche di musicisti) italiani e stranieri. I preziosi volumetti di ridottissime dimensioni (cm 11 x 7,5) sono curati da Vero Roberti, Guglielmo Santangeli, Bramante Buffoni e Orfeo Tamburi, il quale realizza anche le illustrazioni delle copertine e dei frontespizi.

Viene pubblicata una serie di 6 volumetti, il primo dei quali è Rimorsi del poeta Vincenzo Cardarelli, seguito da Rose Lourdin e Per una musa di dodici anni di Valery Larbaud e da Taccuino di Musica di Goffredo Petrassi, nonché da La barcaccia degli astrologhi, viaggi di Vero Roberti e dalle prose di Furor Mathematicus di Leonardo Sinisgalli. Il vero gioiello della collana è costituito da Piccola Roma, che contiene un lungo testo poetico di Giuseppe Ungaretti (che verrà ampliato e trasformato in 6 poesie autonome nelle raccolta Il dolore), accompagnato da 50 disegni di Orfeo Tamburi che rappresentano monumenti e vedute di Roma. Il volumetto, oltre alla tiratura commerciale di 600 copie, ne ha una limitata di 100 copie stampate su carta a mano, numerate e firmate al colophon da Orfeo Tamburi.

Carlo Bestetti Edizioni d’Arte (Roma)

Le pubblicazioni dell’Editore Carlo Bestetti (la cui attività editoriale inizia a Roma subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale, prolungandosi fino agli anni ’80) abbracciano l’arco completo delle arti: dalle monografie sull’architettura, sulla grafica (Panorama della Incisione Italiana di Alfredo Petrucci, 1964), sulla pittura, sui vetri d’arte, ai saggi sul cinema (Cinéma italien d’aujourd’hui, 1950), sulla scenografia (Lineamenti di Scenografia italiana dal Rinascimento ad oggi di Enrico Prampolini, 1950), ai libri d’artista, alcuni dei quali particolarmente significativi. Il più importante è Hebdomeros di Giorgio De Chirico (1972) in 99 esemplari, con 24 disegni e una litografia originale a colori del pittore, dal titolo Agamante, un’edizione speciale che presenta, nella traduzione dello stesso De Chirico, il romanzo metafisico pubblicato nella prima edizione francese del 1929 (Paris, Éditions du Carrefour). Altri volumi di particolare risalto sono Ulalume di Edgar Allan Poe (1949) col testo originale inglese e versione francese di Stephane Mallarmé, introduzione di Emilio Cecchi, con 5 acqueforti di Dario Cecchi, e Amor che non hai volto – Love without a face di Araldo Sassone (1957), con 20 litografie originali di Aligi Sassu, e, infine, un’edizione del Decameron di Giovanni Boccaccio con i disegni di Renato Gattuso (1981).

Schwarz Editore (Milano)

Le edizioni Schwarz s’identificano con la personalità, poliedrica e fondamentale nella storia della cultura internazionale, del loro fondatore Arturo Schwarz, saggista, poeta, libraio, gallerista, editore, collezionista e critico d’arte, di famiglia ebraica di origine tedesca, nato ad Alessandria d’Egitto il 3 febbraio 1924. Egli, incarcerato e poi espulso (1949) dall’Egitto per la propria attività politica, si trasferisce a Milano, assumendo la cittadinanza italiana. Dal 1952 al 1959 si dedica all’attività editoriale, pubblicando, tra gli altri, testi di A. Breton, A. Einstein, M. Nadeau, P. Naville, B. Péret e le poesie di R. Carrieri, F. Fortini, M. Luzi, A. Merini, E. Pagliarani, A. Porta, S. Quasimodo e G. Ungaretti, illustrate da disegni o incisioni di prestigiosi artisti. Da ricordare, in particolare, i volumi delle collane «Campionario» e «Nuovo Campionario», stampati su carta a mano: Primizie del deserto di Mario Luzi, 1952, con un disegno di Ottone Rosai in antiporta (ritratto di Luzi); Un grido e paesaggi di Giuseppe Ungaretti, 1952, con cinque disegni di Giorgio Morandi; Il falso e vero verde di Salvatore Quasimodo, 1954, con 7 litografie originali a piena pagina e 6 testatine, di Giacomo Manzù, stampato sui torchi di Piero Fornasetti su carta a mano delle Papeteries de Rives, recante le firme di Quasimodo e Manzù; il primo libro di Elio Pagliarani, Cronache e altre poesie, con 3 disegni di Giuseppe Migneco (1954).

Schwarz dal 1954 nella propria libreria milanese, trasformata nel 1961 in galleria e attiva fino al 1975, presenta gli esponenti più significativi delle avanguardie storiche e del secondo dopoguerra. Con lo pseudonimo di Tristan Sauvage, pubblica, oltre a volumi di saggistica, numerosissime raccolte di sue poesie (a partire da En clé de ré-si-vœux, Milano, Schwarz Editore, 1954) che, per la collaborazione con alcuni tra i maggiori artisti del Novecento, diventano straordinari libri d’artista, come ad es. Il reale assoluto (Milano, Schwarz, 1964), con 9 litografie originali di Man Ray e 4 disegni di Marcel Duchamp, racchiuso in un elegante cofanetto nero, e Il reale dissoluto (Milano, Schwarz-Pesaro,  Edizioni della Pergola, 1972) che lascia intravedere 10 rilievi, ideati da Cèsar, attraverso un parallelepipedo in plexiglass[9. Sulla straordinaria personalità di Arturo Schwarz Cfr. A. Jones, Presentazione, P. Daverio, Prefazione, in  Arturo Schwarz: la poesia prima di tutto – Poetry above all,  a cura di A. Jones, Venezia, Marsilio, 2012. Si tratta del catalogo della mostra, tenuta a Milano dal 10 febbraio al 9 marzo 2012, rappresentante una ricapitolazione delle varie attività di Schwarz, mediante un percorso multimediale e interattivo attraverso libri, cataloghi, fotografie, e mirante a individuare la trama della cultura del Novecento di cui Schwarz è un grande protagonista  nei campi della storia, della psicanalisi, della poesia, dell’arte, nel loro intreccio con l’immaginario surrealista.].

Scheiwiller (Milano)

Il susseguirsi di due generazioni scandisce il ritmo della storia delle edizioni Scheiwiller. Il padre, Giovanni (1889-1965), nato a Milano ma originario della Svizzera tedesca, dal 1925 pubblica a proprie spese in edizione privata piccole monografie d’arte d’avanguardia, nelle collezioni «Arte Moderna Italiana» e «Arte Moderna Straniera», e anche volumi di poesia e letteratura che vende nella libreria Hoepli in cui lavora. Nel 1936 egli fonda la casa editrice All’insegna del Pesce d’Oro (dal nome della trattoria dove incontra gli amici) inaugurata dal volumetto di Leonardo Sinisgalli, 18 Poesie (1936), cui seguono Erato e Apollion (1936) di Salvatore Quasimodo e molti volumi di letteratura e arte (ma non libri d’artista). Nel 1951 pubblica l’ultimo suo testo, un’antologia dal titolo Poetesse del Novecento, e nello stesso anno cede la casa editrice al figlio Vanni (Milano 1934-1999), ancora studente, che si laurea nel 1960 in lettere moderne all’Università Cattolica di Milano, con una tesi su Alberto Savinio.

Nel 1977, per fronteggiare una crisi economica, Vanni fonda la Libri Scheiwiller. In quarantotto anni, dal 1951 al 1999, Vanni Scheiwiller pubblica oltre tremila titoli suddivisi in 44 collane e fra i suoi autori figurano alcuni tra i più importanti scrittori italiani e stranieri del Novecento; numerose sono pure le antologie, le pubblicazioni d’arte e le elegantissime edizioni d’artista, in tiratura limitata e su carta pregiata, tra cui sono da segnalare il primo libro d’artista Addio ai sogni (1953), 6 poesie e 6 acqueforti di Luigi Bartolini; Le città di Tiné (1972), 6 lito di Lino Tiné stampate su carta al tino della Magnani Val di Pescia, con poesie di Palazzeschi, Montale, Carrieri, Sereni, Erba, Raboni; Lavori in corso (1965), versi e una nota di Vittorio Sereni, con 5 incisioni originali di Attilio Steffanoni, numerate, firmate e datate a matita; Mistieroi/Mistirùs (1984), poemetto in dialetto veneto di Andrea Zanzotto, con 3 acqueforti originali, firmate a matita, di Giuseppe Zigaina; Avviene, si trasforma (1995), tre poesie inedite di Luzi e tre incisioni originali a colori, tirate da Giorgio Upiglio, numerate e firmate, di Cristiana Isoleri[10. Una  panoramica sulle edizioni Scheiwiller è presentata in Libri d’artista. Le edizioni di Vanni Scheiwiller, Rovereto, MART – Museo d’Arte Moderna di Trento e Rovereto, a cura di C. Gibellini, con un’introduzione di Giuseppe Appella, 2007;  Una bicicletta in mezzo ai libri. Giovanni Scheiwiller, libraio, editore, critico d’arte (1889-1965), a cura di A. Kalczynska e V. Scheiwiller (presentazione di Giorgio Orelli e due testi di Raffaele Carrieri ed Ezra Pound), Milano, Libri Scheiwiller, 1990; Giovanni and Vanni Scheiwiller, Seventy years of publishing 1925-1995. Italy as a publishing bridge between East and West, Milano, Libri Scheiwiller, 1996; C. Gibellini, Un editore impolitico e la politica: Vanni Scheiwiller. Con lettere inedite di Luigi Bartolini e Salvatore Quasimodo, in «Rivista di letteratura italiana», XXIV, 1, 2006, pp. 137-50; Vanni Scheiwiller editore europeo, a cura di C. Pulsoni, Perugia, Volumnia, 2011; I due Scheiwiller, Editoria e cultura nella Milano del Novecento a cura di A. Cadioli, A. Kerbaker, A. Negri, Milano, SKIRA, 2009.].

Editiones Dominicae di Franco Riva (Verona)

Le Editiones Dominicae, le edizioni domenicali (cosiddette perché vengono realizzate solo la domenica, essendo esso l’unico giorno libero di Franco Riva dall’impegno di bibliotecario nella Biblioteca Civica di Verona), abbracciano l’arco temporale dal 1954, l’anno della prima prova imperfetta del volume God and all You People di E. Blair, al 1981, in cui esce il fantastico Le bateau Ivre di Rimbaud, assommando 101 volumi.

Franco Riva, per il quale l’incontro con Giovanni Mardersteig si rivela fondamentale, vuole rinnovare un’arte antica, rielaborando i caratteri rinascimentali: Garamond, Jenson, Bembo, Bodoni, usando una carta di grande qualità (di stracci come materia prima) prodotta a mano utilizzando il tino, curando particolarmente le componenti grafiche (composizione, frontespizio, colophon) e le legature, affidate a provetti legatori veronesi.

Per quanto riguarda le illustrazioni, spesso si tratta di un’unica acquaforte, più raramente di un numero maggiore di immagini o di altre tecniche (ad esempio, le quattro xilografie di Guido Rossi per il San Zeno), con una tiratura quasi sempre di 150 esemplari.

Dei volumi d’artista prodotti, ricercatissimi dai bibliofili, sono da ricordare il prezioso Botta e risposta (Lettera da Asolo) di Eugenio Montale (1976), con un disegno, firmato dal poeta, trasportato all’acquaforte; Inni (1965) di Giuseppe Ungaretti, con 3 acqueforti originali di Pericle Fazzini; Poesie (1971) di Umberto Saba, con una litografia sulla copertina (ritratto del poeta) e 2 nel testo di Ernesto Treccani; Llanto por Ignacio di Federico Garcia Lorca, con un’acquaforte, numerata e firmata, di Renato Guttuso (1963)[11. Sulle Editiones Dominicae cfr. G. Montecchi, G. Castiglioni, A. Corubolo, Privato ac dominico more. Il torchio e i libri di Franco Riva, a cura di L. Tamborini, Milano, Electa, 1997; C. Tavella, Stamperie private in Italia…, op. cit., pp. 36-37.].

Brenno Bucciarelli (Ancona)

Le edizioni d’artista di Brenno Bucciarelli (Ancona) coprono l’arco di un trentennio, dal 1960 al 1988, anno della morte dell’editore il quale, in occasione della mostra dedicatagli dalla Biblioteca Comunale Benincasa di Ancona, ricorda gli inizi del proprio lavoro: «nemmeno io so dirvi come siano nati questi libri e queste cartelle: forse da un’idea dopo la lettura di uno scritto o forse durante il colloquio con un artista o un poeta. Varie sono le occasioni e tutte entusiasmanti e appassionanti»[12. Le edizioni d’artista a copie numerate di Brenno Bucciarelli: 10 novembre-9 dicembre 1984, Palazzo Mengoni Ferretti, Biblioteca Comunale di Ancona, 1984, Urbino, Arti grafiche editoriali, 1984.]. Le sue edizioni presentano, in tiratura limitata (da 100 a 150 copie, numerate e firmate), pagine stampate su carta pregiata, «spazi armoniosamente pausati fra i bianchi e i neri, dove l’occhio si riposa e nello stesso tempo sollecita la fantasia; margini ariosi entro i quali le parole dei poeti diventano già lapidarie; belle incisioni originali d’artista», come ricorda Marco Valsecchi[13. Cfr. M. Valsecchi in Le edizioni di Bucciarelli, testi di V. Guidi, L. Sinisgalli, M. Valsecchi, s. i. d. (1963?).].

Nella serie dei libri di Bucciarelli compaiono i nomi illustri degli autori antichi (Petrarca, Villon, Lorenzo De’ Medici, I salmi, illustrati da Primo Conti), dei maggiori poeti e scrittori moderni e contemporanei (Leopardi, Mistral, Sinisgalli, Santucci, Nicola Lisi, Ungaretti) e di raffinati artisti (Cantatore, Lucio Fontana, Primo Conti, Piacesi e Bartolini). Di grande risalto sono i volumi: Ode a Lucio Fontana di Leonardo Sinisgalli, con 2 acqueforti originali, numerate e firmate a matita, di Lucio Fontana, intitolate Concetto Spaziale (1962); Ballade des pendus di François Villon, con 4 acqueforti originali, numerate e firmate, di Walter Piacesi (1962); Madre. Omaggio a Ungaretti di Giuseppe Ungaretti, con un’acquaforte originale, numerata e firmata, di Walter Piacesi, intitolata Omaggio a Ungaretti (1968); Venti sonetti dal Canzoniere di Francesco Petrarca, con 4 acqueforti originali di Domenico Cantatore (1963); Apocalissi e sedici traduzioni di Ungaretti, con due “tagli” di Fontana (1965) e il primo libro d’artista stampato, Poesie 1960 di Luigi Bartolini, con 4 acqueforti originali dell’Autore (1960)[14. Sui libri d’artista del grande editore si vedano B. Bucciarelli, Le edizioni d’artista di Bucciarelli, Catalogo, Ancona, Edizioni Bucciarelli, 1969; Le edizioni d’artista di Bucciarelli (testo di Luigi Dania), opuscolo pubblicato in occasione della Mostra delle edizioni Bucciarelli tenuta a Modena, Università del TL, con la collaborazione degli Amici dell’Arte, inaugurata il 23 gennaio 1965, s. i. d. (1965?), Ancona, Tip. Giovagnoli; Per le edizioni d’artista Bucciarelli, libretto pubblicato in occasione della Mostra tenuta alla Biblioteca Vaticana nel 1982, ed. di 75 esempl. num. con un’acquaforte di R. Rossi, Ancona, Bucciarelli, 1982.].

La Chimerea Officina di Gino Castiglioni e Alessandro Corubolo (Verona)

Nel libro da loro pubblicato nel 1991 sulla storia della Chimerea Officina, Gino Castiglioni e Alessandro Corubolo definiscono la propria attività editoriale Trent’anni di privatissima tipografia[15. G. Castiglioni, A. Corubolo, La Chimerea Officina. Trent’anni di privatissima tipografia, Verona, All’Insegna della Chimera, 1991; C. Tavella, Stamperie private in Italia…, op. cit., pp. 28-30.], volendo sottolineare che essa non si è svolta come professione, ma come divertimento, all’insegna della fantasia creatrice e dell’evasione, come suggerisce la denominazione “chimerea” data alla casa editrice. Oggi, a oltre cinquant’anni dalla loro prima prova giovanile (Concerto, dicembre 1960) realizzata con un malandato copialettere e con pochi logori caratteri, e a quasi cinquant’anni (luglio 1964) dalla nascita dell’editrice, i libri pubblicati dai due amici sono una cinquantina e propongono i versi dei poeti da loro prediletti: da Dante a Shakespeare, da D’Annunzio a Joyce, da Eliot ad Auden, da Kerouac a Borges, da Rilke a Kavafis, sempre con traduzione a fronte, e decorati da artisti come Baj, Adami, Sassu, Paladino, Chia. I volumi sono realizzati, in tiratura limitata (da 60 a 80 copie) con i torchi a mano, con caratteri preziosi, su carta prodotta da un artigiano francese dell’Auvergne, e presentano acqueforti originali firmate dagli artisti. Sono particolarmente pregevoli i libri: Le canzoni a ballo di Lorenzo dei Medici, illustrate da Walter Piacesi (1967); Giorni di Constantino Kavafis, con 8 litografie originali a colori di Sandro Chia (1995); 49th Chorus di Jack Keruac, con una vernice molle di Baj (1981); Orfeo Euridice Hermes Alceste di Rainer Maria Rilke, con 3 acqueforti originali di Sandro Chia (1999); Poemetti da un soldo di James Joyce, con 14 litografie originali di Valerio Adami (1991); Per gli animali un canto, con un’acquaforte di Umberto Boccioni (1964).

Grafica uno di Giorgio Upiglio (Milano)

Giorgio Upiglio, nato nel 1932 a Milano, dal 1945 comincia a lavorare nella tipolitografia della sua famiglia (Atlas), dove apprende le tecniche di stampa, tipografia, litografia, calcografia e coltiva la propria vocazione per le edizioni di grafiche originali e di libri d’artista a cui si dedica completamente dalla fine degli anni Cinquanta. L’apprendistato e la sperimentazione sono il preludio alla fondazione, nel marzo del 1962, della stamperia Grafica Uno (le cui iniziali GU sono le stesse del suo nome e cognome, come si può notare nel logo) dove Upiglio realizza le sue opere grafiche con i maggiori artisti (De Chirico, Mirò, Giacometti, Fontana, Paladino, Treccani, Alechinsky, Baj, Lam, Minguzzi, Calder, Duchamp, Vedova, Tilson) e memorabili libri d’artista con la collaborazione dei più prestigiosi scrittori e poeti così che il nome e la fama dello stampatore-editore crescono e si diffondono a livello internazionale. Tra il centinaio di cartelle e libri d’artista di Upiglio, tutti in edizione limitata, numerati e firmati e impressi su carta di pregio (spesso Hahnemühle), uno dei volumi più complessi e ricercati è L’albero poeta (1966), frutto della collaborazione di Fontana, Baj, Cascella, Cavaliere, Crippa, Novelli, Perilli, Giò e Arnaldo Pomodoro, Somaini, con testi di Guido Ballo, mentre altri libri raffinatissimi per la grafica e i testi sono la cartella El circulo de piedra (1970), con poesie di Carlos Franqui e litografie di Adami, Calder, Camacho, Càrdenas, César, Corneille, Kowalski, Lam, Tápies, Vedova; Le gambe di Saint Germain (1971), scritto da Osvaldo Patani e illustrato da Dino Buzzati; Scri-vi-vere poesie di Vincenzo Guarracino, con 13 litografie di Maio Benedetti (1990) e Indizi-Hinds di Andrea Zanzotto, con 10 acqueforti di Laura Panno (1995)[16. L’itinerario editoriale di Upiglio è ripercorso in G. Upiglio, Incidere ad arte. Giorgio Upiglio stampatore a Milano, 1958-2005: l’atelier, gli artisti, le edizioni, Mendrisio, Archivio del moderno, Lugano, Museo cantonale d’arte, 2005; Atelier Upiglio, a cura di O. Patani, Torino, Allemandi, 1985; F. D’Amico, Giorgio Upiglio. Incidere nel tempo, in «La Stampa», 1/11/2011.]. Da segnalare, inoltre, la litografia Ebdomero fece in barca il giro della sua stanza di Giorgio De Chirico che illustra, a posteriori, il libro Ebdomero del grande pittore.

Fògola editore (Torino)

La Casa editrice Fogola di Torino nasce nel 1963 per volontà di Mario Fogola come naturale espansione della Libreria Dante Alighieri aperta nella Piazza Carlo Felice n. 15 da Giovanni Battista Fogola nel 1930 e attualmente gestita da Nanni e Mimmo Fogola che portano avanti lo spirito imprenditoriale del nonno.

L’editrice pubblica «La Grande Collana», diretta da Giorgio Barberi Squarotti e da Folco Portinari, con i suoi classici italiani e stranieri illustrati con opere originali di artisti contemporanei. Tra i circa 50 elegantissimi volumi pubblicati, stampati su carta a mano filigranata appositamente fabbricata per l’Editore dalle Manifatture Magnani di Pescia, con rilegatura artigianale bodoniana, numerati (di solito sono 75+21 esemplari) e firmati dagli artisti, sono da ricordare: Inni Odi Elegie di Friedrich Holderlin (1966), a cura di Sergio Lupi, con 8 acquetinte di M. E. Houck; Canti di Giacomo Leopardi (1977), a cura di Leone Piccioni, con 5 acqueforti di Nunzio Gulino; Vers et Prose di Stéphane Mallarmé (1979), a cura di Stefano Agosti, con 6 litografie a colori di Aldo Salvadori; Poesie di Emily Dickinson (1986), a cura di Silvio Raffo, con 11 acqueforti di Dolores Sella; Myricae di Giovanni Pascoli (1994), a cura di Giorgio Bàrberi Squarotti, con 9 acqueforti di Ernesto Treccani, e il primo libro uscito: Vita nuova. Rime di Dante Alighieri (1965), a cura di Giorgio Barberi Squarotti, con 4 acqueforti, 2 testate, 1 frontespizio e 1 finale di Ernesto Treccani[17. Notizie sulla Casa editrice si possono leggere nell’articolo Dai chiostri del nonno all’editrice Fogola, consultabile sul sito www.fogola.it.].

Plain Wrapper Press (Verona)

L’attività editoriale del giovane californiano Richard-Gabriel Rummonds inizia nel 1966, a Quito, in Equador, con la stampa del libro Eight Parting Poems, poesie da lui stesso composte e pubblicate per gli amici, con una copertina di colore bruno, una carta da pacchi, ossia una plain wrapper, il nome, appunto, che designa le sue edizioni. Dopo un primo passaggio a New York, dove escono altri 3 titoli, le edizioni si trasferiscono nel 1970 a Verona, centro di grande tradizione grafica (Officina Bodoni) e tipografica (Arnoldo Mondadori). Complessivamente, sono 36 i titoli stampati fino al 1982 dalla Plain Wrapper Press con la quale dal 1976 collabora Alessandro Zanella. Da questa collaborazione nascono alcuni preziosi volumi, dedicati alla letteratura contemporanea (in tiratura da 80 a 120 esemplari, numerati e firmati, composti a mano e impressi con il torchio, su carta al tino Wookey Hole o Fabriano), tra cui si ricordano: Circhi e cene, Circuses and Suppers, due poesie di Andrea Zanzotto, con due incisioni di Joe Tilson (1979); The River, una lirica in inglese di Paul Zweig, con due acqueforti e cera molle di Roger Selden (1982); Will and Testament, un racconto in inglese di Anthony Burgess, con 8 serigrafie a più colori di Joe Tilson (1977). Degli anni precedenti il 1976, sono da segnalare i volumi Images & Footsteps, a poem by Paul Zweig, five etchings by Berta Moltke (1970); Poesie dal tappeto volante di Alessandro Mozzambani, con una serigrafia di Rodolfo Aricò e una litografia di Bernard Cohen (1972). Eccezionale, infine, per l’armonia compositiva, per le impressioni senza inchiostratura e i bassorilievi di Arnaldo Pomodoro in bronzo dorato, è il volume, contenuto in una scatola di seta ornata sul piatto da un’incisione in ottone di Pomodoro, Siete poemas sajones, Seven saxon poems by Jorge Luis Borges (1974), vincitore nel 1976 del Premio internazionale Diano Marina[18. Sull’attività della Plain Wrapper Press si vedano G. Castiglioni, A. Corubolo, Un tipografo fra due guerre. Richard-Gabriel Rummonds, Milano, Electa, 1999; C. Tavella, Stamperie private in Italia…, op. cit., p. 21.].

Franco Sciardelli (Milano)

L’amore per i libri induce Franco Sciardelli, siciliano di nascita e milanese di adozione dall’età di 8 anni, dopo il liceo e l’esperienza di diversi mestieri, a introdursi alla fine degli anni Cinquanta nel campo librario e artistico, prima rilevando in via Palermo a Milano una vecchia cartolibreria, con uno spazio per le esposizioni, e poi aprendo una galleria con libreria a Brera, il vero centro culturale vivace e creativo della città, e organizzando presentazioni di libri, conferenze e mostre d’arte. È il preludio all’attività di stampatore-editore di Sciardelli (cominciata con l’acquisto di un torchio calcografico con cui fa le sue prime prove), la quale diventa, dopo il trasferimento in via Ciovasso, il suo definitivo lavoro, con un’attenzione particolare per le incisioni e le litografie da inserire nei libri.

Nel 1966, Sciardelli pubblica il primo volume, Venne l’acqua, un testo di Domenico Cantatore, con incisioni dello stesso pittore, sull’arrivo dell’acquedotto nel Gargano, e poi i Carmina di Catullo, con acqueforti di Antonietta Viganone,  moglie di Sciardelli (1967).

Tra il centinaio di libri prodotti dall’editore sempre in tiratura limitata, impressi su carte pregiate, numerati e firmati, i più belli appaiono Revival di Vittorio Sereni, con 3 acqueforti e 3 puntesecche di Franco Rognoni (1981); Lamento per il sud di Salvatore Quasimodo, con 3 litografie e una medaglia di Francesco Messina (1987); La strega e il capitano di Leonardo Sciascia, con incisioni di Aligi Sassu (1989); il Philobiblon, il famoso testo di bibliofilia del 1344 di Riccardo De Bury, con le tavole xilografiche di Mimmo Paladino (1996); Napoleone, intervista immaginaria di Leonardo Sciascia (grande amico di Sciardelli), con litografie di Franco Rognoni (1998). Oltre che come editore in proprio, Sciardelli è noto per la realizzazione di libri d’artista anche per altri editori o per giornali (per es., Il varmo di Ippolito Nievo per il Gazzettino veneto, 1982)[19. L’itinerario umano e editoriale di Sciardelli è tracciato in V. Kasam, Le opere di Sciardelli. Libri antichi al Castello per intenditori e bibliofili , in «Corriere della Sera», 1° marzo 1996, p. 49; L’immagine e il torchio. Le stampe e i libri di Franco Sciardelli, Milano, Sciardelli, 1996; C. Carotti, Vengo d’oltremare. Franco Sciardelli e il libro d’arte, Milano, Fondazione Mondadori, 2011.].

Raffaele Bandini Editore (Milano)

Raffaele Bandini inizia la propria attività di stampatore ed editore nel 1966, pubblicando nel 1967 le incisioni, stampate al torchio nel suo laboratorio milanese, I Giardini di Bruno Caruso, con un testo di Mario De Micheli.

Di particolare interesse e suggestione sono i volumi d’artista pubblicati negli anni ’60-70, che presentano i testi poetici di Carlo Porta, Giacomo Leopardi, Francois Villon, Gioacchino Belli, tutti con incisioni di 45×60 centimetri di Renzo Vespignani, e i volumi Miele dei deserti, poesie inedite di Raffaele Carrieri, con litografie di Salvatore Fiume (1983) e Voci di poeti per Cantatore (1988). L’attività editoriale di Raffele Bandini si conclude  nel 2005.

Neri Pozza Editore (Vicenza)

Neri Pozza, dopo le precedenti esperienze editoriali delle Edizioni dell’Asino Volante (nel 1938 a Vicenza) e delle Edizioni del Pellicano, fonda nel 1946 a Venezia la Neri Pozza Editore, coinvolgendo nel progetto editoriale i maggiori poeti e scrittori del tempo (Gadda, Montale, Sbarbaro, Luzi, Cardarelli, Bontempelli), pubblicando titoli fondamentali della letteratura italiana: Il ragazzo morto e le comete, il capolavoro di Goffredo Parise (1951); Il primo libro delle favole di Carlo Emilio Gadda (1952); La bufera e altro (1956) e Farfalla di Dinard di Eugenio Montale (1956); Onore del vero di Mario Luzi (1957); In quel preciso momento di Dino Buzzati (1950).

Neri Pozza realizza negli anni Sessanta un’originale collana di letteratura americana, «Tradizione americana», diretta da Agostino Lombardo (in cui appaiono autori come Whitman, James, Melville, Thoreau, Emerson, Hawthorne) e pubblica opere di importanti saggisti come Carlo Ludovico Ragghianti, Giorgio Pasquali, Concetto Marchesi, Amedeo Maiuri, Emilio Cecchi. La Neri Pozza Editrice si distingue, già dalla fine degli anni ’60, nella pubblicazione di eleganti libri d’artista, in tiratura limitata (da 110 a 155 copie), con l’apporto di raffinati incisori (Leonardo Castellani, Corrado Balest, Bruno Colorio), tra cui sono da menzionare i volumi: Impossibili brevi di Leonardo Castellani, con 6 acqueforti originali, numerate e firmate dall’autore (1967); Fantasie veneziane di Diego Valeri, con sei acqueforti di Leonardo Castellani, numerate e firmate (1969); De itinere Reginae Sabaeae, un poemetto in latino e italiano, di Fernando Bandini, con un’acquaforte originale di Bruno Balest (1989); Alcesti di Euripide, con 29 xilografie a colori di Bruno Colorio (1981); Favole di Esopo, con 12 acquaforti originali, numerate e firmate, di Valeria Vecchia (1980); Tre ecloghe di Publio Virgilio Marone, traduzione di Fernando Bandini, con 3 acqueforti originali, firmate e numerate, di Corrado Balest (1981)[20. Sulla biografia, l’attività editoriale e narrativa di Neri Pozza, cfr. G. Bido, Per conoscere Neri Pozza, Vicenza, Amministrazione provinciale di Vicenza, 1995; G. Bido, Neri Pozza scrittore, con un’introduzione di F. Bandini e una nota di A. Colla, Bassano del Grappa, Ghedina & Tassotti, 1992; Neri Pozza: la vita, le immagini, a cura di P. Di Palmo, presentazione di F. Bandini, Vicenza, Neri Pozza, 2005.].

Teodorani Editore (Milano)

Nato nel 1924 a Savignano sul Rubicone, Siro Teodorani passa attraverso varie esperienze prima  d’intraprendere l’attività fondamentale dell’editoria d’arte. Durante la Seconda guerra mondiale viene internato nel 1943 in un campo di prigionia in Germania e poi trasferito in un campo di lavoro ad Amburgo; ritornato nel 1946 in Italia, Teodorani lavora presso il quotidiano «l’Unità» e quindi si accosta al campo artistico come venditore di libri d’arte. Solo negli anni ’60 inizia a Milano l’attività di stampatore e, dal 1968, di editore di libri d’artista che lo vedrà attivo fino alla scomparsa, avvenuta nel 1996.

Tra le sue edizioni di incisioni, spiccano le cartelle: La foresta, il fiume, la roccia (1971-72) con 6 litografie a colori di Graham Sutherland, I Vespri siciliani (1975) con 4 litografie di Renato Guttuso e l’omaggio pubblicato nel trentennale di Corrente (1967) con 12 litografie a colori di vari artisti tra cui Fontana, Morlotti, Guttuso, Vedova, Cassinari.

Dei suoi preziosi volumi d’artista sono da ricordare quelli (in tiratura di 130 esemplari, di formato di cm 47×35, racchiusi in astucci in tutta pelle bicolore di cm 51×39) dedicati al Boccaccio: Decameron 1 – Le prime 20 novelle (1975) con 55 litografie a colori, di cui 20 a piena pagina di Luciano Minguzzi, Decameron 2 – Le seconde 20 novelle (1986/87) con 65 litografie originali, di cui 22 a piena pagina di Ernesto Treccani e  Decameron 4 – Le quarte 20 novelle (1991) con 33 litografie originali, di cui 20 a piena pagina, di Giuseppe Migneco. Tra gli altri libri d’artista sono da citare Poesie d’amore (1985) di Irving Layton con 3 litografie a colori di Salvatore Fiume e Due poesie (1968) di Virgilio Guidi con 6 litografie a colori dello stesso artista.

Eliograf Edizioni Roma

La produzione libraria delle romane edizioni Eliograf copre un arco temporale che si estende, in modo continuativo, dagli inizi degli anni Cinquanta al 1990, e assume un carattere molto vario ed eterogeneo, articolandosi soprattutto in tre settori disciplinari, spaziando dalle rassegne cinematografiche (la produzione filmica italiana) alle pubblicazioni di architettura, repertori e saggi, in particolare i «Quaderni dell’Istituto di architettura», Facoltà di Ingegneria dell’Università di Cagliari, tra i quali spicca quello dedicato al Bauhaus: aspetti di una didattica (Quaderno n. 22, 1970), fino alle pubblicazioni d’arte e ai cataloghi delle mostre (fra cui quelli delle opere di Georges Braque (maggio 1974, Galleria La Nuova Pesa, Roma), di Luciano Minguzzi (1958, Galleria Odyssia, Roma), con testo di presentazione di Lionello Venturi, e delle sculture in bronzo di Alberto Viani (1961, Galleria Odyssia), con scritti di Jean Arp ed Enrico Crispolti. Nell’ambito delle pubblicazioni d’arte si colloca, ma differenziandosi nettamente per l’alto salto qualitativo raggiunto rispetto alla restante produzione dell’editore, lo straordinario libro d’artista Il dolore di Giuseppe Ungaretti, 1969, con 36 legni incisi a bulino a colori da Pasquale Santoro, con tiratura complessiva di 80 esemplari, di cui 70 numerati in cifre arabe e firmati dall’artista e, con il consueto inchiostro verde, da Ungaretti.

Edizioni della Pergola di Piergiorgio Spallacci (Pesaro)

Piergiorgio Spallacci dà inizio alle pubblicazioni delle edizioni della Pergola nel 1967 a Pesaro (dopo il suo trasferimento nella città, per insegnare nel locale Istituto d’arte, e dopo l’apertura di una stamperia d’arte), mettendo a frutto le competenze tecniche e culturali derivanti dalla sua formazione artistica, avvenuta nella Scuola del Libro di Urbino, e dalle frequentazioni con Leonardo Castellani e, in seguito, con i migliori editori di arte che gli instillano l’amore per i libri d’artista e la determinazione di creare l’Editrice la cui produzione ha, ormai, superato i 100 titoli.

Dopo le prime due cartelle del 1967, esclusivamente di grafica, e il primo libro d’artista del ’69, il catalogo della Pergola si arricchisce di cartelle di incisioni e di volumi di dimensioni diversificate (in folio grande, in 8°, in 4°) stampati su carta pregiata (Rosaspina di Fabriano, carta a mano Ventura, Magnani di Pescia), in tiratura limitata, corredati da grafiche di insigni incisori. Tra i libri d’artista sono da ricordare almeno Il tempietto (1973), con uno scritto e con 6 incisioni del poeta Leonardo Sinisgalli; Lavagne (1974), con uno scritto di Rosario Assunto e 7 incisioni di Leonardo Sinisgalli; Sovraesistenze (1977), poesie di Andrea Zanzotto e 12 opere grafiche di Giò Pomodoro; Gabbiani (1984), 7 poesie di Romeo Lucchese e 3 acqueforti di Pericle Fazzini; Poeti greci (1986) tradotti da Salvatore Quasimodo, con 5 acqueforti di Salvatore Fiume, e, inoltre, per il Centro Leopardiano di Recanati, Poesia e immagine per Giacomo Leopardi (1987), con 5 poesie di Leopardi e 5 acqueforti di Logli, Giò Pomodoro, Spallacci, Trubbiani e Valentini[21. Sulla produzione editoriale di Spallacci si vedano Poesia e immagine: libri d’artista delle Edizioni della Pergola di Pesaro, testi di Renato Bruscaglia e Giuseppe Appella, Biblioteca comunale Mozzi-Borgetti Macerata, 26 ottobre-16 novembre 1995, Pesaro, Edizioni della Pergola, s. i. d. (1995?); Libri e cartelle d’artista. Edizioni della Pergola, Catalogo 1995/1996, Pesaro, Edizioni della Pergola, s. i. d. (1996?).].

Marco Noire (Torino)

Lo stampatore-editore Marco Noire inizia la propria attività a Torino alla fine degli anni Sessanta, realizzando cartelle di grafica e libri di poesia illustrati da incisioni originali. Il primo trittico pubblicato è costituito dai volumi, stampati con caratteri Elzevir, in tiratura limitata di 100 esemplari, con firma autografa dell’incisore: Cento xilografie per cento poesie di Ada Negri (1969); Sessanta xilografie per Guido Gozzano (1970); Ottanta xilografie per ottanta poesie di Giovanni Pascoli (1972) le cui incisioni sono tutte eseguite da Augusto Valenti su carta forte Rosaspina delle cartiere Miliani di Fabriano.

La parabola operativa di Marco Noire, prima dell’apertura di una galleria d’arte, si conclude con la cartella Sol Lewitt (1997), con 10 incisioni, in 70 esemplari, firmati e numerati dall’incisore, preceduta dal libro d’artista Una più del diavolo (1994), con testo di Luigi Ballerini e vari interventi grafici di Marco Gastini, in 40 esemplari firmati dall’artista. Da segnalare negli anni Settanta le edizioni di grafica di Temi D’Agostini (detto Dudi) tra cui una cartella sul Flauto Magico di W. A. Mozart e un libro con 21 incisioni ispirate alla Terra Desolata di T. S. Eliot e, negli anni Ottanta, Pieno giorno di Andrea Zanzotto, con un linoleum di Carla Accardi, in 100 copie numerate (1985).

Il Bisonte (Firenze)

Maria Luigia Guaita, la fondatrice e l’animatrice del Bisonte, una delle più importanti stamperie italiane, nasce a Pisa l’11 agosto 1912, e si trasferisce all’età di dodici anni a Firenze, dove nel 1959 (dopo un soggiorno in Scozia, presso un’amica pittrice che le fa conoscere la tecnica dell’incisione) fonda la Stamperia, ripristinando e utilizzando antichi torchi e realizzando litografie e incisioni, stampate a mano, numerate e firmate dagli artisti, tra i quali sono da ricordare Soffici, Carrà, Severini, Magnelli, Maccari e i più giovani Vespignani, Guttuso, Greco, Annigoni, Mattioli, Clerici, G. Pomodoro. Collaborano con il Bisonte anche prestigiosi artisti internazionali  come Henry Moore, Alexander Calder, Graham Sutherland, Sebastian Matta, Jacques Lipchitz, Rufino Tamayo, Paul Wunderlich, Eduardo Arroyo e anche Pablo Picasso, la cui unica litografia stampata in Italia è realizzata dai torchi del Bisonte.

Nel 1983, chiusa la stamperia, la Guaita fonda il Centro Culturale Il Bisonte e La Scuola Internazionale di Specializzazione per la Grafica d’arte, ente morale senza fini di lucro della quale è direttrice e instancabile animatrice.

Tra i raffinati libri d’artista spiccano Otto liriche di Danilo Dolci (1970), con incisioni originali firmate, in tiratura limitata a 99 esemplari, di Ernesto Treccani, Tono Zancanaro e altri; Suite Inglese (1979); 13 Poesie di Roberto Coppini, con 4 acqueforti di Gianni Cacciarini, stampate su torchio a stella su carta Magnani di Pescia, numerate e firmate a mano dall’artista, in 90 esemplari;  Per Elda  (1999), con una poesia di Mario Luzi alla prima carta, e con 9 litografie originali a tre colori firmate e numerate (in 200 esemplari) di Marcello Guasti, stampate sui torchi di Raffaello Becattini su carta Magnani di Pescia[22. Notizie sulla biografia della Guaita e sulla storia del Bisonte si possono leggere in L. Gensini, Storia di una stamperia d’arte, in Il segno impresso. Il Bisonte. Storia di una stamperia d’arte, Firenze, Giunti, 1999; Maria Luigia Guaita. Breve nota biografica; La storia del Bisonte, consultabile sul sito www.ilbisonte.it.].

Sellerio editore (Palermo)

Com’è noto, la casa editrice Sellerio nasce nel 1969 a Palermo per iniziativa del fotografo Enzo Sellerio e della moglie Elvira Giorgianni, su ispirazione di Leonardo Sciascia e dell’antropologo Antonino Buttitta. Tra le numerose collane del catalogo sono da ricordare «La memoria», iniziata nel 1979 e diventata nel corso degli anni la più nota e diffusa della casa editrice, per la sua caratteristica di privilegiare  il puro piacere del testo, e la collana d’esordio dal nome programmatico «La civiltà perfezionata». Essa si contraddistingue per la particolarità di essere una delle più importanti collane italiane di libri d’artista, realizzati con carte delle cartiere Fedrigoni di Verona e con carte pregiate di Magnani di Pescia o Miliani di Fabriano (per quanto riguarda le incisioni), presentando, in ognuno dei 61 titoli pubblicati fino al 1996, quasi sempre testi pregevoli di saggistica, e un’incisione (per le prime 100 copie) di prestigiosi artisti e una Nota vergata da importanti scrittori come Sciascia e Calvino. La collana esordisce nel 1970 col primo volume, I veleni di Palermo di Rosario La Duca, con l’introduzione di Leonardo Sciascia (con un’incisione di Bruno Caruso), ottenendo visibilità nazionale (e internazionale) con la pubblicazione nel 1978 del n. 24: L’affaire Moro di Sciascia (con un’incisione di Fabrizio Clerici). Sono da ricordare, tra gli altri titoli prestigiosi della collana, il n. 3 (1971), Mimi siciliani di Francesco Lanza, con l’introduzione di Italo Calvino e con un’incisione di Mino Maccari; il n. 11 (1976), Processi verbali di Federico De Roberto, con un’incisione di Emilio Greco; il n. 13 (1977), Lezioni su Stendhal di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, con un’incisione di Leonardo Castellani; il n. 33 (1980), Racine e Shakespeare di Stendhal, con un’incisione di Bruno Caruso; il n. 40 (1982), L’Improbabile di Yves Bonnefoy, con un’incisione di Edo Janich, il n. 47 (1984), Cronache mondane di Marcel Proust, con un’incisione di Carla Horat.

M’Arte Edizioni – Milano

Negli anni Sessanta Luigi Majno apre in via Fara a Milano la Galleria d’arte  M’Arte alla quale, dal 1970 a 1979, affianca le pubblicazioni delle Edizioni M’Arte. La galleria e la casa editrice diventano subito un centro di riferimento e di incontri culturali, essendo frequentate da artisti e poeti come Ungaretti, Neruda, Pound, Quasimodo, Asturias, Baj, Sutherland e Tadini. La produzione editoriale si articola nelle collane «Testi e immagini» (diretta dallo stesso Luigi Majno e da Roberto Sanesi) e «Il piccolo torchio», nelle quali sono pubblicati in tiratura limitata testi letterari inediti o già editi, riproduzioni di manoscritti e acqueforti e litografie originali, composti e stampati da eccellenti tipografi come Ruggero Olivieri di Milano e le tipografie Bertieri di Milano e Stefanoni di Lecco, su carta a mano della Filicarta di Brugherio, appositamente realizzata con il marchio in filigrana della M’Arte Edizioni.

Spiccano, tra i numerosi volumi pubblicati: Bona De Pisis-G. Ungaretti, Croazia segreta (1970), H. Richter-G. Ungaretti, Ultimi cori per la Terra Promessa (1971); A. Magnelli-A. Palazzeschi, La passeggiata (1971); P. Dorazio-P. Neruda, La nave e altri testi (1973); H. Goetz-J. Guillén, Nocturnos e altre poesie (1979).

Edizioni Ca’ Spinello (Fermignano – Urbino)

L’attività delle Edizioni Ca’ Spinello (nate all’inizio degli anni Settanta e che prendono il nome dalla località omonima nel paese di Fermignano, nelle vicinanze di Urbino) s’incentra sulla figura e la personalità di Walter Piacesi[23. Sull’attività di incisore di Piacesi, cfr. W. Piacesi, Piacesi, testo di A. Tromboni, Fermignano, Edizioni d’arte Ca’ Spinello, 2003; W. Piacesi, Walter Piacesi: passione e materia, presentazione di F. De Santi, Fermignano, Ca’ Spinello, 1987; W. Piacesi, Walter Piacesi incisore, presentazione di M. De Micheli, Fermignano, Ca’ Spinello, 1989.], che illustra alcuni dei volumi pubblicati dalla Ca’ Spinello (come avviene con le sue due acqueforti originali per il volume Spinalonga di Renzo Biasion, con la presentazione di Vittorio Sereni, 1976, e per il racconto lungo Il vicino di Mario Pomilio, impreziosito da un’altra sua acquaforte, accompagnata da quella di Renzo Biasion, 1971) e altri ne cura (come A Venezia con Biasion, con un testo di Vittorio Sereni e 6 acqueforti di Renzo Biasion, 1974).

Altri pregevoli volumi pubblicati sono Letteratura italiana sulla Resistenza di Valerio Volpini, con 4 acqueforti di Remo Brindisi (1975); Venezia lontana con testi e 6 acqueforti originali di Renzo Biasion (altro nome spesso ricorrente nelle Edizioni Ca’ Spinello); New York 1957 di Orfeo Tamburi, con testi e 6 acqueforti originali dell’Artista (La finestra sui grattacieli, Central Park, Case sull’East River. 47° Strada, Finestre di New York, Grattacieli dal Winslov, Hotel Stampa), stampate da Walter Piacesi nel laboratorio di Fermignano (1971).

La Nuova Foglio (Pollenza-Macerata)

L’attività editoriale della Nuova Foglio, iniziata nel 1970, molto nutrita fino al 1978, e poi diradatasi sempre di più per concludersi nel 1981, si specializza nei libri d’arte, sia monografie di artisti (tra cui si ricordano i volumi: L’opera grafica di Corneille, 1975; Giosetta Fioroni, con interventi di Arbasino, Manganelli, Parise, e con litografia dell’artista, 1976; Salvatore Fiume, 1977) sia cartelle di incisioni (tra cui Il numero dimenticato di Magdalo Mussio, 1978, con 14 fogli stampati con tecniche calcografiche) sia ristampe di Riviste d’arte («Corrente di Vita Giovanile»: 54 numeri della rivista dal primo gennaio 1938 al 31 maggio 1940). Solo episodicamente e tangenzialmente, come proiezione della sua specifica attività, l’editrice produce alcuni libri d’artista tra i quali di grande rilevanza il volume Cinquante ans de poesie di Eugenio Montale (1972), con la collaborazione di Mondadori per il testo italiano e Gallimard per la versione francese, in piena pelle editoriale, con cofanetto in plexiglas, con litografie o serigrafie realizzate, in diverse versioni, da Turcato, Monachesi, Virgilio Guidi, Trubbiani, Migneco, Parisella, Montanarini, Borgonzoni, Picinni, Guerricchio, Treccani, Orfeo Tamburi, Brindisi, firmate a mano e numerate, su carta delle Cartiere Miliani di Fabriano[24. Notizie sulla Nuova Foglio in Catalogo della grafica internazionale 1973,  Pollenza, La nuova Foglio, 2 voll. Comprende Festival di Spoleto 1973; Un laboratorio stamperia per La nuova Foglio.].

Edizioni Rizzardi (Milano)

Rizzardo e Loredana Rizzardi aprono in via Brera nel 1965 una bottega di antiquariato che nel 1971 trasformano in galleria nell’ambito della quale nel 1973, da un’idea di Cesare Peverelli  nascono le Edizioni Rizzardi[25. Notizie sulle Edizioni Rizzardi si possono leggere in L. Tedeschi, Editori d’arte e Libri d’artista, Milano 1940-1995, in Anni ’90 arte a Milano, a cura di R. Bellini, pp. 212-13, 217-18, Milano, Editrice Abitare Segesta, 1994.] con il varo della «Piccola Collana Rizzardi-Frammenti di arte e poesia» (1973-1985) che presenta libri in occasione di mostre, con la formula: un pittore un poeta. Dal 1973 al 1977 nella collana vengono pubblicati ben 27 plaquettes, contenenti testi di affermati letterati, come Vittorio Sereni, Sandro Penna, Dino Buzzati, Alfonso Gatto, Edoardo Sanguineti, e grafiche originali (acqueforti, litografie o serigrafie) numerate e firmate, a tiratura limitata, di importanti artisti come Emilio Vedova, Emilio Scanavino. Pietro Cascella, Ibrahim Kodra, Alik Cavaliere. Dal 1981 e 1985 è la volta di 6 libri, tra cui spiccano lo straordinario 3+3, con testi di Josè Angel Valente, Allen Ginsberg, Platone ed opere di Giò Pomodoro, Emilio Vedova, Luigi Veronesi, e Alfabeto apocalittico, con testo di Edoardo Sanguineti e opere di Enrico Baj.

La Galleria Rizzardi dal 1986 (anno del trasferimento in via Solferino) al 1997 (anno in cui cessano le pubblicazioni) presenta, con la denominazione Edizioni Rizzardi-arte e cultura, quattro nuove collezioni editoriali a tiratura limitata, con libri stampati da grandi tipografi come Luigi Maestri, e Alessandro Zanella, con le incisioni realizzate da maestri torcolieri come Giorgio Upiglio e Franco Sciardelli: Favole esopiane, cinque volumi che ripropongono le favole di Esopo nella loro evoluzione attraverso i secoli, con grafiche originali di artisti contemporanei come Mimmo Paladino e Mario Schifano; Sodalizio (che comprende quattro volumi, realizzati in stretta collaborazione tra un artista e uno scrittore, tra i quali è da ricordare almeno  Lungo la traccia/Un pensiero visivo di Paolo Volponi e Arnaldo Pomodoro; Storie d’amore, due volumi che rielaborano e illustrano antiche storie d’amore; Unici (sette volumi che, appunto, sono unici, differenziandosi gli uni dagli altri per caratteristiche estetiche e tematiche, tra cui spicca Tempo della povertà, realizzato da Antonio Porta con l’artista Carla Badiali.

Ruggero Aprile (Torino)

Gli obiettivi imprenditoriali di Ruggero Aprile appaiono improntati a un ampio eclettismo che va dal campo del gadget e dell’oggettistica promozionale a quello editoriale (a partire dagli anni ’60) nel quale egualmente si spazia in territori tematici disparati: dai giochi alla pubblicità, dalla storia del danaro ai vini, dalla storia e dai problemi delle città, come Torino, Venezia e Roma, all’arte popolare europea e americana. L’attività editoriale raggiunge il culmine qualitativo, all’inizio degli anni ’70, con importanti libri d’artista come l’Omaggio a Petrarca, nel sesto centenario della morte (1974), con scritti di Giampiero Pellegrini, Sergio Bettini e Franco Calderoni e con 4 grandi acqueforti sciolte (di cm 50×35), numerate e firmate, di Alberto Viani, impresse su raffinata carta Goya, come l’Omaggio ad Alessandro Manzoni 1873-1973, nel primo centenario della morte (1973), con 4 acqueforti originali su rame di Giacomo Porzano, che ritraggono personaggi dei Promessi Sposi, numerate e firmate dall’artista (cm 31,5×24), accompagnate da una nota critica sul Manzoni di M. Bernardi e da un testo sui personaggi manzoniani di Carlo Bo e, inoltre, come il volume Vedova-Zanzotto (1998), con 3 poesie di Andrea Zanzotto e 3 acqueforti (cm 40×29,5) di Emilio Vedova, tutte firmate e numerate, su carta Magnani di Pescia, con prefazione di Massimo Cacciari.

Edizioni San Marco dei Giustiniani (Genova)

L’attività delle Edizioni San Marco dei Giustiniani di Genova, che si svolge quasi del tutto nel campo della poesia e della sua promozione, con la pubblicazione di opere dei più importanti autori italiani e stranieri del Novecento, ha il suo atto di nascita nel 1976 con l’uscita della raccolta di versi Lapide 1975 di Alfonso Gatto (con un’acquaforte di Giacomo Soffiantino), il primo volume della più importante collana della casa editrice, «Quaderni di poesia», che presenta un’edizione per bibliofili, con una grafica originale, firmata e numerata in 65 esemplari (che affianca l’edizione commerciale), tra i cui volumi sono da segnalare: Frammenti di un diario di Giorgio Caproni, con un’acquaforte di Carlo Guarienti (1995); Il viaggiatore insonne di Sandro Penna, con un’acquaforte di Renzo Vespignani (1977); Corale della città di Palermo per S. Rosalia di Mario Luzi, con un’acquaforte di Augusto Perez (1989); La trama delle lucciole diCamillo Sbarbaro, con un’acquaforte di Oscar Saccorotti (1979); Impromptu di Amelia Rosselli, con un’acquaforte di Piero Guccione (2003); Glenn di Maurizio Cucchi, con un collage di Enzo Carioti (1982); Lettere di Crociera di Ceccardo R. Ceccardi, con una linoleografia di Armodio (1996); Ventisette poesie di Günter Grass, con un’acquaforte di Daniel Bec (1979).

È anche da ricordare «La Biblioteca ritrovata», una collana in cui sono pubblicati volumi oramai introvabili del primo Novecento (di Caproni, Saba, Ceccardo R. Ceccardi, Grande, Barile, Boine e Sbarbaro), che si apparenta a quella dei libri d’artista, in quanto l’edizione commerciale è affiancata da una per bibliofili, in 90 esemplari numerati, che riproduce perfettamente la prima edizione delle opere,  inserita in una cartella editoriale che contiene anche un CD con la registrazione delle poesie lette, per ciascuno dei poeti,  da un attore diverso[26. Sull’attività dell’Editrice, cfr. Lettere a un editore di provincia (1976-1996), con un intervento di Mario Nicolao, a cura di S. Verdino, Genova, San Marco dei Giustiniani, 1996; L’editore dei poeti: San Marco dei Giustiniani 1976-2006, Atti della Giornata di studio, 18 ottobre 2006, Milano, Università cattolica, a cura di P. Zoboli, prefazione di G. Langella, Genova, Fondazione Giorgio e Lilli Devoto, San Marco dei Giustiniani, 2007.].

Panda edizioni (Padova)

La Panda Edizioni inizia la sua attività nel 1978 e, accanto ai libri di narrativa, di saggistica, sul territorio veneto e alle monografie d’arte, pubblica alcune collane di poesia tra cui «Arianna», diretta da Giacinto Spagnoletti, nella quale spicca l’Antologia personale di Carlo Betocchi (1982), e «Contrappunto», diretta da Mario Gorini, che presenta, tra gli altri, il volumetto delle ultime poesie di Leonardo Sinisgalli, Più vicino ai morti, con i disegni dello stesso poeta (1980).

Rappresenta degnamente la dimensione dei libri d’artista la Collana «L’oro dei suoni», ideata da Giorgio Segato nel 1993, che ospita importanti voci letterarie, prevalentemente di poeti veneti. Accanto a quella economica, la collana presenta un’edizione di pregio, in tiratura limitata e numerata, i cui volumetti prevedono la pubblicazione di 50 esemplari (fuori commercio) con un’acquaforte originale. Tra essi bisogna citare almeno Uno di quei rami di Silvio Ramat (2008); Verso Nanto-Breve viaggio sentimentale lungo la Riviera Berica di Gian Antonio Cibotto (2003); Testimoni del tempo di Alessandro Cabianca (2012), tutti illustrati con un’incisione di Albino Palma.

Edizioni Brixia (Milano)

L’attività editoriale delle Edizioni Brixia, fondate nel 1975 a Milano da Domenico Dabbrescia, fotoreporter del «Corriere della Sera», inizia, appunto, nel 1975 con la pubblicazione di libri di fotografia e della rivista «Prospettive d’Arte». In seguito, la Casa editrice sviluppa il filone dell’arte con monografie su artisti (Michele Cascella, Domenico Purificato, Orfeo Tamburi, Ernesto Treccani), con edizioni di grafica (litografie, serigrafie e acqueforti) e con edizioni per bibliofili in numero limitato. Da segnalare i libri d’artista: Gli Inni di Omero, con 5 litografie di Aligi Sassu; Il Milione di Marco Polo (1982), con acqueforti di Annigoni, Guttuso, Sassu, Vespignani ecc.; Cuore di De Amicis (1986), con 11 litografie di Brindisi, De Andreis, Stefanelli, Tamburi, Terruso, Treccani ecc.; una cartella sui Promessi Sposi di Alessandro Manzoni (s. i. d., probabilmente 1986) con acqueforti (di cm 50×35, in tiratura di 125+XXX esemplari su carta Magnani di Pescia) di Remo Brindisi, Giovanbattista De Andreis, Romano Stefanelli, Orfeo Tamburi, Saverio Terruso, Ernesto Treccani, che illustrano alcuni episodi del romanzo manzoniano. Nel 1986, la Casa editrice assume la denominazione attuale di Prospettive d’arte, diventando una S.r.l. e, dal 1991, gestisce anche uno spazio espositivo. La Casa editrice s’inserisce anche nell’ambito dell’editoria elettronica con la realizzazione del primo esperimento di un CD-ROM (su Salvatore Fiume).

Edizioni Pulcinoelefante di Alberto Casiraghy (Osnago – Lecco)

Le edizioni del Pulcinoelefante nascono nel 1982 dalla fantasia e dall’abilità di Casiraghi (in arte: Casiraghy), nato nel 1952 a Osnago, dove vive ed esplica la propria molteplice attività di poeta, violinista, pittore e, ovviamente, di grafico, stampatore ed editore, per cui la sua storia si identifica con quella del Pulcinoelefante e con la serie fantastica degli oltre novemila titoli stampati finora, anche più di uno al giorno: particolarità che giustifica l’autodefinizione di Alberto di essere «il panettiere degli editori»[27. La definizione riportata da Vanni Scheiwiller, che riprende un’autocitazione dello stesso Casiraghi, compare alla p. 3 dell’elegante e nutritissimo volume di Scheiwiller dedicato al Pulcinoelefante: Edizioni Pulcinoelefante. Catalogo generale 1982-2004, a cura di G. Matticchio, Milano, Libri Scheiwiller, 2005.]. Sono, pertanto, diventati un “elefante” i “pulcini”, i librini di piccole dimensioni (cm 19,5×13,5) in tiratura limitatissima (da 16 a un massimo di 35 copie), di sole 8 pagine, copertina compresa, di carta tedesca uso mano, che presentano un aforisma o una poesia, accompagnati da una piccola opera d’arte: di solito un’acquaforte, ma anche una foto, o una sculturina.

L’itinerario umano e professionale di Casiraghi è rettilineo: inizia da ragazzo come apprendista compositore nella tipografia Same di piazza Cavour a Milano, dove si stampa «Il Giornale» di Montanelli; poi, lasciata la Same nell’85, recupera i caratteri mobili dalle aziende in dismissione negli anni Settanta e acquista, a prezzi di liquidazione, l’Audax Nebiolo che ancora oggi gli serve per stampare le edizioni del Pulcinoelefante. Fondamentale è il suo incontro con Alda Merini (con la cui collaborazione realizza oltre mille titoli) che dà una straordinaria accelerazione alla sua attività editoriale, nei primi dieci anni limitata solo a un centinaio di titoli.

Casiraghi è un editore assolutamente democratico poiché nel suo catalogo compaiono nomi sconosciuti accanto a quelli dei maggiori artisti (Munari, Baj, Paladino, Nespolo) e scrittori (Dante Alighieri, Ungaretti, Campana, Gadda, Pasolini, Penna, Oscar Wilde, Gustave Flaubert, Novalis)[28. Sulla storia delle Edizioni, cfr. C. Tavella, Stamperie private in Italia…, op. cit., pp. 41-44; S. Melani, Le Edizioni Pulcinoelefante, Osnago (LC). Incontro con Alberto Casiraghy, consultabile sul sito www.bulino.com, 2002; Pulcinoelefante: il panettiere degli editori, MuVi, Viadana, 10 aprile-15 maggio 2005, Viadana, Galleria civica d’arte contemporanea, 2005; Alberto Casiraghy: le edizioni del Pulcino Elefante, catalogo a cura di S. Portinari, Vicenza, Comune di Vicenza, Assessorato alla cultura, 2010; M. Rossin, Pulcinoelefante e Tallone a Monza. I piccoli grandi editori in mostra, in «il Cittadinomb», 22 febbraio 2013.].

All’insegna del Lanzello (Castigliole d’Asti)

L’editrice All’insegna del Lanzello inizia l’attività nel piccolo comune di Castigliole d’Asti, alla fine degli anni ’50, con un volume sul mondo arabo, per poi specializzarsi, a partire dall’inizio degli anni ’80, nella pubblicazione di libri d’artista, incisi su carte pregiate con torchi a mano, riguardanti in modo particolare i classici della letteratura italiana e i poeti italiani del Novecento, corredati da incisioni originali di alcuni dei maggiori artisti, ma anche edita, in consonanza con la vocazione enogastronomica del territorio, in occasione della mostra di Asti di maggio-giugno 1990, un volume riccamente illustrato a colori con menu artistici, intitolato Il menu tra storia ed arte. Nel campo specifico dei libri d’artista sono da segnalare la pubblicazione dei Sonetti di Rustico Di Filippo, con 14 acqueforti originali di Mario Calandri (1985), e dei Sedici sonetti lussuriosi di Pietro Aretino, ornati con 10 acqueforti da Mino Maccari (1982), mentre, per quanto riguarda la poesia del Novecento italiano, di grande suggestione sono i volumi: I fiumi e la memoria di Giuseppe Ungaretti, con un’incisione originale alla maniera nera di Eric Keller (1991), e Gli addii di Giovanni Raboni, con cinque acqueforti di Mino Maccari (1987).

Nuove carte di Giordano Perelli (Fano)

La formazione di Giordano Perelli, nato nel 1943 a Fano dove tuttora vive e opera, si compie a Urbino, prima nell’Istituto d’Arte sotto la guida di grandi maestri come Castellani e Piacesi, e poi nella Scuola del Libro, per quanto riguarda l’incisione, e nell’Accademia delle Belle Arti, per la scultura, e si completa operativamente nella stamperia della Pergola di Pesaro.

Nel 1973, egli dà l’avvio alle Edizioni Nuove Carte con la pubblicazione di 3 cartelle di grafica: La grande famiglia, 10 bulini di Ljubomir Kokotovic; Cavallo a dondolo, 6 incisioni di Zivko Djak, presentate da Roberto Sanesi e Il ricordo di una sera, 10 acqueforti dello stesso Perelli.

Solo nel 1983 Giordano inizia a pubblicare, al ritmo di uno o due all’anno, i raffinati libri d’artista (con testi e grafica) numerati e firmati, con tiratura da 75 a 99 copie, che hanno un originale, inusuale, formato verticale, molto slanciato (cm 29×13), con una copertina di colore neutro: ocra o grigio, con un ampio risvolto per il colophon e una nota critica, con fogli sciolti in carta Fabriano, tirati al torchio dallo stesso Perelli, che generosamente li dona agli amici.

Non è facile scegliere nel catalogo i volumi più rappresentativi e prestigiosi: si possono citare Dialogando, testo del Premio Nobel Naguib Mahfouz, con un’acquaforte di Hussein El Ghebali (1997); Il presente, una poesiadi Marco Vitale, con un’acquaforte di Perelli, che rappresenta un affettuoso ritratto di Pier Paolo Pasolini (2004); Chi grida?, una poesia di Eugenio De Signoribus, con un’incisione di Gaetano Bevilacqua (2005); Tontestrella, tre frammenti poetici di Vincenzo Guarracino (2005); La cena, una poesia di Francesco Scarabicchi (2010); Il pulviscolo dell’alba di Luigi Paglia (dicembre 2012), tutti e tre con un’acquaforte di Perelli[29. Sulla produzione libraria e incisoria di Perelli cfr. Giordano Perelli. Dalla memoria al quotidiano, a cura di B. Ceci, Fano, Fortuna, s. i. d. (1992?); S. Melani, Le Edizioni Nuove Carte, Fano. Incontro con Giordano Perelli, consultabile sul sito www.bulino.com, 2002.].

Edizioni d’Arte Severgnini (Cernusco sul Naviglio – Milano)

Le Edizioni Severgnini iniziano l’attività editoriale alla fine degli anni ’60 (1967) nel campo dei libri e cataloghi d’arte ai quali, utilizzando i torchi della Stamperia d’arte, affiancano, dal 1983, la realizzazione di libri d’artista, soprattutto nella collana «Ex libris», con pubblicazioni di pregio, specie su carta Alcantara, tra cui si possono citare come particolarmente importanti i volumi: Titres et sous titres con testi e 12 pochoirs, realizzati da 12 tempere originali, di Eugéne Jonesco (1992); Codicillo 1982 di Edoardo Sanguineti, con una serigrafia originale a colori di Ugo Nespolo (1983); Ipotesi labirinto di Roberto Sanesi, con una serigrafia originale di Emilio Tadini (1983);  Il risveglio di Finnegan di James Joyce, nella versione di Roberto Sanesi, con una serigrafia originale di Andrea Cascella (1983); Se amore, 4 sonetti di Luis de Gongora, con una litografia di Davide Benati (1989); Tu vates eris, versi latini di Arthur Rimbaud, a cura di Vincenzo Guarracino, con un’acquaforte originale di Giacomo Soffiantino (1985).

Le Edizioni Severgnini realizzano anche per conto di altri editori o committenti incisioni e libri d’artista, come i volumi per le Edizioni GEMA di Foggia, con litografie e serigrafie originali.

Ampersand (Valeggio sul Mincio – Verona)

Alessandro Zanella, dopo le esperienze e la collaborazione nella stamperia veronese Plain Wrapper Press dell’americano Richard-Gabriel Rummonds, pubblica in Valeggio sul Mincio, località Santa Lucia 21, una collana di libri d’artista denominata «Ampersand», il cui termine (che nella lingua inglese indica la congiunzione latina “et“, ossia & & &: segno di legamento e di intreccio) diventa dapprima il nome della stamperia e delle edizioni e poi è tramutato in segno grafico, designando la marca editoriale.

Tra gli elegantissimi volumi, di grandi dimensioni, composti a mano e stampati con il torchio a stella, in tiratura limitata (da 60 a 110 copie, numerate e firmate), la cui prima uscita è Sul teatro delle marionette di Heinrich von Kleist, con 4 incisioni di Neil Moore (1984), sono da ricordare Poesie verticali di Maria Luisa Spaziani, con 7 immagini a rilievo di Marina Bindella (2009); Persefone di Ghiannis Ritsos, con 2 xilografie e 2 serigrafie di Joe Tilson (1990); Un coup de dés jamais n’abolira le hasard di Stéphane Mallarmé, con la traduzione italiana di Maurizio Cucchi, con 4 xilografie originali di Jacques Verniére (1987); Tre poesie di Vittorio Sereni, con 3 incisioni a bulino di Carlo Rapp (1997).

L’altra collana, «Le carte del cielo», è dedicata alla narrativa del Novecento, tra i cui volumi (con tiratura di 130 copie, numerate e firmate, composte con il carattere Bembo e stampate con il torchio a mano su carta in cotone della tedesca cartiera Zerkall) sono da menzionare almeno: Elia e Vannina di Federigo Tozzi, con 2 acqueforti di Adriano Boni (1994); Carnevale di Corrado Alvaro, con un’acquaforte e puntasecca di Guido Strazza (1998). Si ricorda anche la realizzazione, oltre alle edizioni in proprio, di alcuni volumi per i Cento amici del libro da parte di Alessandro Zanella, morto prematuramente nell’aprile del 2012[30. Sull’itinerario e sulla produzione editoriale di A. Zanella, cfr. B. Peria, Stampare ad arte, in Stampare ad arte. Alessandro Zanella tipografo ed editore, a cura di M. Bindella, Santa Lucia, Valeggio sul Mincio (Verona), Ampersand, 2009 pp. 7-11; A. Mercanti, Imago libri: Ampersand, in Stampare ad arte. Alessandro Zanella tipografo ed editore, op. cit., pp. 13-17; A. Zanella, Una macchina sensibile, in Stampare ad arte. Alessandro Zanella tipografo ed editore, op. cit., p. 19; C. Tavella, Stamperie private in Italia…, op. cit., pp. 24-26; F. Mauli, Un Private Printer a Verona: Alessandro Zanella e Ampersand, tesi di laurea in Lingue e Culture per l’editoria, Università degli Studi di Verona, rel. Prof. Paolo Pellegrini, a. acc. 2005/2006.].

Il Cigno Galileo Galilei Edizioni (Roma)

La Casa Editrice Il Cigno Galileo Galilei di Roma, diretta oggi da Lorenzo Zichichi e Norberto G. Kuri, esplica la sua attività – così come dichiara la sigla editoriale ˗ in due settori diversificati: i libri d’arte e le pubblicazioni scientifiche e, inoltre, cura l’allestimento di mostre d’arte a Roma e in altre città italiane ed estere. Dapprima (nel 1968) è stata fondata la stamperia d’arte che ha realizzato fino a oggi incisioni di pregio di artisti del Novecento come Il gran cavaliere di Marino Marini, Europe di Hans Hartung, I tarocchi di Franco Gentilini e, inoltre, la serie di cartelle dedicate a Cristoforo Colombo di Sandro Chia, Antonio Corpora, Piero Dorazio, Sebastian Matta, Mimmo Paladino, Mimmo Rotella, Aligi Sassu. Dal 1988 alle edizioni d’arte si sono affiancate le collane di saggistica scientifica.

Nel campo dei libri d’artista,Il Cigno ha pubblicato la serie dei tre volumi di grande formato (cm 50×35) Pacem te poscimus omnes realizzati in 200 esemplari (con 21 tavole e un bassorilievo dei tre artisti e testi manoscritti delle maggiori personalità mondiali) da Emilio Greco (1985), Giacomo Manzù (1988) e Renzo Vespignani (1988).

Tra le iniziative artistico-culturali è da ricordare l’istallazione nel 1987 a New York, davanti al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, della grande scultura di Giacomo Manzù Madre con Bambino, accompagnata dal predetto volume d’arte di Manzù: Pacem Te poscimus omnes.

Edizioni L’Obliquo (Brescia)

Nel 1985 Giorgio Bertelli, nato nel 1957 a Brescia in cui tuttora opera, pubblica il proprio primo volume in 200 copie commerciali e 50 esemplari numerati accompagnati da una sua acquaforte: I Canti di Maldoror, sette brani di Isidore Ducasse, conte di Lautréamont, dando inizio alle sue edizioni, che hanno assunto una notevole importanza sia per la qualità sia per la quantità dei titoli che assommano oggi ad oltre 220, divisi in 7 collane, oltre ai «Fuori collana» (il cui primo volume è il predetto Canti di Maldoror).

Delle tre collane maggiori, che prevedono librini di piccolo formato con una tiratura tipografica (da 300 a 500 copie) e una limitata (in genere, non più di 100 copie) la quale contiene una grafica originale; «Interferenze» presenta soprattutto testi di riflessione, a cominciare dai primi libri pubblicati nel 1986 (Franco Fortini, Dei confini della poesia, 1986; lo stesso Bertelli, Il mio Cohélet, 1986 e, in seguito, Jean Genet, L’infanzia criminale, con una serigrafia di Alberto Garutti, 1993), mentre «Polaroid» è dedicata alla narrativa (tra i cui titoli sono da segnalare En passant, di Raymond Queneau, in 50 esemplari, con una serigrafia di Diego Saiani, 1988, e Tartre di Louis-Ferdinand Céline, 99 copie, con una litografia di Mimmo Paladino, 2005). È  consacrata, invece, alla poesia la collana «Ozî», tra i cui titoli spiccano: Rallentare lavori in corso di André Breton, René Char, Paul Éluard, con 3 litografie di Eva Marisaldi, Liliana Moro e Sabrina Torelli (2009); La terra desolata di Thomas Stearns Eliot, con una litografia di Pirro Cuniberti (2002); Trame urbane di Vladimir Majakovskij, in 300 esemplari, 35 dei quali contenenti una tecnica mista su carta di Marco Jaccond (2004)[31. Sull’itinerario umano, di editore, di pittore e di incisore di Bertelli cfr. S. Melani, Edizioni L’Obliquo, Brescia. Incontro con Giorgio Bertelli, consultabile sul sito www.bulino.com, 2002; V. Scheiwiller, Edizioni l’Obliquo 1986-1996: dieci anni di libri e grafiche, Brescia, AAB Edizioni, 1996; V. Consolo,  A. Lolini, L’Obliquo (1985-2000), Milano, Medusa, 1999.].

Josef Weiss Edizioni

Le Edizioni hanno il loro centro motore nella persona e nella decisa personalità di Josef Weiss, la cui formazione di rilegatore e di grafico comincia nel 1959 e si svolge nella Svizzera orientale, con la frequenza anche della Scuola d’arte di San Gallo e col successivo perfezionamento a Salzburg e Augsburg. L’amore per i libri e la conoscenza scatta in lui da una visita alla famosa Stiftsbibliothek di San Gallo, che lo colpisce profondamente per il ricchissimo e prezioso patrimonio librario e per  la manifestazione di una cultura millenaria.

Nel 1968 Weiss apre uno studio grafico per conto di una ditta multinazionale della Svizzera orientale e nel 1981 concretizza il proprio sogno di fondare a Mendrisio, nella Svizzera italiana, una propria editrice (che comincia a stampare libri d’artista qualche anno più tardi) la cui bottega diventa, oltre che il gabinetto di incisione e la stamperia, il centro di fecondi e frequenti incontri di artisti e scrittori.

La sua attività editoriale si sviluppa senza una precisa programmazione, indotta solamente dal suo fiuto infallibile e dal suo estro creativo. Tra i volumi da lui editi, in pochissime copie su carte pregiate e con le incisioni di grandi artisti, meritano una particolare citazione: L’orizzonte in fuga (2002) di Eugenio Montale, il settimo leporello della collana «All’insegna del Dîvân», con un’acquaforte di André Beuchat  e il testo composto in carattere Rialto df Roman, stampato su carta Hahnemühle, in tiratura di 33 esemplari; Rime scelte di Michelangelo Buonarroti, con 8 incisioni di Marco Mucha per la collana «Enchiridion»; Consider the eel: for Seamus Heaney-Si prenda l’anguilla: per Seamus Heaney di Seamus Heaney, con un originale pittorico di Antonio Teruzzi, realizzato nel 2009, in edizione numerata di 70 esemplari[32. Sulle Edizioni di Josef Weiss, cfr. J. Weiss, Libri con carattere. 21 anni nella gioia di fare libri. Catalogo delle pubblicazioni 1986-2007, testi di A. Cima e N. Dal Falco, Mendrisio, Josef Weiss Editore, 2007; N. Dal Falco, A Lugano, sul dîvân di Josef Weiss, in «Teatro Naturale. Letture-visioni-approfondimenti», 20 aprile 2013; Un artista tra i torchi: Josef  Weiss, editore e rilegatore d’arte, in «Bibliomania», dicembre 1993.].

Biblioteca Cominiana (Veneto: Casier, Cittadella, Padova, Treviso)

Le Edizioni della Biblioteca Cominiana, fondate nel 1984 da Pier Luigi Rebellato, derivano il loro nome dal famoso tipografo ed editore Giuseppe Comino (nato a Cittadella alla fine del sec. XVII e morto a Padova nel 1762, del quale perpetuano la tradizione), la cui sede può essere definita extravagante, localizzandosi in varie città del Veneto (Casier, Cittadella, Padova, Treviso ecc.), relative allo spostamento di residenza dell’editore (figlio dello storico editore  Bino Rebellato). Sono stati pubblicati libri di classici italiani e latini, di letteratura contemporanea e di arte, e anche libri e cartelle d’artista tra cui appaiono particolarmente suggestivi la cartella L’arte di amare di Ovidio, che presenta accanto al testo del poeta latino, tradotto da Pier Luigi Rebellato, 6 litografie di Simon Benetton, in 99+X+10 pp. a esemplari (1986), il volumetto Una poesia e un’acquaforte a cura di Bino Rebellato, con una poesia di A. Zanzotto e un’acquaforte originale di L. Ceschin, in 60+XX copie (giugno 2001); Discensore di Jole Tognelli, con quattro disegni dell’autrice, presentazione di Mario Petrucciani (1989) e Ultime foglie di Anna Mele Ludovico, con 4 dipinti a olio di Ibrahim Kodra, e con 21 tavole musicali di Carmine Maria Mele (1987).

Edizioni La Scaletta S. Polo d’Enza (Reggio Emilia)

Le Edizioni La Scaletta nascono come emanazione della Galleria La Scaletta[33. Sulla storia della Galleria e sull’attività di Giorgio Chierici si può leggere l’esauriente, recente articolo di  S. Naglia, La Scaletta: storia di una Galleria, alla URL: http://www.collezionedatiffany.com/la-scaletta-storia-galleria/.], fondata da Giorgio Chierici nel 1967 a Reggio Emilia e, dopo il trasferimento a S. Polo nel 1984, ancora oggi da lui diretta, specializzata, unica in Italia, sul versante del disegno e della grafica.

Le Edizioni si articolano (oltre che in numerosi volumi singoli) in alcune collane i cui primi 50-150 esemplari sono sempre accompagnati da incisioni originali. La prima, «Il Disegno Italiano», a cadenza annuale, che si caratterizza come un repertorio di disegni e grafiche, con schede e foto, nasce nel 1981 col fascicolo n. 1 (con un’acquaforte di Guttuso) e si conclude nel 2010 col n. 29 (con un’acquaforte e puntasecca di Piero Guccione). Presentano monografie critiche sugli artisti le altre collane: «I quaderni della scaletta» editi a Reggio Emilia dal 1978 a 1983, dal n. 1 al n. 24 (5 fascicoli all’anno, 4 nel primo anno); «I quaderni del disegno italiano», dal n. 1 (2003) con i disegni di Alberto Sughi, fino al n. 15 del 2011 dedicato a Vettor Pisani, e la collana «Itinerari», dal n. 1/1992 (su Semeghini e Del Pezzo) fino al n. 16/2009 (dedicato ad Alberto Savinio e Fausto Melotti). Per quanto riguarda i libri d’artista in senso stretto, già nel 1972 viene pubblicata a Reggio Emilia una cartella in 100 esemplari di cm 50×35 con un acquerello, 10 serigrafie e altrettante poesie di Ernesto Treccani, e con uno scritto di Davide Lajolo, mentre nel 1974 esce la raccolta Storie di donne e di mare, con 6 acqueforti di Eugenio Pardini e brani lirici di Dino Carlesi. Tra le altre pubblicazioni d’artista (in 100 esemplari di cm 50×35 su carta Magnani di Pescia) sono da segnalare Macchie di inchiostro (1976) con 5 acqueforti di Walter Piacesi e 5 poesie di Raffaele Carrieri, ed Emblemi con 5 acqueforti di Biasion e 5 poesie di Mario Pomilio.

Possono essere assimilati ai libri d’artista i fascicoli del quadrimestrale di arte e letteratura «Origini», a partire dal n. 4 dall’anno 1988, allorquando Giorgio Chierici ne rileva la proprietà (dalla Tecnostampa di Reggio Emilia – che tuttavia compare nel Colophon come editrice dal n. zero del marzo 86 fino al n. 9 del 1989, con la direzione di Paolo Vecchi), assumendo anche il ruolo di direttore responsabile dal n. 10 del 1990 (in cui compare anche la dicitura delle edizioni “La scaletta”) fino al  n. 42 del 2000 (ultimo fascicolo pubblicato). La rivista presenta riproduzioni di grafica, testi di critica artistica e letteraria e composizioni poetiche che, appunto dal n. 4 del 1988, sono accompagnati, per le prime cento copie di ogni fascicolo, da incisioni originali, firmate a matita e numerate. Sono da segnalare il fascicolo n. 13 (aprile 1991), con l’acquaforte Apparizione di Vasco Bendini; il n. 35 (novembre 1998), con l’acquaforte Teatrino di Marcello Jori, e il n. 42 (dicembre 2000) con l’acquaforte  Il sogno come anatomia di Giuseppe Zigaina (Corrado Albicocco stampatore).

Edizioni Colophon (Belluno)

Nasce nel nome di Leopardi nel 1988 la Colophonarte di Belluno, per coraggiosa iniziativa di Egidio Fiorin. Il primo titolo della collana «Poiêin» ha per titolo Quattro canti, quattro incisioni di Giacomo Leopardi, con 5 grafiche di Walter Valentini (una in copertina), a cui seguono Quattro canti, quattro incisioni di Guillaume Apollinaire-Riccardo Licata, nel 1989; Quattro canzoni, quattro incisioni di Francesco Petrarca-Agostino Bonalumi, nel 1991; Quattro canti, quattro incisioni di Toti Scialoja, nel 1992;  Quattro poesie, quattro incisioni di Andrea Zanzotto-Achille Perilli, nel 1992; La notte viene col canto di Mario Luzi[34. Sui preziosi volumi luziani della Colophon cfr. S. Grasso, Per il poeta le parole volano alte, in «Corriere della Sera», 15 dicembre 1994; S. Crespi, Il bianco e il nero della parola, in «Il Sole-24 ore», 24 settembre 1995; G. Di Stefano, «Quella vivida sostanza» libro d’artista di Staccioli dedicato a Mario Luzi», in «Corriere della Sera», 28 febbraio 2007.] – Walter Valentini, nel 1993. Questi primi 6 titoli prefigurano già l’orizzonte poetico e artistico in cui si dispiegherà l’attività editoriale, quello dei maggiori lirici italiani del passato e del presente e dei prestigiosi incisori contemporanei. A questi libri si sono aggiunti, fino ad oggi, oltre 70 volumi, firmati e numerati, in tirature limitate (divisi in alcune collane) che presentano tutti le caratteristiche dell’accurata scelta delle poesie (Sanguineti, Luzi ecc.), della suggestione delle grafiche (tra gli altri, di Vedova, Baj, Corneille, Paladino) e anche di alcune sculture (Arnaldo Pomodoro, Mauro Staccioli, Giuseppe Spagnuolo) e di puzzle-collage (Nespolo) e di raffinatezza ed eleganza dei testi stampati al torchio da Alessandro Zanella, Santa Lucia ai Monti, e dalla Tipoteca Italiana Fondazione, Cornuda (prov. di Treviso), con caratteri Bembo, Baskerville, Garamond su carte pregiate Hahnemühle, Aetnea, Rusticus, Modigliani, Fabriano, Graphia[35. Una panoramica sulle edizioni Colophon è tracciata negli articoli: G. Dorfles, In mostra i «Libri d’artista», in «Corriere delle Alpi», 30 marzo 2001; R. Bossaglia, Pagine come quadri. Edizioni limitate con illustrazioni d’artista, da Paladino a Baj a Dorazio, in «Corriere della Sera», 8 aprile 2001;  G. Dal Bon, Libri d’arte da Belluno al Moma, in «Corriere della Sera», 1° febbraio 2005;  F. Gualdoni, I settantadue frutti di uno stritolatore di mani, in «Corriere della Sera», 21 aprile 2007.].  Da segnalare la particolare originalità di due libri-oggetti estetici: Quella vivida sostanza (2007), con dodici poesie di Mario Luzi e con un collage di Mauro Staccioli (i cui primi 60 esemplari sono corredati di un contenitore in legno ornato da una scultura in ferro di Staccioli) e Caro Claudio (2004), con testi  di vari autori dedicati a Claudio Abbado, inseriti in un contenitore di legno-bronzo, numerato e firmato, di Arnaldo Pomodoro, realizzato dalla fonderia Battaglia e dall’ebanista Fabio Reolon.

Raffaelli Editore (Montellabate di Pesaro, poi Rimini)

Walter Raffaelli, dopo aver terminato gli studi nell’Istituto statale d’arte di Urbino, apre il suo laboratorio di litografie su pietra nel 1978-79 a Montellabate di Pesaro, e nel 1989 dà inizio alla Casa editrice, pubblicando il suo primo libro d’artista, Poesie di Teresa Jacucci, con 5 litografie, esclusivamente su pietra, di Paolo Valente, stampato (come anche i successivi volumi) su carta delle cartiere Magnani di Pescia, in 75+xxv esemplari numerati e firmati da entrambi gli autori, seguito nel 1990 da La Marca di Casanova, testo di Nando Cecini e 8 incisioni su pietra eseguite da Arnoldo Ciarrocchi, sempre in tiratura di 75+xxv esemplari numerati e firmati.

Nel 1992 Raffaelli trasferisce la sede della Casa editrice a Rimini, pur conservando e utilizzando fino al 2000, il laboratorio di Montellabate. Di particolare interesse appaiono il volume La bicicletta (pubblicato nella primavera del 1999 e composto da una poesia di Raffaele Carrieri e da una litografia disegnata su pietra da Arnoldo Ciarrocchi, stampata al torchio in 25 esemplari numerati e firmati dall’artista) e la collana «Leporello» in cui spicca Riemerge in lontane chiarità (1997), una poesia di Mario Luzi inframmezzata da una litografia originale di Alessandro La Motta in 25+XV esemplari numerati e firmati da entrambi gli autori. I librini della «Leporello» hanno la particolarità di avere, quando sono chiusi, le ridottissime dimensioni di cm 10,5×7,5, ma, poiché si aprono a fisarmonica, raggiungono in lunghezza i 98 centimetri.

Mavida di Dall’Aglio e Manfredi (Reggio Emilia)

Inizia nel 1989 l’attività della società Mavida (la cui sede a Reggio Emilia è una stamperia d’arte, il Laboratorio Fratelli Manfredi, sorto nel 1987) che riunisce sotto la sua sigla diverse attività legate all’editoria e alla stampa originale (oltre alla libreria e alla galleria, con vendita via internet). Le edizioni calcografiche vengono stampate con un torchio manuale Bendini e uno elettrico Lazzarini, quelle xilografiche e linoleografiche con un tirabozze manuale a cilindro Saroglia e quelle litografiche, a utilizzo esclusivo di pietre, con un torchio manuale Bollito e Torchio. Avvalendosi della sua ricca attrezzatura, il Laboratorio cura edizioni a tiratura limitata (cartelle, libri, manifesti ecc.), disponendo di vari caratteri in piombo (Bodoni, Garaldus, Garamond, Magister, Donatello ecc.). Come i linoleum e le xilografie, pure i testi vengono stampati con il tirabozze Saroglia a inchiostrazione manuale e col tirabozze Korrex della Max Simmel a inchiostrazione e messa a foglio automatiche. Tra i volumi pubblicati, appaiono di particolare spicco Tre racconti di Cechov (1999) e Città di Federico García Lorca (1995), entrambi con incisioni di Gino Forti;  Milano di Umberto Saba, con acquaforte di Barbara Vaccari (1996), e Da un’estate all’altra di Mino Maccari, con due acqueforti di Fiorella Diamantini (1996). Il laboratorio realizza anche per conto di altri editori o committenti incisioni ed edizioni, come quella molto pregevole del Cantico dei Cantici illustrata con le litografie di Aldo Salvadori per i Cento Amici del Libro (1996)[36. Sulla storia, sulle plurime attività e sulle edizioni della Società cfr. Incisioni, litografie libri. Catalogo Mavida Autunno 2011, Reggio Emilia, Mavida Edizioni, 2011.].

Ogopogo di Cosimo Budetta (Agromonte-Potenza)

Cosimo Budetta, creatore e protagonista assoluto delle Edizioni Ogopogo, dopo aver vissuto vitali esperienze in ambiti e luoghi disparati, dai campi alla fabbrica, dall’arte all’insegnamento, in Italia e in Olanda, si divide nello svolgimento delle sue molteplici attività (di educatore, pittore, grafico, ceramista, autore di libri illustrati per l’infanzia, di poesie e filastrocche, di cofondatore e animatore del laboratorio-galleria Dadodue di Salerno e, nel ’77, del Gruppo di Ricerca di Pontecagnano) tra Agromonte, un piccolo centro in provincia di Potenza ai confini tra la Basilicata e la Calabria, di cui è diventato il geniale patriarca, e la natìa Salerno.

Nel settore specifico dell’editoria ha pubblicato un ampio numero di raffinati, elegantissimi libri d’artista (in esemplari limitati, perché integralmente manufatti per i testi e le immagini le quali spesso sono pezzi unici: disegni  e acquerelli su cartoncino) dei quali realizza sempre le raffigurazioni grafiche, suddivisi in quattro collane: «Florida», «Tandem», «Sulla carta a volo d’uccello», «La suriglia», con l’intervento e la collaborazione di grandi poeti, scrittori, artisti, critici. I suoi primi volumi risalgono al 1989, quando pubblica nella collana «Florida» Lovely green e I segni della mia forma con i testi, rispettivamente, di Giovanni Amodio e di Franco Loi, ai quali seguono volumi di spicco come Ode a Lucio Fontana con il poemetto di Leonardo Sinisgalli (2002); Se non dicessimo niente di Vito Riviello (2003); La fontana malata con la celebre poesia di Aldo Palazzeschi (2004); Febbraio con i testi di Giorgio Barberi Squarotti (2004); Natale con la poesia di Giuseppe Ungaretti (2009); Haiku delle stagioni di Luigi Paglia (febbraio 2013)[37. Si segnalano alcuni titoli dell’ormai ampia bibliografia su Budetta: G. Pedicini, Cosimo Budetta, Salerno, Laboratorio Dadodue, 1988; C. Budetta, F. Stefani, L’occhio la mente la mano, Roma, Valore Scuola, 1996; G. De Marco, M. Lunetta, C. De Luca, Cosimo Budetta poeta e pittore, in «Avanguardia», n° 7, 1998;  G. Pedicini, Erratici Cammini, Napoli, Terra del Fuoco, 1989; G. Pedicini, Mappe dell’immaginario, Napoli, Terra del Fuoco, 1990; G. Di Genova, Storia dell’Arte Italiana del Novecento, generazione anni trenta, Bologna, Edizioni Bora, 2000.].

Edizioni il Buon Tempo di Lucio Passerini (Milano)

Lucio Passerini, trasferitosi nel 1971 a Milano dalla nativa Novara, dotato, oltre che di abilità tecniche, di una solida cultura teorica, essendosi laureato nel 1979 in Storia dell’Arte a Milano, dopo un periodo di apprendistato iniziato nel 1974 frequentando alcuni laboratori privati e realizzando soprattutto acqueforti, dal 1982 si dedica alla stampa tipografica e all’editoria d’arte, progettando e realizzando piccole edizioni a tiratura limitata con la sigla il Buon Tempo. Specializzatosi soprattutto nel campo della xilografia e linoleografia, nel 1991 inizia la pubblicazione di una collana, denominata «Una poesia», con frequenza annuale di un paio di librini, in 66 esemplari numerati e firmati, di formato cm 16×15.5, realizzati con un unico foglio piegato tre volte, con copertina e astuccio, e contenenti una poesia e un’incisione, con i testi composti in Linotype Garamond. La stampa è realizzata con torchio a mano su carta Hahnemühle. Sono da ricordare i librini: A Poem di Emily Dickinson, con un’incisione di Francesca Fornerone (1991); L’Infinito di Giacomo Leopardi, con un’acquaforte di Renato Bruscaglia (1991); Sonnet XLIII di William Shakespeare, con una xilografia di Lucio Passerini (1999). Nel catalogo del Buon Tempo, che finora consta di oltre 40 titoli, compaiono altre tre collane: una è intitolata «Album», i cui volumi si distaccano da quelli della collana «Una poesia» per il formato più grande e perché in alcuni casi sono privi di testi; si segnalano almeno Il Poema della Montagna di Marina Cvetaeva, con 8 xilografie originali di Marina Bindella, cm 35×22, in 50 esemplari su carta Sicars, numerati e firmati (1993), e Gerusalemme di Mario Luzi, con una xilografia di Lucio Passerini, in 80 esemplari su carta Hahnemühle, cm 17×14,5 (2003). Un’altra collana si intitola “Codicilli” i cui librini, di formato cm 16×14 sono costituiti da un foglio piegato tre volte cucito a una copertina in cartoncino, con tiratura di 50 o 40 esemplari su carta Hahnemühle, tra i quali si segnala Nuvole informi di Luciano Erba, con un’incisione di Paolo Gubinelli (2008)[38. Sulle Edizioni del Buon Tempo cfr. C. Tavella, Stamperie private in Italia…, op. cit., pp. 32-35; Il Buon Tempo: le edizioni del torchio privato di Lucio Passerini qui per la prima volta raccolte in volume e illustrate, testi di C. Zambianchi, M. Bindella e L. Passerini, a cura di L. Passerini, Catalogo della Mostra ordinata presso la Biblioteca Vallicelliana di Roma nel novembre 2010, Milano, Il Buon Tempo, 2010.].

Edizioni dell’Ombra di Gaetano Bevilacqua (Calolziocorte, poi Salerno)

L’itinerario circolare (Sud-Nord-Sud) di Gaetano Bevilacqua inizia da Casagiove (Caserta) dove nasce nel 1959 e, dopo gli studi universitari, si sviluppa in Lombardia. Mentre a Milano nel 1989-90 “impara l’arte”, seguendo per due anni un corso di incisione tenuto da Lucio Passerini e Francesca Fornerone, a Calolziocorte inizia l’attività editoriale pubblicando una cartellina con 5 incisioni dedicate al poeta siciliano Bartolo Cattafi e, nel 1992, con il logo dell’Ombra, un’altra cartellina, stampata a Lecco, dal titolo Armature (con una prosa dell’amico Maurizio Marotta e 3 sue piccole incisioni), e dando alla luce il secondo titolo dell’Ombra (che è il primo della collana «In umbra educatae»): Tre poesie, dell’amico poeta Roberto Deidier.

La parabola si conclude con il ritorno, alla fine degli anni Settanta, al Sud: a Salerno, dove Gaetano prosegue la propria attività di editore, stampatore e grafico (pubblicando l’ultima dozzina di titoli di «In umbra educatae» e tutti quelli del «Golfo»), accanto a quella di docente di inglese. Attualmente le collane sono quattro: accanto alle sperimentali «Chiamare l’erba» (con un unico titolo) e «Col legno», serie dedicata alla xilografia (2 titoli), sono fondamentali «Il golfo», serie di libretti legati a mano in un unico formato di cm 13,5×18,5, composti con caratteri mobili e stampati su carte Hahnemühle o Amatruda di Amalfi, contenenti di solito un’acquaforte (è uscita una ventina di titoli, tra cui sono da menzionare: Due poesie di Giovanni Pascoli, con 2 acqueforti di Giacomo Budetta, n. 12, 2006, e L’arcobaleno di William Wordsworth, n. 6, 2004, con un linoleum di Massimiliano Valenti), e «In umbra educatae», serie di edizioni in confezione e formato liberi: libretti cuciti a mano, cartelline a fogli sciolti, incisioni abbinate ai testi sia in calcografia sia in xilografia, stampa effettuata con torchi a mano. In questa collana sono presenti oltre 40 titoli, tra cui spiccano: Visita a Burri di Leonardo Sinisgalli, con un linoleum di Salvo Del Prete, n. 5, 1993; L’acqua che tocchi de’ fiumi di Leonardo da Vinci, con 3 xilografie a colori da Martin Manojlín, n. 25, 1996; Due odi di Ricardo Reis, poesie di Fernando Pessoa, con un’acquaforte-acquatinta di Gaetano Bevilacqua, n. 27, 1997; Presenza, una poesia di Gerardo Pedicini, con 3 xilografie di Lucilla Stellato, n. 34, 2004). Le tirature sono sempre ridottissime (da 20 a 40 esemplari, non venali). A tali collane in proprio bisogna aggiungere «Le Conchiglie», 7 plaquettes raffinatissime, realizzate in collaborazione con Fabrizio Mugnaini[39. Sulla biografia e sulle attività di editore e di incisore di Bevilacqua si vedano: C. Tavella, Stamperie private in Italia…, op. cit., pp. 57-58; S. Melani, Edizioni dell’Ombra, Salerno. Incontro con Gaetano Bevilacqua, consultabile sul sito www.bulino.com, 2002; M. Napoli, Un incisore di sogni, su lastra aforismi e poesia, in «il Mattino», 5 novembre 2012.].

Edizioni di Luna e Gufo di Fabrizio Mugnaini  (Scandicci-Firenze)

Fabrizio Mugnaini, il creatore a Scandicci nel 1992 delle Edizioni di Luna e Gufo, diversamente da altri editori di libri d’artista che sono anche artisti o stampatori, è un editore “puro”, non coinvolto in prima persona nella creazione, che, mosso da un amore profondo per l’arte e la poesia, accorda, secondo il proprio infallibile gusto, i due protagonisti (artista e scrittore) dei suoi raffinati libretti nei quali si celebra l’incontro di poesie o narrazioni con acqueforti e xilografie, e anche con altri oggetti artistici come piccole sculture.

Tra i tanti poeti e scrittori le cui composizioni compaiono nelle edizioni, si possono citare Mario Luzi, Alda Merini, Vincenzo Consolo, Franco Loi, Roberto Roversi, Mario Rigoni Stern, Eugenio De Signoribus, e tra gli incisori e artisti Guido Strazza, Franco Dugo, Nunzio Gulino, Lanfranco Quadrio, Walter Valentini, Enrico Della Torre, Giancarlo Vitali.

I librini, stampati a mano, di forma quadrata, cm 16,5 per lato, composti da due fogli piegati in quattro, che fino a oggi contano un’ottantina di titoli, sono pubblicati in tiratura limitata (di solito 48 esemplari), tirati solitamente su carta Hahnemühle, numerati e firmati dagli autori. Particolarmente pregevoli sono i volumi: Note per una prima stesura del Canto 39 di Ezra Pound, con un’incisione di Luigi Mariani (2001); Quattro stagioni di Mario Luzi, con un’incisione di Giovanni Turria (2002); Il pittore il cui nome è neve di Yves Bonnefoy, traduzione di Beppe Manzitti, con un’incisione di Walter Valentini (2004)[40. Sul profilo umano ed editoriale di Mugnaini cfr. S. Melani, Le Edizioni di Luna e Gufo, Scandicci. Incontro con Fabrizio Mugnaini, consultabile sul sito www.bulino.com, 2002. Si veda anche Fogli sciolti, appunti di viaggio: le edizioni Fabrizio Mugnaini, Catalogo della Mostra: Modena maggio 2004, Modena, Comune-Biblioteca civica d’arte Luigi Poletti, 2004.].

Edizioni del tavolo rosso di Corrado Albicocco-Stamperia d’Arte Albicocco (Udine)

È quella dello stampatore la prima attività intrapresa da Corrado Albicocco nel 1974 a Udine. Dopo Giuseppe Zigaina, che gli affida alcune lastre da stampare, i maggiori artisti e incisori (Berber, Castellani, Codognotto, Cragnolini, Dugo, Gomirato, Mestroni, Santomaso, Vedova, Safet Zec) realizzano con Corrado le proprie incisioni, sicuri della sua perizia e serietà professionale.

Il 1994 rappresenta una svolta per Albicocco: il trasferimento in questo anno della stamperia al numero 8 di via Ermes di Colloredo gli permette di operare in locali ampi e funzionali, in modo tale da poter esplicare la propria attività, oltre che nel campo della stampa, anche nell’organizzazione di mostre (che si distinguono per il rigore delle scelte degli artisti, tra cui Zigaina nel 1994, Walter Valentini nel 1999, Emilio Vedova nel 2002, Leonardo Castellani nel 2004) e nella realizzazione di edizioni, con il marchio Il tavolo Rosso, di libri d’artista che fino a oggi assommano a una quarantina di titoli (in tiratura limitata: da 40 a 110 esemplari, su carta pregiata: Magnani di Pescia, Hahnemühle) e che si caratterizzano per il numero considerevole delle incisioni (fino a 20 per volume), numerate e firmate. Sono da segnalare alcune elegantissime edizioni: Anatomia di una immagine, 2 racconti e 14 acqueforti di Giuseppe Zigaina, 1994; Il tempo delle origini, 3 racconti autobiografici e 16 incisioni all’acquaforte e acquatinta di Giuseppe Zigaina, 1998; Dopo un lungo silenzio, 4 poesie di William Butler Yeats, tradotte da Eugenio Montale, e 4 acqueforti originali in nero di Arnoldo Ciarrocchi, 2001; La natura del critico di Carlo Bo, con 14 incisioni di vari artisti, 2001; Dal paesaggio, poesie di Andrea Zanzotto, con 9 incisioni di Graziella Da Gioz, 2006; Vastità dei mari di Paolo Frasson, con un’acquaforte di Terenzio Trevisan, 2010[41. Sulle produzioni di Albicocco e del Tavolo rosso è interessante leggere: C. Albicocco, Tra lastra e foglio: esperienze di una stamperia d’arte, Mostra Codroipo, Palazzo Anton Veneta, 15-31 ottobre 1999, Udine, Stamperia d’arte Albicocco, 1999; Laboriosa invenzione in armoniosa composizione: il libro d’artista nelle edizioni del Tavolo Rosso, testi di M. Menato, A. Santin, a cura di R. Budassi, Catalogo della Mostra tenuta a Gorizia nel 2008, Biblioteca statale Isontina Gorizia, Udine, Stamperia d’arte Albicocco, 2008.].

Edizioni dell’Angelo di Alberto Randisi  (Bassano del Grappa, poi Palermo)

Le Edizioni dell’Angelo di Alberto Randisi (in collaborazione con Vincenzo Piazza), nate la sera di Natale del 1994 a Bassano del Grappa in una casa di Piazzetta dell’Angelo, da cui traggono la denominazione, e trasferite poi a Palermo, si articolano in 3 collane, stampate con caratteri Garamond su carte Alcantara e Graphia, con incisioni realizzate con torchio a mano, in tiratura limitata (40 copie). La prima collana è«Duetto» (in cui è uscito un solo titolo: L’incontro di P. Trapani-V. Piazza, stampato a  Bassano nel 1995), la seconda è «Leporello», che deriva dal nome dal servitore di Don Giovanni che, in una nota aria dell’opera mozartiana, enumera le conquiste amorose del proprio padrone: essa è, quindi, la collana dedicata agli amori di scrittori del passato che emergono da testi inconsueti o poco conosciuti, ma Leporello è anche la modalità di piegare “a fisarmonica” un foglio a stampa, di cui è un bell’esempio Un Sogno (2007), una lettera di Franz Kafka, illustrata con una vernice molle-acquatinta di Girolamo Russo, volumetto di cm 13×9,5 che aperto diventa di 70 centimetri. La terza collana si intitola «Riflessi» e i suoi libretti, dedicati alla poesia straniera, presentano una pagina lunga cm 42 ripiegata in tre parti e composta come un trittico con alle due estremità una poesia in lingua originale e nella traduzione italiana e al centro l’incisione che rappresenta lo specchio che riflette le due versioni del testo. I librini, racchiusi in una copertina di cartoncino, contengono anche una nota critica sulla poesia pubblicata. Sono da ricordare Desideri di Costantino Kavafis, con una litografia di Vincenzo Piazza[42. Le suggestive acqueforti di Piazza sono presentate nei volumi: Lo studio: acqueforti di Vincenzo Piazza, testo critico di M. T. Montesanto, Palermo, Edizioni dell’angelo, 1996?; Fogli sparsi: acqueforti di Vincenzo Piazza, presentazione di M. Scrignoli, Palermo, Edizioni dell’angelo, 1996.] (2010); Alberi, una poesia di Federico García Lorca, tradotta e presentata da Lucio Delgado e illustrata all’acquaforte da Rosario Amato (2011), e Quando sarai vecchia, una poesiadi W. B. Yeats, tradotta e annotata da Luigi Paglia, con un’acquaforte di Lanfranco Lanari[43. Sulle raffinate incisioni di Lanari cfr. Lanfranco Lanari, consultabile sul sito morsuraaperta.blogspot.com, 4 marzo 2013.] (novembre 2012).

Liboà – La Stamperia d’arte Al pozzo  (Dogliani Castello-Cuneo)

La Stamperia d’arte Al Pozzo nasce a Dogliani Castello, nel verde delle Langhe, dalla collaborazione dei coniugi Antonio Liboà e Teresita Terreno, che hanno intrapreso dal 1976 un percorso di stampa d’arte, sia calcografica sia tipografica, dapprima part time e poi, dal 1986, dedicandosi a tempo pieno alla stamperia, diventata una delle più apprezzate d’Italia per il lavoro di stampa di Antonio e per la realizzazione delle incisioni da parte di Teresita[44. Le belle incisioni della Terreno sono presentate in: Sogno e passione: opere di Teresita Terreno, 25 giugno-17 luglio 2005, Centro incontri Provincia di Cuneo, Mostra e catalogo a cura di Mirella Belli, Claudio Einaudi, testi a cura di R. Bertolino, fot. di A. Liboà, Mondovì, Dial, 2005.].

Dalla seconda metà degli anni Novanta, all’attività calcografica si è affiancata la produzione editoriale, sotto il marchio Liboà, con la pubblicazione di volumi in tiratura limitata, solitamente in 100 esemplari. I libri (con le incisioni impresse con torchio calcografico a stella e con i testi composti rigorosamente con caratteri mobili e stampati con torchio tipografico su carte appositamente create per ogni singolo lavoro) portano i segni dell’essenziale e raffinato tocco artistico di Teresita e Antonio, sia nella scelta dell’autore e del testo, come delle carte, sia nell’impostazione grafica. Sono da segnalare libri come Passore di Remigio Bertolino (1992); La casa di rue Massena di Giuseppe Conte (2000) e i volumi della collana «Edere», realizzati per il Natale: Versi di Natale di grandi autori (1996); Gesù Bambino di Rainer Maria Rilke (1999); La notte santa ed altri versi di Guido Gozzano (2001), tutti con acqueforti di Teresita. Tra i volumi di grande rilevanza artistica spicca l’Apocalisse di San Giovanni, edito nel 1999 per conto dell’Editrice Fogola di Torino[45. Le vicende della stamperia sono rievocate in E. Bernardi, La stamperia d’arte al Pozzo: una storia d’arte e d’amore, in «Rassegna», n. 9, novembre 2000.].

unaluna (Milano–Gubbio)

La storia delle edizioni unaluna (fondate da Alessandro Sartori, regista, e da Fausto Olivieri, erede di una delle più prestigiose famiglie italiane di stampatori al torchio) inizia a Milano nel 1996 e rivive a Gubbio dal 2010[46. Sul trasferimento a Gubbio (mediante l’istituzione dell’Università del’arte del libro-bottega artigianale rinascimentale) delle Edizioni, avvenuto nel febbraio 2010 e confermato nell’agosto 2011, si legga: G. B. Nuove opportunità occupazionali. Grazie a ‘unaluna’ e antichi mestieri, in «La Nazione», 6 agosto 2011.]. I due fondatori, recuperando e utilizzando rare professionalità di artigiani di tutta l’Italia, confezionano i libri d’artista, dedicati ai classici italiani (da Dante a Galileo e a Leopardi), stampati al torchio con caratteri mobili Monotype, su carta in fibra di cotone a ph neutro, legati esclusivamente a mano con refe, cartone o  pelle e  illustrati con acqueforti originali da alcuni dei maggiori artisti viventi. Nascono, così, prodotti editoriali di grande bellezza che, inoltre, per l’altissima qualità dei materiali adoperati possono durare lungamente nel tempo. Sono da menzionare le 7 edizioni dei Canti e frammenti di Giacomo Leopardi (nel formato cm 18×26, con legatura in mezza pelle, uscite nel 1997, in occasione del secondo centenario della nascita del poeta), contrassegnate dai titoli: E il naufragar m’è dolce in questo mare, E mi sovvien l’eterno, Scende la luna e si scolora il mondo, O graziosa luna io mi rammento, Del suo chiarir la rugiadosa luna, Nell’alte via dell’universo intero, E noverar le stelle ad una ad una, ciascuna caratterizzata da una differente acquaforte firmata da Walter Valentini, e dalla riproduzione di 5 pagine di manoscritti leopardiani e impreziosita dalla presentazione di Mario Luzi e Franco Foschi. Inoltre, sono da menzionare due volumetti abbinati (cm 9,5×7,5, con legatura in mezza pelle bianca e marrone o legno), contenenti un’acquaforte di Walter Valentini, L´Infinito che presenta la riproduzione del manoscritto e le traduzioni della poesia in inglese, spagnolo, francese, tedesco, greco, russo e cinese, e i Canti, che comprendono tredici poesie leopardiane introdotte da Luzi. Di grandissimo pregio sono anche le tre edizioni (realizzate sempre nel 1997, in quartini liberi in cartelle di grande formato, cm 25×36, racchiuse in teche in plexiglass, con la presentazione di Mario Luzi e Franco Foschi) dei Canti e Frammenti di Giacomo Leopardi: 1) Sempre caro mi fu quest’ermo colle (che presenta i Canti: L’infinito, Alla luna, Alla sua donna, Frammenti), 2) Dolce e chiara è la notte senza vento (L’infinito, A Silvia, La quiete dopo la tempesta, Il sabato del villaggio), 3) Veggo dall’alto fiammeggiar le stelle (La ginestra o Il fiore del deserto); e, inoltre, il Sidereus Nuncius di Galileo Galilei (2010), con un’opera a rilievo di Cecco Bonanotte, tutte numerate e firmate dall’artista, e riproduzioni di manoscritti di Galileo in 35 tavole.

Il lavoro editoriale di  unaluna non si è interrotto, malgrado la morte di Alessandro Sartori, avvenuta a Gubbio il 6 febbraio 2013, poiché la moglie, Anna Buoninsegni, ha voluto fermamente continuare l’attività del marito[47. Sui libri di unaluna, cfr.  D. Rondoni, Vespaio celeste, in «Il Sole 24 Ore», 1° agosto 2010.].

Istmi – tracce di vita letteraria (Urbania)

La rivista «Istmi-tracce di vita letteraria», diretta da Eugenio De Signoribus, Enrico Capodaglio e Feliciano Paoli, nata nel 1997 e giunta al n. 31-32 nel 2012 (Prove di vita in versi. Il primo Giudici), si presenta come una vera e propria monografia su un autore o su un tema, nell’ambito della letteratura italiana contemporanea. Tra i fascicoli di rilievo che si riferiscono agli scrittori sono da citare il n. 5-6del1999, Nell’opera di Giorgio Caproni, il n. 15-16 del biennio 2004-2005, Nell’opera di Paolo Volponi, e il n. 23-24 del 2009, Giovanni Giudici-Agenda 1960 e altri inediti, monografie che delineano criticamente il percorso e, soprattutto, presentano testi inediti dei tre scrittori.

A Paolo Volponi è dedicato un altro fascicolo, intitolato La zattera di sale e altri frammenti inediti o rari (n. 13-14 del 2004), dove, tra vari altri scritti, viene pubblicato quasi per intero un romanzo incompiuto, appunto La zattera di sale.

I fascicoli sono da considerare dei pregevoli libri d’artista, in quanto hanno la particolarità di essere accompagnati da incisioni di importanti incisori. Per es., in venticinque copie del n. 23-24 è inserita un’opera grafica di Renato Birolli, Figura, del 1948 (cm 18,5×13) e nel n. 13-14 un’acquaforte di Edgardo Travaglini, Il trionfo di Federico (15 copie, cm 15×10).

Associazione Culturale La Luna – Grafiche Fioroni (Casette d’Ete-Fermo)

L’Associazione Culturale La Luna si costituisce nel 1997 (per iniziativa di un gruppo di amici scrittori e artisti, tutti marchigiani, avendo la sede operativa presso le Grafiche Fioroni di Casette d’Ete, nel Fermano) con un’idea progettuale di dialogo e interazione tra arte e letteratura, mirante, con la pubblicazione dei Quaderni della luna, a raggiungere due obiettivi: quello artistico, a cura di Enzo Marinacci e Sandro Pazzi, di valorizzazione dell’espressione calcografica nelle sue diverse tecniche, e quello letterario, a cura del poeta Eugenio De Signoribus, di promozione del linguaggio poetico, sia di autori validi anche se poco conosciuti sia di poeti più noti e affermati. I Quaderni denominati «Pensieri» (contenenti un’opera calcografica e un testo letterario, quasi sempre poetico, entrambi inediti), pubblicati annualmente nel numero di quattro, abbracciano l’arco temporale dal 1997 fino al 2006, anno in cui le pubblicazioni vengono interrotte, raggiungendo il numero totale di 43 fascicoli. Tra i  «Pensieri», in cartelle di cartoncino leggero di cm 31,5×23, in tiratura di 100+XXX esemplari, spiccano una poesia di Giovanni Giudici accompagnata da un’acquaforte di Arnoldo Ciarrocchi (1997); una poesia inedita di Charles Tomlinson, con un’acquaforte di Renato Bruscaglia (1997); uno scritto inedito di Yves Bonnefoy, con un’acquaforte-acquatinta di Athos Sanchini (1998); 3 poesie di Mario Luzi, con una xilografia di Alfredo Bartolomeoli (1998); un poemetto di Zanzotto, con incisioni di Bartolomeoli,  Pazzi e Sanchini (2006) e Il tardo amore di Emilio Coco, con un’incisione di Juan Arroyo Salom (2005).

Ai «Pensieri» bisogna aggiungere 9 cartelle e libri d’arte (dal 1997 al 2005) e, a partire dal 2008, altri Quaderni, denominati «Passaggi», di cm 25×17,5, sempre contenenti un’opera calcografica e un testo poetico, in tiratura di 100+XXX esemplari[48. Ricapitolano le attività, la storia e le edizioni dell’Associazione i due corposi volumi: Viaggio sotto la luna. Incontri occasioni fedeltà, a cura di E. De Signoribus, Casette d’Ete, Associazione culturale La Luna-Grafiche Fioroni, 2007; Viaggio sotto la luna. Dieci anni di poesia e di incisione, a cura di E. De Signoribus, Casette d’Ete, Associazione culturale La Luna-Grafiche Fioroni, 2007. Sono, inoltre, da visionare i cataloghi: La luna e i suoi artisti, Galleria degli antichi Forni di Macerata, Casette d’Ete, Grafiche Fioroni, 2002; La parola e l’immagine, Museo civico-Pinacoteca Crociani di Montepulciano, Catalogo a cura di R. Longi, Siena, Protagon editori toscani, 2002; La luna e i suoi artisti al Castellare, Palazzo Ducale di Urbino, 15 febbraio-15 marzo 2003, presentazione di S. Verdino, Casette d’Ete, Grafiche Fioroni, 2003. Alle attività dell’Associazione è stata anche dedicata la tesi di laurea di Angela Bonetti di Genga: L’Associazione Culturale La Luna. Sogno di una valle non straniera, Relatrice la Prof.ssa Silvia Cuppini, Università di Urbino, a. acc. 2003-2004.].

Arte Club Pesaro

La grande tradizione dei libri di artista nel territorio di Pesaro-Urbino costituisce lo stimolo per la nascita di altre iniziative editoriali come quella dell’Arte Club Pesaro che, pur in un limitato arco temporale, svolgendosi tra la fine degli anni ’90 e i primi del 2000, produce (nella Collezione «Poesia e immagine») alcune cartelle di grandi dimensioni (cm 48×35), numerate e firmate, in tiratura limitata (110 copie), con incisioni di solito tirate, su cartoncino Grafia della cartiera Sicars, con torchio a stella nella stamperia d’arte Il bulino di Roma, tra cui sono da ricordare una del 2000 contenente una poesia inedita di Eduardo De Signoribus (Filastrozza del Pellegrino) e un’acquaforte originale di Pietro Tarasco (cm 33×23); un’altra del 1998 con poesia inedita di Francesco Scarabicchi (Il chiarore crudele del mattino) e un’incisione originale a maniera nera di Alberto Rocco (cm 24×18) e una terza del 2002 con due poesie di Aglauco Casadio e un’acquaforte (cm 35,5×24,2) di Giulia Napoleone, intitolata … per ombre sparse.

Edizioni GEMA (Foggia)

La collana «Terre foggiane» delle Edizioni GEMA di Foggia, ideata da Aldo Ciappe e realizzata dal Presidente della GEMA, Lanfranco Tavasci (al quale, inoltre, si deve buona parte dei testi dei libri), nasce nel 1999 con la pubblicazione del volume Stemma come identità e prosegue negli anni successivi con i libri, il cui progetto grafico e la stampa sono curati dalle Edizioni d’Arte Severgnini in Cernusco sul Naviglio, corredati da grafiche originali, su carta pregiata, in tiratura da 250 a 300 copie. Tra gli eleganti volumi, tutti rilegati in tela, sono da segnalare per la qualità delle grafiche e dei testi: L’Incoronata. Identità sacra delle Terre Foggiane, con una litografia di Ugo Nespolo intitolata Corona per il millenario dell’Incoronata, 1001-2001 (2001); Meduse e mostri, con una litografia di Enrico Baj, dal titolo …e adesso questa Medusa (2002); Capitanata narrata, con una litografia di Bruno Caruso (2004); Museo del mondo, con una serigrafia di Valerio Adami (2005); Vademecum per le Tremiti, con una litografia di Meloniski da Villacidro denominata Vacanza alle Tremiti (2006); Silenzi e Suoni, con una serigrafia di Ubaldo Urbano intitolata Figura con gabbiano (2010).

La collana nasce dall’esigenza di tributare un omaggio alla Capitanata, la provincia di Foggia, «così eclettica e affascinante», prospettando «un modo nuovo di guardare e conoscere il territorio con la proposta di non sentirsi ‘stranieri‘ in una terra che ha mille sfaccettature e così profonde radici»[49. M. Bonelli, Spigolando in Capitanata, in «InforGEMA», gennaio 2004.].

Le Edizioni Scipione Castello 56 (Salsomaggiore–Parma)

Le Edizioni Scipione Castello 56 nascono a Scipione Castello, una piccola frazione del Comune di Salsomaggiore, per l’iniziativa del Circolo Culturale “Scipione Castello 56” di cui è animatore Don Roberto Tagliaferri, promotore di iniziative culturali, artistiche, di accoglienza, di Mostre d’Arte e, a partire dal 2000, di pubblicazioni di libri di religione (Liturgia e immagine), di fotografie (Le Rughe della Terra) riguardanti il territorio (Scipione Segreto; Esercizio di Memoria) e anche di 2 preziosi  Libri d’Artista. La Voce Nomade di Demetrio Stratos (nel 2000) e, in collaborazione con le Edizioni Genzini e Daverio di Milano, lo splendido volume A un tratto Mario Luzi (2003) in 99+21 copie, contenente, oltre ai testi del poeta, 4 incisioni (un’acquatinta e 3 cere molli) di Ludovico Calchi Novati, firmate e numerate e stampate sulla raffinata carta Graphia delle cartiere Sicars.

Il filo di Partenope (Napoli)

Particolarmente originali sono il librini dell’editrice Il Filo di Partenope, nata da un progetto editoriale del laboratorio di Lina Marigliano e Alberto D’Angelo, che inizia l’attività nel dicembre del 2003 con la pubblicazione di Tufo di Erri De Luca e di Bruna di Michele Sovente. Infatti i librini, in tiratura limitata da 40 a 199 copie, stampati a piombo su carta Amatruda di Amalfi, sono vestiti di carta materica, prodotta impastando fibre di cotone con sabbia di varie località, e (oltre alle incisioni firmate e numerate, realizzate sui torchi del laboratorio di Nola di Vittorio Avella) sono talvolta accompagnati da fermalibro in rame, anche con inserti di corallo, o da piccole creazioni in ceramica.

Le edizioni sono articolate in tre collane: «perfiloepersegno» di dimensioni di cm 20×15, «i librini», di cm 18×13 (in cui spiccano i titoli: La figlia del mare di Katherine Mansfield, con copertina confezionata con carta di sabbia della spiaggia di Aphrodite e con all’interno un’acquaforte di Rinedda, e In onore del vento e degli alberi del grande poeta franco-siriano Adonis, con copertina realizzata con carta di mirra e con all’interno un’acquaforte-acquatinta di Antonio Petti), e «Collezione di sabbia» di cm 20×15 (nella quale è pubblicato il prezioso volumetto Monterosso al mare, Omaggio poetico di Eugenio Montale, con copertina in carta di sabbia di Monterosso e un acquerello di Alessandro Nocentini)[50. Sulle attività e sulla nuova sede dell’Editrice, cfr. D. Vargas, Il filo di Partenope, in «Domus», gennaio 2013; S. Cervasio, La bottega dei librini ‘preziosi’, in «La Repubblica», 2 dicembre 2009].

Il ragazzo innocuo di Luciano Ragozzino (Milano)

Luciano Ragozzino, biologo-incisore-editore, dà vita nel 2003 alle edizioni del Ragazzo Innocuo, la cui denominazione deriva dall’anagramma del suo nome e cognome. Le collane in cui si articolano le edizioni sono due: «Scripsit/Sculpsit» e «Sculpsit/Scripsit».

Per la collana «Scripsit/Sculpsit», con un’operazione originale, sia il testo sia l’immagine sono eseguiti direttamente da uno scrittore che si cimenta quindi, spesso per la prima volta, anche con l’incisione utilizzando un kit apposito preparato da Ragozzino che poi procede alla stampa e alla realizzazione manuale del librino, solitamente con caratteri Garamond o Bodoni, impressi sulla preziosa carta tedesca Hahnemühle. Sia il testo sia l’acquaforte vengono stampati a mano da Luciano con il torchio (un tirabozze manuale, svizzero, di marca Fag) nell’ex Gelateria di Via Guinizelli, 14 in Milano, in 55 copie (massimo 77) numerate e firmate dall’autore. Due esempi della collana sono rappresentati dai librini La geometria del suono di Roberto Dossi (2005) e La costellazione degli inchini di Luigi  Paglia (2007), con le acqueforti e i testi realizzati dagli scrittori.

Per la collana «Sculpsit/Scripsit» il procedimento è inverso, poiché è un incisore esperto nella tecnica dell`immagine che si cimenta nella prova d`autore accompagnando alla propria incisione un testo scritto. Un esempio è costituito da Ambiguità, un’acquaforte e uno scritto del pittore Mario Raviele (2007). Oltre a queste due edizioni, Il Ragazzo Innocuo produce anche dei «Fuori Collana» in cui è lo stesso Ragozzino che realizza l’incisione che illustra un testo di uno scrittore. È il caso dei librini, accompagnati da un’acquaforte eseguita da Luciano, L’ultima volta che vidi Parigi, con due poesie di Cucchi (2007) e The scholars,versi di W. B. Yeats, che sono parodiati nellapoesia I sapienti di Luigi Paglia (2007), e il recente (novembre 2012) Veleggiando verso Bisanzio di W. B. Yeats[51. Sul Ragazzo innocuo cfr. C. Tavella, Stamperie private in Italia…, op. cit., pp. 36-37; L. Sorrentino, Luciano Ragozzino e Roberto Dossi: l’incisore e il poeta, in «RaiNews24», 8 marzo 2009, consultabile sul sito poesia.blog.rainews24.it. Non solo dedicato alle Edizioni del Ragazzo innocuo ma anche ad altri piccoli editori è l’articolo di Alessandro Beretta, Che ne sai del Ragazzo Innocuo?, in «Corriere della Sera», 25 giugno 2010, p. 19.].

Quaderni di Orfeo di Roberto Dossi (Milano)

La casa editrice nasce dalla fortunata combinazione di due incontri di Roberto Dossi: il primo con la poesia di Rilke (dall’innesto delle cui opere: I Quaderni di Malte Laurids Brigge e i Sonetti a Orfeo deriva anche il nome dell’editrice) e il secondo con l’incisore e stampatore Luciano Ragozzino[52. In due mostre importanti compaiono insieme i librini dei due amici e collaboratori: Il fuoco, l’ombra, la morte. Presentazione delle edizioni Il ragazzo innocuo e Quaderni di Orfeo, Roma, Biblioteca Angelica (12 giugno-12 luglio 2010) e Le muse di carta, Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, 25 maggio 2006.] che offre a Dossi la possibilità concreta della realizzazione dei Quaderni, avviandolo a stampare con il tirabozze Fag nella Stamperia dell’ex Gelateria di via Guinizelli 14 in Milano, dove già vengono pubblicate le edizioni del Ragazzo innocuo.

I Quaderni presentano la particolarità di un accurato artigianato librario per la precisione dell’impaginazione, la qualità della carta, la modalità della stampa a mano con caratteri mobili, la presenza di opere originali d’artista numerate e firmate, la tiratura limitata (di solito di 50-60 copie), accanto alla consistenza del catalogo (che si avvia verso i cento titoli) e alla scelta rigorosa (fatta con la collaborazione di Marco Rota e che mira anche alla scoperta di poeti nuovi) dei testi della poesia italiana e straniera contemporanea.

I Quaderni (dopo la prima opera: il poemetto Requiem per un’amica, 2003, appunto di Rilke, pubblicato in sinergia con Ragozzino) suddivisi in 5 collane («Quaderni», «Quadernetti», «Ottavo», «Euridice», «Assolo») sono stampati con caratteri Garamond e Bodoni, su diversi tipi di carte (Hahnemühle, Magnani, Alcantara), con copertine di carte colorate o stampate con linoleum, e presentano titoli significativi del panorama poetico, come: Dentro ali di fuoco e Del Taccuinetto Faentino di Dino Campana, con 3 incisioni originali di Paolo Cabrini (2005); Nuvole di Philippe Jaccottet, con disegni originali di Paola Fonticoli (2010); Già che vai di là, 3 poesie inedite di Luciano Erba, con un disegno originale di Pierantonio Verga (2010); In trentatré frammenti di Renè Char (quaderno n. 1 della collana «Euridice», a cura di Roberto Dossi e Marco Rota con una xilografia di Paolo Cabrini, dicembre 2006)[53. Sulla produzione di Roberto Dossi, si possono leggere: G. Marzaioli, I Quaderni di Orfeo, in «Tellusfolio Critica della cultura», 13 agosto 2008, consultabile sul sito tellusfolio.it; F. De Sanctis, Nei «Quaderni di Orfeo» Carta preziosa, Parole e Disegni, in «l’Unità», 17 settembre 2004, p. 25; C. Tavella, Stamperie private in Italia…, op. cit., pp. 37-39.].

Ibridilibri di Antonio Baglivo (Bellizzi-Salerno)

Le Edizioni Ibridilibri s’incentrano sulla personalità e sull’attività di Antonio Baglivo, che, nato a Casal Velino (Salerno) nel 1951, vive e lavora a Bellizzi. Scultore, pittore, incisore, ceramista, nel 1977 a Salerno fonda il Centro di Documentazione Arte Contemporanea Laboratorio Dadodue, da lui diretto fino al 1992. Come autore di libri d’artista, realizza nel 1991, per le edizioni Terra del fuoco-EtraArte di Napoli, l’opera-libro Albe con poesie inedite di Maria Luisa Spaziani, Elio Filippo Accrocca, Gerardo Pedicini, Bianca Maria Frabotta. La collana «Ibridilibri», da lui ideata e curata, raccoglie libri d’artista, in tiratura limitatissima, di 30 copie, numerate e firmate, che presentano preziosi innesti di scrittura, tratti grafici  e calcografici e sono stampati da Baglivo su carte e cartoncini di pregio, in collaborazione con poeti e scrittori tra cui Giorgio Bàrberi Squarotti, Elio Pecora, Lamberto Pignotti, Paolo Ruffilli, Mario Lunetta. Sono da ricordare soprattutto gli ibridilibri: Mio padre, con una poesia inedita di Alfonso Gatto (2007); Morte per acqua, cinque poesie d’acqua per T. S. Eliot, di Franco Gordano (2008), entrambi con calcografie di Antonio Baglivo; Mio Padre e l’occhio, con  poesie di Luigi Giordano e 3 xilografie a colori di Antonio Baglivo (cm 14,7×19), uno dei primissimi ibridilibri, realizzato nel 2004[54. Sulle operazioni artistiche ed editoriali di Baglivo si vedano: M. Giancaspro, Antonio Baglivo. La carta…i libri… gli ibridi libri, in Antonio Baglivo. La forma del libro, a cura di M. Giancaspro, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Generale per i Beni Librari, gli Istituti Culturali e il Diritto d’Autore, Biblioteca nazionale di Napoli, Mostra tenuta nella Sala Leopardi, Biblioteca Nazionale, Palazzo Reale, s. i. d. (ma 2010), pp. 5-14; M. Bignardi, Antonio Baglivo, Salerno, Laboratorio Dadodue, 1987; Antonio Baglivo, con testi critici di Franco Solmi, Gerardo Pedicini, Nicola Scontrino, a cura di N. Scontrino, Pontecagnano, ASIR, 1988; Antonio Baglivo 1973-1993: una presenza attraverso l’arte, introduzione di E. Di Grazia, profilo storico-critico a cura di N. Scontrino, Salerno, Murex, 1993 (?).].

Alma Charta di André Beuchat (Toccalmatto-Parma)

André Beuchat, nato a Neuchâtel nel dicembre del 1956, da padre svizzero e da madre veneziana, dopo gli studi nella città natale, parte per Roma, Firenze e Venezia; nel 1980 apre un laboratorio di ceramica a Fidenza e, dopo aver seguito un corso di calcografia presso il Centro Internazionale della Grafica a Venezia, inizia nel 1987 l’attività di incisore, approfondendo da autodidatta le varie tecniche calcografiche. Egli vive a Toccalmatto, frazione di Fontanellato, nella campagna parmigiana, in un podere in cui ha sede l’atelier Alma Charta nel quale, ereditando la tradizione e lo spirito di un lavoro svolto interamente a mano, opera da più di vent’anni, avendo all’attivo oltre 640 incisioni, privilegiando le tecniche dell’acquaforte e della puntasecca, e anche raffinatissimi libri d’artista[55. Sulle attività editoriali e di finissimo incisore di Beuchat si possono leggere: André Beuchat: incisioni, testi di Giuliano Petracco e Pierre von Allmen, Bergamo, Masserini arte contemporanea, 1993; André Beuchat: visione e sentimento, Firenze, INClub, 2000; C. Tavella, Stamperie private in Italia…, op. cit., pp. 55-56.], in tiratura limitata da 15 a 60 esemplari, stampati su carta Hahnemühle con caratteri mobili Bodoni, Paganini, Böcklin, impreziositi da incisioni stampate a mano su torchio a stella, anche queste quasi sempre realizzate con la tecnica dell’acquaforte/puntasecca su rame.

I libri d’artista, la cui pubblicazione ha inizio nel 2007 con il libretto Vents di Saint-John Perse, ammontano fino a oggi a oltre 50 e (raggruppati nelle collane: «Libretti del Mattino», «Les Demi-Lunes», «Quaderni dell’alba», «Quaderni della Notte», «Incontri», «Orizzonti») contengono testi poetici in italiano, francese, spagnolo e tedesco di Ungaretti, Mattina (2007); Baudelaire, Correspondances (2008); Valery, Le mur (2008); Borges, Le Temps (2008); Donne, Nessun uomo è un’isola (2008); Paglia, Tutto può accadere (ottobre 2012) e di altri poeti antichi e moderni ed, esclusivamente, le incisioni di André che ˗ come afferma Angelo Dragone ˗ presentano «quel sottile puntinato o quel filo esile, fine, che non è mai tratteggio, ma leggerissima trama; senza velature né grigi fondi (come d’acquatinta), ma in un inchiostro nero perfettamente dominato nelle sue intensità, sino a graduar la luce in un realismo puntuale, che sa d’un qualcosa di magico, mai convenzionale, irreale, ai limiti del sogno…»[56. Cfr. A. Dragone, Introduzione, in Andre Beuchat, Chieri, Il Quadrato, 1997.].

Edizioni Henry Beyle (Milano)

La piccola casa editrice (e libreria online) intitolata ad Henry Beyle, per un omaggio a Stendhal, oltre a incisioni, litografie e xilografie produce e vende raffinati libri d’artista. Le edizioni Henry Beyle iniziano l’attività nel novembre del 2009. Di alcuni dei volumi pubblicati (che riguardano storie di bibliofili e avventure librarie, stampati su carta uso mano di fabbricazione tedesca Zerkall-Butten con caratteri monotype Garamond, e divisi in due collane, una intitolata «Piccola biblioteca degli oggetti letterari» e l’altra «Piccola biblioteca dei luoghi letterari»)una parte limitata della tiratura contiene opere grafiche, numerate e firmate, appositamente create da artisti contemporanei.

Sono da segnalare Il sabato del bibliofilo diRaffaele Carrieri, con due acqueforti-acquetinte di Walter Valentini tirate su torchio a mano da Giancarlo Sardella su carta Revere Magnani di Pescia in 71 esemplari numerati e firmati (2009); Consigli ai bibliofili di Umberto Saba, le cui prime 99 copie contengono due opere di Enrico Della Torre, Notte (maniera nera) e In verticale (maniera nera, bulino e acquatinta), tirate su torchio a mano da Giancarlo Sardella su carta Hahnemüle (2010); Il libraio inverosimile di Giovanni Papini, i cui primi 101 esemplari contengono 2 opere di Sandro Martini tirate su torchio a mano da Giancarlo Sardella su carte Zerkall-Bütten e Hahnemüle (2010)[57. Sull’iniziativa editoriale Henry Beyle cfr. L. Viganò, «Do nuova vita ai libri dimenticati». Vincenzo Campo: «Papini, Soffici, Perec meritano carta preziosa e stampa a piombo», in «Corriere della Sera», 11 agosto 2011; M. G. Tavoni, Una collana, una minuscola casa editrice, un editore coraggioso. Le edizioni Henry Beyle, in «TECA – Rivista internazionale di arte e di storia della scrittura, del libro, della lettura», Bologna, Pàtron editore, 1° marzo 2012.].

CubiArte (Martano-Lecce)

Il gruppo CubiArte, fondato nel 2003 da Andrea De Simeis, nasce dall’esigenza del fondatore e dei suoi collaboratori di far rivivere nell’attività artistica e artigianale le più antiche tradizioni, ma anche di realizzare nuove prospettive, come suggerisce il nome di cubia che è «il foro dove scorre l’ancora a prua, nella murata della nave, un’apertura che offra un punto di vista ‘altro’, in alternativa alle consuete vedute a bordo». Il gruppo produce straordinari fogli vergati a mano con tecniche orientali del VII secolo e carte medievali con filigrane tessute, terrecotte e ceramiche decorate con vivaci pigmenti, pitture eseguite con olii e tempere all’antica maniera delle botteghe d’arte del Rinascimento.  CubiArte produce anche grafiche originali, alcune delle quali, realizzate nel 2009, si possono apparentare ai libri d’artista poiché, pur essendo disposte su un foglio unico, presentano affiancati testi letterari, stampati con caratteri mobili in piombo, di Bertrans de Born (Molto mi piace la lieta stagione di primavera; Rassa, tan creis e monta e poia; Sirventés; Eu chant que-l reis men pregat) e suggestive xilografie senza inchiostratura o incisioni all’acquaforte, maniera zucchero, in tiratura limitatatissima (da V a XX esemplari), impresse per mezzo di un torchio a stella Bendini su preziose carte artigianali intonse, prodotte, con tecniche antiche e finissimi tessuti, dallo stesso gruppo[58. Sulle attività di CubiArte di produzione di carte pregiate, di incisioni, ceramiche ecc., cfr. l’articolo: C. del Buono,  Nel cuore una promessa, che segue a una sintetica e suggestiva autobiografia del fondatore del gruppo: A. De Simeis, Da grande voglio fare il viaggiatore, consultabile sul sito morsuraaperta.blogspot.com, 1° novembre 2012.].

Il Girasol -Valverde (Catania)

Dall’esperienza della pubblicazione del mensile di cultura «Il Girasole», iniziata nel marzo del 1985, prendono l’avvio le Edizioni del Girasole fondate dal poeta e scrittore Angelo Scandurra[59. Sulla personalità e le attività di Angelo Scandurra cfr. G. Savatteri, Siciliani di genio, in «Ulisse. Alitalia Inflight Magazine», settembre 2011, pp. 26-32.] a Valverde, in provincia di Catania, nell’agosto del 1986, che hanno realizzato finora oltre un centinaio di libri di poesia, narrativa e saggistica – suddivisi in 6 collane: «Le gru d’oro», «Le spighe», «Dioniso Albatros», «Efesto», «I diamantini». La prima pubblicazione di un libro d’artista risale al 2006 con l’uscita, nella collana «Efesto», del volume di Antonio Motta: Bruno Caruso – pittore di ragione, in cui è inserita una litografia di Bruno Caruso. In seguito, a partire dal 2012 viene realizzata la collana «I diamantini», programmaticamente  dedicata ai libri d’artista, che conta finora 7 volumi, a cominciare dal primo, edito appunto nel 2012, con le poesie di Ineke Holzhaus (da Hond in Pompeï, 2008), tradotte da Sabrina Corbellini con immagini da stampa calcografica, realizzate con acquaforte e puntasecca, di Wilma Lok. Della collana sono da segnalare altri importanti volumi come Un altro inverno di Fernando Bandini, con  immagini da stampa calcografica, realizzate con acquaforte, acquatinta e puntasecca, di Elena Molena, e le Poesie di Elena Salibra (da La svista, 2011), traduzione in tedesco di Franziska Raimund, con una raffinata acquaforte di Vincenzo Piazza.

Con la collaborazione di Silvia Paglia.

(fasc. 22, 25 agosto 2018)