Insegnare Calvino nel XXI secolo: complessità e interdisciplinarità

Author di Angelo Favaro

Un paradosso inspiegabile ha ormai decretato la qualità e l’incidenza dello studio delle opere di Italo Calvino nei vari ordini e gradi dell’Istruzione e nell’Università italiana. Opportuno svolgere rapidamente un solido refe ad esplicitare e focalizzare la problematica inerente, che scaturisce da un presupposto paradossale: numerosi sono i testi scritti da Calvino che affollano le pagine dei volumi per la scuola primaria e per la secondaria di primo grado; pagine lette, studiate, analizzate dagli studenti, in vario modo. Fino almeno al primo biennio della scuola superiore di secondo grado, lo scrittore cosmicomico resiste, anche se solo come oggetto d’esercizio o d’analisi inerente a testi narrativi, espositivi e argomentativi, con differenti funzioni e caratteristiche espressive. Quando si giunge al secondo biennio e poi al quinto anno della secondaria di secondo grado, invece, le opere di Italo Calvino svaporano dall’orizzonte scolastico. Nell’Università il discorso appare un po’ differente e non è questa la sede per affrontarlo con la necessaria attenzione, offrendo opportuni rilievi e suggerendo anche minimi approfondimenti. Sufficiente, al momento, rimandare alla lettura dei programmi dei corsi di Letteratura italiana e Letteratura moderna e contemporanea, negli atenei in Italia, anche nell’anno centenario, per cogliere una lata ritrosia a trattare i testi, i temi, i problemi, la scrittura tout court di Italo Calvino. De hoc satis.

L’intenzione, con questo lavoro di ricerca, è di soffermarsi sul “vantaggio” nella formazione, nell’educazione e nella didattica operativa, offerto dalla varietà di scritti di Calvino, in particolare innovando e aggiornando i programmi dell’ultimo anno della scuola superiore.

Invero, l’anno scolastico che dal punto di vista didattico dovrebbe accogliere l’autore del Sentiero dei nidi di ragno appare, al contrario, quello nel quale la lettura, l’analisi e lo studio dello scrittore centenario divengono “troppo difficili”, “davvero ardui per mancanza di tempo!”, “astrusi per gli studenti d’oggi” – si pongono queste ragioni fra virgolette, perché è quanto si è raccolto da una rapida ricognizione effettuata interloquendo con alcuni docenti, lo scorso anno, non solo durante gli esami di Stato o di maturità, ma anche effettuando corsi di formazione, in vari istituti superiori.

Fiabe italiane, brani tratti da Marcovaldo o Palomar, le vicende del Cavaliere inesistente o del Visconte dimezzato così come molti racconti o gli Amori difficili sono testi leggibili e perspicui in una scuola primaria, in una media di primo grado, anche in un biennio superiore, e poi vengono abbandonati per la complessità unita alla difficoltà di insegnare Calvino nel triennio della scuola superiore o anche soltanto nell’ultimo anno. Ascoltato un significativo campione di docenti, appare evidente che non è solo per mancanza di tempo, ma per differenti, altre cause e in particolare perché l’autore si rivela – come ribadito dai docenti – “troppo difficile”.

E, a una più precisa domanda (“in cosa consisterebbe la difficoltà?”), si scopre che è la varietà tematica, di generi e stilistica a generare la condizione di smarrimento di alcuni docenti, assieme alla cronologia autoriale e alla periodizzazione delle opere, che con tutta evidenza sfuggono al dogma dello storicismo imperante e imperativo nella didattica della Letteratura italiana, nel secondo biennio e nell’ultimo anno della secondaria superiore. Quando, poi, si fa notare che, probabilmente, per temi e generi, per gli argomenti trattati, potrebbe essere, al contrario, un autore più “vicino” agli studenti, fra le molte risposte poco persuasive, ce n’è stata una di stringente insensatezza: “Io sono una docente tradizionale, per me il programma si conclude con Pirandello, Svevo e Montale!”.

Non si intende chiamare al banco degli imputati di un processo sommario docenti, metodi, forme di insegnamento. Ai docenti dell’odierno triennio secondario vengono richiesti tanti e tali sforzi educativi, da regolarsi fra ore di Educazione civica, Orientamento, Tutoraggi vari, ricca progettualità, produzione di capolavori; inoltre, senza incrementare il tempo scolastico, si impongono numerose attività parallele. Per tacere, in questo contesto, delle settimane di recupero, di sosta didattica, di vacanza etc. E aggiungo che la formazione proposta dal Ministero e dagli Ambiti territoriali è spesso risibile e farsesca, quando non confusionaria; nella maggior parte dei casi tragica perdita di tempo: quasi mai si affrontano nodi, temi e problemi strettamente inerenti alla didattica disciplinare o inter-trans-multidisciplinare.

Un suggerimento, un primo suggerimento, a questo punto: insegniamo – è una parenesi accorata – la Letteratura italiana (che vuol dire anche lingua, storia della lingua, critica letteraria), a Scuola e nell’Università; quel che interessa è considerare contemporaneamente l’esigenza di porre attenzione a una prospettiva pragmatica (come insegnare, organizzare la lezione, con quali metodi e strumenti), coniugata con una necessaria nuova trasmissione elastica di temi essenziali della letteratura e della critica. Duplice la mission: un’acquisizione consapevole del multistrato letterario e didattica. Tutto l’apparato strumentale della critica (in senso sincronico e diacronico) produce un’ulteriore consapevolezza dello studio dell’opera letteraria, delle sue caratteristiche, in relazione al contesto autoriale e storico, ma può essere funzionale, altresì, alla riflessione argomentata e agli strumenti dell’argomentazione.

Un secondo suggerimento: non c’è successo comunicativo, se non si è in grado di realizzare quell’“evento” in primis emotivo e successivamente cognitivo con l’opera letteraria e con il suo autore per chi comincia a studiare la Letteratura. Ogni autore ha scelto di praticare e mettersi alla prova con diversi generi letterari, si è misurato con temi e problemi del suo tempo che, sovente, persistono nel nostro tempo; ha dato forme ai contenuti. Dal passato apprendiamo il presente: il nostro pretende ormai necessari riferimenti interdisciplinari con l’economia, la società, la storia, il pensiero filosofico, le arti; riferimenti mai casuali ma che il testo letterario autorizza a compiere per la sua stessa produzione ispirata a una qualche realtà (storica, interiore, psichica).

Terzo suggerimento: non c’è un’idea perfetta e indiscutibile di Letteratura, figuriamoci se possa darsi un principio unico e indubbio per insegnarla; pertanto ogni docente deve formarsi propri princìpi, una propria teoria da cui far evolvere una didattica della Letteratura che abbia come scopo il pensiero critico e divergente, l’educazione alla libertà, l’originalità espressiva e gli strumenti per acquisirla, una libertà mentale e il superamento di ogni forma di rigidità intellettuale, evidentemente sempre a partire dagli studenti che gli/le vengono affidati, e dalle loro necessità educative, sociali, di crescita umana. Un’educazione emotiva, sentimentale, alla consapevolezza di sé e del mondo. Il testo letterario accorda il pieno sviluppo delle nostre capacità intellettuali, nel momento nel quale si riesce a coniugare l’analisi con la comprensione, e la descrizione dell’opera con l’acquisizione dei suoi più profondi contenuti, grazie all’uso consapevole dei manuali e degli ormai numerosissimi strumenti cartacei e liberamente fruibili nella rete.

Si potrebbe, forse, ascrivere la causa della difficoltà di insegnamento di Calvino e della sua opera, nel triennio superiore, ai documenti ministeriali? È veramente utile, per qualche profano, esterno alle aule scolastiche, soffermarsi qualche istante sulle Indicazioni Nazionali per i Licei: in primo luogo vengono definite le linee generali e le competenze della lingua italiana «come bene culturale nazionale, elemento essenziale dell’identità degli studenti e mezzo di accesso alla conoscenza»; poi sono segnalate le competenze da conseguire, quali la «padronanza della lingua italiana, in forma scritta e orale; la capacità di riflessione metalinguistica; la coscienza della dimensione storica di lingua e letteratura; la padronanza degli strumenti per l’interpretazione dei testi».

E successivamente si legge, per il quinto anno (è arcinoto agli addetti ai lavori, ma sia consentito ribadirlo):

Sempre facendo ricorso ad una reale programmazione multidisciplinare, il disegno storico, che andrà dall’Unità d’Italia ad oggi, prevede che lo studente sia in grado di comprendere la relazione del sistema letterario (generi, temi, stili, rapporto con il pubblico, nuovi mezzi espressivi) da un lato con il corso degli eventi che hanno modificato via via l’assetto sociale e politico italiano e dall’altro lato con i fenomeni che contrassegnano più generalmente la modernità e la postmodernità, osservate in un panorama sufficientemente ampio, europeo ed extraeuropeo. Al centro del percorso saranno gli autori e i testi che più hanno marcato l’innovazione profonda delle forme e dei generi, prodottasi nel passaggio cruciale fra Ottocento e Novecento, segnando le strade lungo le quali la poesia e la prosa ridefiniranno i propri statuti nel corso del XX secolo. Da questo profilo, le vicende della lirica, meno che mai riducibili ai confini nazionali, non potranno che muovere da Baudelaire e dalla ricezione italiana della stagione simbolista europea che da quello s’inaugura. L’incidenza lungo tutto il Novecento delle voci di Pascoli e d’Annunzio ne rende imprescindibile lo studio; così come, sul versante della narrativa, la rappresentazione del “vero” in Verga e la scomposizione delle forme del romanzo in Pirandello e Svevo costituiscono altrettanti momenti non eludibili del costituirsi della “tradizione del Novecento”. Dentro il secolo XX e fino alle soglie dell’attuale, il percorso della poesia, che esordirà con le esperienze decisive di Ungaretti, Saba e Montale, contemplerà un’adeguata conoscenza di testi scelti tra quelli di autori della lirica coeva e successiva (per esempio Rebora, Campana, Luzi, Sereni, Caproni, Zanzotto, …). Il percorso della narrativa, dalla stagione neorealistica ad oggi, comprenderà letture da autori significativi come Gadda, Fenoglio, Calvino, P. Levi e potrà essere integrato da altri autori (per esempio Pavese, Pasolini, Morante, Meneghello…). Raccomandabile infine la lettura di pagine della migliore prosa saggistica, giornalistica e memorialistica[1].

Non discutiamo, entrando nel merito del documento: giova tuttavia ricordare che sono Indicazioni nazionali riguardanti gli obiettivi specifici di apprendimento concernenti le attività e gli insegnamenti compresi nei piani degli studi previsti per i percorsi liceali di cui all’articolo 10, comma 3 e in quanto tali fanno decadere i cosiddetti ormai obsoleti programmi ministeriali del passato, con tono e ambizioni prescrittive; al contrario di questi, presenti e ancora in vigore, con tenore puramente indicativo e di guida, lasciando poi al docente la totale, sartriana, angosciosa libertà di scelta, dal momento che si intende porre maggiore attenzione alle competenze che alle conoscenze.

Numerosi gli appunti critici che si dovrebbero opporre al documento, ma quel che non si può non accertare assieme alla libertà concessa al docente, come suddetto, è la sostanziale centralità degli autori-testi da affrontare, con attenzione all’interpretazione critica, attraverso la lettura, la comprensione e il dialogo. Domande e risposte sul significato delle opere esaminate divengono strumenti per conoscere e riconoscere il passato nel presente, rilevare la costellazione di significati insita in ogni testo letterario, naturalmente polisemico e conflittuale, identificarsi o meno emotivamente con la situazione comunicativa con cui l’opera letteraria ci pone in un complesso corpo a corpo (personaggi, situazioni, sentimenti, eventi etc.).

Focalizziamo, dunque, il discorso sulla Letteratura e su Italo Calvino, insegnato o da insegnare nella prassi didattica di questo primo ventennio del XXI secolo, con la scorta delle considerazioni di Emanuele Zinato:

La letteratura educa all’attenzione, alla profondità, alla complessità e alla libertà oltre la superficie mediatica banalizzante: insegna a diventare soggetti consapevoli e a dare forma alle proprie emozioni e alla propria vita. Ma un testo letterario può ingenerare, oltre a piacere e libertà, incomprensione e rifiuto o perfino inettitudine e assenza di senso della realtà. […] La didattica della letteratura è una scommessa. Non si tratta dunque di una disciplina precostituita o di una scienza-tecnica, non punta sull’istruzione strumentale e professionalizzante ma su quella che forma dei cittadini capaci di conoscere se stessi e di pensare oltre l’esistente. […] Chi insegna non può dunque disporre di un’idea univoca di letteratura ma, al contempo, deve conoscere i confini porosi della sua materia e possedere una propria idea di letteratura da condividere con gli studenti. Per organizzare una lezione, utilizzare un manuale, proporre una lettura alla classe l’insegnante deve maneggiare alcuni strumenti della teoria della letteratura: la riflessione sugli strumenti della critica che cerca di rispondere alla domanda «che cosa è la letteratura?». La didattica della letteratura è la pratica di analisi e interpretazione di forme e temi dei testi letterari che ha luogo in una situazione formativa istituzionalizzata: si tratta, dunque, di un campo di lavoro che affianca e che segue la critica (e che la invera e la presuppone)[2].

Oltre quanto suddetto, quale ulteriore causa dell’elusione-esclusione dell’insegnamento di Italo Calvino, nell’ultimo anno della scuola superiore?

Si potrebbe forse ascrivere ai volumi di testo in adozione e ai rispettivi autori-curatori? Lecito il quesito, dal momento che molti docenti utilizzano i cosiddetti libri di testo o manuali come palestre per l’aggiornamento didattico e, nonostante ciò, non prendono – i docenti, e non i manuali – quasi in considerazione l’offerta, pur ricca e variamente articolata, dei materiali didattici, inerente al secondo Novecento.

Sfogliando alcuni fra i più noti e recenti manuali di storia della Letteratura italiana per l’ultimo anno della scuola secondaria, rimaniamo interdetti per una semplice ragione: in tutti i volumi è presente il Nostro e con differenti declinazioni, una varia contestualizzazione e sollecitanti percorsi didattici. Alcuni esempi in rapida successione. Il palazzo di Atlante. Le meraviglie della letteratura, di Bruscagli-Tellini, nel volume 3B (dal secondo Novecento ai nostri giorni), dedica a Italo Calvino l’intero capitolo quindicesimo (da p. 681 a p. 740: ben 59 pagine), con particolare attenzione al Sentiero dei nidi di ragno, a qualche saggio, a Se una notte d’inverno, a Palomar. Di rilievo il ricorso a Mengaldo per “commentare” alcuni aspetti linguistici di Calvino e il “grandangolo” di approfondimento dedicato all’autore e alla sua relazione contrastata con Pasolini. Significativa e ricca la dotazione multimediale a complemento del volume, in forma di “palestre di cloudschooling” e di audiolibri. Letteratura visione del mondo (Dal Novecento ai nostri giorni: 3B), di Corrado Bologna, Paola Rocchi, Giuliana Rossi, dedica a Calvino il capitolo 17 con un titolo limitante, Calvino: lo sguardo geometrico sul mondo: un punto di partenza incompleto per la letteratura del presente. Ben presentati e commentati alcuni passaggi su Palomar, La trilogia dei nostri antenati, Cosmicomiche e Ti con zero, Città invisibili, Castello, Lezioni americane (pp. 851-901: 50 pagine). Veramente apprezzabile la selezione antologica e la guida alla comprensione, con le indicazioni su come utilizzare il web per implementare l’esperienza di studio.

Il nuovo La scrittura e l’interpretazione volume 6 (Modernità e contemporaneità dal 1925 ai nostri giorni), a cura di Romano Luperini, Pietro Cataldi, Lidia Marchiani, Franco Marchese, dedica a Italo Calvino il quinto capitolo, dividendo la sua produzione per fasi creative e compositive: dal Neorealismo alla Giornata di uno scrutatore; da Cosmicomiche a Palomar; offre, inoltre, un molto utilmente elaborato focus su Città invisibili (pp. 816-63: 47 pagine). Più recentemente, i medesimi curatori, ai quali si aggiunge Silvia Gasperini, hanno pubblicato Noi e la Letteratura. 3B Dall’Ermetismo ai nostri giorni, nel quale a Italo Calvino è validamente dedicato il quarto capitolo, con una specifica attenzione ai tempi della produzione letteraria e ai luoghi ove il Nostro è vissuto; l’analisi critica è rivolta a testi quali: Il sentiero, Il barone rampante, Città invisibili, Palomar (pp. 947-1007: 60 pagine). Ottima l’impostazione didattica, sebbene parziale la selezione.

La vita immaginata. Storia e testi della Letteratura italiana. Dal Novecento a oggi (3B) di Stefano Prandi: anche in questo volume a Italo Calvino viene dedicato uno spazio ragguardevole, dal titolo vago ma comprensivo dell’attività dello scrittore, Italo Calvino interprete della complessità: (pp. 818-86: 68 pagine). Di grande pregio informativo-formativo il criterio di periodizzazione e contestualizzazione. Opere in analisi: Sentiero, Nostri antenati, La formica argentina, Cosmicomiche, Ti con zero, Città invisibili, Se una notte, Palomar. Il lavoro di Prandi è calibrato sulle necessità dei docenti e dei discenti, con una specifica dilezione per gli strumenti didattici inclusivi, e non mancano simulazioni per la preparazione all’Esame di Stato, incentrate sulle tre tipologie (analisi e interpretazione di un testo letterario; analisi e produzione di un testo argomentativo; riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo).

Qualcosa che sorprende. Letteratura italiana. 3.2 Dal periodo tra le due guerre ai nostri giorni, a cura di Guido Baldi, Silvia Giusso, Mario Razetti, Giuseppe Zaccaria; il capitolo 9 è tutto su Italo Calvino (Sentiero, Barone, Cosmicomiche, Se una notte: pp. 692-745, 53 pagine). Di notevole caratura didattico-interdisciplinare le sezioni denominate Letteratura e ecologia, e Letteratura e scienza, e lo “studio attivo” inerente al Barone.

Roberto Carnero e Giuseppe Iannaccone hanno pubblicato, da ultimo, Il magnifico viaggio. Letteratura per il terzo millennio. Vol. 6 Dalla Prima guerra mondiale a oggi; anche qui un capitolo intero dedicato a Calvino: i grandi temi e i filoni narrativi (neorealista, fantastico-fiabesco, realistico-contemporaneo), e si tratta specificatamente della produzione saggistica (pp. 696-765: 69 pagine). Nella sezione intitolata I grandi temi vengono raccolti e in perfetta sintesi presentati e analizzati i capisaldi della poetica e del pensiero di Calvino: Resistenza e impegno, Fantastico e fantascienza, La critica alla società del benessere, La condizione postmoderna.

Infine, ex multis dei quali si potrebbe ulteriormente discorrere, concludiamo con la nuova edizione del Materiale e l’immaginario. 3B Dal primo dopoguerra ai nostri giorni di Remo Ceserani, Lidia De Federicis, Marina Polacco. Nella sezione Protagonisti, troviamo Italo Calvino con un ritratto critico, cui segue un’ottima analisi specifica di Ultimo viene il corvo, Il midollo del leone, La sfida al labirinto, La giornata di uno scrutatore; Il conte di Montecristo da Ti con zero: è evidente che si privilegino particolari aspetti dell’opera di Calvino (pp. 303-38: 35 pagine), tralasciandone, per ragioni di tempo scolastico e organizzazione del materiale didattico, altri, non meno rappresentativi. Gli autori si prefiggono l’intento di privilegiare un metodo, che docenti e discenti potranno poi autonomamente applicare alla lettura e all’analisi di altri testi del medesimo autore.

Procedendo nella disamina di altri manuali liceali, validi anche per i percorsi universitari, la situazione muta veramente poco. Fra le 40 e le 70 pagine di ogni volume sul XX secolo sono dedicate all’autore: e ciò implica una duplice considerazione. In primis, nessuno anticipa Calvino seguendo la biografia, quindi dagli anni Venti, ma si precisa la cronologia dall’apparire del primo romanzo: è, pertanto, considerato autore da collocare pienamente nel secondo Novecento. Questo fatto, che non merita alcuna considerazione per l’evidenza della sua sensatezza, tuttavia, genera una lata crisi nei docenti e di conseguenza nei discenti, poiché il percorso strettamente storico-letterario, per ragioni di tempo, organizzative e per la difficoltà a effettuare tagli dolorosi, ma necessari, raramente si spinge oltre il primo apparire del Neorealismo, comprendendo solo in parte la letteratura resistenziale. In secundis, per alcuni docenti che non hanno avuto una solida formazione nella letteratura contemporanea, Calvino, ma non di meno opere di autori quali Pasolini, Gadda, Morante, Natalia Ginzburg, Sciascia, Sanguineti, Zanzotto, Giudici o Caproni, Amelia Rosselli appaiono ardui, eccessivamente complessi, difficilmente collocabili all’interno di movimenti storico-letterari; in considerazione di ciò, nella maggioranza dei casi, anche gli strumenti d’analisi dei testi contemporanei non sono validamente acquisiti e praticati, nemmeno per quanto attiene alle competenze fondamentali di prima comprensione della scrittura letteraria odierna.

A questo punto, il Ministero dell’Istruzione e del Merito dovrebbe proporre-disporre per il corpo docente, afferente alle classi di concorso delle materie letterarie, di “recuperare” quelle conoscenze e le competenze di lettura, analisi e comprensione di testi del secondo Novecento, prodotti in poesia, prosa e in forma drammatica (per tacere di soggetti e sceneggiature cinematografiche), attraverso corsi “obbligatori” di profonda e concreta riqualificazione didattica. Ciò, fuori da ogni polemica, è pura e semplice constatazione di una colpevole carenza, lamentata dai docenti stessi.

Inoltre, un semplice dato documentale: chi ha frequentato i percorsi liceali negli anni Venti o Trenta trovava nei programmi scolastici della cosiddetta scuola gentiliana autori quali Carducci, Pascoli, d’Annunzio, Deledda, Pirandello, che oggi sarebbero considerati contemporanei dei discenti (come di fatto erano allora). Si può, dunque, osare, senza pavide remore, l’insegnamento di Italo Calvino nel corso di tutto il triennio, confortati e sostenuti sia dalle Indicazioni nazionali sia dai manuali di Letteratura italiana.

Azzardo una proposta operativa sulla quale discutere, ma da accogliere strumentalmente a una didattica che possa superare lo stringente percorso storico-letterario, procedendo verso lo sviluppo di nodi tematici o problematici. Dapprima, destiniamo agli studenti una cronologia essenziale degli eventi dagli anni Cinquanta almeno fino al 1990, con eventi storico-politici in Italia e con qualche necessaria escursione nei principali avvenimenti negli Stati Nazione dei quattro angoli del pianeta; con la sintesi delle manifestazioni artistico-cinematografiche di rilievo e dei movimenti culturali italiani e stranieri, marcando il passaggio dalla modernità al postmoderno; e con qualche dato economico italiano ed europeo. Discutiamo, poi, la cronologia e offriamo qualche ulteriore chiave interpretativa di questo materiale; collochiamo successivamente vita e opere di Italo Calvino nel flusso spazio-temporale offerto dalla mappa. A partire da questa base, proviamo a coinvolgere gli studenti in percorsi di lettura, analisi e contestualizzazione delle opere. L’autore e i suoi scritti consentono, a un Consiglio di Classe coeso e capace di organizzarsi, itinerari didattici volti ad elaborare una progettualità interdisciplinare.

Ritengo sia essenziale nel coinvolgimento dei docenti delle varie discipline del Consiglio di classe così come per gli studenti indicare un metodo di approccio allo studio di Calvino, necessario invero per ogni aspetto e autore della Letteratura, considerando sempre in una prospettiva interattiva un autore e i suoi testi. Non c’è opera letteraria o possibilità di comprensione della stessa senza il riferimento all’autore e alle sue esperienze: nessuno scrittore è interessante in quanto tale, ma in relazione ai testi letterari che ha prodotto. L’autore è portatore di una storia individuale e si colloca in un momento storico preciso (nascita e morte), raccoglie molto dal passato (pensiamo a Calvino e al rapporto con i classici della modernità e non solo europea, e con i classici greco-latini), prepara qualcosa per il futuro, lasciando un’eredità (riflettiamo sugli autori che direttamente o indirettamente prendono ispirazione da Calvino)[3].

Attesa un’altra domanda: si può davvero dire di poter conoscere un’opera letteraria, se non la si pone in rapporto con gli orientamenti culturali del tempo nel quale è stata creata? Si può rispondere: no, almeno fino agli anni Sessanta del Novecento, quando lo Strutturalismo sposta l’attenzione dall’autore e dal contesto al testo letterario pienamente e perfettamente autosufficiente (da qui nascono la narratologia e l’analisi testuale che tuttora si pratica nella prima prova dell’esame di maturità di Tipologia A). Noi non confidiamo nella de-contestualizzazione e nell’autonomia assoluta. Tuttavia, dalla fine del XX secolo, anche grazie a Calvino (Se una notte d’inverno un viaggiatore è del 1979) appare un nuovo protagonista sulla scena letteraria: dalla centralità del testo si sposta l’attenzione al lettore, e in tal modo la critica diventa interpretazione operata da chi legge l’opera, in una feconda a volte, limitante in altre circostanze, interazione fra l’uno (il lettore) e l’altro (il testo). Così la ricerca del significato diviene individuale, seppur da condividere, poi, attraverso i social, con i gruppi di lettura o con altri lettori interessati alla discussione sul testo.

Ogni gruppo-classe, invero, opera la propria analisi ermeneutica in un rapporto di condivisione con il docente, che tenta di rimettere in asse interpretazioni troppo lontane o arbitrarie. Ogni testo non è tutte le sue interpretazioni possibili (cfr. Umberto Eco, Lector in fabula). Non c’è scrittore che non scriva se non per essere letto: fra lettore (in particolare se si tratta di studenti) e scrittore si deve instaurare un rapporto emotivo di ascolto assorto e di comprensione/compassione, per giungere a una relazione partecipativa tale da rendere il lettore veramente e profondamente “complice” del senso dell’opera letteraria.

È sensato dedicare una così specifica attenzione a Calvino? Evidentemente sì! In primis per la semplice e più che evidente riflessione che è l’autore del secondo Novecento maggiormente funzionale allo sviluppo delle cosiddette “competenze trasversali”; in secundis, perché concede un prezioso ausilio nelle abilità comunicative e argomentative; è, poi, scrittore e intellettuale per antonomasia dell’antitesi e dell’ambivalenza, dallo sguardo acuto, capace di penetrare fenomeni tanto umani e socio-politici quanto inerenti alle scienze dure, e pertanto incalza razionalmente il pensiero critico, inducendo alla gestione del conflitto, sia in ambito linguistico-letterario ed ermeneutico sia, più generalmente, nelle relazioni interumane. Basterebbe riflettere, alla luce di quanto detto, sulla parabola narrativa di due suoi personaggi: Cosimo Piovasco di Rondò e Agilulfo.

È stato, inoltre, come abbiamo rilevato, definito autore “geometrico”: prospettiva, questa, di una scrittura che è indizio di un’espressione del pensiero, armonicamente lineare e iterativa, elaborata ma anche ordinata in una struttura elegante del testo, ove alla simmetria e alla proporzione si coniuga una lingua italiana quasi classica, nonostante il suo ricorrere a lemmi tratti dalla scienza e da differenti aree disciplinari e dalla tecnologia; tutto ciò si rivela affascinante nel tracciare ordine dal caos, nel gestire l’organizzazione, nel rilevare le priorità non solo esistenziali ed etiche, ma anche sociali e culturali. Consideriamo l’avventura umana ed esistenziale di altri due personaggi: Quinto Anfossi (La speculazione edilizia) e Amerigo Ormea (La giornata di uno scrutatore).

Calvino educa al pensiero narrativo nella contaminazione con scienze e arti, attraverso il duplice e complementare appello agli elementi focali e strutturali della fiaba e all’osservazione realistica: lo studio delle sue opere può avere, dunque, un felice esito educativo anche rispetto alla gestione dell’ansia da cambiamento e nelle difficoltà di apprendimento. Pure in questo caso, due personaggi emblematici: Marcovaldo ed Edmond Dantes (in Ti con zero).

La scrittura di Italo Calvino, che non è poi così lontano dalla prassi e dallo spirito degli enciclopedisti settecenteschi, capace di un’eccitazione alla totalità, all’inafferrabilità, alle molteplici connessioni fra differenti ambiti disciplinari, non solo nel secondo biennio e nell’ultimo anno della secondaria, è un valido ausilio nell’accogliere e ridisegnare paradigmi epistemologici didattici inter-transdisciplinari. Con estrema originalità, a partire dai temi e dai riferimenti della produzione letteraria del postmoderno, che anticipa, in qualche misura, fin dal primo romanzo, Calvino opera, attraverso la sua esperienza e la speciale formazione, le connessioni coerenti, una propria progettualità letteraria, la capacità di sperimentare, senza eccessi, mescolando abilmente la logica proposizionale, i giochi matematici, le più recenti scoperte della fisica e della biologia, dell’antropologia e della paleontologia, della psicologia e dell’economia neocapitalistica. Rileggiamo alla luce di ciò Cosmicomiche vecchie e nuove o La memoria del mondo, o altresì i testi contenuti nella raccolta Mondo scritto e mondo non scritto, e scopriremo uno scrittore che favorisce il deuteroapprendimento (apprendere ad apprendere) assieme alla pratica del lifelong learning a cui tutti ormai sottostiamo. È ancora la sfidante contrainte alla quale lo scrittore del Castello dei destini incrociati si sottopone e ci sottopone.

Calvino, in una lettera a François Wahl: «L’unica cosa che vorrei poter insegnare è un modo di guardare, cioè di essere in mezzo al mondo. In fondo la letteratura non può insegnare altro»[4]. È il primo dicembre del 1960. Mi è accaduto di precisare in un’altra occasione che il guardare di Calvino è un’azione che conduce più ad accorgersi, e ciò provoca un nuovo rapporto con la realtà: coglie non solo la struttura superficiale, ma è portato – e di conseguenza induce noi – a considerare le sovra e le sub strutture; probabilmente da questa azione dell’accorgersi scaturisce l’esigenza della scrittura:

Scrivo per imparare qualcosa che non so. Non mi riferisco adesso all’arte della scrittura, ma al resto: a un qualche sapere o competenza specifica, oppure a quel sapere più generale che chiamano “esperienza della vita”. […] Questo posso farlo solo nella pagina scritta, dove spero di catturare almeno qualche traccia d’un sapere o d’una saggezza che nella vita ho sfiorato appena e subito perso[5].

L’aspirazione di Calvino a un’opera letteraria totale, che metta ordine nel caos del mondo, offrendo l’uscita dai labirinti della modernità e del postmoderno, con l’ausilio di una borgesiana infinita e babelica biblioteca, grazie all’enciclopedia dell’esistenza, ricorrendo all’arte combinatoria, è un’impresa che continua a sfidare critici e lettori. Il catalogo perfetto non si può compiere! Nonostante una tale insuperabile consapevolezza, egli agisce come maestro di un rigore linguistico, sintattico, ma anche concettuale e scientifico di rara sapienza, e mostra come sia possibile, se non sempre agevole, organizzare il pensiero narrativo aperto non in opposizione ma in relazione a quello logico-matematico chiuso:

Ho l’impressione che non sia la prima volta che mi trovo in questa situazione: con l’arco appena allentato nella mano sinistra protesa avanti, la mano destra contratta all’indietro, la freccia F sospesa per aria a circa un terzo della sua traiettoria, e, un po’ più in là, sospeso pure lui per aria e pure lui a circa un terzo della sua traiettoria, il leone L nell’atto di balzare su di me a fauci spalancate e artigli protesi. Tra un secondo saprò se la traiettoria della freccia e quella del leone verranno o meno a coincidere in un punto X attraversato tanto da L quanto da F nello stesso secondo tx, cioè se il leone si rovescerà per aria con un ruggito soffocato dal fiotto di sangue che gli inonderà la nera gola trafitta dalla freccia, oppure piomberà incolume su di me atterrandomi con una doppia zampata che mi lacererà il tessuto muscolare delle spalle e del torace, mentre la sua bocca, richiudendosi con un semplice scatto delle mascelle, staccherà la mia testa dal collo all’altezza della prima vertebra. Tanti e così complessi sono i fattori che condizionano il moto parabolico sia delle frecce sia dei felini, da non permettermi per il momento di giudicare quale delle sue eventualità sia più probabile. Mi trovo perciò in una di quelle situazioni di incertezza e attesa in cui non si sa davvero cosa pensare. E il pensiero che mi occorre è questo: mi pare che non sia la prima volta. Non voglio qui riferirmi ad altre mie esperienze di caccia: l’arciere, appena crede d’essersi fatta un’esperienza, è perduto; ogni leone che incontriamo nella nostra breve vita è diverso da ogni altro leone; guai se ci fermiamo a far confronti, a dedurre le nostre mosse da norme e presupposti. Parlo di questo leone L e di questa freccia F giunti ora a un terzo circa delle rispettive traiettorie. E neppure posso essere incluso tra coloro che credono nell’esistenza d’un primo e assoluto leone, di cui tutti i diversi leoni particolari e approssimativi che ci balzano contro sono solo ombre o parvenze. Nella nostra dura vita non c’è posto per nulla che non sia concreto e afferrabile dai sensi[6].

Il messaggio di Calvino, per una didattica integrata e interdisciplinare ove si coniughino responsabilmente la formazione umanistica e quella scientifica, superando una secolare e insensata dicotomia, è quello volto a un’educabilità permanente al possibile e alle relazioni impreviste fra le cose, al cambiamento e alla metamorfosi, all’ignoto e all’instabilità, senza timore, ma con l’avventurosa emozione di chi sa che tutto ciò può essere compreso, se non proprio dominato dalla e con la ragione, dall’organizzazione dei materiali culturali, dalla fiducia negli strumenti della narrazione o della possibile narratività di tutto, sempre mantenendo non separabili la prospettiva razionale, quella affettiva e quella empirico-esistenziale. Semplice verificare quanto detto rileggendo Palomar o Gli amori difficili, o ancora alcuni saggi di Una pietra sopra.

Con la conoscenza dei testi letterari, ma anche critici di Italo Calvino si conseguono numerosi obiettivi educativi e formativi, ma in particolare uno fra i più importanti nel triennio liceale: annodare conoscenze (fatti, nozioni, teorie) e modi di organizzazione strutturale degli apprendimenti, sempre secondo una chiave affettivo-relazionale, oltre che cognitivo-intellettuale. Chi apprende è soggetto da monitorare e che deve divenire in grado di automonitorarsi: alla complessità o all’ipercomplessità ormai non si sfugge, soprattutto nella molteplicità irrelata delle problematiche per le quali si danno soluzioni multiple, fondate su criteri che contemplano la relazione, la reciprocità, il/i tempo-tempi, lo/gli spazio-spazi.

In ogni processo formativo scolastico, per ogni disciplina, anche quelle afferenti alle cosiddette scienze dure, la lezione che si può trarre dallo studio dei testi più specificamente letterari di Calvino è di imparare a “pensare per storie”: si intende che, indipendentemente dagli stili cognitivi con i quali si apprende e i metodi didattici attraverso i quali si insegna, le differenti forme narrative offerte dalla scrittura di Calvino “addestrano” a marcare le connessioni fra esistenza, esperienza, apprendimenti, approvando e provocando nel processo formativo la relazione e i nessi, per contrasto o per affinità, interdisciplinari. Analizziamo la presentazione-descrizione delle cinquantacinque Città invisibili suddivise nelle loro undici sezioni: «Le città e la memoria»; «Le città e il desiderio»; «Le città e i segni»; «Le città sottili»; «Le città e gli scambi»; «Le città e gli occhi»; «Le città e il nome»; «Le città e i morti»; «Le città e il cielo»; «Le città continue»; «Le città nascoste». La successione delle avventure, delle partenze, degli incontri, dei nuovi paesaggi, fra etica ed estetica dell’accorgersi, induce alla considerazione di una complessa trama trans-formante e può abilmente essere riusata dal docente in lezioni dialogate su vari temi e differenti testi di Calvino o nel corso di dibattiti, o ancora in momenti di sperimentazione didattica (mise en espace, drammatizzazione, riscritture etc.), seguendo le indicazioni delle Avanguardie educative, per far apprendere metodi organizzativi del pensiero e della comunicazione dinamica, secondo l’accoglienza della molteplicità, l’ascolto e la promozione del rispetto delle differenze. Ciò significa lavorare sulle competenze trasversali, a partire dalle domande che un autore e la sua opera sollecitano alle nostre intelligenze.

Il linguaggio poetico-esistenziale che Calvino sa coniugare con quello scientifico e tecnologico mescola due approcci categoriali differenti: il primo umanistico e immaginativo, il secondo lineare e causale-effettuale. E vorrei rimembrare emblematicamente, a questo punto, quanto Primo Levi scriveva nel 1985, all’improvvisa morte dell’amico: «Natura e scienza erano per lui una sola cosa: la scienza come lente per meglio vedere, come chiave per penetrare, come codice per capire la natura. Nulla della sua natura è lirico o idilliaco; eppure, della natura era un grande poeta, anche in negativo, cioè quando descriveva la sua assenza nelle città»[7].

Venti o trenta anni or sono si sarebbe utilizzato un lessico e strategie didattiche che nel panorama scolastico odierno risulterebbero incomprensibili. Si ritiene, pertanto, appropriato, a questo punto, formulare delle proposte secondo quel prospetto metodologico-didattico inter-trans-multidisciplinare. Sia per la complessità degli argomenti presi in esame nelle opere letterarie e saggistiche del Nostro, che preludono alla situazione storica, sociale, culturale del XXI secolo, sia per l’apertura latamente interdisciplinare connaturata alla ricerca espressiva, possiamo considerare Calvino fra i pochi autori della nostra Letteratura il cui studio risulta efficace al conseguimento di obiettivi didattici “completamente” educativi.

È agevole riflettere su due aspetti e pertanto prendere in esame due forme differenti, per un approccio operativo che derivi dalle premesse metodologiche formulate precedentemente, distinguendo proposte di percorsi interdisciplinari a partire dai testi[8] e, successivamente, in qual modo siano coniugabili gli obiettivi dell’Agenda 2030 con alcuni scritti di Calvino[9].

Nel primo caso, si prendono le mosse da alcune opere letterarie o critiche, prodotte nel tempo, selezionate in relazione a obiettivi didattici distinti per aree disciplinari; oppure si può iniziare da tematiche, evidentemente intrinseche al pensiero o alla poetica o alle opere di Calvino, e si stabiliscono percorsi con obiettivi chiari, condivisi dal Consiglio di Classe, e infine si formulano unità didattiche ad hoc per il conseguimento degli obiettivi, progettando una produzione finale alla quale differentemente far partecipare tutta la classe. Per quanto attiene al secondo caso, ovvero agli obiettivi dell’Agenda 2030[10], è opportuno e più semplice scegliere testi completi di Calvino, da leggere insieme, e commentare alla luce di singoli obiettivi: ad esempio, Le città invisibili consentono un percorso critico sull’obiettivo 11, così come Le cosmicomiche sull’obiettivo 4 o La giornata di uno scrutatore sul 16. È alquanto sensato, altresì, ideare percorsi tematici, individuati con un titolo chiaro, e successivamente reperire e condividere testi d’autore, intorno ai quali ragionare e soffermarsi criticamente, prima in sede di Consiglio e poi nelle aule con gli studenti.

Insegnare Calvino permette a docenti e discenti di interrogarsi intorno ai nodi critici del nostro tempo, di porsi domande essenziali sulla nostra società: successivamente, attraverso le scelte dei personaggi, attraverso le situazioni che affrontano o schivano, si diviene consapevoli della complessità del reale. Si apprende non solo come si è, come si agisce, ma soprattutto come si potrebbe essere, come si potrebbe agire diversamente. I romanzi, i racconti, i saggi, gli articoli giornalistici costituiscono un viatico a differenti metodi di conoscenza, offrono una riflessione profonda sulla nostra responsabilità nei confronti di noi stessi, dell’altro, della società, dell’ambiente, della qualità della vita e della partecipazione civica. Etica del singolo che ha un significato reale soltanto in quanto collettiva. Esaminare questi temi in progetti didattici e alla luce degli obiettivi dell’Agenda 2030 pone una sfida ardua educativa e impone di considerare in qual modo tradurre queste idee dalla pagina alla pratica, edificando insieme un mondo più sostenibile e giusto per tutti.

Entriamo nelle pagine del capitolo XII della Giornata di uno scrutatore: una grande illusione ma necessaria, un suggerimento morale che dovrebbe indirizzare l’azione educativa e dei docenti nel XXI secolo proviene dalla difficilissima e multiprospettica riflessione di Amerigo Ormea. Egli osserva la Madre Superiora che si occupa dei malati, una missione per lei consapevole e liberamente esercitata come senso della vita; nota poi un semplice contadino che ogni domenica, quando si libera dal lavoro, va al Cottolengo per dar da mangiare al figlio che non parla e probabilmente non lo riconosce nemmeno; lo imbocca pazientemente: «Ecco, pensò Amerigo, quei due, così come sono, sono reciprocamente necessari. E pensò: ecco, questo modo d’essere è amore. E poi: l’umano arriva dove arriva l’amore; non ha confini se non quelli che gli diamo»[11].

Appendice 1

Percorsi interdisciplinari a partire da alcuni testi di Italo Calvino

Il visconte dimezzato

Il barone rampante

Obiettivi didattici

Discipline umanistiche

Lettura integrale dei due testi da svolgersi in un biennio superiore, o al quarto o all’ultimo anno.
  1. Analisi della struttura narrativa e dei personaggi per comprendere le dinamiche sociali e culturali dell’epoca.
  2. Esplorare i temi dell’identità e dell’indipendenza attraverso l’analisi dei protagonisti.
  3. Confrontare le opere con altri romanzi storici o filosofici dell’epoca per comprendere meglio il contesto letterario.
Prodotti intermedi – disciplinari

Prodotto finale interdisciplinare

Obiettivi didattici

Discipline scientifiche

In relazione agli obiettivi didattici i docenti delle singole discipline possono realizzare specifici percorsi nei romanzi.
  1. Esplorare il concetto di libertà attraverso il prisma della scelta dei personaggi principali e le implicazioni biologiche di vivere sugli alberi senza contatto con il suolo.
  2. Studiare la biomeccanica degli esseri umani per comprendere la plausibilità scientifica delle azioni dei personaggi.
  3. Esaminare il concetto di evoluzione e adattamento alle nuove condizioni di vita dei protagonisti.
Si devono prevedere produzioni singole per disciplina (scritte, orali o pratiche) e per ogni studente, e poi un prodotto finale che coinvolga tutti i docenti e le discipline umanistiche e scientifiche.
Le città invisibili Obiettivi didattici

Discipline umanistiche

Lettura integrale del testo da svolgersi in un biennio superiore o al terzo o all’ultimo anno.
  1. Analizzare le città descritte nel libro come rappresentazioni simboliche di diverse filosofie, culture e società.
  2. Esplorare i concetti di utopia e distopia nelle rappresentazioni delle città.
  3. Discussione sull’importanza della progettazione urbana nel contesto sociale ed economico delle comunità.
Prodotti intermedi – disciplinari

Prodotto finale interdisciplinare

Obiettivi didattici

Discipline scientifiche

In relazione agli obiettivi didattici i docenti delle singole discipline possono realizzare specifici percorsi nel romanzo.
  1. Esaminare le implicazioni ecologiche delle città invisibili, considerando come la natura e l’ambiente sono rappresentati nel contesto delle città descritte.
  2. Studiare la geografia fisica e le condizioni ambientali delle città descritte per comprendere l’importanza della geografia nella pianificazione urbana.
  3. Esplorare le tecnologie sostenibili e innovative che potrebbero essere applicate alle città invisibili per migliorare la qualità della vita.
  4. Elaborare il concetto di spazialità sia dal punto di vista fisico-matematico sia per quanto attiene alla logica formale.
Si devono prevedere produzioni singole per disciplina (scritte, orali o pratiche) e per ogni studente, e poi un prodotto finale che coinvolga tutti i docenti e le discipline umanistiche e scientifiche.
Se una notte d’inverno un viaggiatore Obiettivi didattici

Discipline umanistiche

Lettura integrale del testo da svolgersi in un ultimo anno con l’ausilio dei docenti.
  1. Analizzare la struttura frammentata del romanzo e discutere le diverse prospettive narrative e gli stili di scrittura.
  2. Esplorare il tema della lettura come esperienza e processo creativo, collegandolo alla storia della letteratura e all’evoluzione dei generi letterari.
  3. Discussione sul ruolo degli autori, dei lettori e dei personaggi nella creazione del significato del testo.
  4. Filosofie del soggetto e variabili interpretative su spazio e tempo. Nuove ermeneutiche. Falsificazionismo. Post verità.
Prodotti intermedi – disciplinari

Prodotto finale interdisciplinare

Obiettivi didattici

Discipline scientifiche

In relazione agli obiettivi didattici i docenti delle singole discipline possono realizzare specifici percorsi nel romanzo.
  1. Analizzare il processo cognitivo della lettura e l’interazione tra il cervello umano e il testo scritto.
  2. Esplorare la psicologia della percezione e dell’interpretazione, considerando come diverse persone possono avere interpretazioni diverse dello stesso testo.
  3. Esaminare le nuove tecnologie di lettura e il loro impatto sulla fruizione del testo, considerando l’evoluzione dei supporti di lettura elettronici e l’accessibilità.
  4. Relazione fra scienza, tecnologia e nuovi media. Rapporto fra dati scientifici e finzionali.
Si devono prevedere produzioni singole per disciplina (scritte, orali o pratiche) e per ogni studente, e poi un prodotto finale che coinvolga tutti i docenti e le discipline umanistiche e scientifiche.

Integrare la lettura delle opere di Calvino con l’ausilio degli strumenti interpretativi di discipline differenti dalla Letteratura non solo consente agli studenti di comprendere i temi letterari e culturali più approfonditamente, ma offre anche varie opportunità per sviluppare competenze critiche, creative e interdisciplinari essenziali per l’educazione nel XXI secolo. Ai docenti offre la possibilità di concretizzare i suddetti obiettivi con attività specifiche da svolgere in classe, anche in compresenza o individualmente nelle proprie ore di lezione, rendendo i discenti autonomi nel lavoro extrascolastico.

Percorsi didattici

Titolo del percorso didattico: Esplorando l’Universo con Italo Calvino: tra scienza, arte e nuovo umanesimo. Cosmicomiche e Ti con zero
Obiettivi del Percorso:
  1. Imparare a riconoscere e comprendere concetti scientifici distinguendoli da altri differenti: Analizzare i racconti di Cosmicomiche per riconoscere e comprendere i concetti scientifici di base, come l’origine dell’universo, l’evoluzione, e il rapporto tra tempo e spazio.
  1. Stimolare la creatività a partire dalla scienza: Utilizzare la fantasia e l’immaginazione, ispirandosi ai racconti di Calvino, per creare storie originali che mescolino elementi scientifici, letterari e artistici.
Riferimenti Artistici:

Salvador Dalì: opere come La persistenza della memoria (1931) per esplorare il concetto di tempo e realtà.

Vincent van Gogh: Notte stellata (1889) per discutere l’interpretazione artistica dell’universo e della luce.

M. C. Escher: opere varie (1953) per comprendere l’illusione spaziale e le prospettive multiple.

Fausto Melotti: pitture e sculture varie (copertine Mondadori).

Questo percorso didattico mira a integrare i concetti scientifici con la letteratura e l’arte, consentendo agli studenti di sviluppare una comprensione interdisciplinare del mondo che li circonda.

3. Esplorare il legame tra Scienza e Arte: Analizzare opere d’arte che rappresentino concetti scientifici simili a quelli presenti nelle vicende narrate da Calvino, esplorando l’intersezione fra arte e scienza.

4. Sviluppare le capacità critico-ermeneutiche: Analizzare e confrontare diverse rappresentazioni artistiche e letterarie a partire dagli stessi concetti scientifici presenti nei racconti per sviluppare la capacità di lettura critica e interpretativa.

Unità Didattiche:
  1. Introduzione a Cosmicomiche:
  • Presentazione del contesto storico e letterario di Cosmicomiche di Italo Calvino.
  • Analisi dei testi dei racconti in relazione ai concetti scientifici, come l’espansione dell’universo e l’evoluzione della vita.
  1. Scienza nella poetica di Calvino:
  • Approfondimento sui concetti scientifici presenti nei racconti, come la teoria del big bang e la formazione delle galassie.
  • Collegamenti con le teorie scientifiche attuali attraverso lezioni interattive e discussioni di gruppo.
  1. Scienza, Filosofia, Letteratura e Arte:
  • Studio della Rivoluzione scientifica primonovecentesca, poi delle opere di artisti delle Avanguardie artistiche primonovecentesche, come Salvador Dalì, che ha rappresentato concetti scientifici nel Surrealismo, o Picasso, mettendoli in relazione con i racconti di Calvino.
  • Analisi delle rappresentazioni artistiche dell’universo e del tempo in diverse epoche storiche, collegandole ai concetti di Cosmicomiche.
  1. Ti con zero e il Tempo:
  • Esplorazione del concetto di tempo nella letteratura e nella fisica, in riferimento ai racconti di Ti con zero.
  • Discussione sulle teorie del tempo, a partire dalla relatività di Einstein, e sul loro impatto sulla nostra comprensione del mondo.
Progetto di scrittura o realizzazioni creative: Universi che si intersecano Gli studenti, alla fine del percorso, tentano di creare storie o opere artistiche che combinino elementi di scienza, letteratura e arte, ispirandosi ai concetti presenti nei racconti di Calvino e alle opere degli artisti studiati, servendosi dei medesimi titoli calviniani.
Presentazioni e discussione critica: Gli studenti presentano i loro progetti creativi alla classe e all’Istituto; realizzano anche un video da caricare su Youtube, spiegando le scelte artistiche e scientifiche.

Discussione critica guidata, in cui gli studenti valutano e analizzano reciprocamente i lavori, esercitando le capacità critiche e interpretative.

Questo percorso didattico mira a integrare i concetti scientifici con la letteratura e l’arte, consentendo agli studenti di sviluppare una comprensione interdisciplinare del mondo.

Percorsi didattici 2

Si può articolare il lavoro anche nel modo seguente: si stabiliscono gli obiettivi di riferimento e poi si progettano i percorsi, sempre strettamente connessi a testi di Calvino.

Obiettivi principali:
  • Comprendere i concetti scientifici: utilizzare i racconti delle Cosmicomiche come punto di partenza per esplorare concetti scientifici come la teoria dell’evoluzione, la teoria del big bang, la relatività e l’astronomia.
  • Sviluppare la creatività e la narrazione: incentivare gli studenti a scrivere storie o creare opere d’arte ispirate ai racconti delle Cosmicomiche, incorporando sia elementi scientifici che umanistici.
  • Esplorare la filosofia e la critica letteraria: analizzare le Cosmicomiche da un punto di vista filosofico e critico, discutendo temi come l’assurdità dell’esistenza, il significato dell’universo e la struttura narrativa.
Percorso didattico 1: Scienza e letteratura Racconto di riferimento: Il distanziamento della Luna

Scienza: introdurre i concetti di gravità, maree e movimento lunare. Discutere le teorie scientifiche sul distanziamento della Luna nel corso del tempo.

Letteratura: analizzare il racconto alla luce delle teorie scientifiche. Discutere modi e forme con i quali Calvino usa la scienza come metafora per esplorare temi fortemente riguardanti l’umano e la psicologia, come l’amore e la separazione.

Arte: mostrare opere d’arte che raffigurano la Luna e il mare, come La notte stellata di Vincent van Gogh. Discutere di come gli artisti rappresentano la Luna e il cielo notturno.

Percorso didattico 2: Astronomia e storia dell’arte Racconto di riferimento: Tutto in un punto

Scienza: esplorare la teoria del big bang e la formazione dell’universo. Discutere le teorie sull’espansione dell’universo.

Letteratura: analizzare con quali mezzi e strumenti linguistico-letterari il racconto esplora l’idea di un universo in espansione e il concetto di “tutto in un punto”. Discutere il significato filosofico di questa idea.

Arte: esaminare opere d’arte astronomiche, come La notte stellata di Vincent van Gogh e le Stanze di Raffaello, in particolare la Scuola di Atene. Discutere di come gli artisti rappresentano il cosmo e le teorie scientifiche.

Percorso didattico 3: Evoluzione e critica letteraria Racconto di riferimento: Lo zio acquatico

Scienza: Esplorare la teoria dell’evoluzione di Charles Darwin e la diversità della vita sulla Terra. Discutere i concetti di adattamento e selezione naturale.

Letteratura: Analizzare come Calvino racconta l’evoluzione delle creature naturali. Discutere il ruolo dell’adattamento e della sopravvivenza nel racconto.

Arte: Esaminare opere d’arte che raffigurano la diversità della vita, come le illustrazioni di Ernst Haeckel. Discutere, prendendo differenti esempi, in qual modo gli artisti rappresentano la natura e la varietà delle forme di vita, nelle varie epoche e nelle civiltà.

Ulteriore proposta di percorso didattico tematico modulare interdisciplinare

1. Esplorando l’intreccio fra scienze, letteratura, arte e logica. Un viaggio interdisciplinare
Modulo 1: Fondamenti scientifici e umanistici

Obiettivo: Introdurre agli studenti i principi fondamentali delle discipline scientifiche e umanistiche, promuovendo la comprensione dell’interconnessione tra le due.

Attività:

Lezione 1: Introduzione alle Scienze e all’età umanistica: da Leonardo da Vinci a Marie Curie

Riferimenti artistici: analisi di opere (disegni) di Leonardo da Vinci e del suo metodo di disegno.

Riferimenti scientifici: discussione sui contributi scientifici di Marie Curie.

Modulo 2: Storia dell’arte e rappresentazione artistica

Obiettivo: Esplorare l’evoluzione delle forme artistiche attraverso la storia e analizzare come l’arte riflette il contesto scientifico e umanistico del suo tempo.

Attività:

Lezione 2: cenni sui movimenti artistici attraverso i secoli: dall’Umanesimo al Modernismo

Riferimenti Artistici: analisi di opere di Michelangelo (Cappella Sistina) e Futurismo.

Riferimenti filosofico-letterari: discussione sull’Umanesimo rinascimentale e sul concetto di individualità in relazione al concetto di uomo-massa.

Modulo 3: Logica e pensiero critico

Obiettivo: Sviluppare competenze logico-argomentative e di pensiero critico attraverso l’analisi di problemi scientifici e filosofici, correlati con testi di Italo Calvino.

Attività:

Lezione 3: Introduzione alla logica: dal pensiero binario ai Computer

Riferimenti logici: discussione sui principi della logica aristotelica e sui concetti di deduzione e induzione.

Riferimenti artistici: studio delle opere di Escher, noto per le sue tassellazioni e rappresentazioni grafiche.

Modulo 4: Intersezioni tra arte, scienza e logica

Obiettivo: esplorare opere d’arte e scoperte scientifiche che si sono verificate grazie all’applicazione della logica, unendo così i concetti appresi nei moduli precedenti.

Attività:

Lezione 4: Convergenze tra arte, scienza e logica: dalla prospettiva centrale alla teoria del caos

Riferimenti artistici: studio delle opere di Salvador Dalì o del Cubismo sintetico e analitico. Riferimenti scientifici e logici: Discussione sulla teoria del caos e sull’uso della logica nella previsione di modelli caotici.

Progetto finale: Integrazione creativa

Obiettivo: gli studenti tenteranno di applicare ciò che hanno appreso, creando progetti grafici di spiegazione o creativi interdisciplinari, anche in forma di podcast, che uniscano arte, scienza e logica.

Attività:

Progetto finale: CalvinArt

Gli studenti creeranno un’installazione artistica basata su principi scientifici come il movimento, l’ottica e la percezione sensoriale (Juan Mirò, Alex Calder).

Riferimenti artistici: ispirazione da opere di Alexander Calder, noto per le sue sculture cinetiche.

Riferimenti scientifici e logici: applicazione dei principi di fisica del movimento e della logica che pertiene al design delle opere cinetiche.

Scheda di autovalutazione studiata e calibrata sui percorsi da somministrare agli studenti.

Appendice 2

L’Agenda 2030 e la sfida di Italo Calvino

Nel panorama della letteratura mondiale, pochi autori hanno saputo esplorare la complessità della psicologia umana, del mondo naturale, delle dinamiche logico-scientifiche come Italo Calvino. Le sue opere, permeate da un’innata curiosità per l’esistenza umana e da una profonda conoscenza della Natura, offrono una prospettiva centrata sulla relazione fra gli esseri viventi e il pianeta, e non di meno dell’interazione fra esseri umani nella società contemporanea. In un’epoca in cui il mondo si confronta con sfide globali sempre più ardue, le opere di Calvino si rivelano una sfida straordinaria per comprendere e perseguire gli obiettivi ambiziosi sanciti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

1. Le città invisibili – Obiettivo 11: Città e comunità sostenibili. Nel labirinto delle Città invisibili descritte da Marco Polo possiamo cogliere una chiara rappresentazione simbolica dell’obiettivo 11 dell’Agenda 2030: costruire città e comunità sostenibili. Polo, raccontando le città che visita, offre un panorama vario di luoghi e modi di socialità: dalle magnifiche e avanzate alle città in rovina, mostrando l’importanza di pianificare e sviluppare insediamenti urbani che siano ecologicamente sostenibili, inclusivi e resilienti.

2. Il cavaliere inesistente – Obiettivo 5: parità di genere. Il personaggio di Agilulfo, il cavaliere senza corpo, rappresenta un potente simbolo dell’obiettivo 5 dell’Agenda 2030: raggiungere la parità di genere. La sua lotta per essere riconosciuto come un cavaliere, nonostante la sua forma differente, incarna la sfida contro le norme di genere predefinite e invita a riflettere sulle aspettative sociali e culturali legate al genere.

3. Il barone rampante – Obiettivo 15: vita sulla Terra. Cosimo, il barone rampante che decide di vivere sugli alberi per tutta la vita, illustra in modo suggestivo e metaforico l’obiettivo 15 dell’Agenda 2030: proteggere, ripristinare e promuovere un uso sostenibile degli ecosistemi terrestri. La sua vita fra gli alberi simboleggia la connessione profonda tra gli esseri umani e la natura, sottolineando l’importanza di preservare la biodiversità e gli ecosistemi naturali, assumendo un diverso punto di vista sul mondo.

4. Il visconte dimezzato – Obiettivo 3: Salute e Benessere. Nel Visconte dimezzato, Calvino presenta un protagonista diviso in due metà, ciascuna con una personalità unica. Questo può essere interpretato in chiave metaforica in riferimento all’obiettivo 3 dell’Agenda 2030: garantire una vita sana e promuovere il benessere per tutti, a tutte le età. La storia ci ricorda l’importanza di trattare non solo le malattie fisiche, ma anche di prestare attenzione alla salute mentale e al benessere emotivo.

5. Le cosmicomiche – Obiettivo 4: Questa raccolta di racconti esplora la storia dell’universo da una prospettiva fantastica e umoristica. Gli straordinari personaggi, come Qfwfq, affrontano sfide cosmiche, fisiche e metafisiche. Questi racconti possono essere considerati come una rappresentazione/applicazione dell’Obiettivo 4 dell’Agenda 2030: «Garantire un’istruzione inclusiva, equa e di qualità e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti». L’apprendimento e la comprensione della complessità del mondo sono fondamentali per raggiungere i suddetti obiettivi.

6. La giornata di uno scrutatore – Obiettivo 16: questo romanzo breve si fonda su una sequenza di situazioni e storie ove l’inclusività diviene tema centrale. Può essere letto come una rappresentazione narrativa dell’Obiettivo 16 dell’Agenda 2030: «Promuovere società pacifiche e inclusive per lo sviluppo sostenibile, fornire l’accesso alla giustizia per tutti e costruire istituzioni efficaci, responsabili e inclusive a tutti i livelli». Nella narrazione si riflette sulla formazione di una società giusta e inclusiva.

  1. Cfr. l’URL: https://www.istruzione.it/alternanza/allegati/NORMATIVA%20ASL/INDICAZIONI%20NAZIONALI%20PER%20I%20LICEI.pdf. Schema di regolamento recante “Indicazioni nazionali riguardanti gli obiettivi specifici di apprendimento concernenti le attività e gli insegnamenti compresi nei piani degli studi previsti per i percorsi liceali di cui all’articolo 10, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89, in relazione all’articolo 2, commi 1 e 3, del medesimo regolamento” (ultimo accesso: 15 giugno 2024).
  2. Insegnare letteratura. Teorie e pratiche per una didattica indocile, a cura di E. Zinato, Roma-Bari, Laterza, 2022, pp. 30-31.
  3. Italo Calvino non solo ha scoperto e indirizzato numerosi scrittori della nostra letteratura come Daniele Del Giudice, che esordisce all’Einaudi con il romanzo Lo stadio di Wimbledon (1983), e prosegue con Atlante Occidentale (1985), ispirato alla scrittura fanta-bio-scientifica di Calvino; ma anche scrittori come Umberto Eco, Salman Rushdie o Oran Pamuk sembra abbiano un debito di riconoscenza con il Nostro, per le loro opere più celebri. Anche nelle arti figurative e nell’architettura Calvino offre materia di ispirazione: osservando le opere dell’architetta peruviana Karina Puente, numerosi sono i riferimenti diretti a Le città invisibili (1972), e in particolare ella ha voluto illustrare ciascuna delle 55 città con tecniche differenti. Inoltre, chi non penserebbe al Barone rampante (1957), analizzando i progetti del Bosco verticale di Stefano Boeri? Poi, Sopheap Pich, artista cambogiano, ha realizzato l’installazione Compound, tra il 2012 e il 2013, ispirandosi a Le città invisibili. La lista potrebbe protrarsi per numerose pagine. Molte sono, altresì, le pellicole cinematografiche, italiane e straniere, che traggono ispirazione dalla scrittura di Calvino.
  4. I. Calvino, Lettere. 1940-1985, a cura di L. Baranelli, Milano, «Meridiani» Mondadori, 2000, p. 669.
  5. I. Calvino, Perché scrivete?, in Id., Mondo scritto e mondo non scritto, a cura di M. Barenghi, Milano, Mondadori, 2010, p. 133.
  6. I. Calvino, Ti con zero, in Id., Romanzi e racconti, vol. 2, a cura di M. Barenghi, B. Falcetto, Milano, «Meridiani» Mondadori, 1991, p. 307.
  7. P. Levi, L’asimmetria e la vita: articoli e saggi. 1955-1987, a cura di M. Belpoliti, Torino, Einaudi, 1997, p. 236.
  8. L’interdisciplinarità è una prassi didattica che ammette nello studio delle differenti discipline, oggetto del corso di studi, attraversamenti fondati su nodi tematici, concettuali, storici, da svolgere nel corso di unità di apprendimento formulate specificatamente dal corpo docente. Si può prevedere una “produzione” singolare o del gruppo classe che attesti il percorso effettuato, in modo originale e con l’apporto delle discipline. Differente la multidisciplinarità, dal momento che si fonda sulla scelta di un argomento-tema, ove l’apporto delle singole materie non è in una progressione interattiva, ma ciascuna ne sviluppa una parte, secondo la propria prospettiva epistemica e i propri obiettivi, evitando il dialogo metodologico e concettuale con le altre discipline. Invece, l’approccio transdisciplinare è uno spazio di crescita umana e intellettuale ove argomenti, temi, progetti inerenti a singole attività disciplinari possono incontrarsi ed essere esplorati, senza un preciso fine o con modi definiti, ma attraverso un concorso costante di idee, di metodi, di connessioni impreviste. Dall’archivio di informazioni, dall’enciclopedia organizzata, dagli atlanti, dai cataloghi, si passa a un metodo continuamente in fieri, non meno razionale e organizzato, ma mai esaustivo, e che consegue nuove conoscenze attraverso l’educazione al pensiero divergente e creativo. Aumentando la complessità delle interazioni disciplinari, si predispongono soluzioni più originali.
  9. Si allegano al presente lavoro alcune proposte didattiche operative, che non è opportuno inserire nel corpo del testo del saggio.
  10. Cfr. L’URL: https://unric.org/it/agenda-2030/ (ultimo accesso: 15 giugno 2024).
  11. I. Calvino, La giornata di uno scrutatore, in Id., Romanzi e racconti, vol. 2, op. cit., p. 69.

(fasc. 53, 25 agosto 2024)