Nonostante Pietro Bembo abbia goduto di grande fama nel Rinascimento, è stato spesso relegato ai margini delle storie letterarie del secolo scorso, sebbene necessariamente citato per il suo ruolo di «legislatore della lingua italiana»[1]. Proprio la capacità dell’autore degli Asolani di imporre un canone letterario e una normazione linguistica ha determinato la sua marginalizzazione nel corso del Novecento, l’implicita e pregiudiziale accusa di freddezza ed accademismo. Ma da qualche anno al cardinale «arride una fortuna che potrebbe riscattarlo da un lungo oblio, o almeno da una posizione ingiustamente defilata»[2]. Continua a leggere «Placuit enim ut Aetnam viseremus». Per una rilettura del “De Aetna” di Pietro Bembo
(fasc. 35, 11 novembre 2020)