Il caso “ostinato” dell’editoria curda in Turchia

Author di Carlo Minelli

Se si volesse trovare una parola per descrivere il mondo dell’editoria curda in Turchia si potrebbe scegliere, intendendola in senso positivo, “ostinazione”[1]. Con questo termine non si vuole soltanto mettere in evidenza l’impegno dei singoli editori nella promozione di una lingua – il curdo nelle sue varianti kurmanji e zazaki[2] – e una cultura “ferite” da decenni di repressione e assimilazione, ma anche rendere conto del travagliato percorso che ha preceduto e preparato la nascita di un campo editoriale curdo nel paese. Com’è prevedibile, infatti, la storia particolare dell’editoria curda in Turchia si trova all’intersezione di diversi macroprocessi storici e politici che per anni ne hanno impedito la nascita e che oggi continuano a influenzarne lo sviluppo. In primo luogo, si fa riferimento alla complicata e sofferta “questione curda”, per cui i confini orientali e sud-orientali della Turchia non sono altro che una delle tante frontiere politiche che hanno determinato la frammentazione del mondo curdo in seguito alla Prima guerra mondiale[3]. Continua a leggere Il caso “ostinato” dell’editoria curda in Turchia

(fasc. 42, 31 dicembre 2021)

“Che cos’è la letteratura?” di Jean-Paul Sartre

Author di Marika Tantillo

Sartre e l’incontro con le parole

«Ho cominciato la mia vita come senza dubbio la terminerò: tra i libri»[1], così scrive Sartre nella propria autobiografia, Le Mots, pubblicata in Francia dall’editore Gallimard e in Italia da Il Saggiatore[2].

Nel ricostruire la genesi del suo rapporto con la lettura e la scrittura, il filosofo traccia un ritratto degli anni della sua infanzia e adolescenza: è proprio a quel tempo che nasce in lui la predilezione per la letteratura. Incapace di giocare come gli altri bambini e cresciuto senza padre, in un modo fatto di adulti, il giovane Sartre interagisce esclusivamente con la madre e i suoi nonni materni. Nella casa dei nonni, dove egli vive insieme alla madre, vi è un grande salone le cui pareti sono occupate da grandi librerie contenenti numerosi volumi. Ancora incapace di leggere, Sartre non resta indifferente davanti a quegli oggetti capaci di intrattenere gli adulti per lunghe ore. Pare che le parole abbiano qualcosa di magnetico, che contengano delle verità sul mondo. Continua a leggere “Che cos’è la letteratura?” di Jean-Paul Sartre

Sartre e l’incontro con le parole

«Ho cominciato la mia vita come senza dubbio la terminerò: tra i libri»[1], così scrive Sartre nella propria autobiografia, Le Mots, pubblicata in Francia dall’editore Gallimard e in Italia da Il Saggiatore[2].

Nel ricostruire la genesi del suo rapporto con la lettura e la scrittura, il filosofo traccia un ritratto degli anni della sua infanzia e adolescenza: è proprio a quel tempo che nasce in lui la predilezione per la letteratura. Incapace di giocare come gli altri bambini e cresciuto senza padre, in un modo fatto di adulti, il giovane Sartre interagisce esclusivamente con la madre e i suoi nonni materni. Nella casa dei nonni, dove egli vive insieme alla madre, vi è un grande salone le cui pareti sono occupate da grandi librerie contenenti numerosi volumi. Ancora incapace di leggere, Sartre non resta indifferente davanti a quegli oggetti capaci di intrattenere gli adulti per lunghe ore. Pare che le parole abbiano qualcosa di magnetico, che contengano delle verità sul mondo. Continua a leggere “Che cos’è la letteratura?” di Jean-Paul Sartre

Sartre e l’incontro con le parole

«Ho cominciato la mia vita come senza dubbio la terminerò: tra i libri»[1], così scrive Sartre nella propria autobiografia, Le Mots, pubblicata in Francia dall’editore Gallimard e in Italia da Il Saggiatore[2].

Nel ricostruire la genesi del suo rapporto con la lettura e la scrittura, il filosofo traccia un ritratto degli anni della sua infanzia e adolescenza: è proprio a quel tempo che nasce in lui la predilezione per la letteratura. Incapace di giocare come gli altri bambini e cresciuto senza padre, in un modo fatto di adulti, il giovane Sartre interagisce esclusivamente con la madre e i suoi nonni materni. Nella casa dei nonni, dove egli vive insieme alla madre, vi è un grande salone le cui pareti sono occupate da grandi librerie contenenti numerosi volumi. Ancora incapace di leggere, Sartre non resta indifferente davanti a quegli oggetti capaci di intrattenere gli adulti per lunghe ore. Pare che le parole abbiano qualcosa di magnetico, che contengano delle verità sul mondo. Continua a leggere “Che cos’è la letteratura?” di Jean-Paul Sartre

Sartre e l’incontro con le parole

«Ho cominciato la mia vita come senza dubbio la terminerò: tra i libri»[1], così scrive Sartre nella propria autobiografia, Le Mots, pubblicata in Francia dall’editore Gallimard e in Italia da Il Saggiatore[2].

Nel ricostruire la genesi del suo rapporto con la lettura e la scrittura, il filosofo traccia un ritratto degli anni della sua infanzia e adolescenza: è proprio a quel tempo che nasce in lui la predilezione per la letteratura. Incapace di giocare come gli altri bambini e cresciuto senza padre, in un modo fatto di adulti, il giovane Sartre interagisce esclusivamente con la madre e i suoi nonni materni. Nella casa dei nonni, dove egli vive insieme alla madre, vi è un grande salone le cui pareti sono occupate da grandi librerie contenenti numerosi volumi. Ancora incapace di leggere, Sartre non resta indifferente davanti a quegli oggetti capaci di intrattenere gli adulti per lunghe ore. Pare che le parole abbiano qualcosa di magnetico, che contengano delle verità sul mondo. Continua a leggere “Che cos’è la letteratura?” di Jean-Paul Sartre

(fasc. 39, 31 luglio 2021)

Piccola indagine sul cuore del lettore

Author di Giulio Armeni

«Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce […]»[1].

Il fatto che chiunque, dallo studioso di filosofia al fantomatico “uomo della strada”, possa bene o male cogliere il senso di questo aforisma pascaliano la dice lunga su quanto “il cuore” come luogo privilegiato dell’interiorità sia una metafora radicata da tempo immemore nella nostra tradizione culturale. Continua a leggere Piccola indagine sul cuore del lettore

(fasc. 39, 25 giugno 2021)

Intervista a Marco Federici Solari e Lorenzo Flabbi – L’orma Editore

Author di Irene Moro

Lorenzo Flabbi e Marco Federici Solari fondano a Roma la casa editrice L’orma editore nel 2012, distinguendosi subito nella realtà editoriale indipendente italiana. Nel 2020 aprono una seconda sede a Parigi, con il nome di Éditions L’orma.

Questa intervista nasce dal loro incontro con gli studenti del corso di Laurea magistrale in “Editoria e scrittura” dell’Università La Sapienza di Roma, nell’ambito del corso annuale di Mediazione editoriale e cultura letteraria, con lo scopo di approfondire la struttura e il progetto culturale di una casa editrice indipendente di successo. Continua a leggere Intervista a Marco Federici Solari e Lorenzo Flabbi – L’orma Editore

(fasc. 39, 31 luglio 2021)

Il ruolo del teatro nel Secondo dopoguerra

Author di Egle Santonocito

Alla fine della Seconda guerra mondiale e del Ventennio fascista, l’Italia comincia a porre le basi di un rinnovamento non soltanto politico, ma anche e soprattutto culturale[1]. Il protezionismo fascista aveva chiuso i ponti con la cultura europea, rompendo quei contatti internazionali che sarebbero stati fondamentali per lo sviluppo e per l’avanzamento dell’arte italiana. Nell’ambito specifico del teatro, non è un caso che «nel secondo dopoguerra, si ritiene che la parola più significativa per descrivere la situazione teatrale italiana sia “ritardo”. […] Strehler dirà: “Volevamo sopra ogni altra cosa colmare il ritardo che separava le scene italiane da quelle europee. Un bisogno di entrare nel secolo”»[2]. Continua a leggere Il ruolo del teatro nel Secondo dopoguerra

(fasc. 39, 31 luglio 2021)

Le riviste di cultura in Italia: problemi e prospettive

Author di Pietro Zambrin

Le riviste di cultura nel Novecento italiano sono state determinanti per lo sviluppo non solo, appunto, culturale, ma anche storico del nostro paese[1]. Portando avanti il proprio discorso genuinamente culturale – ma agganciato, per “accidenti” storici, a fatti sociali e politici –, esse costruirono i binari su cui indirizzare l’evoluzione futura. Furono espressione di gruppi, più o meno compatti, di intellettuali dediti ad agire sulla realtà in cui vivevano, «specchio della propria epoca»[2], luogo di costruzione di un pensiero comune. Continua a leggere Le riviste di cultura in Italia: problemi e prospettive

(fasc. 39, 31 luglio 2021)

Adelphi e i libri unici: analisi del catalogo

Author di Sara D'Aversa

Breve storia di Casa Adelphi

È la primavera del 1961 quando Luciano Foà torna a Milano dopo dieci anni trascorsi a Torino come segretario generale della casa editrice Einaudi. Non è solo la recente malattia della moglie a spingerlo a tornare nella propria città: pensa di fondarvi una propria casa editrice[1].

Nato a Milano nel 1915, Foà inizia a lavorare nell’editoria molto giovane, nel ’33, per l’Agenzia letteraria internazionale fondata dal padre nel 1898. Prima agenzia in Italia a trattare i diritti di autori stranieri, l’Ali traduce romanzi esteri, rivendendoli ai quotidiani per la realizzazione di feuilletons. Continua a leggere Adelphi e i libri unici: analisi del catalogo

(fasc. 39, 31 luglio 2021)

La censura libraria nella Repubblica Popolare Cinese. Da Mao Zedong a Xi Jinping

Author di Chiara Jannella

Nel mondo contemporaneo ogni cultura, ogni letteratura e ogni arte appartiene a una classe determinata e si rifà a una ben definita linea politica. L’arte per l’arte, l’arte al di sopra delle classi, l’arte che si sviluppa fuori della politica e indipendentemente da essa, nella realtà non esiste. La letteratura e l’arte proletarie sono parte di tutta l’azione rivoluzionaria del proletariato o, come ha detto Lenin, sono “una rotella e una vitina” del meccanismo generale della rivoluzione.

(Interventi alle conversazioni sulle questioni della letteratura e dell’arte a Yenan, maggio 1942, in Opere scelte di Mao Tse-tung, vol. III)[1].

Il ruolo della propaganda nell’ideologia comunista[2] è stato in primo luogo enfatizzato da Lenin, il quale sosteneva che fosse compito specifico e fondamentale del partito generare consapevolezza nel proletariato e che l’educazione all’ideologia tra i membri del partito fosse essenziale. Dopo l’instaurazione del governo comunista, il termine sīxiǎng gǎizào (思想改造, ‘riforma del pensiero’) fu usato proprio per descrivere il compito di forgiare la consapevolezza del popolo nella convinzione che il pensiero determini l’azione, e che dunque, se il pensiero delle persone fosse stato “correggibile”, allora sarebbe stato possibile “correggere” anche le loro azioni. In questo senso, il Partito Comunista Cinese, al potere dal 1949, promosse numerose campagne di riforma del pensiero, culminate negli anni Sessanta nella Rivoluzione Culturale. Questa ideologia della propaganda, esasperata in quegli anni, ma che mai ha abbandonato i vertici del PCC, non doveva servire unicamente a generare lealtà al Partito, ma voleva anche dare forma ad atteggiamenti personali e abitudini quotidiane, così da creare individui che avrebbero abbandonato i propri desideri personali per lavorare al servizio della causa comune: costruire una nuova società sotto la guida del PCC. L’obbiettivo di sviluppare un funzionante sistema di propaganda era strettamente connesso con l’idea che atteggiamenti e pensieri rivoluzionari fossero la necessaria base di partenza per il cambiamento politico, sociale, economico e culturale, e oggi il discorso potrebbe essere sovrapponibile. Per la Cina del XXI secolo, sempre più protagonista nel mercato e nella politica internazionale, sembrano essere ancora fondamentali l’omogeneità ideologica e il controllo di molti aspetti della vita dei cittadini. In questo contesto, lo stretto controllo di ogni contenuto pubblicato, sostenuto da un capillare sistema di censura, gioca un ruolo fondamentale. Continua a leggere La censura libraria nella Repubblica Popolare Cinese. Da Mao Zedong a Xi Jinping

(fasc. 39, 31 luglio 2021)

La lingua di Camilleri dai romanzi Sellerio alla fiction Rai: analisi della “Forma dell’acqua” e del “Ladro di merendine” (Seconda parte)

Author di Daniela Pagano

In questo contributo[1] Continua a leggere La lingua di Camilleri dai romanzi Sellerio alla fiction Rai: analisi della “Forma dell’acqua” e del “Ladro di merendine” (Seconda parte)

(fasc. 39, 31 luglio 2021)

Il “Publishing” americano e l’editoria italiana

Author di Marika Lauria

La storia del Publishing americano

Il panorama editoriale americano è una realtà eterogenea[1], composta da case editrici di ogni genere e dimensione, ma anche estremamente polarizzata; infatti, quelli che potrebbero essere definiti i protagonisti del settore sono solo cinque: Hachette Book Group, HarperCollins, Macmillan Publishers, Penguin Random House Group e Simon & Schuster[2]. Continua a leggere Il “Publishing” americano e l’editoria italiana

(fasc. 39, 31 luglio 2021)