Nel 1976 esce il romanzo Un borghese piccolo piccolo di Vincenzo Cerami[1], che esamina la materializzazione di un sadismo vendicativo in un uomo medio il cui figlio viene ucciso in una rapina. Il romanzo viene salutato con entusiasmo dai due maggiori scrittori e critici dell’epoca, Pier Paolo Pasolini e Italo Calvino. Nel 1977 il regista Mario Monicelli traspone il libro in film[2], per il quale Cerami prepara l’adattamento su cui si basa la sceneggiatura di Monicelli e Sergio Amidei. Rispetto al libro viene alterato il finale che mostra il protagonista commettere un altro omicidio, questa volta di un giovane di borgata che l’ha insultato. Il film divide la critica tra chi lo considera un’apologia reazionaria della violenza e chi invece lo trova coerente con il comico grottesco della fine degli anni Settanta. Continua a leggere “Un borghese piccolo piccolo”: la «mostruosa singolarità» dei violenti anni Settanta
(fasc. 52, 31 luglio 2024)