Una passeggiata nella bibliodiversità veneziana: viaggio tra le librerie indipendenti della Laguna

Author di Susanna De Angelis

Ci sono due modi d’intendere Venezia[1]: come una città afflitta nel suo essere uno dei maggiori centri turistici d’Europa, che sconta pesantemente un successo mondiale fatto di trenta milioni di turisti l’anno e che rischia di vivere nella costante ricerca del miglior offerente; oppure come una città d’arte, una città che resiste.

Riprendendo le parole dello scrittore romano Graziano Graziani, «c’è una Venezia dei luoghi fuori dalle rotte turistiche, che sembrano essere ovunque in un luogo in cui ogni scorcio è cartolina, è parte dell’immaginario che inchioda la città al suo passato dal quale non può e forse nemmeno vuole uscire»[2]. Il volume celebrativo dello scrittore è stato uno dei principali testi di riferimento per la nostra ricerca, anche perché si pone l’interrogativo se sia possibile parlare di una città da non-cittadino. Graziani parla di sé stesso come di «uno dei tanti che vengono risucchiati […] da quella forza di attrazione che non ha altro nome che quello di Venezia»[3]; noi abbiamo, invece, cercato di raccontarla attraverso la voce di chi per vocazione o per scelta ha costruito a Venezia il proprio spazio, vale a dire dei fondatori e dei direttori di alcune librerie indipendenti sparse per le calli della città: ve ne sono ben 16.

Chiunque si trovi a entrare in una di queste librerie – che si tratti di amatori, bibliofili o semplici turisti – si addentrerà in spazi unici e irripetibili. Nella nostra ricerca ci siamo posti l’obiettivo di rispondere alla domanda se sia possibile rintracciare una sorta di fil rouge che le accomuna. Venezia è, infatti, un crocevia dove cultura, letteratura e storia del libro si incontrano; può apparire come un’incarnazione del sogno letterario borgesiano:

Il labirinto, più che un luogo in cui ci si perde, è una metafora calzante se lo si considera come uno spazio dagli infiniti incroci. Incroci temporali, incroci di culture, incroci di storie grandi e minuscole. Attraversare il labirinto è sempre un po’ anche abbandonarsi all’imprevisto, che per chi non vive a Venezia può essere una calle che finisce in un canale, o una svolta che non porta dove ci saremmo aspettati. L’imprevisto, però, è anche aprirsi alle possibilità[4].

Quando si parla di patrimonio culturale e immateriale, si fa riferimento a tutte «le pratiche, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, i saperi, nonché gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali a essi associati»[5]. Il capoluogo veneto si presenta come un centro da custodire e preservare, data la presenza, da una parte, di centri culturali, musei e gallerie[6] e, dall’altra, di tutti quei luoghi nei quali si propone, si costruisce e si presidia la cultura attraverso lo strumento principale per poterlo fare, vale a dire i libri. Guido Piovene al riguardo ha scritto: «per i lettori del passato il libro era una forma di vita, cioè avventura, esperienza, conoscenza, abitudine, magari vizio raffinato. […] Oggi i libri sono vita in un senso più immediato, più urgente, mai disinteressato: il lettore non tende tanto a versare la sua vita in quella del libro, ma a portare ogni libro dentro sé stesso, come un combustibile o un cibo»[7].

Se il libro è, quindi, lo strumento, le librerie rappresentano uno dei canali privilegiati per la trasmissione del sapere scritto. Tradizionalmente, le librerie sono realtà che vengono menzionate raramente all’interno delle guide turistiche, almeno fino a quando il tempo non ha la meglio su di loro, trasformandole in veri e propri miti. Tra i moltissimi casi, si può ricordare la Shakespeare and Company di Sylvia Beach o, più legata alla storia del nostro paese, la vicenda della libreria dei Marini, in seguito Casella, fondata a Napoli nel 1825, dove, tra Ottocento e Novecento, si potevano incontrare personalità del calibro di Filippo Tommaso Marinetti, Eduardo De Filippo, Paul Valéry, Luigi Einaudi[8]. È proprio per sopperire a tale mancanza che si è pensato di costruire un percorso alternativo, un itinerario nuovo che mettesse in relazione il lettore con le librerie indipendenti di Venezia, tutte realtà che meritano di essere conosciute ed esplorate, soprattutto perché ognuna appare diversa dalle altre. È a tale proposito che entra in gioco il tema della bibliodiversità, «una nozione concreta che applica il concetto di biodiversità (diversità delle specie presenti in un dato ambiente) al libro (diversità dei libri presenti in un dato contesto). Ciò rimanda alla necessaria diversità delle produzioni editoriali messe a disposizione del pubblico»[9]. La diversità editoriale e la diversità della produzione hanno un valore fondamentale per il cittadino-lettore perché lo conducono sulla strada della varietà, dell’originalità, della possibilità di scelta e della scoperta di itinerari nuovi. E, in questo senso, l’essere indipendente spesso meglio consente «la diffusione delle idee, la promozione dei patrimoni culturali, la trasmissione dei molteplici saperi»[10].

Le librerie indipendenti di Venezia

Di seguito verranno elencate e brevemente descritte tutte le librerie indipendenti di Venezia: verrà dedicato un più ampio spazio alle ultime tre, le più note e le più affascinanti, a parere di chi scrive.

bruno

Aperto nel 2013 per volontà di Andrea Codolo e Giacomo Covacich, questo ambiente racchiude una libreria specializzata, uno studio di grafica e uno spazio espositivo. Si trova in Calle Lunga San Barnaba, la cosiddetta “autostrada degli universitari”. I suoi due proprietari nascono come grafici (particolarmente attenti alla progettazione e al layout editoriale) per diventare in seguito editori, aprendosi a ulteriori sperimentazioni. Non è un caso, allora, che bruno (rigorosamente con l’iniziale minuscola) dal 2014 sia anche un marchio editoriale che gioca con tecniche di stampa alternative a quelle della produzione industriale[11].

Libreria Bertoni

Nel cuore di Venezia sorge una delle più longeve librerie della città, fondata nel 1935. Nel sestiere San Marco, con esattezza in Rio Terà dei Assassini, la libreria Bertoni prosegue una tradizione familiare antica di tre generazioni. Chi vi entra, ormai da più di 85 anni, può imbattersi in un’ampia selezione di volumi d’arte, illustrati, d’argomento veneziano, ma anche in libri nuovi fuori catalogo[12].

Cafoscarina

Ideologicamente legata, com’è ben evidente, al mondo accademico, la libreria Cafoscarina nasce alla fine degli anni Sessanta come cooperativa, proprio quando l’università si stava trasformando e stava diventando aperta a tutti. Lo sviluppo delle due istituzioni va, allora, di pari passo, tanto che la libreria diventa con il tempo un vero e proprio punto di riferimento intellettuale per studenti, professori e ricercatori ospiti della Ca’ Foscari. Se all’inizio la sede storica nasce all’interno del solo ambiente accademico, oggi la forza di questa libreria si dirama in ben tre sedi differenti. La prima, situata a Cannaregio vicino alla Facoltà di Economia di San Giobbe, propone libri di economia, gestione aziendale, marketing, management, diritto e matematica; le restanti due sedi, entrambe nel sestiere Dorsoduro, offrono un’ampia scelta di libri di storia, filosofia, psicologia, letteratura, teatro, cinema, musica, antropologia, religione, saggi, romanzi, con particolare interesse, inoltre, per i testi in lingua straniera[13].

Cluva

Nata nei primi anni Sessanta del Novecento, Cluva conserva ancora la sede storica posta all’interno dell’Istituto di Architettura di Venezia, dove gode dell’ingresso progettato dal pluripremiato architetto italiano Carlo Scarpa. La libreria è da sempre specializzata nei settori dell’architettura, dell’urbanistica e del design, con un’offerta capace di attirare una clientela qualificata che supera i confini universitari. Dal 2011 è anche una casa editrice il cui obiettivo principale è quello di dar vita a testi che possano rimanere nel tempo[14].

Bookshop Damocle edizioni

Un piccolo salottino letterario di 11 metri quadri nel cuore di Venezia. Nasce dalla volontà del suo proprietario e fondatore Pierpaolo Pregnolato che, nel novembre del 2011, inaugura questo spazio come punto d’incontro fra artisti, scrittori e lettori, ma, soprattutto, come punto vendita delle pubblicazioni della casa editrice indipendente Damocle Edizioni, fondata nel 2009. La libreria si trova nel sestiere San Paolo, nel centro storico del capoluogo veneto. Nella storia del Bookshop si respira tutto l’amore dello stesso Pregnolato che, ancor prima di diventare libraio, è stato un appassionato di libri, il che si percepisce anche dalla cura e dall’attenzione per i volumi che conserva nella sua libreria. Oggi questo spazio si presenta come un ambiente unico nel quale si possono trovare tascabili in molte lingue straniere (inglese, francese, tedesco, russo, lettone, portoghese e spagnolo); prime edizioni di grandi autori o di autori emergenti; addirittura libri d’artista realizzati a mano con il testo composto con caratteri mobili, xilografie e altre tecniche[15].

Libreria emiliana

Nata all’origine come Tipografia Emiliana, oggi rappresenta la libreria più antica di Venezia, il cui anno di fondazione risale al 1837. Il Cavalier Giuseppe Battagia, Console Pontificio a Venezia, apre la tipografia nella sua casa situata a S. Giacomo dell’Orio, dedicando la propria attività a San Girolamo Emiliani, che proprio lì era vissuto. Quest’ultimo, patrizio e Santo veneziano, è considerato Patrono degli organi e della gioventù abbandonata. Le prime opere uscite dai torchi emiliani sono di carattere religioso, ma va segnalata la collaborazione della Tipografia Emiliana con il grande editore veneziano Ferdinando Ongania per il quale stampa, tra le tante opere, il suo maggior successo dedicato alla Basilica di San Marco. Una libreria così longeva ha visto naturalmente il susseguirsi di diversi proprietari: oggi la gestione della più antica libreria di Venezia è affidata ai coniugi Maria Cristina Giacometti e Giacomo Regazzo che, dopo averla acquistata nel 1990, l’hanno traghettata nel mondo dell’antiquariato. Qui, infatti, è possibile imbattersi in stampe, volumi e manoscritti antichi, la maggior parte di storia e arte veneziane[16].

Libreria editrice Filippi

Come viene sottolineato nella pagina web della stessa libreria, ci troviamo di fronte alla «casa editrice più antica di Venezia, con più di cento anni di storia»[17]. La prima Libreria Filippi nasce nella prima decade del Novecento (1909) per volontà di Giovanni Filippi, libraio di prima generazione, capace di trasferire la passione per i libri prima a suo figlio, che nel 1956 apre la sua attività, e poi a suo nipote, che dal 1973 è l’unico erede di questa storica libreria-editrice. Oggi presso la sede della famiglia Filippi si possono trovare volumi di storia, architettura, costume, teatro, musica e ancora libri antichi e fuori commercio, con particolare attenzione verso quelli dedicati alla città[18].

Libreria Linea d’acqua

Nel sestiere San Marco, in Calle de la Mandola, si trova una delle più importanti librerie antiquarie della Laguna, specializzata in libri antichi di pregio, prime edizioni, mappe e vedute di Venezia realizzate dai grandi maestri veneziani del passato. A queste si aggiungono anche collezioni di incisioni antiche di importanti artisti veneziani, quali Tiepolo, Marieschi e Canaletto. La vocazione artistica non proviene solamente da questi rimandi al passato, ma Linea d’acqua è molto attenta anche al panorama artistico contemporaneo: oltre a essere una libreria, è da considerarsi una galleria d’arte dove trovano spazio alcuni artisti veneziani. Per esempio, rappresenta in esclusiva il pittore veneziano Davide Battistin[19].

Libreria Mare di carta

Una libreria specializzata che nel maggio del 2022 ha festeggiato i 25 anni di attività: da molti definita come una vera e propria “biblioteca del mare”, la Mare di Carta rappresenta una delle quattro librerie nautiche presenti sul territorio italiano (le altre tre si trovano a Milano, Roma e Palermo). La libreria veneziana rappresenta il punto di riferimento per eccellenza del Mare Adriatico e vi si possono trovare testi pensati per i professionisti che lavorano nel settore nautico o semplicemente libri per tutti gli appassionati di mare: non è un caso, allora, che la Mare di Carta nasca proprio a Venezia. Un anno dopo l’apertura della libreria, nel 1998, è cominciata anche l’attività della casa editrice, la Mare di Carta Editore, che oggi conta più di cinquanta titoli nel suo catalogo[20].

Libreria Miracoli

A Cannaregio, il secondo più grande sestiere della città, sorge la libreria di Claudio Vascon. Prende il nome dal Campo in cui si trova che, sebbene venga indicato come Campo di Santa Maria Nova, viene chiamato da molti Campo dei Miracoli, probabilmente per la chiesa che lo sovrasta, la bellissima Chiesa di Santa Maria dei Miracoli. Si tratta di uno spazio molto piccolo, ma ben fornito: un piccolo gioiello nel quale perdersi alla ricerca di un buon libro. Qui, consultabili su un bancone centrale oppure stipati sugli affollati scaffali, si possono trovare testi di ogni tipo: libri dedicati a Venezia, ma anche libri di narrativa, di poesia, di saggistica e di fumettistica. A questi si aggiunge anche una ricchissima proposta di libri antichi e fuori catalogo.

Polo Urban bookshop

Una delle creature più recenti del fervente settore culturale di Venezia, il Polo Urban Bookshop o semplicemente POLO, apre il 10 ottobre 2021 e nasce dalla collaborazione fra la casa editrice Lineadacqua e Feelin’ Venice, un’azienda che produce souvenir di qualità. La prima sede è stata inaugurata a San Lio, nel sestiere Castello, ma poi l’attività si è spostata sull’altra sponda del Canal Grande, a Rialto. L’idea alla base di questa particolare libreria è quella di portare il bookshop al di fuori del museo; si tratta, allora, di un “bookshop urbano”, come lo definiscono gli stessi promotori. È stato pensato per offrire una selezione di qualità di prodotti editoriali, ma anche accessori di design; quindi prodotti differenti, ma legati alla tradizione culturale e artigianale della città[21].

Sullaluna – libreria & bistrot

Uno spazio che combina al proprio interno una piccola libreria, una teahouse e un bistrot dal design semplice, ma accattivante: nel sestiere Cannaregio sorge Sullaluna, uno spazio indipendente che i fondatori (e coniugi) Francesca e Rodolfo hanno trasformato in un ambiente dedicato agli amanti dei libri, del vino e del cibo naturale. Per quanto riguarda la proposta editoriale, la libreria-bistrot è interamente dedicata ai libri illustrati per ogni età, con una scelta accurata di graphic novel[22].

Libreria Studium

Una delle storiche librerie indipendenti di Venezia che, dopo un periodo di chiusura forzata, ha riaperto i battenti nel febbraio del 2022 con una veste del tutto nuova, ma che sa coniugare rinnovamento e continuità. La libreria si trova tra la Basilica di San Marco e il famoso Ponte dei Sospiri, nel cuore dell’area più famosa e monumentale di Venezia. Sviluppata su due piani, Studium propone una selezione di oltre 10.000 titoli con un focus particolare sulla città e la sua storia, ma che comprende anche un’ampia scelta di narrativa, libri per ragazzi, cataloghi d’arte e testi in lingua. Il piano superiore nasconde una piccola chicca per i visitatori: un’intera sala dedicata al profumo, con numerosi testi sul tema, ma soprattutto un grande Organo del Profumo con oltre 200 essenze utilizzato per corsi di composizione e formazione olfattiva. Marco Vidal, nuovo titolare della libreria, la definisce «un punto vendita del futuro, perché è esperienziale e non è affatto sostituibile con la vendita online»[23].

Libreria MarcoPolo

Nel sestiere Dorsoduro, in uno dei luoghi più vivi della città, Campo Santa Margherita, sorge la Libreria MarcoPolo. Nel suo attuale assetto, la libreria nasce nel 2015, in seguito all’incontro dei tre soci Flavio Biz, Claudio Moretti e Sabina Rizzardi, che ha dichiarato: «L’incontro tra le nostre tre persone e personalità è stato ed è estremamente positivo, la collaborazione ci spinge ad andare sempre avanti all’insegna delle possibilità»[24]. Con grande capacità di visione, ed evocando il Museum mile di New York, Claudio Moretti ha descritto quest’area come un vero e proprio «miglio delle librerie»[25], comodissimo in una città in cui si va solo a piedi.

Questo spazio si compone di tre ambienti: il corpo centrale e altre due stanze a esso collegate da due aperture in pietra. La prima, che si incontra entrando a destra, raccoglie prevalentemente testi di saggistica ai quali si aggiungono volumi di architettura e design, molti dei quali sulla città di Venezia. La seconda stanza, invece, è dedicata alla letteratura per l’infanzia e al fumetto, che occupa più della metà degli scaffali (certamente ciò non sorprende, dato l’exploit del genere negli ultimi anni).

La volontà dei tre librai è quella di comunicare attivamente gli aspetti più urgenti della contemporaneità: «la libreria […] vuole indagare e cercare di capire la densità del mondo in cui viviamo, dedicandosi sempre all’editoria indipendente e con un occhio attento sulle questioni di genere, ambiente, transfemminismo»[26]. Da un lato, prevale l’attenzione verso i temi di attualità, ai quali i tre soci sono molto sensibili:

Nella selezione dei titoli, la saggistica, soprattutto relativa a femminismo e crisi climatica, sta diventando preponderante. E sono «politiche» anche le scelte relative alla narrativa: dal maggio 2020 – quando fu lanciato il Primo maggio femminista transnazionale –, la «linea rossa» (cioè di massima visibilità) nell’esposizione è dedicata solo ad autrici, e da allora, pur senza alcuna dichiarazione programmatica, questa scelta si è mantenuta costante. […] Lo stesso sguardo sul mondo, lo stesso taglio netto […] si rivela nelle sezioni di poesia, graphic novel, letteratura di viaggio, letteratura per bambini e ragazzi[27].

Dall’altro, invece, si sottolinea l’importanza di ciò che si espone. In un’intervista del 2012, Claudio Moretti ha, infatti, dichiarato: «io la chiamo coerenza, possiamo chiamarla identità, personalità: sono i libri e le scelte di posizionamento dei libri stessi […] dove la proposta del libraio si riconosce dalla vetrina e prosegue poi all’interno»[28]. In libreria, la disposizione e la cura nell’esposizione è estremamente importante: per questo motivo la MarcoPolo segue un criterio ben definito. I libri sono disposti essenzialmente in base all’argomento; per quanto riguarda la letteratura, invece, i vari testi sono ordinati per case editrici.

Ad oggi, la MarcoPolo ospita fra i venti e i trenta editori e, naturalmente, anche questo aspetto aiuta a definire il profilo e la fisionomia della libreria. Si tratta sempre di case editrici indipendenti tra le quali spiccano i nomi di Bao Publishing, Marcos y Marcos, Nottetempo, Quodilibet.

La stanza principale della libreria racchiude anche un piccolo tesoro, lo scaffale dei #Maisenza, vale a dire una selezione di letture da fare almeno una volta nella vita: ad esempio, La nausea (1938) di Jean-Paul Sartre, Il giovane Holden (1951) di J. D. Salinger, Cent’anni di solitudine (1967) di Gabriel García Márquez (1967), Le città invisibili (1974) calviniane e, infine, il capolavoro del britannico George Orwell, 1984 (1948).

Nel 2022 i tre librai hanno aperto, a pochi passi dalla sede principale, una seconda libreria (“USATA”) interamente dedicata alla vendita di libri usati: uno «spazio piccolo e colorato, dove il lettore si muove con agio fra i volumi, disposti secondo una logica chiara, immediata, attraente»[29].

La libreria, così come il Campo in cui si trova, rappresenta un vero e proprio punto di incontro tra residenti, viaggiatori e studenti veneziani. Per quanto riguarda questi ultimi, sicuramente, su una presenza così consistente pesa la vicinanza con la sede dell’Università Ca’ Foscari. Un ulteriore aspetto che merita di essere preso in considerazione riguarda la componente turistica: infatti, il turismo «è ovunque, a Venezia, è parte strutturale e costitutiva della città e della sua fisionomia»[30]. La Libreria MarcoPolo ancora oggi propone una vasta scelta di libri in lingua straniera, soprattutto in inglese; allo stesso tempo, però, essa non ha mai voluto diventare un negozio esclusivamente turistico. Secondo i tre librai, il turista che entra nella sede di Santa Margherita è «un turista esperto e sofisticato»[31]; oggi, infatti, la libreria è frequentata «in modo paritario da turisti e residenti, da collezionisti di passaggio e da lettori veneziani»[32].

Libreria Acqua Alta

Dall’altra parte del Canal Grande, nel sestiere Castello, sorge la Libreria Acqua Alta, senza ombra di dubbio la più famosa della città, tanto che il canale televisivo inglese BBC, nel 2014, l’ha inserita nell’elenco delle dieci librerie più belle al mondo, al pari della grandiosa Polare di Maastricht, della teatrale El Ateneo di Buenos Aires o della storica e famosissima Shakespare & Company di Parigi[33].

La libreria è legata al nome del suo fondatore, Luigi Frizzo; un personaggio particolare e stravagante che rappresenta la vera anima della libreria. Vicentino di origine e veneziano d’adozione, egli si definisce un cittadino del mondo. Il bisogno di conoscere il mondo lo porta a imbarcarsi a Genova appena venticinquenne per conoscere i paesi più lontani ed entrare in contatto con le più disparate culture; viaggia per la Polinesia, l’Egitto e l’Oriente sempre con lo sguardo proiettato verso nuove destinazioni. Rientra in patria dopo alcuni anni fermandosi in Valle d’Aosta, dove entra per la prima volta in contatto con l’universo dei libri, lavorando in una piccola libreria. Dopo l’esperienza valdostana, Luigi Frizzo approda a Venezia dove, prima dell’Acqua Alta, apre altre due librerie: la Novalis, negli anni ’90, vicino al Ponte dei Greci, e, in seguito, la Libreria Miracoli in Campo Santa Maria Nova, tuttora in attività. All’inizio dei primissimi anni 2000 comincia a cercare un nuovo spazio dove poter custodire e preservare l’ampia collezione di libri raccolti in ben quarant’anni di vita: l’odierna sede dell’Acqua Alta era, all’epoca, un vecchio magazzino dismesso, che il proprietario riesce a trasformare in un’originale libreria, aperta nel 2004.

La scelta di questo luogo ha rappresentato una vera e propria scommessa in quanto questa parte della città è una delle zone più soggette alle mareggiate dell’acqua alta. Lo stesso magazzino era solito riempirsi d’acqua con l’innalzamento della marea, ma questo non ha mai sconfortato Frizzo nel portare avanti il suo progetto. Anzi, è stata proprio la minaccia delle maree a far venire in mente al proprietario della libreria delle originali soluzioni per salvaguardare il patrimonio letterario che ancora oggi l’Acqua Alta conserva. Accanto a mensole e scaffali, il visitatore si trova, infatti, di fronte a elementi di arredo del tutto originali come barche, canoe, vecchie vasche da bagno all’interno delle quali sono disposti centinaia di libri. Si tratta, naturalmente, di una scelta tanto scenografica quanto funzionale, in quanto esse rappresentano l’espediente perfetto per non dover spostare in fretta e furia i moltissimi libri presenti nella libreria, ma è forse la grande gondola che troneggia al centro della sala principale l’elemento più caratteristico e più amato dai visitatori: quella dell’Acqua Alta è lunga quasi dodici metri.

Oltre alla sistemazione dei libri, un altro aspetto che sorprende è il modo in cui questi sono accatastati gli uni accanto agli altri senza, almeno apparentemente, un ordine preciso. Quando si entra nella Libreria Acqua Alta, si ha la sensazione di venire sommersi dai milioni di libri presenti: ci si trova addirittura spaesati di fronte a pile di libri posizionati gli uni sugli altri in maniera tale da creare un’architettura viva e mobile. C’è chi, a un primo sguardo, non riesce a cogliere «l’ordine nel caos»[34], come lo chiama Lino Frizzo: un ordine dispositivo studiato per aiutare i clienti a trovare ciò che cercano (i volumi seguono perlopiù un ordine tipologico e tematico, anche se, in alcuni casi, vengono suddivisi anche per autore). La bellissima gondola centrale raccoglie tutti i testi e i volumi dedicati alla città di Venezia, alla sua grande tradizione letteraria e musicale; oltre sono disposti i libri d’arte e quelli di fotografia, accanto a numerose enciclopedie. Quale che sia il testo in questione, va ricordato che si tratta sempre di libri di seconda mano, acquistati da privati, provenienti da collezioni private e dismesse che qui acquistano una seconda vita. Acqua Alta cerca di salvarli, di conservarne la memoria e di proteggerli dall’oblio.

L’idea di dare nuova vita ai libri sta anche alla base di quello che, forse, è l’angolo più apprezzato dell’intera libreria, vale a dire la scalinata di libri. Si tratta di una particolare costruzione che occupa il retro del negozio, il suo cortiletto esterno dove un muro di cinta protegge la corte dall’acqua. Data l’altezza delle mura, non era possibile godere della vista sui canali veneziani e a Luigi Frizzo è venuto in mente di costruire una scala. In un primo momento, come ricorda il figlio, il padre aveva pensato di comprare una scala a pioli, fino a quando non ha scorto in un angolo della libreria delle vecchie enciclopedie danneggiate dall’acqua e destinate al macero[35], ed è stato allora che, unendo l’utile al dilettevole, Frizzo ha deciso di costruirvi una vera e propria scalinata. Sulle mura che la costeggiano è visibile la scritta “Follow the books steps climb” (‘Segui la salita degli scalini di libri’) seguita da “Wonderful view” (‘Vista meravigliosa’); infatti, quando si arriva in cima alla scalinata, si può ammirare l’incrocio tra il Rio de La Tetta e il Rio de San Giovanni Laterano e, in lontananza, il Ponte dei Conzafelzi. Per gli appassionati del fumetto, sempre da questo punto è visibile l’ingresso, via acqua, della Corte Sconta detta Arcana nella quale Hugo Pratt ha ambientato le avventure di Corto Maltese. Certo è che, al di là della vista, dar vita a una scala proprio utilizzando dei libri racchiude in sé quella romantica metafora di «una cultura che se percorsa eleva, che aiuta a superare barriere, chiuse e alte, e liberare la mente verso nuovi orizzonti»[36].

In molte interviste Luigi Frizzo ha dichiarato più volte che alla fine dei conti sembra piacere più la scala della vista e molto spesso capita che chi sale dimentichi di guardare oltre le mura. Jorge Carrión, autore e critico spagnolo, nel suo testo Librerie, comparando l’Acqua Alta con la City Lights di San Francisco o con la Librería de Ávila di Buenos Aires, ricorda come tutti questi spazi si siano trasformati in veri e propri musei. L’aspetto interessante è che l’autore sottolinea più volte quanto questo processo di mitizzazione non debba essere demonizzato, in quanto ognuna di queste librerie rappresenta un frammento di storia e cultura[37]. È, forse, allora proprio questo il motivo della sua grande forza attrattiva: l’Acqua Alta è diventata con il tempo un vero e proprio simbolo di Venezia, un microcosmo fatto di libri che può essere vissuto come una metafora della città intera.

Toletta

Nel Sestiere Dorsoduro, nel Quartiere Latino[38], tra l’Accademia di Belle Arti e Campo Santa Margherita si trova la storica Toletta, che proprio nel 2023 festeggerà ben 90 anni di ininterrotta attività, portata avanti da tre generazioni di librai.

Domenico Pelizzato veniva chiamato da tutti Angelo fin da bambino per i suoi capelli biondi. Nato nel 1903, proviene da una famiglia di umili origini. Viene coinvolto giovanissimo nella lotta politica, entrando a far parte, nel 1921, del Partito comunista per influenza del fratello Piero. Non trovando lavoro a Venezia, nel 1923 Domenico si trasferisce a Milano, svolgendo diverse attività, fra le quali quella di impiegato nella casa editrice scolastica Signorelli. Rimane nella città della Madonnina per cinque anni[39]; rientrato a Venezia, prima di aprire la Toletta, gestisce un banco di libri usati, principalmente libri provenienti dalla sua biblioteca personale, «accumulati in anni di appassionata frequentazione di librerie»[40]. Dalla bancarella al negozio il passo è breve e nel settembre del 1933 la Toletta apre i battenti.

Con, all’origine, i suoi 25 metri quadri di superficie, la libreria continua l’attività di vendita di libri di seconda mano, con un particolare interesse per il commercio di testi scolastici. Su questa scelta pesa la vicinanza con numerosi istituti di istruzione, alcuni creati dopo la guerra, altri più antichi: il «liceo classico Marco Polo a Palazzo Bollani, l’istituto di Architettura, allora locato in Palazzo Giustiniani al ponte delle Meraviglie, l’istituto magistrale Mafalda di Savoia, in fondamenta delle Romite, la scuola elementare Giustina Renier Michiel, edificata verso gli anni Dieci […] e altri poco più lontani come le scuole dei Padri Cavanis e l’Accademia di Belle Arti»[41]. La Toletta diviene, quindi, zona di passaggio soprattutto per la popolazione studentesca che frequenta quegli istituti.

A partire dal 1943, soprattutto dopo la costituzione della Repubblica di Salò, «Venezia si trovò proiettata in una situazione peculiare tra fasti di capitale e miserie di città occupata, che sfociarono in un clima cupo […] al quale si lega la maturazione di un’azione resistenziale»[42]. In questo contesto si assiste al ritorno di Domenico Pelizzato a una forma di impegno politico: non è un segreto (ora almeno) l’appoggio dato dal libraio all’attività di gruppi antifascisti nella Venezia repubblichina, nascondendo tra i libri materiali di propaganda e armi[43]. Sempre durante la guerra, Pelizzato sceglie di far fronte all’incalzante inflazione con la vendita di libri dal più facile mercato, come dizionari ed enciclopedie. Di rilevante interesse l’episodio che lo porta ad acquistare in blocco numerosi titoli della Laterza, poco prima dei duri bombardamenti subiti dalla città di Bari tra il dicembre del 1943 e l’aprile del 1945, che causano gravi danni anche ai depositi della casa editrice. Così, nei mesi successivi, alla Toletta si possono trovare volumi diventati ormai rari o irreperibili, fra cui quelli di Benedetto Croce[44].

Alla fine della guerra entrano in libreria i due figli di Domenico Pelizzato: Lucio nel ’49 e Maurizio due anni dopo. Con l’ingresso dei due fratelli, lo storico proprietario decide di pensionarsi e, a soli cinquantanove anni, lascia le redini dell’attività. «Il ritiro di mio padre e – di lì a pochi anni – il mio metter su abbastanza precocemente famiglia, diventano motivo di un mio progressivo forte coinvolgimento nella libreria»[45], ha dichiarato il figlio Maurizio. Con lui la Toletta si trasforma nella «libreria delle occasioni»[46]: il nuovo proprietario ha l’idea di proporre agli editori l’acquisto di consistenti blocchi di libri in catalogo: non le novità, ma il cosiddetto “centro-catalogo”. Si tratta di blocchi costituiti essenzialmente da rese sui quali, a sua volta, Maurizio non esercita il diritto di resa. A queste condizioni, ottiene dagli editori uno sconto molto significativo che gli permette di vendere a un prezzo vantaggioso, con sconti dal 40 al 50%[47]. Si è trattato di una strategia che ha retto almeno fino a quando c’è stato un certo tipo di mercato editoriale, per tutti gli anni ’70 e ’80, e che ha reso la Toletta il luogo dove poter trovare testi fondamentali, «quelli destinati a costituire la chiave della formazione»[48]: protagonisti di questa stagione, numerosi volumi della «BUR», della «Biblioteca Moderna Mondadori», della «Piccola Biblioteca Einaudi» e, ancora, degli «Oscar Mondadori».

L’aumento dei titoli a disposizione all’interno della libreria obbliga a una serie di modifiche: si assiste, da una parte, all’ampliamento della superficie del locale storico, con l’acquisto dello spazio adiacente alla libreria, e, dall’altra, al successivo rifacimento della disposizione interna. «Si è passati così da un locale piccolo, zeppo di libri da terra fino al soffitto […] a una serie di ambienti collegati tra loro, con una crescente cura nella disposizione dei volumi, più ariosa e razionale»[49]. Questo è sicuramente l’aspetto che più differenzia la Toletta dalle altre librerie dell’usato o di reminders, dove i libri sono tutti accatastati gli uni sugli altri; se da una parte questo disordine per alcuni versi può affascinare, dall’altra rischia di disorientare. I Pelizzato danno, invece, a partire dalla metà degli anni ’90, un ordine e una coerenza interna nella disposizione dei libri, che cominciano a essere esposti per editore, secondo una visione educativa per il lettore curioso, il quale impara a orientarsi e a familiarizzare con la fisionomia editoriale di Einaudi, Mondadori, Longanesi, Rizzoli, Guanda, Officina e Marsilio.

Fin dalla fondazione, la libreria e i suoi proprietari hanno sempre dimostrato un’audace apertura al cambiamento: l’attività non è mai stata statica, ma si è rivelata capace di adattarsi alle trasformazioni del mercato e del pubblico. Giovanni Pelizzato, libraio di terza generazione, come già aveva fatto suo padre e prima ancora suo nonno, si lancia in un’avventura coraggiosa: nella celebre Piazza San Marco, cuore della città, si viene a creare, come lo stesso Giovanni lo ha definito, un vero e proprio «buco nero»[50], quando nel 1982 chiude l’omonimo cinema. Per più di 20 anni quello spazio rimane una vetrina vuota, fino a quando la famiglia Benetton non acquista quegli ambienti ed, entrando in trattative con la Mondadori, decide di trasformarli in una grande libreria in franchising: «Da sempre mio padre Maurizio sognava una libreria in centro-centro: anche in una città che è tutta centro, come Venezia, alcune aree restano storicamente più centrali di altre»[51], ricorda l’odierno proprietario. Padre e figlio decidono, quindi, di lanciarsi in tale impresa, iniziata nel 2004 e terminata nel 2011:

Per sette anni la Toletta – che non ha mai lasciato la sede dell’Accademia – ha vissuto una doppia vita: è stata, anche, una libreria indipendente «nascosta» dentro una libreria in franchising. Insieme, per quel breve spazio di tempo, e grazie ai libri, a uno spazio di libri, padre e figlio sono riusciti a riportare i veneziani a San Marco: per cercare libri, per assistere a una presentazione, per ritrovarsi[52].

Insaziabile di imprese nuove e audaci, Giovanni Pelizzato apre nel 2007 la casa editrice della Toletta, superando il detto di suo nonno Domenico: “vendi i libri ma no sta farli. L’obiettivo, fin da subito, è stato quello di sviluppare un piano editoriale che, accanto alle pubblicazioni dedicate alla storia locale, affrontasse tematiche di più ampio respiro e offrisse al lettore, nella collana di narrativa, voci nuove e spunti originali. «Il libraio è quella persona che ha scelto di dedicare la propria intelligenza, il proprio talento, il proprio tempo, il proprio futuro a proporre e forse persino a creare cultura»[53]: non è difficile rivedere tutto questo nella terza generazione dei Pelizzato. Infatti, le «librerie sono uno degli elementi del vivere insieme, del condividere, del crescere, del capire. E una comunità, una città anche piccola, un borgo, un quartiere di una grande città, senza una libreria, sono tutti luoghi poveri, senz’anima, senza cuore, senza testa, senza prospettive vere e possibili»[54].

Il questionario

Di seguito si riassumono le risposte ottenute sottoponendo un questionario di nostra elaborazione ai proprietari e ai librai delle librerie indipendenti di Venezia. Lo scopo era quello di fornire dati realistici sulla situazione di queste realtà nell’ambiente cittadino.

Nei diversi quesiti si trattano argomenti che riguardano la vita e la gestione delle librerie, il tipo di clientela frequentatrice (assidua o saltuaria), fino all’elaborazione di una classifica dei generi letterari più richiesti dai clienti. Particolare attenzione è stata dedicata all’andamento delle attività nel corso dell’emergenza Covid-19, per concludere con una riflessione sul grado di digitalizzazione di ogni libreria.

Sorprende l’assoluta parità tra le librerie a conduzione familiare e quelle non a conduzione familiare (cfr. la fig. 1). Abbiamo descritto, in precedenza, la gestione di librerie come la Toletta e l’Acqua Alta affidata, fin dalla loro origine, rispettivamente alla famiglia Pelizzato e alla famiglia Frizzo; al contrario, la MarcoPolo nasce dall’incontro di tre personalità completamente differenti, provenienti da percorsi di vita e di studio assai diversi.

La domanda successiva riguarda la fondazione delle diverse attività (cfr. la fig. 2). Il 50% delle librerie interrogate ha una formazione piuttosto recente, successiva al 2000, mentre poco più del 33% delle attività sono nate tra 1990 e 2000. Importante sottolineare, invece, che solo due librerie indipendenti (il 16,7%) sono state aperte prima del 1980: la Toletta e la Libreria Antiquaria Emiliana, quest’ultima fondata, addirittura, nella prima metà del XIX secolo.

Contrariamente a ciò che si può pensare di una città come Venezia, la clientela storica supera di gran lunga quella occasionale e turistica (cfr. la fig. 3). Lo stesso Giovanni Pelizzato, durante la nostra intervista, ha dichiarato che, prima dell’emergenza sanitaria, divideva la clientela abituale in veneziani, studenti e turisti. In base a questa tripartizione, con il Covid-19 avrebbe dovuto perdere più del 30% dei profitti, ma così non è stato: con la pandemia si è reso conto, quindi, che era arrivato a sovrastimare la componente turistica, sottovalutando quella veneziana, perché più scontata. Ciò riguarda anche altre attività commerciali: lo prova il grafico successivo, dedicato alla clientela abituale di ogni libreria (cfr. la fig. 4), che mette in evidenza una disparità non indifferente tra una clientela prettamente turistica e una clientela formata da adulti e studenti del luogo, in netta maggioranza rispetto alla prima. Ciò non vuol dire che l’interesse verso le pubblicazioni, soprattutto verso quelle riguardanti la città, sia totalmente assente per il turista che visita Venezia, ma, in questo caso, non può essere considerato un indicatore soddisfacente. Soltanto il 16,7% delle librerie intervistate afferma che il turista entra alla ricerca di testi inerenti alla storia e all’architettura della città veneta oppure di semplici guide turistiche; di contro, il 25% dichiara che queste non rientrano nel tipo di pubblicazioni che si trattano nella libreria (cfr. la fig. 5).

Sul totale delle librerie indipendenti di Venezia, il frequentatore risulta, dunque, più interessato a titoli meno noti o usciti tempo addietro, rispetto alle vere e proprie novità (cfr. la fig. 6): quasi il 60% degli acquirenti è più affascinato dalla prima tipologia; su questi dati, se da una parte incide la presenza sul territorio veneziano di diverse librerie antiquarie, dall’altra le moltissime librerie che si occupano dell’usato hanno un peso molto rilevante. Ne sono casi esemplificativi Acqua Alta, che si è sempre occupata esclusivamente di libri di seconda mano; la Toletta e MarcoPolo, per le quali è giusto affermare che l’esperienza dell’usato ha alimentato e alimenta ancora oggi la storia delle librerie, anche se entrambe si sono aperte anche alla contemporaneità.

Riguardo ai periodi dell’anno in cui si registrano i migliori profitti di vendita (cfr. la fig. 7), ci si trova di fronte un panorama piuttosto variegato in cui poco più del 30% delle librerie ritiene che il periodo natalizio sia il più favorevole; la restante percentuale si divide perlopiù equamente tra l’estate, l’inizio dell’anno scolastico e le celebrazioni tipicamente veneziane quali, ad esempio, il Carnevale.

La seconda sezione del questionario si è incentrata sull’andamento delle librerie durante il periodo pandemico: la pandemia ha inevitabilmente avuto un impatto profondissimo sull’intero settore e, per quanto riguarda le librerie di Venezia, quasi il 60% ha dichiarato di aver subito un netto calo della propria attività commerciale. Ciononostante, risulta significativo sottolineare la percentuale delle librerie che hanno registrato un andamento inalterato rispetto al periodo pre-pandemia, vale a dire il 25% (cfr. la fig. 8). Sicuramente su questo valore pesa l’ingegno di molti librai che, potendo contare sul vantaggio di abitare in una città vivibile solamente a piedi, hanno adoperato la vendita porta a porta per continuare nell’esercizio del proprio lavoro.

A partire dal 2021 il 75% delle librerie della città ha registrato un netto miglioramento della propria attività economica rispetto al primo periodo della pandemia (cfr. la fig. 9). Sicuramente, sia durante il periodo delle chiusure imposte dal Covid-19 sia nel successivo, la libreria ha rappresentato il posto nel quale voler ritornare: proprio per questo motivo mantenere un rapporto diretto con il cliente era fondamentale, e lo è tuttora.

In questo senso, oggi il digitale rappresenta lo strumento più idoneo a rispondere a questo tipo di esigenza. Non è un caso, infatti, che la totalità delle librerie indipendenti di Venezia ne facciano ampio uso (cfr. la fig. 10), attraverso la creazione di pagine web e profili sui principali social network (Instagram, Facebook e Twitter). Questi rappresentano uno spazio grazie al quale il cliente può rimanere aggiornato sulle novità editoriali, sugli eventi in programma organizzati dalla libreria o, semplicemente, può ricevere un consiglio dal proprio libraio di fiducia.

Bibliografia:

I. Calvino, Le città invisibili, Milano, Mondadori, 2012;

J. Carrión, Librerie. Una storia di commercio e passioni, tr. it. di P. Lucca, Milano, Garzanti, 2015;

G. Colleu, Editori indipendenti & bibliodiversità, Torino, Fidare – Federazione Italiana Editori Indipendenti, 2008;

C. Franco, La Libreria ʿTolettaʾ, Padova, Il Poligrafo, 2006;

G. Graziani, A Venezia. Da Brodskij a Bolaño, Roma, Giulio Perrone Editore, 2021;

M. Pelizzato, Storia della Toletta, in Librai a Venezia. Settant’anni di storia della Toletta, Venezia, Marsilio, 2003;

G. Piovene, Un libro per vivere in Venezia città del libro. Cinque secoli di editoria veneta e mostra dell’editoria italiana, Venezia, a cura di Fondazione Giorgio Cini, 1973;

P. Scandaletti, Storia di Venezia – dalle origini ai nostri giorni, Pordenone, Edizioni Biblioteca dell’Immagine, 2014;

The Book Fools Bunch, Guida tascabile delle librerie italiane viventi, Firenze, Edizioni Clichy, 2019.

Appendice

Fig. 1. Il primo quesito riguarda la distinzione tra le librerie indipendenti a conduzione familiare e non. Si attesta la perfetta parità tra i due fronti.

Fig. 2. La maggior parte delle librerie registra una fondazione piuttosto recente (dopo il 2000), mentre le restanti sono nate o prima del 1980 o tra il 1990 e il 2000. Totalmente assente la decade 1980-1990.

Fig. 3. La clientela delle librerie veneziane si suddivide in clientela storica e occasionale, ma le percentuali mostrano una netta preponderanza della prima tipologia.

Fig. 4. Divisione della clientela abituale tra bambini/ragazzi, studenti, adulti e turisti.

Fig. 5. Il grado di interesse (in percentuale) di un turista che entra in libreria alla ricerca di testi specifici sulla storia, sull’arte e sull’architettura di Venezia.

Fig. 6. Il cliente che entra in libreria può ricercare le novità, ma anche titoli di secondo piano o usati. Nel caso della realtà veneziana, si rileva una leggera preferenza per questa seconda categoria.

Fig. 7. Il periodo dell’anno in cui si registrano i migliori profitti. Si assiste, visibilmente, a una particolare eterogeneità, senza picchi di vendita lampanti. Il dato più elevato riguarda il periodo natalizio.

Fig. 8. Un giudizio sull’andamento economico generale delle librerie durante le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria.

Fig. 9. L’andamento delle librerie dopo l’allentamento delle restrizioni e le successive riaperture. Inevitabilmente si è assistito a un miglioramento dell’attività complessiva.

Fig. 10. Il totale delle librerie intervistate implementa il digitale nel proprio esercizio commerciale.

  1. Si propone un breve estratto della Tesi di laurea Magistrale in “Mediazione editoriale e cultura letteraria” discussa, presso il Dipartimento SARAS (Storia Antropologia Religioni Arte e Spettacolo) della Sapienza Università di Roma, nella sessione invernale dell’anno accademico 2022/2023: relatrice la prof.ssa Maria Panetta e correlatore il prof. Giampiero Gramaglia.
  2. G. Graziani, A Venezia. Da Brodskij a Bolaño, Roma, Giulio Perrone Editore, 2021, p. 10.
  3. Ivi, p. 13.
  4. G. Graziani, A Venezia. Da Brodskij a Bolaño, op. cit., p. 128.
  5. M. L. Picchio Forlati, Il patrimonio culturale immateriale. Venezia e il Veneto come patrimonio europeo, Venezia, Edizioni Ca’ Foscari, 2014, p. 278.
  6. «Le due Università, la Fondazione Cini, il centro di palazzo Grassi, Ca’ Giustinian, sede della Biennale […] e ancora la Fondazione Guerini Stampalia, la Guggenheim, le Gallerie dell’Accademia, Ca’ d’oro e la Marciana», in P. Scandaletti, Storia di Venezia – dalle origini ai nostri giorni, Pordenone, Edizioni Biblioteca dell’Immagine, 2014, p. 370.
  7. G. Piovene, Un libro per vivere in Venezia città del libro. Cinque secoli di editoria veneta e mostra dell’editoria italiana, a cura di Fondazione Giorgio Cini, Venezia 1973, p. 56.
  8. J. Carrión, Librerie. Una storia di commercio e passioni, Milano, Garzanti, 2015, p. 27.
  9. G. Colleu, Editori indipendenti & bibliodiversità, Torino, Fidare – Federazione Italiana Editori Indipendenti, 2008, p. 24.
  10. Ivi, p. 18.
  11. L. R., bruno. Giacomo Covacich e Andrea Codolo ci raccontano la loro creatura in bilico tra grafica, editoria e semplice bellezza, in «Zero», 20 aprile 2019. Disponibile online all’indirizzo: https://zero.eu/it/persone/bruno/ (ultima consultazione: 29/01/2023).
  12. Libreria Bertoni Venezia, La Libreria. Disponibile online all’indirizzo: http://www.bertonilibri.com/index.php (ultima consultazione: 29/01/2023).
  13. CAFOSCARINA, Chi Siamo. Disponibile online all’indirizzo: https://cafoscarina.it/la-cafoscarina/l-idea/ (ultima consultazione: 29/01/2023).
  14. Libreria Cluva, Chi Siamo. Disponibile online all’indirizzo: http://www.libreriacluva.com/chi-siamo.html (ultima consultazione 29/01/2023).
  15. LIBRERIAMO, Bookshop Damocle Edizioni, la piccola libreria nel cuore di Venezia per riscoprire l’amore per l’arte del libro, 11 gennaio 2015. Disponibile online all’indirizzo: https://libreriamo.it/libri/bookshop-damocle-edizioni-la-piccola-libreria-nel-cuore-di-venezia-per-riscoprire-lamore-per-larte-del-libro/ (ultima consultazione: 29/01/2023).
  16. Libreria Emiliana Antiquaria, Chi siamo. Disponibile online all’indirizzo: https://www.libreriaemiliana.com/chi-siamo/ (ultima consultazione: 29/01/2023).
  17. Libreria Editrice Filippi. Disponibile online all’indirizzo: https://libreriaeditricefilippi.com/ (ultima consultazione: 29/01/2023).
  18. VENICEWIKI, Libreria Editrice Filippi. Disponibile online all’indirizzo: https://venicewiki.org/wiki/Libreria_Editrice_Filippi (ultima consultazione: 29/01/2023).
  19. Libreria antiquaria Linea d’acqua. Disponibile online all’indirizzo: https://it.lineadacqua.it/ (ultima consultazione: 06/02/2023).
  20. Mare di Carta, Libreria nautica. Disponibile online all’indirizzo: https://maredicarta.com/libreria-nautica/ (ultima consultazione: 06/02/2023).
  21. G. Ronchi, A Venezia apre POLO. Una sorta di bookshop museale fuori da un museo, in «Artribune», 26 ottobre 2021. Disponibile online all’indirizzo: https://www.artribune.com/editoria/2021/10/venezia-polo-bookshop-museale/ (ultima consultazione: 06/02/2023).
  22. Sullaluna, Book: la Libreria. Disponibile online all’indirizzo: https://www.sullalunavenezia.it/libreria/ (ultima consultazione: 06/02/2023).
  23. The Merchant of Venice, Libreria Studium, 2022. Disponibile online all’indirizzo: https://www.themerchantofvenice.com/it/content/29-libreria-studium (ultima consultazione: 06/02/2023).
  24. Seguiranno anche nelle pagine successive alcuni estratti delle interviste rilasciatemi tra il 16 e il 17 marzo 2022 dai diversi direttori delle librerie indipendenti di Venezia.
  25. M. Losacco, La libreria MarcoPolo, in «il Mulino», 29 agosto 2022. Disponibile online all’indirizzo: https://www.rivistailmulino.it/a/la-libreria-marcopolo-di-venezia (ultima consultazione: 06/02/2023).
  26. A. Maniscalco, Geografie Librarie – La libreria MarcoPolo di Venezia, in «Limina». Disponibile online all’indirizzo: https://www.liminarivista.it/oltre-la-soglia/geografielibrarie-la-libreria-marco-polo-di-venezia/?cli_action=1670150929.519 (ultima consultazione: 06/02/2023).
  27. M. Losacco, La libreria MarcoPolo, art. cit.
  28. F. Forlani, Indypendentemente: per una cartografia delle librerie indipendenti, in «Nazione Indiana», 25 gennaio 2012. Disponibile online all’indirizzo: https://www.nazioneindiana.com/2012/01/25/indypendentemente-per-una-cartografia-delle-librerie-indipendenti-libreria-marco-polo-venezia/#footnote_0_41478 (ultima consultazione: 06/02/2023).
  29. M. Losacco, La libreria MarcoPolo, art. cit.
  30. Ibidem.
  31. M. Losacco, La libreria MarcoPolo, art. cit.
  32. F. Forlani, Indypendentemente: per una cartografia delle librerie indipendenti, art. cit.
  33. F. Macdonald, Ten of the world’s most beautiful bookshops, in «BBC», 27 marzo 2014. Disponibile online all’indirizzo: https://www.bbc.com/culture/article/20140327-worlds-most-beautiful-bookshops (ultima consultazione: 09/02/2023).
  34. Redazione Other Souls, Libreria Acqua Alta di Venezia, l’intervista a Lino Frizzo, in «Other Souls Magazine», 17 aprile 2021. Disponibile online all’indirizzo: https://othersouls.it/libreria-acqua-alta-di-venezia/ (ultima consultazione: 06/02/2023).
  35. Redazione Other Souls, Libreria Acqua Alta di Venezia, l’intervista a Lino Frizzo, art. cit.
  36. E. Castellano, Libreria Acqua Alta: si alza la marea della cultura a Venezia, in «VisitVenezia.eu». Disponibile online all’indirizzo: https://www.visitvenezia.eu/venezianita/scopri-venezia/libreria-acqua-alta-si-alza-la-marea-della-cultura-a-venezia (ultima consultazione: 07/02/2023).
  37. J. Carrión, Librerie. Una storia di commercio e di passioni, op. cit., pp. 230-31.
  38. «Consiste essenzialmente alla zona di Santa Marta, porzione sud del Centro Storico appartenente al sestiere di Dorsoduro e affacciata sul canale della Giudecca», in R. Bocchi, G. Filindeu, E. Schir, “Bella ma ci vivrei”, in «Wave», 2019. Disponibile online all’indirizzo: http://www.wave2019iuav.com/atlas/bella-ma-ci-vivrei/ (ultima consultazione: 07/02/2023).
  39. M. Pelizzato, Storia della Toletta, in Librai a Venezia. Settant’anni di storia della Toletta, Venezia, Marsilio Editori, 2003, p. 5
  40. Ivi, p. 7.
  41. C. Franco, La Libreria ʿTolettaʾ, Padova, Il Poligrafo, 2006, p. 12.
  42. Ivi, p. 15.
  43. Ivi, p. 16.
  44. Ivi, p. 17.
  45. M. Pelizzato, Storia della Toletta, op. cit., p. 15.
  46. Ivi, p. 15.
  47. M. Losacco, La libreria Toletta di Venezia, in «il Mulino», 16 gennaio 2022. Disponibile online all’indirizzo: https://www.rivistailmulino.it/a/la-libreria-toletta-di-venezia/ (ultima consultazione: 07/02/2023).
  48. C. Franco, La Libreria ʿTolettaʾ, op. cit., p. 22.
  49. Ivi, p. 25.
  50. C. Franco, La Libreria ʿTolettaʾ, op. cit., p. 25.
  51. M. Losacco, La libreria Toletta di Venezia, art. cit.
  52. Ibidem.
  53. The Book Fools Bunch, Guida tascabile delle librerie italiane viventi, Firenze, Edizioni Clichy, 2019, p. 9.
  54. The Book Fools Bunch, Guida tascabile delle librerie italiane viventi, op. cit., p. 9.

(fasc. 47, 25 febbraio 2023)