«Guardare le cose dal di fuori»: Calvino in dialogo con Pirandello

Author di Alessia Russo

In seguito a una serie di disavventure intellettuali che non meritano d’essere ricordate, il signor Palomar ha deciso che la sua principale attività sarà guardare le cose dal di fuori. Un po’ miope, distratto, introverso, egli non sembra rientrare per temperamento in quel tipo umano che viene di solito definito un osservatore[1].

Con questa citazione tratta dal capitolo Le meditazioni di Palomar dell’omonimo romanzo, si tenta la costruzione di un “sapiente dialogo” tra due classici del Novecento la cui lettura, ancora oggi, è in grado di rivelare qualche aspetto innovativo che arricchisca il panorama degli studi editi. Il dialogo sarà costruito a partire da suggestioni di tangenza tra i due autori che, seppur con un modus operandi distinto, hanno saputo descrivere una particolare condizione dell’uomo contemporaneo attraverso i personaggi protagonisti della narrazione: «dove uno scrittore di sessantasei anni e un ragazzo di dieci si trovano a sfiorarsi, l’uno all’insaputa dell’altro, con i loro rispettivi destini e desideri»[2].

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(fasc. 53, 25 agosto 2024)